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Tour Méditerranéen 2013: Péraud batte Reda sul Mont Faron, Monfort diventa leader - Quattro corridori in 2" in classifica | Cicloweb

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Tour Méditerranéen 2013: Péraud batte Reda sul Mont Faron, Monfort diventa leader - Quattro corridori in 2" in classifica

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La gioia di Jean-Christophe Péraud all'arrivo del Mont Faron © BettiniphotoDopo un inatteso giorno di riposo nel bel mezzo del Tour Méditerranéen (problemi organizzativi hanno fatto saltare la terza tappa), il risveglio oggi è stato abbastanza indigesto per qualcuno. Per l'intera Garmin-Sharp, ad esempio: la squadra americana si è ritrovata senza bici né materiali tecnici, in seguito a un audace colpo dei soliti ignobili, sicché Talansky e compagni non hanno potuto prendere il via per la frazione più importante della corsa francese. Come loro, anche Pinotti (due costole fratturate nella crono di giovedì) non era più della partita, e si contavano altri 7 non partenti (tra i quali Kiserlovski).

Coi ranghi così ridotti (e destinati a ridursi ulteriormente nel corso della tappa: anche Kreuziger, per dire, ha abbandonato strada facendo), la corsa ha ripreso il via da Rousset e non si è dovuto aspettare troppo per veder partire la fuga del giorno: al km 7 si sono mossi Julian Kern, Urtasún, Keizer, Brice Feillu, Arango e Lequatre, raggiunti poco dopo anche da Saramotins e dall'italiano Oss. Gli 8 non hanno mai guadagnato più di 3'30", visto che la Blanco del leader Boom ha fatto buona guardia, tirando il gruppo per impedire che l'evasione diventasse ingestibile.

I primi 130 km, in ogni caso, non valevano, in termini di pathos, quanto gli ultimi 15, e questo lo si sapeva bene: la rapida successione di Col de Garde e Mont Faron (la salita dell'arrivo) prometteva un finale intenso, e non si può dire che le promesse non siano state mantenute (soprattutto alla luce della classifica generale uscita da questa tappa, come vedremo). Con gli inseguitori ormai in arrivo sui battistrada, Feillu e Urtasún hanno provato a dare ulteriore respiro alla fuga, staccando gli altri attaccanti sul Col de Garde e transitando in vetta con una decina di secondi sul gruppo. Inevitabile il ricongiungimento, malgrado il plotone si fosse frazionato in due grossi tronconi (più altri tronchetti) lungo la salita.

Ripresi gli ultimi due superstiti della primigenia fuga, è entrata prepotentemente in scena la AG2R: ai -5 si è messo in movimento il romagnolo Montaguti, scattato ai piedi del Mont Faron, seguito da Roelandts a cui si è prontamente agganciato Péraud, compagno di Matteo. Nel giro di un chilometro il terzetto si è ricompattato in testa, sicché la tenaglia del team francese si è stretta intorno a Roelandts, che ha subìto l'attacco deciso di Péraud.

Il 35enne ex biker, malgrado qualche problema di carattere fisico successivo al suo rientro dal Tour de San Luis (un raffreddore, niente di esagerato insomma), ha evidenziato una bella gamba, andando a guadagnare mezzo minuto sul meglio del gruppo, e difendendosi in maniera egregia dal rabbioso ritorno di qualche esponente del drappello medesimo. Tra i più in palla, Francesco Reda ha confermato la bontà della scelta di Savio di ingaggiarlo in Androni: il calabrese ha anticipato Mollema, Geniez e Montaguti, andando a conquistarsi un bel secondo posto a 19" da Péraud.

Al sesto posto Lövkvist già pagava 35" al vincitore, seguito da una coppia italiana (Santaromita e l'infinito Rebellin, ottavo), con Roche e Jon Izagirre a completare la top ten davanti a Pinot e Voeckler. Alla vigilia Péraud era 14esimo in classifica a 1'18" da Boom; l'olandese, salendo regolare col ritmo scandito dai suoi Blancos, ha tentato in tutti i modi (e non senza difficoltà) di limitare i danni. E ci sarebbe riuscito al millesimo, se la sfida fosse stata solo col corridore AG2R, visto che il ritardo di 1'17" accumulato sul Faron ha permesso a Lars di mantenere un secondo di vantaggio sull'avversario (e su Lövkvist, che aveva 43" di ritardo e ne ha recuperati oggi 42).

Se non fosse che Monfort, che in partenza era il secondo della generale a 22" da Boom, ha chiuso la tappa odierna in 17esima posizione, a 54" da Péraud ma con 23" sul capoclassifica. E siccome 23"-22"=1", ecco che ci ritroviamo il belga della RadioShack al comando della corsa, proprio con un secondo su Boom, e con Lövkvist e Péraud a incombere a 2". Quattro uomini in appena 2" (il quinto della generale è Roche, a 22", mentre Reda è sesto a 26"), era difficile immaginare un simile intrico a una tappa dal termine. Bisogna dire che la Bandol-Grasse di domani ha un percorso nervosetto ma niente più, e non è facile immaginare grossi colpi di scena (anche perché il Tour Médi non prevede abbuoni). Ma d'altro canto la presenza di tre pretendenti vicinissimi alla vetta non esclude alcun epilogo. Di sicuro saranno 192 km da seguire con la massima curiosità.

Marco Grassi

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