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Mondiali Ciclocross 2013: Vostruosamente spettacolare - Marianne domina su Compton. Bene Eva Lechner, 6a

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Sesto Mondiale di ciclocross per Marianne Vos, vincitrice anche a Louisville © BettiniphotoUn'illusione durata solamente quattro giri, quella di Eva Lechner. Una speranza di andare a medaglia, fosse argento o fosse bronzo, svanita via via e comunque alla fine rimasta lì, a soli 7". Tanto è il tempo che separa l'altoatesina, 6a, dal terzo gradino del podio, tanta la delusione per un Mondiale che finalmente pareva aver preso la giusta piega.

Intendiamoci, l'unica che avrebbe potuto battere Marianne Vos a Louisville, Kentucky, era oggi Katherine Compton, giunta alle spalle dell'olandese con un ritardo di 1'34": sintomatico di come sia stata dominata la gara dall'olandese che da cinque anni a questa parte conquista la maglia iridata nel ciclocross (e non solo) e che tra le Élite s'è aggiudicata oggi il sesto titolo mondiale.

Tutto sin troppo facile per la fuoriclasse di Meeuwen, una che viene, vede e vince. Partenza bellissima della francese Lucie Chainel-Lefevre ed anche la nostra Eva Lechner è molto avanti, in mezzo ad un treno arancione formato da Vos, Van Paassen e Stultiens. Dietro una brutta caduta di gruppo fa subito fuori una delle atlete più attese, la Campionessa d'Europa Helen Wyman. La britannica, subito a terra, riparte con molto ritardo e chiuderà 13a.

Davanti chi conduce le danze è la Chainel-Lefevre, con a ruota un'attenta Vos, la nostra Lechner e le altre a seguire. Katie Compton resta indietro (le partenze non sono il suo forte) e perde ulteriore terreno quando in salita Sabrina Stultiens scivola, bloccando metà gruppo, tra cui la classe '78 di Chattanooga. Dopo poco più di mezzo giro alla ruota della Chainel-Lefevre la Vos approfitta di una scivolata della francese per allungare.

Eva Lechner e Sanne Van Paassen inseguono con la Chainel-Lefevre, ripresasi rapidamente, ma ormai il Fenomeno ha guadagnato qualche metro ed al primo passaggio sul traguardo ha già 13" sulla Lechner, 14" su Chainel-Lefevre, 15" su Van Paassen e 27" su una Compton in rientro.

Finisce qui, nel bene, la gara di Marianne Vos, leggiadra e sicura, in costante progressione, altro pianeta rispetto ad ogni avversaria. Una marcia solitaria verso una vittoria alla vigilia difficile, non impossibile, sicuramente per nulla scontata.

La Compton era la rivale più accreditata e dopo la partenza mal riuscita la statunitense s'è rifatta sotto, tanto che al quarto giro, dopo essere rimasta con la ceca Katerina Nash, allunga e si riporta sul duo formato da Lechner e Van Paassen (Chainel-Lefevre, scivolata in discesa, aveva perso posizioni).

La statunitense passa in tromba la nostra Lechner e Van Paassen e si porta sola alla conquista dell'argento (l'oro è ormai in tasca della Vos, avanti di 1'07" rispetto a Compton). Dietro Lechner e Van Paassen pagano 1'23" dalla Vos mentre la Nash è ancora più in ritardo. Negli ultimi due giri la Lechner paga forse la partenza sprint, forse le altre che hanno qualcosa in più e scivola in sesta posizione.

Nell'ultima tornata succede di tutto. Quando l'oro e l'argento sono ormai congelati, rispettivamente destinati a Vos e Compton, ed il bronzo andrebbe ad una meritevole Katerina Nash, ecco che Chainel-Lefevre, Van Paassen e Lechner si rifanno sotto. Pochi secondi rosicchiati e Chainel-Lefevre attacca nuovamente, approfittando di una rampa affrontata male dalla Nash.

Dall'ultima curva, con Compton che ha già tagliato il traguardo, esultante per il prezioso argento, Nash esce in testa ma rimontando in bicicletta per lo sprint finale un salto di catena la blocca. Il bronzo diventa a poco a poco, lentamente, medaglia di legno, con Chainel-Lefevre che sprinta con le ultime forze rimaste e supera la povera atleta ceca.

Van Paassen è 5a davanti ad una Eva Lechner distante solo 7" dal bronzo. La svizzera Achermann precede Stultiens, Van Loy e la statunitense Antonneau, che chiude la top ten. Le altre azzurre vanno molto bene, specialmente la classe '94 Alice Maria Arzuffi che chude sì a 4'09" dalla Vos ma con una 14a piazza meritatissima. Bene anche Francesca Cauz, 23a a 5'07", ottima la prova più per fare esperienza che per un risultato non certo richiesto alla portacolori della Top Girls.

Chiude con un inchino, Marianne Vos, bizzarro modo di esultare per lei, sempre molto uniforme nello sprigionare gioia su un traguardo. Evidentemente il Mondiale di ciclocross l'olandese lo sente ancora parecchio, nonostante nuovi stimoli (leggasi MTB) siano all'orizzonte. Un inchino rivolto al pubblico e che chiunque abbia avuto il piacere di ammirare l'iridata di ogni specialità, l'attuale Campionessa del ciclismo, ricambia molto volentieri. Senza spendere troppe parole, senza dilungarsi in troppi elogi, nonostante siano ampiamente meritati, ma aggiungendo una sola parola: chapeau!

Francesco Sulas

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