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Le pagelle 2012 - Donne: La Cannibale vince tutto - Dominio Vos, ma sboccia la talentuosa Elisa Longo Borghini

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Marianne Vos autentica dominatrice della stagione 2012. Oro a Giochi Olimpici e Mondiali, maglia rosa al Giro Donne - Elaborazione Cicloweb.it

Una stagione ad personam, quella del ciclismo femminile, con la solita Marianne Vos a dominare più di ogni altra ed in modo più straripante degli anni precedenti. L'olandese si aggiudica quasi tutto ma non c'è solo lei sul piatto della bilancia. Sboccia infatti l'ossolana Elisa Longo Borghini, bronzo a Valkenburg, ed anche Rossella Ratto, al suo primo anno da Élite, fa capire che il futuro le può sorridere. Meno bene le nostre veterane, con Giorgia Bronzini sfortunata fino ad agosto, quando coglie la prima vittoria, mentre Noemi Cantele e Tatiana Guderzo partono più forte. Una stagione che presenterà le sole Longo Borghini e Stevens come degne avversarie della Vos, con una Luperini ancora battagliera, mentre Emma Pooley corre ben al di sotto delle sue possibilità. Un 2012 che è stato l'ultimo per Kristin Armstrong, oro nella crono olimpica (si ripete dopo Beijing 2008) e per Judith Arndt, giusto per fare due nomi grossi. Una stagione tutta da rivivere attraverso le gesta delle sue principali protagoniste.

Marianne Vos - 110 e lode
Proprio come una laurea. Più di Bradley Wiggins o qualsiasi altro è lei la ciclista dell'anno. Perché? È presto detto. In una sola stagione conquista il quinto oro Mondiale nel Ciclocross (vince 19 gare delle 21 a cui prende parte), su strada porta a casa la quarta Coppa del Mondo in carriera (sue tre delle otto prove in programma), il Giro Donne e l'oro nella prova olimpica. Quest'ultimo a settembre viene accoppiato a quello del Mondiale di Valkenburg, prova in cui la campionessa di Meeuwen non vinceva dal 2006. Pur trovando avversarie tostissime sul suo cammino, la Vos pare ancor più imbattibile del solito. Tanto a Londra quanto a Valkenburg, sul Cauberg, si sa che sarà lei ad attaccare, eppure quando parte, la sua azione risulta più irresistibile e cattiva che prevedibile. Lascia anche molto alle compagne, Van Vleuten e Slappendel su tutte, non disdegnando di cedere ad Emma Johansson l'ultima tappa del Giro Donne, con la maglia rosa ormai blindatissima. Perché va bene correre sempre per vincere ma è noto che le amicizie in gruppo vanno coltivate anche da colei che fischietta quando le altre in salita muoiono di fatica. Provano a fermare l'olandese anche stendendola con una moto, durante il Parkhotel Valkenburg Hills Classic, a maggio. Risultato: frattura alla clavicola (ma conclude la gara 2a). Giro Donne e soprattutto Giochi Olimpici parrebbero in dubbio. Invece la Vos, 43 giorni dopo l'incidente, vincerà la maglia rosa per il secondo anno consecutivo dopo aver limitato i danni in salita, portando a casa, come nel 2011, cinque vittorie di tappa (il vero capolavoro è però il recupero al terzetto di scalatrici Stevens-Luperini-Pooley di due minuti, in totale solitudine, sul Passo della Futa, nella terza tappa). Strepitosa la già citata doppietta Olimpiadi-Mondiali, entrambe vinte attaccando da lontano. Se c'è da muoverle qualche appunto è l'eccesso di sicurezza che talvolta la porta a buttar via gare come la Freccia Vallone, dove comunque si confrontava con un'Evelyn Stevens mai tanto forte. Il resto lo dicono le 45 gare Uci a cui prende parte, uscendo solo quattro volte dalle dieci ed otto dal podio. La chicca finale: all'Amstel Curaçao Race ha corso con i maschi, anticipandone buona parte (gente come Chris Froome, Joaquim Rodríguez e compagnia bella). S'è divertita, «è un'esperienza da riprovare», ha detto, ma nel 2013 si concentrerà anche sulla MTB (l'obiettivo è l'oro a Rio 2016). Sempre più un punto di riferimento per il ciclismo, non soltanto femminile, ed ampiamente entrata nella storia.

Judith Arndt - 8.5
Già vittoriosa al Rendition Homes-Santos Women's Cup, corsa nazionale australiana, ha proseguito con il Tour of Qatar, dove s'è presentata in splendida forma, per poi ottenere una 4a piazza a Cittiglio. Come nel 2008 fa suo il Giro delle Fiandre e come allora s'impone davanti a Kristin Armstrong al termine di un lunga fuga. Il 6° posto alla Freccia Vallone è indice di buona forma ed in giugno coglie per la seconda volta in carriera l'Emakumeen Bira. Ai Campionati Nazionali fa doppietta, aggiudicandosi gara in linea e crono; al Giro Donne è sempre ben piazzata ma mai in lotta per il primato. Nella Mornago-Lonate Pozzolo, penultima frazione della corsa, va in fuga con Vos e Stevens, ma la maglia rosa decide di vincere anche quel giorno, lasciandole un amaro secondo posto; nella generale chiuderà 6a. Porta a casa anche l'Internationale Thüringen Rundfahrt ma va maluccio alle Olimpiadi (è più che altro la Germania, così come l'Italia, ad affondare). Nella prova a cronometro si riscatta con l'argento, battuta solamente da una Kristin Armstrong stellare. L'obiettivo da agosto a fine stagione è riconfermarsi iridata contro il tempo ed a Valkenburg Judith riesce solamente in ciò che le campionesse sanno fare. Se affermarsi è infatti difficile, ripetersi è ancor più arduo. Lei si ripete dopo la vittoria del 2011 e con questa doppia iride decide di andare in pensione, con alle spalle una carriera più che soddisfacente. Sul piatto vittorie di prestigio, tre ori mondiali su strada ed uno su pista (nell'Inseguimento individuale, correva l'anno 1997). Resta magari il rammarico per una mancata affermazione ai Giochi Olimpici, con l'oro che ad Atene 2004 era davvero alla portata (andò invece a Sara Carrigan). Concreta e sempre pericolosa, è così che la ricorderemo.

Emma Johansson - 6.5
Partenza letteralmente col botto, rischiando la vita a Gran Canaria, investita da un'auto durante l'allenamento. Si frattura due clavicole e salta le primissime gare ma quando in Olanda si fa sul serio Emma c'è. È 5a al Drentse 8 mentre nella prima di Coppa, la Ronde van Drenthe, conquista il gradino più basso del podio. Iniziano da lì tanti bei piazzamenti ma la vittoria arriverà soltanto a fine maggio, in Sudafrica, al Tour of Free State. Sono sue la terza tappa e la classifica finale della corsa, mentre all'Emakumeen Bira chiude 2a. Il Giro Donne è corso in funzione delle Olimpiadi, dall'Italia porta a casa l'ultima tappa della corsa (per gentile concessione di Marianne Vos) ed un 5° posto nella generale. Ai Giochi le prime delusioni: Emma non è mai in corsa per la vittoria e termina 6a, lasciando così sfumare il grande obiettivo stagionale. La costanza nei piazzamenti, senza però trovare alcuna vittoria (saranno solo quattro le affermazioni totali), la porta a Valkenburg, dove nulla può contro Marianne Vos. Nella gara in linea infatti è solo 9a. Si piazza molto, vince meno di quanto ci si aspetterebbe, toppando appunto Giochi Olimpici e Mondiali. Aggiungiamoci che per grandissima parte dell'anno beneficia (senza però finalizzare) del lavoro della nostra Elisa Longo Borghini, spesso più in palla, e ne esce una stagione non troppo esaltante per la svedese. Dal 2013 cambierà aria, lasciando dopo due stagioni l'Hitec Products-Mistral Home per approdare all'Orica-AIS. Sostituire un colosso come Judith Arndt non sarà per nulla semplice per la ragazza di Sollefteå.

Elisa Longo Borghini - 8
Dopo il primo anno da Élite con la Top Girls-Fassa Bortolo, dove pure aveva mostrato ottime doti, la sorella minore di Paolo, professionista alla Liquigas, era arrivata all'Hitec con il compito di scortare ed imparare da Emma Johansson. In piena rampa di lancio, è andata ben oltre, con un salto di qualità che l'ha spesso portata ad averne più della svedese e la forza di chi riesce a tenere le ruote di Marianne Vos (si tratta di un club molto ristretto). Il primo successo tra le Élite alla Woman's Bike Race di Montignoso il 13 maggio, quindi un Giro Donne splendido in cui si aggiudica la maglia bianca di miglior giovane e chiude 9a. La prima vittoria in una gara Uci (la corsa di Montignoso era nazionale) arriva nella quinta frazione dell'Internationale Thüringen Rundfahrt, gara a tappe che l'ornavassese concluderà al 5° posto e con una piazza d'onore al colpo di reni nell'ultima frazione. Finito? Macché, il bello deve ancora venire. Agli Europei di Goes - siamo ad inizio agosto - conquista il bronzo nella cronometro; a Plouay è, insieme ad Evelyn Stevens, l'unica a tenere le ruote di una Vos che si aggiudicherà l'ultima prova di Coppa del Mondo. Gran finale ai Mondiali, dove disputa cronometro e gara in linea. In quest'ultima è la vera punta delle azzurre e lo dimostra a tre giri dalla fine, quando s'incolla alla ruota di Marianne Vos, scattata sul Cauberg. Per quanto possibile, non la mollerà ed alla fine arriverà un bellissimo bronzo. C'è il rimpianto di non aver preso parte ai Giochi Olimpici ma lì le colpe non sono certo sue. Nel 2013 ci si aspetta un ulteriore miglioramento dalla più forte italiana in circolazione, che nell'Hitec correrà da capitana a tutti gli effetti.

Giorgia Bronzini - 6
Quella della piacentina è un'annata contraddistinta dalle cadute, innanzitutto. Volo spettacolare (ma solo per i fotografi) in Qatar, caduta al Festival Luxembourgeois du Cyclisme Féminin Elsy Jacobs, con sublussazione della spalla. Infine altro capitombolo all'Exergy Tour, dove fortunatamente rimedia solo qualche escoriazione. Per il resto l'iridata di Geelong e Copenhagen non vince nulla fino ad agosto. Parte bene, spaventando la Vos al Drentse 8 (chiude 2a dietro alla Hosking e davanti alla fuoriclasse olandese), continua con tre quarti posti (Ronde van Drenthe, Classica Città di Padova e GP Stad Roeselare). Sale sul podio negli States, con il 3° posto nella Liberty Classic, e corre il Giro Donne in preparazione dei Giochi. A Terracina e Salsomaggiore è 3a allo sprint, a Molinella è 2a (solo una Cromwell in vena di fuga la precede). In quel di Londra ci si aspetta il coronamento di una già ottima carriera ma arriva un 5° posto. Pazienza. A livello di vittorie si sblocca solamente al Trophée d'Or, con tre centri consecutivi. Continua la striscia positiva al Giro di Toscana, imponendosi a Viareggio e nella passerella finale di Firenze. Il Mondiale non è esattamente disegnato per lei ed alla vigilia è influenzata; coglie ugualmente un buon 20° posto, lavorando per la squadra e per le compagne in fuga. Dal 2013 lascerà l'Italia per far parte della Wiggle-Honda di Rochelle Gilmore, un team made in Britain. La piacentina è sicuramente determinata a riscattare una stagione alla fin fine sufficiente, ma fatta di poche luci e diverse ombre.

Evelyn Stevens - 9
In odore di santità. Ispiratissima, porta a casa quattro corse a tappe (Women's Tour of New Zealand, Gracia-Orlová, Exergy Tour e Route de France), la Freccia Vallone ed un argento iridato nella cronometro di Valkenburg, senza dimenticare la giornata in maglia rosa, all'indomani della vittoria nella tappa più dura del Giro Donne, la Vernio-Castiglione dei Pepoli. Proprio nella corsa rosa cede ad una Vos non al top della forma (ma in netta crescita) e cede subito il simbolo del primato, a dimostrazione che la newyorkese non ha nel recupero la sua arma letale. Perderà la piazza d'onore proprio all'ultima tappa, con la Pooley che la sopravanza e Fabiana Luperini che, distratta, non l'attacca, lasciandole 1'07" valevole per il podio. Il capolavoro stagionale è senza ombra di dubbio la Freccia Vallone: con la compagna Hughes in avanscoperta, resta a ruota della Vos, la quale la riporta in testa alla corsa. Sul Muro si Huy sceglie un rapporto più agile dell'olandese ed alla fine ha la meglio. Ottima anche la Route de France, dove vince a La Planche des Belles Files (un mese dopo che sullo stesso traguardo si era imposto Chris Froome) e blinda la vittoria finale nell'ultima tappa, a Münster. Al BrainWash Ladies Tour (per gli amici Giro d'Olanda) resta con Vos e Longo Borghini nell'ultima tappa, vinta dalla beniamina di casa a Berg en Terblijt (Evelyn è seconda). Maluccio alle Olimpiadi, gara in cui una come lei aveva il dovere di entrare nella fuga decisiva, facendo senz'altro meglio di quel 24° posto. Sogna per qualche minuto a Valkenburg: non nella prova in linea, dove si vede poco o nulla, ma nella cronometro. Lì mette in dubbio l'oro di Judith Arndt per poi arrendersi alla fuoriclasse tedesca. Pedala a livello agonistico da soli quattro anni ed anche per questo la sua stagione è davvero ammirevole.

Noemi Cantele - 6.5
Fino a giugno risultati davvero buonissimi, il cambio di casacca (dalla Garmin alla Be Pink) si fa sentire. Già all'Omloop Het Nieuwsblad è 6a, ancora meglio a Le Samyn, dove si arrende solamente ad Adrie Visser. Benissimo nelle gare salvadoregne, con le vittorie nel Grand Prix El Salvador e nella prima tappa della Vuelta, che chiuderà 6a. Anche al Trofeo Binda, la gara di casa, arriva un buon 6° posto, ma non è finita. Vince il GP Liberazione andando in fuga con Cilvinaite e la giovanissima Confalonieri; approda quindi in Trentino e si aggiudica la prima tappa per poi arrendersi solo ad una super Villumsen. Il Giro Donne dovrebbe vederla protagonista in qualche traguardo parziale ma non dà nessun segnale. Alle Olimpiadi, dove potrebbe essere l'altleta più adatta per entrare nella fuga decisiva, si perde al momento decisivo (così come la Guderzo). Da metà agosto in poi corre in funzione del Mondiale di Valkenburg, dove lavora bene per la Longo Borghini e chiude al 74° posto.

Rossella Ratto - 8
Che corridore, che talento, che grinta! E tutto a soli 18 anni (ne ha compiuti 19 il 20 ottobre scorso). Rossella è al primo anno da Élite ma dimostra sin da subito, a El Salvador, di essere un corridore di livello elevatissimo. La conferma arriva alla Freccia Vallone dove, alla prima partecipazione, strappa un 15° posto che significa anche essere la miglior atleta italiana e la miglior giovane. Terza ai Muri Fermani, corre un ottimo Giro del Trentino, terminandolo al 5° posto. Il Giro Donne è il primo vero banco di prova per la Ratto che, tra le tante difficoltà (si tratta della sua prima gara a tappe di nove giorni, contro le migliori atlete al mondo), chiude al 14° posto, non senza levarsi la soddisfazione di conquistare una 5a piazza parziale all'ultima giornata, nella sua Bergamo. Bene al Tour Féminin en Limousin (13a), meglio al Giro di Toscana (7a), dove la condizione sale di giorno in giorno. Al Memorial Del Cancia è 2a dietro ad un mostro sacro come Fabiana Luperini, quindi il Mondiale, un autentico capolavoro. In fuga ad ogni occasione utile, entra anche nella sortita decisiva, con Becker, Van der Breggen, Neylan e Neben. Fa da riferimento per Elisa Longo Borghini ed all'ultimo giro, stremata, molla gli ormeggi. Terminerà comunque al 6° posto, una prestazione monumentale che nel futuro la vedrà sicuramente sul gradino più alto del podio (questo è il momento di fare gli scongiuri, Rossella...). Il 2013 avrà un aspetto diverso: lascia la Verinlegno-Fabiani, squadra costruita attorno a lei, ed approda alla norvegese Hitec Products-Mistral Home. Lì troverà la compagna di Nazionale Elisa Longo Borghini ed avrà modo di crescere gradualmente. Ma se doveva dimostrare di essere all'altezza anche tra le Élite Rossella ha passato l'esame a pieni voti. Il suo prevedibile boom è stato udito distintamente da tutti.

Elena Cecchini - 7
Il 2012 è per lei qualcosa che s'avvicina molto alla stagione della conferma. Che il talento c'è, eccome, e che i risultati possono sfuggire una volta o due ma alla terza arrivano. Questa ventenne di San Marco di Mereto di Tomba già in Qatar si mette in evidenza con un 13° posto all'esordio ed una 10a piazza nella frazione finale (sarà la stessa posizione in cui chiuderà la corsa a tappe). Altra bella prova in Cina, al Tour of Chongming Island, dov'è reduce da un bruttissimo incidente occorsole al Women's Tour of New Zealand, e nella prima tappa stacca comunque un 7° posto in volata. Dopo un'Internationale Thüringen Rundfahrt soddisfacente e conclusa al 16° posto si aggiudica il Trophée d'Or, la sua prima corsa a tappe. È maglia gialla sin dal primo giorno di gara, vincendo la frazione d'apertura; stringe i denti nelle tappe più insidiose e poi tiene duro contro avversarie molto quotate (l'olandese Van der Breggen concluderà a soli 7"). Contribuisce, come nel 2011, alla causa azzurra. Nonostante tutto ciò, cui bisogna unire a livello individuale una Coppa del Mondo su Pista vinta in inverno (nella Corsa a Punti) ed un argento agli Europei su Pista Under 23 (nella Corsa a Punti la D'Hoore la precede per uno sprint), non viene confermata dalla MCipollini-Giambenini. Sono scelte, ma in futuro ci sarà chi avrà di che mangiarsi le mani.  

Amber Neben - 7
Ha il merito di dare il la alla fuga decisiva durante i Mondiali di Valkenburg ma non combina soltanto questo in stagione. La classe '75 di Irvine ama particolarmente le cronometro e ne vince cinque (ai Giochi Panamericani, alla Vuelta el Salvador, all'Exergy Tour, ai Campionati Nazionali, concludendo in bellezza con la Chrono des Nations). Bene nelle gare salvadoregne (alla Vuelta el Salvador vince due tappe e resta tre giorni in maglia di leader), disputa anche una buona Freccia Vallone, chiudendo 14a. In forma pure al Festival Luxembourgeois du Cyclisme Féminin che chiuderà 6a (10a nel prologo, 11a nel GP Elsy Jacobs), è 3a nella Chrono Gatineau ed 11a nel Grand Prix Cycliste de Gatineau. L'Exergy Tour la esalta ancora, con la vittoria nella crono di Kuna ed un paio di giorni in maglia di leader (la classifica finale la vedrà a 50" dalla Stevens). Alle Olimpiadi è solo 7a nella cronometro e stesso risultato arriverà nella crono dei Mondiali. In terra d'Olanda Amber vince comunque una medaglia d'oro nella cronosquadre con la Specialized-Lululemon. La corsa su strada sulla carta non la vedrebbe protagonista (Olds e Stevens sono le punte Usa) ed invece va in fuga rischiando di cogliere la medaglia. Chiuderà con un bel 4° posto. La vittoria nella Chrono des Nations è l'ultima con la casacca della Specialized-Lululemon, dal 2013 correrà per la Pasta Zara-Cogeas di Maurizio Fabretto.

Tatiana Guderzo - 6
Partita discretamente, con un 5° posto di tappa nella 3a frazione del Women's Tour of New Zealand, centra quasi sempre la top ten nelle gare del Salvador. Tornata in Italia, corre subito a Cittiglio il Trofeo Binda; vorrebbe ritirarsi per problemi intestinali ma alla fine terrà duro e chiuderà con uno splendido 2° posto alle spalle della solita Vos. È forse quello del 25 marzo 2012 il punto più alto della stagione della Campionessa del Mondo di Mendrisio 2009, che riesce a cogliere solamente una vittoria, nella crono tricolore di Levico Terme: erano 728 giorni che non vinceva, dagli italiani a cronometro di Treviso 2010 (per trovare una vittoria in gare in linea si deve tornare addirittura al Mondiale di Mendrisio 2009). Il Giro Donne scivola via con un bel 3° posto a Montecatini Alto, ma alla fine Tatiana peggiora il 4° posto nella generale finale del 2011 chiudendo addirittura 7a. Alle Olimpiadi è fuori fuoco, come quasi tutta la squadra azzurra. Il 22 agosto festeggia il 28° compleanno chiudendo al 5° posto il Trophée d'Or Féminin. Nel finale di stagione c'è un bel 3° posto nel Memorial Cesare Del Cancia, gara non certo semplice (ma nemmeno Uci) ed il Mondiale, che conclude nonostante una frattura al malleolo occorsale durante la maxicaduta. Quasi eroica in quest'occasione, c'è però da dire che da un'atleta della sua caratura ci si aspetterebbe ben altro in termini di risultati.

Giada Borgato - 6.5
Stagione con molte soddisfazioni per la patavina di Legnaro, che a Pergine Valsugana si aggiudica da vera outsider il titolo di Campionessa d'Italia in linea. Una gara tutta in rimonta sulla Valsecchi, staccata in salita, e vinta in solitaria. Come prima da Élite non c'è male. Oltre a questo Giada si era messa in mostra già ad inizio 2012 in Olanda, con l'8° posto al Drentse 8 ed il 6° alla Novilon Euregio Cup. Il Giro Donne è corso bene ma senza mettersi troppo in luce mentre le va decisamente meglio alla Route de France: un 7°, un 5° ed un 3° posto di tappa per una vittoria che scappa sempre, per un motivo o per l'altro. Si deve ritirare proprio all'ultima frazione ma continua ad inseguire la vittoria al Toscana (a Viareggio, prima tappa, chiude 3a). A coronamento di una stagione inaspettatamente buona (poco prima del titolo tricolore aveva persino meditato il ritiro) giunge la prima convocazione in Nazionale per i Mondiali. E pazienza se Giada s'è dovuta accontentare di essere riserva.

Ina-Yoko Teutenberg - 7.5
Con dieci vittorie più la classifica finale dell'Energiewacht Tour, Ina è l'unica insieme a Marianne Vos ad andare in doppia cifra. L'inizio stagione è davvero poco incoraggiante: oltre a tre affermazioni ad inizio marzo in Usa (ma in gare nazionali) c'è davvero poco altro. Un mese dopo si scatena con tre tappe e la classifica generale dell'Energiewacht Tour. Tornata al di là dell'Atlantico si aggiudica il Grand Prix Cycliste de Gatineau in Canada, una tappa all'Exergy Tour e la Liberty Classic. Tornata in Europa, conquista una frazione all'Emakumeen Bira in maggio mentre al Giro Donne raramente si mette in nota (si vede giusto a Salsomaggiore, quando con una trenata spezza il gruppo e fa perdere 7" alla compagna Evelyn Stevens, ancora in lotta per la maglia rosa). Si riscatterà con due affermazioni all'Internationale Thüringen Rundfahrt der Frauen. Le Olimpiadi sono amare, arriva infatti la medaglia di legno, mentre al BrainWash Ladies Tour centra il bersaglio grosso un paio di volte. Ai Mondiali, su un percorso che non le si addice, si consola con il bel 6° posto nella cronometro. Per una classe '74 come lei non certo una stagione memorabile ma nemmeno da buttare totalmente. E l'anno prossimo, mentre molte coetanee appenderanno la bici al chiodo, Ina sgomiterà ancora nelle volate (ma non solo).

Annemiek Van Vleuten - 7
Stagione onesta per la trentenne di Wageningen, con otto vittorie all'attivo (tra cui il Campionato Nazionale in linea). Prima affermazione al GP Stad Roeselare, dove anticipa Ferrier-Bruneau e Villumsen, quindi doppietta al Festival Luxembourgeois du Cyclisme Féminin Elsy Jacobs (prologo e seconda tappa). Si aggiudica anche il Parkhotel Valkenburg Hills Classic a Valkengurg, strade che saranno iridate, proprio nel giorno della frattura alla clavicola di Marianne Vos. Altro centro alla 7-Dorpenomloop Aalburg, quindi la 4a tappa di un'Emakumeen Bira corsa sempre davanti. Il Giro Donne non regala gioie all'ex calciatrice, anzi, porta anche a lei una frattura alla clavicola con conseguente ritiro, non prima di aver lavorato sodo per assicurare la maglia rosa alla Vos. Un 14° posto alle Olimpiadi dove correva da gregaria, le gare agostane saltate in pieno per rientrare a fine estate al Giro di Toscana: vittoria nel prologo serale di Campi Bisenzio, 6° posto finale in classifica. Al Mondiale di Valkenburg è coinvolta nella maxicaduta e chiuderà 11a, senza poter dare effettivamente una mano a Marianne Vos. La solita Van Vleuten, insomma. È capace di centrare qualche bell'obiettivo (l'anno scorso giunsero Fiandre, Vårgårda, GP Plouay e la Coppa del Mondo, quest'anno il titolo nazionale) e sa mettersi a disposizione. A suo modo fondamentale.

Emma Pooley - 5.5
Più delusioni che gioie per la passista scalatrice britannica trapiantata a Zurigo. Soltanto cinque le vittorie stagionali, senza contare gli appuntamenti mancati. Inizia più piano del solito, alla Freccia Vallone viene stesa da una moto e messa fuori dai giochi da un incidente meccanico. Si aggiudica in solitaria la Durango-Durango e la seconda frazione dell'Emakumeen Bira, che termina all'8° posto. È 3a al Giro del Trentino, corre il Giro Donne per vincere, seppure la quasi totale assenza di montagne non la favorisca. Chiude pur sempre alle spalle della Vos e con la maglia verde di miglior scalatrice ampiamente meritata. Il primo appuntamento importante è però a Londra, Olimpiadi di casa, dove va male (40a nella gara in linea, soltanto 6a nella crono). Due vittorie di tappa e la classifica generale al Tour de l'Ardèche non sollevano il morale della bionda britannica che in vista di Valkenburg si allena correndo la Haute Route, gara per amatori che da Ginevra porta a Nizza atraversando le Alpi. Ai Mondiali però, dopo la medaglia di legno nella crono, spreca troppe energie per stare davanti nelle prime fasi di gara ed al momento dello scatto della Vos non ha la brillantezza necessaria per seguirla. Chiuderà al 15° posto. Delusa ed un po' disillusa dal mondo del femminile (come darle torto...), a fine stagione medita di lasciare l'agonismo per un anno per terminare il Dottorato di ricerca. Decide infine di correre il 2013 con il Team Bigla, squadra svizzera non Uci. Per quali traguardi è tutto da vedere.

Shelley Olds - 7.5
La trentaduenne di Groton, Massachusetts, è più sfortunata che incapace nel tentativo di arrivare in alto. Partita un po' in sordina, si mette in gran luce al Chongming Island Tour, prova di Coppa del Mondo che si aggiudica. Non basta, perché al Giro Donne è una delle più agguerrite nelle volate: a Terracina perde da Marianne Vos per questione di millimetri, nella crono di Roma chiude con un gran 4° posto ed a Salsomaggiore anticipa tutte. Possibile outsider per le Olimpiadi? Lo sarebbe. Infatti a Londra entra nella fuga decisiva ma nel momento che vale una carriera una foratura la desta dal sogno; ripresa dal gruppo, abbandona ogni velleità di vittoria, chiudendo 7a. Qualche altro piazzamento da lì a fine stagione non basta, perché forse dopo un'Olimpiade perduta in quel modo si scoraggia e chiude mestamente il 2012, rimanendo oltretutto intruppata nella maxicaduta dei Mondiali di Valkenburg. Ha fatto vedere molto di buono ma per colpe non sue non è riuscita a raggiungere i successi che era lecito aspettarsi da lei. Quando la malasorte, al contrario della fortuna, ci vede benissimo...

Trixi Worrack - 6.5
La tedesca di Cottbus si rialza dopo almeno un paio di stagioni sottotono e vince sin dal 2 febbraio, nella seconda tappa del Tour of Qatar. Arriveranno altri tre centri, uno alla Gracia-Orlová e due all'Internationale Thüringen Rundfahrt der Frauen. Insieme a queste vittorie una serie discreta di piazzamenti: dal 5° posto alla Ronde van Drenthe al 3° nel Trofeo Binda, senza dimenticare il 9° e l'8° posto ottenuti rispettivamente nella crono olimpica e nella prova contro il tempo iridata. Insomma, la Worrack non sarà più un'atleta irresistibile ma la sua costanza si è fatta vedere nei numerosi piazzamenti, con quattro vittorie come premio. E quest'affidabilità ha portato la Specialized-Lululemon a puntare ancora su di lei per il 2013.

Linda Melanie Villumsen Serup - 7.5
La danese di Herning naturalizzata neozelandese fa un discreto balzo in avanti, arriva come sempre ad un passo dal successo, lo sfiora e non se lo prende. Eppure parte bene, aggiudicandosi la quinta tappa del Women's Tour of New Zealand, naturalmente dopo una sgroppata solitaria. Il colpaccio di inizio 2012 è però il terzo posto alla Freccia Vallone dietro a Stevens e Vos, cui seguirà un altro terzo posto al GP Stad Roeselare. All'Emakumeen Bira vince la cronometro di Orduña ed al Giro del Trentino sfoggia una forma smagliante azzeccando la fuga giusta il primo giorno e vincendo la cronometro di Sarnonico nella seconda giornata di gara (porta a casa la classifica generale della brevissima gara a tappe). Al Giro Donne tanto coraggio e molte fughe solitarie ma non andrà oltre un 20° posto finale. Sfiora il podio alle Olimpiadi, nella crono, giungendo a soli 2" dal bronzo. Al Mondiale di Valkenburg - parliamo sempre di crono - vuole migliorare l'argento di Copenhagen ed invece aggiunge un altro bronzo alla sua collezione, dopo quelli di Mendrisio e Melbourne. Costante, specialmente contro il tempo, ma mai davvero vincente negli appuntamenti che contano, si prende una pausa dall'agonismo: i prossimi obiettivi sono i Giochi del Commonwealth di Glasgow 2014 e le Olimpiadi di Rio 2016.

Olga Zabelinskaya - 7
La figlia di Sergej Suchoručenkov, campione olimpico su strada a Mosca 1980 (anno di nascita di Olga), zitta zitta chiude la stagione con due bronzi ai Giochi Olimpici londinesi. Già in formissima al Giro del Trentino, prende parte al Giro Donne, non concluso come da programma, soltanto per testarsi nella crono capitolina. A Londra nella gara in linea innesca l'azione che risulterà decisiva, scattando appena dopo l'ultima Box Hill e portandosi dietro Vos, Armitstead ed Olds. Eliminata dalla fortuna quest'ultima, la Zabelinskaya sa di essere inferiore a Vos ed Armitstead allo sprint ma ci crede (hai visto mai...). Per lei arriva il bronzo, a 32 anni è un grande traguardo che pensa bene di ripetere nella cronometro, dove per un paio di secondi tiene giù dal gradino più basso del podio la povera Villumsen. Riprova il numero al Mondiale di Valkenburg, forte anche del 3° posto alla Chrono Champenois, ma in Olanda è soltanto 5a. Motore straordinario, senso tattico meno stupefacente, si fa trovare al posto giusto nel momento giusto in quella che sarà una delle sue ultime stagioni agonistiche. Una grande atleta ed un'ottima opportunista.

Elizabeth Armitstead - 7
La bella britannica di Otley si ritrova a cambiare casacca per la sesta volta in sei stagioni consecutive: la scelta della AA Drink è forzata però dalla chiusura della Garmin-Cervélo. Lizzie vince subito l'Omloop van Het Hageland davanti a Ferrand-Prévot e Longo Borghini: sarà questa la sua unica vittoria Uci, cui comunque si unisce l'affermazione nella prima edizione della Gand-Wevelgem femminile su Slappendel e Daams (le big erano impegnate al Trofeo Binda di Cittiglio, va detto). Il 3° posto alla Novilon Euregio Cup unito ad altri piazzamenti che giungono di tanto in tanto (lavora molto per Kirsten Wild) la rendono una pericolosissima outsider per i Giochi Olimpici di casa. Li prepara al meglio, correndo molto bene l'Internationale Thüringen Rundfahrt der Frauen. A Londra nella gara in linea sarebbe battuta in caso di volata, logico perciò tentare la fuga, sia pure con clienti scomode quali Vos ed Olds. Alla fine se la giocherà con l'olandese e porterà a casa un argento che - come troppo spesso e retoricamente detto - vale oro (ma pur sempre argento resta). È peraltro, quella di Lizzie, la prima medaglia britannica dei Giochi di Londra. Ottenuto questo bel risultato, nel finale di stagione quasi scompare.

Alena Amialiusik - 7.5
Questa ragazza nata nel 1989 in Bielorussia si mette già in luce alla Vuelta El Salvador ed a Cittiglio coglie un bell'11° posto, cui fa séguito il 10° al Giro delle Fiandre (e sono tutti esordi). Piazzamenti ottimi anche alla Gracia-Orlová, terminata con un 5° posto, per poi trovare la prima vittoria tra le Élite ai Muri Fermani, gara nazionale. Campionessa di Bielorussia nella prova contro il tempo, la Amialiusik corre una buonissima Emakumeen Bira (termina 4a) ed un Giro Donne dove tiene per un giorno la maglia bianca di miglior giovane. Una caduta nella discesa di Goraiolo nella tappa di Montecatini Alto ed un'Elisa Longo Borghini inattaccabile la relegano al 2° posto di questa speciale graduatoria. Prepara i Giochi Olimpici (sarà 15a nella corsa in linea) con un Tour Féminin en Limousin corso da protagonista e chiuso con la piazza d'onore. La Route de France la mette nuovamente in luce: vince il prologo di Saint-Pol-sur-Mer e tiene la maglia gialla per un paio di tappe prima di passarla momentaneamente ad Amanda Miller. Sulla decisiva salita verso La Planche des Belles Filles è proprio Alena ad attaccare Evelyn Stevens, non viceversa. La più esperta statunitense avrà vita facile nel contenere la bielorussa ed ipotecare la corsa a tappe andando a vincere. Nel complesso brilla ad intermittenza ma fa vedere che per i prossimi anni per vincere in salita (ma non solo) bisognerà fare i conti anche con lei. L'aspettiamo.

Kristin Armstrong - 8.5
La giovane virgulta di Boise (si tratta di una classe '73) dopo aver dato alla luce Lucas ritorna in sella e corre nel migliore dei modi. Vince ogni cronometro a cui prende parte tranne una e va vicina ad aggiudicarsi il Women's Tour of New Zealand (chiuderà 8a). Quando non corre in Nuova Zelanda o negli Usa coglie degli ottimi risultati in Europa: 2a dietro a Judith Arndt al Giro delle Fiandre, dopo una lunga fuga condotta in porto insieme alla tedesca. Vittoriosa nella prima tappa dell'Energiewacht Tour, la cronometro di Appingedam. Il suo vero obiettivo è la gara olimpica contro il tempo, la cui partecipazione pare messa in dubbio da una frattura alla clavicola rimediata nella crono di casa, a Boise, durante l'Exergy Tour (è questa peraltro l'unica che la Armstrong non si aggiudica, chiudendo 13a per evidenti problemi fisici). Sciolta ogni riserva sulla partecipazione a Londra 2012, Kristin, proprio come a Beijing 2008, si aggiudica l'oro, precedendo Arndt di 16" e Zabelinskaya di 23". Dopo la conferma nella gara più prestigiosa che si possa immaginare si ritira per dedicarsi alla famiglia, stavolta in maniera definitiva.

Tiffany Cromwell - 6.5
La simpatica ciclista-stilista di Stirling (ma vive con il compagno Richie Porte sulle alture attorno a Montecarlo) si mette in luce spesso e volentieri ma ci lascia una certezza: non è brava nei pronostici. Infatti la mattina del 3 luglio, prima della 5a tappa del Giro Donne, la Polesella-Molinella, twitta: «Piatta, un pancake. Oggi è per velociste». E invece Tiffany, che solitamente corre meglio quando la strada sale, si spara 105 km di fuga solitaria (sui 118 previsti), andando a vincere. Al di là della fuga epica, la Cromwell è spesso presente e nel vivo dell'azione ma i risultati stentano ad arrivare. Chiude all'8° posto l'Omloop Het Nieuwsblad, al 14° la Ronde van Drenthe, al 15° il Giro delle Fiandre ed al 13° l'Halle-Buizingen. Bene l'Exergy Tour, con un 6° e 7° posto di tappa, mentre al Giro Donne, oltre alla vittoria di Molinella, non combina granché, chiudendo comunque in 11a posizione nella classifica generale. Meglio la seconda parte di stagione, con il 7° posto all'Open de Suède Vårgårda ed il 2° posto al GP Plouay, dove la sola Marianne Vos le toglie la gioia di una vittoria davvero pesante. Chiude la stagione con un discreto Giro di Toscana terminato all'8° posto.  

Nicole Cooke - 4
The invisible woman. Già l'anno scorso lontanissima parente di quella Cooke che per anni fu l'anti-Vos, la gallese incappa in una stagione disastrosa. Il 14° posto al Trofeo Binda ed il 10° al Grand Prix de Dottignies parevano che fosse quasi rinata. La vittoria di Slochteren, quinta ed ultima tappa dell'Energiewacht Tour, avvalorava questa tesi. Invece niente da fare. Vero, coglie un 7° posto al Grand Prix de Gatineau, ma al Giro Donne, e per tutto agosto, non si vede. Soltanto a fine estate il colpo di coda della campionessa, un 3° posto di tappa a Capannori nel Giro di Toscana, ma ai Mondiali di Valkenburg non andrà oltre la 60a piazza. Il 2013 inizierà per lei con una pausa di riflessione ed un bivio: capire se varrà la pena tornare ed essere la vera Nicole Cooke oppure se, dopo più di dieci anni di attività agonistica, non sia meglio appendere la bici al chiodo.  

Anna Van der Breggen - 7
Sorprende come una ragazza del 1990 possa rendere bene in metà stagione fino a risultare la testa di ponte decisiva per Marianne Vos ai Mondiali. Non che la portacolori della Sengers non si fosse messa in luce nella prima parte di stagione (particolarmente rilevante il 9° posto al Giro delle Fiandre, unica '90 nella top ten), ma è dopo un Giro Donne corso in maniera abbastanza anonima che sboccia. Vince il Tour de Bretagne (tre successi su quattro tappe) ed è 5a al Tour Féminin en Limousin, dove si aggiudica la cronometro. Insidia Elena Cecchini al Trophée d'Or, che chiude al 2° posto a 7" dalla friulana, ed è 4a al GP de Plouay. Il BrainWash Ladies Tour le porta un 7° posto finale ed ai Mondiali sfodera una prestazione esagerata: 11a nella crono, è invece 5a nella gara in linea, dopo essere stata in fuga a lungo ed in modo decisivo. Ottima sul passo, tiene su salite non troppo impegnative e può migliorare sensibilmente in futuro. Un prospetto più che interessante, decisamente da seguire.

Kirsten Wild - 5.5
Passano gli anni per l'olandese di Almelo ma le vittorie a fine stagione restano comunque un buon numero. Nel 2012 la Wild taglia il traguardo per prima ben 9 volte, anche se c'è da dire che non sempre si tratta di corse di prestigio, anzi. Due vittorie in Qatar, una all'Energiewacht Tour, una al RaboSter, dove vince anche la classifica finale. Affermazioni anche in Repubblica Ceca, nel Tour de Feminin, oltre che in un paio di tappe al Lotto-Decca Tour (sarà 4a nella generale) per concludere con la terza frazione del Brainwash Ladies Tour. È comunque anche 2a alla Ronde van Drenthe dietro a Marianne Vos e 4a al Giro delle Fiandre. Di diverso spessore la stagione delle connazionali, a partire da Ellen Van Dijk (voto 6.5), già sugli scudi in Qatar e 2a alle spalle di Loes Gunnewijk all'Omloop Het Nieuwsblad. Una delle cronowomen più forti in circolazione diventa campionessa nazionale contro il tempo ma né a Olimpiadi né a Mondiali va a medaglia (rispettivamente 8a e 5a nelle gare contro il tempo). Bene Lucinda Brand (voto 6), che porta a casa un 4° posto alla Freccia Vallone e diversi piazzamenti tra Emakumeen Bira, Giro Donne, Tour Féminin en Limousin e Route de France. Dal 2013 correrà al servizio di Marianne Vos, che vede in lei una giovane potenzialmente molto più forte di quanto abbia dimostrato finora. Insomma, può fare molto meglio (e lo farà). Discreta l'annata di Adrie Visser (voto 5.5), spesso nelle prime posizioni, specialmente fino a maggio (coglie la vittoria a Le Samyn). Va poi un po' spegnendosi nel finale di stagione, anche se ad agosto vince l'Erpe-Mere. Farà comunque parte dell'Olanda iridata di Valkenburg.

Monia Baccaille - 5.5
Alla prima uscita in Qatar stacca subito un 8° posto, al Women's Tour of New Zealand arrivano una 4a ed una 2a piazza. È 4a anche al Drentse 8 ed alla Novilon Euregio Cup, 8a alla Ronde Van Drenthe. Nella Classica Città di Padova regola il gruppo ma è soltanto 3a; la vittoria giunge finalmente al Grand Prix de Dottignies, dove con un urlo liberatorio precede Johansson ed Andruk. Un mese dopo (ad inizio maggio) è vera protagonista al Tour of Chongming Island: nella gara a tappe, che chiude 2a, vince una frazione, in una è 2a, nell'altra è 3a. Nella prova di Coppa del Mondo è ancora 3a. Il Giro Donne è corso sì al di sotto delle attese ma pure in preparazione di un'Olimpiade in cui, alla scalata della prima Box Hill, fora, si stacca e dice addio alla corsa. Non gareggia più fino al termine della stagione e l'8 settembre annuncia di essere in dolce attesa. Darà alla luce una bimba per poi tornare (si augura) a giugno 2013 e provare a prender parte ai Mondiali di Firenze.

Valentina Scandolara - 5
Non certo la sua stagione migliore, tutt'altro. La classe '90 di Tregnago, oltre ad essere ancora molto giovane, è colpita da una particolare sfortuna. La mononucleosi l'accompagna fedelmente per buona parte dell'anno, la Michela Fanini non pare essere la squadra ideale per una potenziale campionessa, tant'è che la "Scando", per un motivo o per l'altro, entra solamente sette volte nelle dieci. Al Giro Donne, nella tappa di Molinella vinta dalla Cromwell, ottiene un ottimo 3° posto (che significa 2a in volata dietro a Giorgia Bronzini). Quando potrebbe spiccare il volo, come agli Europei di Goes, non può però beneficiare dell'aiuto di un treno azzurro; pur sgomitando da sola contro atlete più organizzate ottiene un 4° posto. Se fosse stata guidata verso il traguardo, chissà... Dall'anno prossimo tornerà con Luisiana Pegoraro (correrà per la Cipollini-Giordana-Galassia), colei che nel 2011 alla Gauss l'ha capita ed aiutata a crescere. La stagione che verrà dev'essere sicuramente quella del riscatto.

Fabiana Luperini - 6.5
Non grandissimi acuti per la Lupa, che a gennaio ha spento 38 candeline. Va meglio nelle corse a tappe e già all'Exergy Tour coglie un 13° posto nell'ultima frazione, la più impegnativa, chiudendo 15a in classifica generale. Al Giro del Trentino ottiene l'unica vittoria in gare Uci nella prima semitappa del secondo giorno di gara, quindi si concentra sul Giro Donne. È 2a a Castiglione dei Pepoli, 7a a Montecatini Alto, 3a a Castagnola delle Lanze. Nell'ultima frazione bada troppo alla tattica e non approfitta della crisi della Stevens per scalzarla dal 3° gradino del podio, finendo così per accontentarsi della 4a piazza con qualche rimpianto (è pur sempre la miglior italiana). Nel finale di stagione ottiene un 7° posto al GP de Plouay, vorrebbe i Mondiali ma non viene selezionata. Chiude vincendo il 1° Memorial Del Cancia, corsa organizzata dal padre a Buti, con tanto di scalata al Monte Serra. E nel 2013 intende sfidare le più forti sul terreno dove ancora mostra di avere una marcia in più: la salita.

Elena Berlato - 4.5
Sfortunata la stagione della vicentina di Malo, nella prima parte mai realmente incisiva, quindi condizionata dalla frattura alla clavicola patita nella seconda frazione dell'Emakumeen Bira. Il che significa addio sogni di gloria per il Giro Donne (nel 2011 chiuse all'11° posto e con la maglia bianca di miglior giovane). Nella corsa rosa presenzia ma non incide (e ci mancherebbe). Non va meglio il finale di stagione, quando non trova mai la forma. L'8° posto al Memorial Del Cancia è il miglior risultato da luglio, anche se quei 3'12" pagati da una scalatrice come lei a Fabiana Luperini fanno un certo effetto. Gli anni passano anche per Elena, che nel 2013 cercherà di ottenere risultati migliori rispetto a questa disgraziata stagione. Chi invece sorprende (o vogliamo dire mantiene le aspettative?) in casa Top Girls è Francesca Cauz (voto 6.5), ventenne friulana, nipote di Michelangelo, professionista sul finire degli anni '90. Non ottiene chissà quali risultati ma con una buona tenuta in salita ed uno spunto veloce mica male si piazza costantemente. Il CT Salvoldi la nota premiandola con la convocazione per i Mondiali di Valkenburg, che corre da titolare. Per adesso si parla poco di lei ma sta crescendo bene, destreggiandosi anche nel Ciclocross. Arrivano anche medaglie in casa Top Girls grazie a Barbara Guarischi (voto 6.5); dopo una stagione costante (è spesso nelle top ten), agli Europei di Goes conquista l'argento nella gara in linea. Peccato, perché Evelyn Arys non era avversaria impossibile da battere e dopo qualche giorno lo dimostrerà Elena Cecchini, precedendo la belga al Trophée d'Or.

Rabobank - 9
Il ranking dice che è la miglior squadra del gruppo. Va a podio per 77 volte vincendo 35 gare con 5 atlete diverse. La formazione diretta fino a quest'anno da Jeroen Blijlevens (voto 8) può contare su quel fenomeno che risponde al nome di Marianne Vos e su un'Annemiek Van Vleuten che, se in giornata, può far davvero male alle avversarie. Da non sottovalutare però la non giovanissima belga Liesbeth De Vocht (6), a segno tre volte, e la sempre affidabile Tatiana Antoshina (4.5), che però non sembra ambientarsi e forse anche per questo nel 2013 andrà alla Cipollini. Importantissimo il fattore vivaio della Rabobank, che accanto a grandi campionesse fa crescere ragazze promettenti come Thalita De Jong, Rebecca Talen e Sabrina Stultiens (per loro un bel 6 d'incoraggiamento), un talentuoso terzetto del '93 che deve crescere con calma. C'è poi la bella e brava Pauline Ferrand-Prévot (voto 7), che quest'anno ha lavorato da gregaria, pur vincendo il titolo nazionale a crono (non senza negarsi qualche bel piazzamento in Coppa del Mondo), ma nelle stagioni a venire potrebbe migliorare ulteriormente. Impossibile non menzionare Iris Slappendel (voto 7.5): la disegnatrice informatica che viene da Gouda difficilmente avrebbe immaginato di vincere una corsa trovandosi al servizio di Marianne Vos. Eppure accade al GP Comune di Cornaredo: in fuga con la fuoriclasse dal primo giro, si aggiudicherà la gara. Stesso copione al ben più importante Open de Suède Vårgårda, prova di Coppa del Mondo, dove viene aiutata dalla Vos per poi smarcarsi nel finale e bruciare in uno sprint a due Hanka Kupfernagel. Vos, Van Vleuten ma non solo, insomma, per Jeroen Blijlevens. Ha avuto solo l'imbarazzo della scelta sulle pedine da muovere sullo scacchiere. Quasi sempre ha azzeccato la mossa.

Specialized-Lululemon - 9.5
Più compatta rispetto alla Rabobank ma senza una capitana carismatica su cui contare ed andare sul sicuro, la squadra tedesca si porta comunque 109 volte a podio (48 le vittorie in gare Uci), stradominando nelle cronosquadre: vince in tutte le quattro a cui prende parte (non è al via della prova del Trophée d'Or, dove s'impone la MCipollini-Giambenini) e l'anno prossimo difenderà il titolo iridato di specialità. Si tratta comunque di un team ricco di grandi corridori, con Worrack, Van Dijk, Teutenberg, Stevens, Neben, Hughes, Hosking per fare alcuni nomi. Interessanti le prove di Clara Hughes (voto 7), che prima di ritirarsi s'è tolta lo sfizio di essere protagonista e vincitrice di diverse cronometro nonché di giocarsi una Freccia Vallone chiusa all'8° posto. Ottimo prospetto anche l'australiana Loren Rowney (voto 6.5), gregaria vittoriosa allo sprint in Nuova Zelanda, in diverse gare nazionali statunitensi ed alla Route de France, ad Arc-et-Senans. Bene anche la connazionale Chloe Hosking (voto 7), già pimpante al Tour of Qatar (chiuso al 5° posto) e vincitrice del primo vero scontro tra big, il Drentse 8. S'imporrà anche all'Halle-Buizingen, ottenendo pure un 2° posto al Tour of Chongming Island, ma senza mantenere la costanza e la brilantezza esibita nelle gare d'inizio stagione. Non a caso finisce fuori tempo massimo ai Giochi Olimpici e torna competitiva alla Route de France, dove si porta a casa l'ultima frazione, a Châlette-sur-Loing. A 22 anni può ancora migliorare molto. Ottima anche Charlotte Becker (voto 6.5), velocista che sa anche andare nelle fughe giuste: ne è la prova il Mondiale, dove s'inserisce nell'azione decisiva con Neben, Van der Breggen, Ratto e Neylan. Gran motore, lavora tanto per le compagne ed anche per questo vince solamente la Cologne Classic, gara nazionale. Nel mosaico Specialized-Lululemon dal 2013 non ci sarà più spazio per un tassello come lei; stessa sorte toccherà a Neben, Fahlin ed Hosking. Specialized-Lululemon che, nonostante le classifiche dicano il contrario, è la squadra con la "s" maiuscola.

Orica-AIS - 8.5
Nata quest'anno grazie al supporto dell'Australian Institute of Sport, l'Orica-AIS è anzitutto la rivale numero uno della Specialized-Lululemon nelle cronosquadre (nelle 4 vinte dalle tedesche le australiane si sono piazzate sempre seconde) ma più che altro siamo di fronte ad una formazione pensata bene, con la giusta dose di campionesse esperte e giovani (molte australiane) scalpitanti. Coglie 53 podi stagionali, andando a vincere per 21 volte con 8 atlete differenti. Attorno ad Arndt, Cromwell e Villumsen troviamo così una Claudia Häusler (voto 6, ma è stiracchiato) che non è ancora tornata ai livelli del 2009 ma nemmeno così assente come nel 2011 (vince la tappa decisiva e più dura dell'Exergy Tour, chiuso al 6° posto, mentre al Giro Donne si accontenta di un'8a piazza finale, pur essendo presente a Castiglione dei Pepoli e Montecatini Alto, sempre 5a). C'è poi l'olandese Loes Gunnewijk (voto 5.5), che vola già dall'Omloop Het Nieuwsblad e parrebbe poter disputare una grande stagione, mentre con l'arrivo della forma migliore per le top riders tornerà alla sua dimensione di onestissima gregaria. Non grandi lampi da Shara Gillow (voto 4) invece, l'anno scorso un giorno in maglia rosa dopo la tappa vinta a Pescocostanzo. È Campionessa d'Australia contro il tempo, d'accordo, e chiude al 2° posto il Women's Tour of New Zealand; termina 4a all'Exergy Tour eppure non dà mai l'impressione di essere veramente graffiante. Da rivedere. Molto interessante la giovane Melissa Hoskins (voto 7); la classe '91 di Kalamunda vince due delle tre frazioni al Tour of Chongming Island (più la generale), rischiando di fare bottino pieno in Cina con la gara di Coppa del Mondo, dove si deve inchinare soltanto ad una Olds superlativa. Perse Häusler, Arndt, Rhodes e Villumsen per il 2013, le australiane potranno contare sulle prestazioni di Emma Johansson, non senza dimenticarsi di fungere da vivaio per le australiane più promettenti.

AA Drink-Leontien.nl - 6.5
Costruita un po' con criterio ed un po' per necessità (di fatto quasi tutte le atlete reduci dalla ex Garmin confluiscono nella formazione olandese), potenzialmente è forte su ogni terreno. Per le salite c'è la Pooley, con Lucinda Brand e Sharon Laws (ingiustamente lasciata a casa per le Olimpiadi). Le volate sono il pane di Kirsten Wild, e della fortissima Shelley Olds, con Elizabeth Armitstead e la classe '90 Lucy Martin a fare da gregarie di lusso. Battitrici libere Carla Ryan (voto 5), Chantal Blaak (voto 5.5) e la più giovane del roster, la belga Jessie Daams (voto 6.5, si sblocca in Turingia vincendo l'ultima tappa). Un'ottima squadra che coglie 60 podi in gare Uci, andando a segno 22 volte. Certo, la Pooley va forte soltanto al Tour de l'Ardèche, la Wild si porta a casa corse di secondo piano, la Olds vince al Chongming Island (Coppa del Mondo) ed al Giro Donne ma fallisce Olimpiadi e Mondiali per colpe non sue. Lavora molto la Armitstead, ed è argento ai Giochi di Londra, ma coglie una sola vittoria in gare Uci. Delude la Blaak, involutasi e calata dopo una partenza che prometteva ben altri risultati (in fuga alla Ronde van Drenthe, chiuderà alle spalle della sola Suzanne De Goede nella Ronde van Gelderland). La squadra, che per l'organico di partenza ottiene forse meno di quanto sarebbe stato lecito attendersi, vince comunque il bronzo nella cronosquadre iridata prima di lasciar libere le ragazze. Un altro sponsor che lascia il ciclismo femminile. Un altro, ennesimo problema da affrontare.

Be Pink - 7
Una squadra costruita quasi da zero, molte giovani interessanti su cui investire ed una campionessa esperta come Noemi Cantele a far loro da chioccia. Questo devono aver pensato Walter Zini e Sigrid Corneo creando questo team giovane che alla prima stagione ottiene 23 vittorie in totale, 10 in gare Uci, cui si uniscono molti piazzamenti importanti. Cantele ed Amialiusik come fari, ma anche una Silvia Valsecchi (voto 6.5) che sfiora il Campionato Italiano in linea (si rifarà con il tricolore su pista nello Scratch), oltre a vincere l'ultima tappa della Vuelta el Salvador. È Evelyn García (voto 5.5) ad esaltarsi proprio nel suo Salvador mentre Simona Frapporti (voto 6.5), alla lunga ricerca della prima vittoria da Élite (nella Classica Città di Padova è beffata dalla statunitense Small), trova la soddisfazione personale alla Route de France, dopo una maxifuga insieme a Valentina Bastianelli. Bene anche la tedesca Elke Gebhardt Giulia Donato (per entrambe un buon 6.5), quest'ultima più su pista (agli Europei di Anadia è oro nell'Inseguimento a squadre, ai Tricolori di Montichiari vince il titolo nel Keirin, aggiudicandosi anche Omnium e Velocità olimpica). Detto ciò, il prospetto davvero interessante della squadra presieduta da Alessandro Tamborini è senza dubbio Dalia Muccioli (voto 7.5). Classe '93, scaltrice di Cesenatico, vince tra le Under 23 a Premariacco ma è alla Route de France che dà un saggio della sua classe. Per una settimana attende l'arrivo in salita de La Planche des Belles Filles; lì chiude 8a a soli 1'44" da Evelyn Stevens (le separano 10 anni di differenza) ed è miglior giovane. Alla fine della Route verrà investita di questo titolo, con maglia bianca e 10a piazza in classifica. Vola in salita ed ambisce a vincere il Giro d'Italia: pare che sia sulla giusta carreggiata.

MCipollini-Giambenini - 6
La squadra giallo-fluo di Alessia Piccolo si è arricchita con numerosi innesti e con l'arrivo dell'esperta ds Luisiana Pegoraro (voto 7). Lo schema è quasi sempre lo stesso: Guderzo e Baccaille come punte, le giovani pronte ad imparare ed approfittare di ogni singola occasione propizia. Le ragazze della Pegoraro vanno a podio 30 volte, vincendo però in sole 8 occasioni con cinque atlete diverse. La Baccaille al Grand Prix de Dottignies ed al Chongming Island, la Guderzo agli italiani. Susanna Zorzi (voto 7), classe '92, s'aggiudica la gara nazionale di Vaiano con uno splendido assolo per poi ripetersi al Trophée d'Or. Nella breve corsa a tappe francese vinta da Elena Cecchini si mette in bell'evidenza anche Marta Tagliaferro (voto 6.5, avrebbe meritato una vittoria di tappa). Il Giro di Toscana riserva una splendida sorpresa: Małgorzata Jasińska (voto 6.5). La polacca va in fuga a Volterra e guadagna i minuti necessari per poter vincere la tappa regina del Giro, tenendo la maglia di leader fino alla fine. Bene ma soltanto a tratti la caravatese Valentina Carretta (voto 5.5), che però deve ancora migliorare dal punto di vista della continuità. Nel 2013 Luisiana Pegoraro disporrà di atlete come Antoshina, Scandolara, Grifi, Kapusta e delle neo Élite Anna Stricker e Michela Pavin. Non confermate Marta Bastianelli (per l'iridata di Stoccarda 2007 è appena terminata una stagione davvero avara di soddisfazioni) ma soprattutto Cecchini e Zorzi, due '92 che avevano portato talento e vittorie in casa MCipollini.

Diadora-Pasta Zara - 5
La formazione trevigiana che dal 2013 sarà un po' più statunitense parte con grandi aspettative: Rossella Callovi (purtroppo ancora n.g.) come giovane talento da rilanciare, Giorgia Bronzini per collezionare vittorie. Sul gradino più alto del podio le ragazze di Maurizio Fabretto saliranno solamente nove volte, e per fortuna che Giorgia Bronzini si sblocca ad agosto, altrimenti i primi posti in casa Diadora sarebbero stati solamente quattro. Onestamente è un po' pochino (ma teniamo conto che la Callovi resta ai box per l'intera stagione). La squadra diretta da  Diana Ziliute (voto 5.5) dà l'impressione di essere un po' allo sbando già dal Giro Donne, dove arriva solo una piazza d'onore e due terzi posti sempre grazie alla solita Bronzini. Vince l'italiano con la Borgato, vero, ma quando la prima vittoria stagionale giunge solamente a maggio (con Alona Andruk, nella 1a tappa del Tour of Free State, che l'ucraina pure corre con la sua Nazionale) qualcosa non va di sicuro. Da menzionare assolutamente Inga Cilvinaite (voto 7), una delle gregarie più forti in circolazione. Nel 2012 la lituana ha imparato anche a vincere; prove generali al Liberazione (è 2a dietro alla Cantele), poi arriva l'affermazione al Campionato Nazionale e ad inizio settembre la bella tappa di Capannori al Giro di Toscana. Nel 2013, perduta Giorgia Bronzini, si punterà molto sulle gare statunitensi e sudamericane: ecco allora Evelyn García ed Amber Neben che insieme a Rossella Callovi ed alla tricolore Giada Borgato potrebbero regalare nuove emozioni a Maurizio Fabretto.

Francesco Sulas

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