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Ciclomercato 2013: Euskaltel, non più soltanto baschi - Ufficializzati nove stranieri per restare nel World Tour | Cicloweb

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Ciclomercato 2013: Euskaltel, non più soltanto baschi - Ufficializzati nove stranieri per restare nel World Tour

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Dal 2013 l'Euskaltel Euskadi non avrà più in organico solo corridori baschi © Bettiniphoto

Al giorno d'oggi ai massimi livelli di tutto lo sport professionistico sono merce rarissima le realtà che ancora si affidano esclusivamente a valori culturali e ideologici rifiutando di piegarsi alle logiche della globalizzazione: inevitabile ovviamente che queste società (o squadre, o organizzazioni) ispirino una grande simpatia verso un gran numero di appassionati e che quando una di queste roccaforti viene a cadere la prima sensazione sia invece di tristezza e magari anche un po' di rabbia.

Nel ciclismo ieri è caduta ufficialmente una di queste barriere e non è una qualsiasi, ma la più simbolica che ancora resisteva in uno sport che negli ultimi anni s'è aperto al mondo come pochi altri: per la prima volta nella sua storia iniziata nel 1994, l'Euskaltel-Euskadi ha confermato l'ingaggio di corridori (nove) non baschi o non cresciuti nel ciclismo basco. La Colnago ha fatto grandi sforzi negli ultimi anni per avere una rosa competitiva con solo ciclisti italiani ma c'erano veneti come lucani, la Topsport Vlaanderen ha solo ragazzi fiamminghi in organico ma mai ha provato ad avvicinarsi al World Tour, l'Europcar ha buona parte dei corridori del nord-ovest della Francia ma poi ci sono anche stranieri: nessuna squadra era paragonabile all'Euskaltel. E non è un caso se in tutto lo sport l'esempio più calzante viene proprio dai Paesi Baschi con la formazione calcistica dell'Athletic Bilbao.

Per 19 stagioni la squadra creata da Miguel Madariaga, presidente fin dall'inizio della Fundación Euskadi, è riuscita a far coesistere la propria filosofia (che accumuna comunque tutto il popolo basco) con i classici obiettivi di vittorie e visibilità richiesti dagli sponsor: dopo la vittoria di Roberto Laiseka alla Vuelta a España 1999 sono poi arrivati successi di tappa anche al Tour de France e al Giro d'Italia, oltre a svariate altre corse di prestigio. Risultati grandiosi se si pensa che tutti i corridori venivano da una regione poco più grande della Puglia e con circa 3 milioni di abitanti. 

Dopo alcuni mesi in cui la squadra ha addirittura rischiato di chiudere, lo sponsor principale ha deciso di rinnovare il suo impegno con un progetto tutto nuovo ma sempre radicato nel territorio basco. Secondo questo progetto, diretto dall'ex corridore Igor González de Galdeano, il punto focale è di mantenere la licenza World Tour in scadenza proprio a fine 2012: tutte le scelte sono state fatte per inseguire questo obiettivo e da qui è arrivata quindi la decisione di aprire le porte anche a corridori non baschi. Fino a quest'anno gli unici "stranieri" erano stati il venezuelano Unai Etxebarria ed i francesi Thierry Elissalde, Romain Sicard e Pierre Cazaux: il primo è nato in Sudamerica ma s'è spostato fin da piccolo nei Paesi Baschi e ha anche la doppia cittadinanza, gli altri invece sono tutti nati nella regione basco-francese.

La cosa che più ha sconvolto gli appassionati ed i tifosi della squadra è che la tradizione non è stata spezzata per ingaggiare un grande campione (s'era fatto un tentativo anche con Freire), ma nove corridori sostanzialmente di seconda fascia però in grado di portare al team quei punti UCI necessari per poter ottenere il rinnovo della licenza World Tour e avere così la certezza di disputare tutte le corse più importanti, in particolare il Tour de France. Certo, una squadra come l'Euskaltel in certe corse non dovrebbe avere problemi ad ottenere una Wild Card anche fosse una Professional, ma avere un calendario già ben definito a inizio stagione permette di approcciare l'anno con più tranquillità e con obiettivi ben definiti.

Nella conferenza stampa di presentazione della squadra tenuta ieri, il team manager Igor González de Galdeano ha spiegato bene il perché di ogni decisione e quelli che sono gli obiettivi di questo secondo ciclo dell'Euskaltel: «Continuiamo ad essere un progetto di paese - ha esordito - con sponsor baschi, staff tecnico basco, capitani baschi e grande attenzione al ciclismo giovanile basco». Proprio la cura e lo sviluppo della "cantera", secondo quanto dichiarato, sarà uno degli investimenti maggiori del progetto per sperare di avere in futuro una squadra nuovamente al 100% basca: in questi ultimi anni tutto il ciclismo spagnolo sta vivendo un periodo di grossa difficoltà a livello giovanile ed il numero di talenti interessanti sbarcati tra i professionisti è stato notevolmente inferiore rispetto al passato e l'Euskaltel ha risentito anche di questo. Tanto lavoro con la base ed avere un punto di sbocco nella massima categoria: attualmente, però, per restare nel World Tour bisognava per forza aprirsi.

Secondo Igor González de Galdeano la scelta di ingaggiare lo spagnolo Juan José Lobato, gli sloveni Jure Kocjan e Robert Vrecer, il portoghese Ricardo Mestre, il russo Alexander Serebryakov, i tedeschi Steffen Radochla e André Schulze, il greco Ioannis Tamouridis ed il marocchino Tarik Chaoufi è stata fatta proprio per tutelare l'anima basca della squadra: i corridori di primo piano, quelli in cui si identificano i tifosi, saranno sempre gli stessi, Samuel Sánchez, Igor Antón e Mikel Nieve.

Nel 2013 l'Euskaltel-Euskadi sarà quindi un team più moderno (rinnovati anche gli aspetti della preparazione fisica) e completo: Igor González de Galdeano ha infatti spiegato che i nuovi corridori, oltre per il gran numero di punti, sono stati scelti anche per colmare i punti deboli della squadra come ad esempio gli arrivi in volata (Lobato, Kocjan, Serebryakov, Schulze e il giovane basco Aberasturi sono tutti uomini veloci) o le cronometro; con un organico di 29 corridori, poi, la squadra amplierà anche il proprio calendario di corse per avere così più occasioni per andare a caccia dei famigerati punti.

Purtroppo questa distorsione della classifica di merito non è la prima volta che esce fuori e quest'anno è stato abbastanza avvilente vedere corridori vincenti in Asia come gli iraniani Sohrabi e Zargari fare fatica anche solo per arrivare al traguardo nel tempo massimo: l'idea dell'UCI di dare un incentivo ad ingaggiare ciclisti di paesi emergenti può anche essere importante per lo sviluppo del movimento ma se la forbice è troppo grossa (e adesso in alcuni casi è ancora enorme) il rischio è di ottenere l'effetto contrario. Se poi questo sistema ci fa perdere un'icona come l'Euskaltel tutta basca, allora l'amarezza è ancora maggiore.

Sebastiano Cipriani

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