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Addio Rabobank: UCI non credibile? Sponsor in fuga - Dall'Olanda un altro allarme per il ciclismo | Cicloweb

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Addio Rabobank: UCI non credibile? Sponsor in fuga - Dall'Olanda un altro allarme per il ciclismo

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Le squadre della Rabobank tutte assieme alla presentazione © Giant-bicycles.com

Una storia di grande ciclismo lunga 17 anni è terminata questa mattina in maniera assolutamente inaspettata e imprevedibile per chiunque: Rabobank ha infatti deciso di ritirare la sponsorizzazione delle squadre a partire dal 31 dicembre 2012. La notizia ha scosso tutto il mondo delle due ruote anche perché la Rabobank aveva un contratto con la sua squadra ciclistica che scadeva nel 2016 e mai negli ultimi mesi, settimane o giorni, si era avuto un segnale o anche soltanto una piccola indiscrezione di quello che sarebbe accaduto. Anche lo staff ed i corridori del team lo hanno saputo solo pochi minuti prima che fosse diramato il comunicato stampa ufficiale.

Per molti appassionati, soprattutto quelli più giovani, Rabobank era diventato un vero e proprio sinonimo di ciclismo olandese: il marchio del colosso bancario, infatti, compariva sulle maglie non solo della squadra professionistica, ma anche di quella Under 23, quella femminile, di quella di MTB e ciclocross oltre che sulle maglie di tutte le nazionali dell'Olanda. Praticamente ovunque in Olanda ci fosse ciclismo c'era Rabobank.

All'origine di questa clamorosa decisione c'è soprattutto il recente rapporto stilato dalla USADA sulla vicenda riguardante Lance Armstrong e la US Postal oltre, in minima parte, l'apertura del procedimento dell'UCI contro Carlos Barredo, corridore spagnolo tesserato proprio per la squadra olandese da due stagioni: quelle rivelazioni hanno convinto Rabobank che il mondo del ciclismo professionistico internazionale non è più in grado di garantire uno sport pulito e corretto e per il futuro prossimo i vertici della banca olandese non vedono segnali di cambiamento positivi.

Messa così, come era nel comunicato iniziale, la motivazione dell'addio non sembrava molto convincente: nei suoi 17 anni di storia la Rabobank è sopravvissuta a svariati altri enormi scandali che hanno coinvolto il ciclismo, quello della Festina del 1998, la Operación Puerto del 2006, addirittura le indagini sulla clinica Humanplasma di Vienna e la brutta vicenda di Michael Rasmussen al Tour de France 2007; tutte vicende che hanno coinvolto e accostato la squadra mai come prima alla parola doping. Di occasioni per lasciare quindi ce ne sono state parecchie in passato ma la formazione olandese ha sempre tirato dritto, confermando o addirittura rafforzando il proprio impegno del mondo del ciclismo. Dunque perché proprio ora?

La risposta a questa domanda arriva nel corso della conferenza stampa tenuta ad Utrecht dal responsabile finanziario della Rabobank Bert Bruggink: dopo il caso Rasmussen la squadra ha colto l'occasione per riformarsi drasticamente e dare un'immagine di ciclismo pulito e credibile ma ora più che le confessioni dei corridori citati nel rapporto USADA o l'indagine su Barredo (visto anche come un piccolo fallimento della ristrutturazione del team), a scioccare i vertici della banca olandese è stato soprattutto il coinvolgimento in tali questioni di doping di alcuni enti e organismi politici del ciclismo professionistico mondiale. La bordata non è diritta ma è di quelle che fa male: ancora una volta ci ritroviamo infatti a parlare della mancanza di credibilità dell'UCI e dei suoi rappresentanti, ma in questo caso non sono più solo gli appassionati a parlare, ma un'azienda solida che negli ultimi anni ha investito nel ciclismo come nessuno.

Il segnale è altamente preoccupante anche se in giornata un altro sponsor storico come la Lotto ha voluto confermare il proprio impegno nel mondo ciclismo ed il grande ritorno economico (quattro volte l'investimento) che ne trae. Con l'addio della Rabobank viene a crollare una colonna portante del ciclismo: nessun altro marchio era in gruppo al massimo livello da così tanto tempo e se l'UCI non è più in grado di dare fiducia ad uno dei suoi partner migliori il rischio di innescare un inarrestabile effetto domino è veramente concreto. Urge una rapida svolta che porti il ciclismo a fare chiarezza su tutti gli scandali e a ripartire subito dopo con regole e volti nuovi: l'immobilismo dell'UCI fatto di comunicati o risposte preconfezionate, tutte uguali, di "valuteremo" e di "studieremo", è disarmante e fa sinceramente paura ai tifosi, agli addetti ai lavori ed anche (soprattutto!) a chi ci mette i soldi.

Per il futuro della formazione olandese adesso si prospetta una soluzione simile a quella che venne messa in piedi al momento della chiusura della T-Mobile con la nascita della Highroad: la Rabobank rispetterà i contratti dei corridori, quindi almeno per il 2013 la squadra continuerà ad esistere (ma il rinnovo della licenza World Tour ora non è più una formalità) e sarà probabilmente gestita da una fondazione, senza avere alcun marchio pubblicitario alle spalle. La Giant, fornitore di biciclette della squadra da anni e che recentemente aveva deciso di estendere la propria collaborazione con il team anche ad altri campi, ha manifestato un per ora timido interesse a rilevare la sponsorizzazione ma ovviamente ogni trattativa è ancora allo stato embrionale. Ad occuparsi di tutta la transizione della gestione sarà il manager Harold Knebel, che comunque ha già cercato di rassicurare l'ambiente (però nel frattempo anche Skoda ha lasciato la squadra...).

Ovviamente, viste le tempistiche di questa decisione, non ci sono ancora informazioni chiare sul futuro non solo della squadra World Tour ma anche di tutte le altre realtà affiliate, come la formazione Continental, la squadra Offroad di MTB e Ciclocross o la squadra femminile tra le cui fila milita la campionessa olimpica e mondiale Marianne Vos: le prime due potrebbero passare sotto il controllo della Federazione Ciclistica olandese, che continuerà ad essere sponsorizzata da Rabobank fino al 2016; tra le donne invece la Rabobank ha voluto confermate il supporto personale a Marianne Vos, rispettando il contratto in vigore fino al 2016, ma la situazione dovrà essere studiata per mantenere in vita la squadra che al momento conta su una dozzina di atlete già tesserate per il 2013.

Sebastiano Cipriani

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