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Tour of Beijing 2012: Petacchi e Viviani freddati da Haller - Per l'austriaco arriva la prima vittoria stagionale | Cicloweb

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Tour of Beijing 2012: Petacchi e Viviani freddati da Haller - Per l'austriaco arriva la prima vittoria stagionale

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Marco Haller beffa Petacchi e Viviani nella quarta tappa del Tour of Beijing © Katushateam.com

È la Cina delle prime vittorie, di chi si sblocca, di chi talvolta sorprende. Se nella prima tappa Elia Viviani aveva rotto un digiuno lungo 200 giorni e nella terza Francesco Gavazzi aveva rimontato Boasson Hagen, sprintando su Daniel Martin e cogliendo la prima stagionale, tocca oggi a Marco Haller, classe '91 della Katusha (è peraltro il più giovane della formazione russa) che sul traguardo di Chang Ping fredda in volata i nostri Alessandro Petacchi ed Elia Viviani. Un nome che pochi o forse nessuno avrebbe pronosticato, quello di Haller, lui stesso incredulo dopo la vittoria, come immerso in un limbo tra realtà e sogno.

Sbuca da dietro la sagoma di Petacchi, 17 anni di differenza a sfavore dello spezzino della Lampre. Gli esce di scia e guadagna quel poco che basta ad ottenere la vittoria. Un po' più a destra, quasi dall'altro lato della strada, c'è Elia Viviani. Il veronese, intenzionato a bissare la vittoria della prima tappa, segue Boasson Hagen quando questi si lancia. Peccato che Elia rimanga al vento un po' troppo presto e così il 3° posto è quanto arriva, niente di più.

Haller, che trova il primo centro del 2012 nel giorno in cui un altro Haller, Helmut, pilastro della Juventus tra gli anni 60 e i '70, muore, chiude bene una stagione che gli aveva regalato come miglior piazzamento un 3° posto nella quinta tappa del Tour du Poitou Charentes, risalente al 24 agosto scorso. Meglio tardi che mai.

I 165.5 km da Yanqing a Chang Ping presentano un terzetto di Gpm di terza categoria e niente più, con l'arrivo posto anche in fondo ad un'impercettibile discesa. Roba più da velocisti che da fughe, insomma. Eppure si tenta di evitare la volata ed al km 21 se ne vanno in cinque: Roy (FDJ), Howes (Garmin-Sharp), Kritskiy (Katusha), Docker (Orica-GreenEDGE) e Dowsett (Sky). Troppo pochi per arrivare ma il vantaggio sul gruppo controllato dall'Omega Pharma di Tony Martin sale ben oltre i 3'.

A poco meno di 50 km dal traguardo Jérémy Roy decide che la compagnia non è più quella giusta. Si protrae in un allungo e si porta in testa alla corsa. Approccia l'ultimo Gpm di giornata, il facile Xie Zi Shi, con 2'50" sul gruppo, mentre gli altri fuggitivi sono in mezzo che cercano di rientrare su Roy. Il francese della FDJ-BigMat è però determinato e scollina ancora in forze. Purtroppo per lui l'attendono 31 km tra discesa abbastanza tecnica e strada che tende a scendere.

Il gruppo recupera facilmente e nella discesa è Klaas Lodewyck a provare a sganciarsi. Si avvantaggia di alcuni metri ma la sua azione non servirà a granché. In testa intanto Marc Madiot sprona uno Jérémy Roy le cui forze sono ormai ridotte al lumicino. Non che Howes, Kritskiy, Docker e Dowsett stiano meglio, tant'è che il gruppo è in fila indiana alle loro spalle.

La fuga muore all'altezza delle tombe della dinastia dei Ming, mentre Roy deve gestire ancora 1'25" in 15 km. Con i treni dei velocisti in azione servirebbe un miracolo oppure un gran motore per arrivare. Roy viene ripreso puntualmente ai -6 km dall'arrivo ed in testa si porta il treno dell'Orica che lavora per Allan Davis e quello della Lampre per Petacchi. Si affaccia davanti anche l'Omega e persino il leader Tony Martin dà qualche trenata prima di farsi da parte. Boasson Hagen si arrangia da solo nelle retrovie e Viviani si incolla alla sua ruota.

Nel rettilineo finale la Lampre conduce le operazioni. Parte Boasson Hagen e sembra l'azione giusta, tant'è che Viviani e Bennati gli vanno dietro. Il norvegese però esaurisce presto le forze ed allora Viviani, che ne ha ancora da spendere, rilancia, scoprendosi. Dall'altro lato della strada c'è invece Petacchi ormai lanciato, con lo spezzino ed il veronese che si avvicinano tra loro a mano a mano che i metri da percorrere diminuiscono. Forse sottovalutano chi viene da dietro, sicuramente spendono tutto ma negli ultimi 50 metri spunta Haller.

S'inserisce tra i due nostri portacolori e vince inaspettatamente, restando incredulo dopo il traguardo per diversi minuti. Quarto sul traguardo Lucas Sebastian Haedo che precede Bennati e Chicchi. Seguono Lodewyck, Davis, Boasson Hagen e Rollin a completare la top ten.

In classifica generale Tony Martin può dormire sonni tranquilli: con 40" su Francesco Gavazzi, 50" su Daniel Martin ed una sola tappa da correre (domani la Chang Ping-Ping Gu) la possibilità di vincere il suo secondo Tour of Beijing è praticamente realtà.

Francesco Sulas

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