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Tour of Beijing 2012: Si dirada lo smog, si rivede Viviani - Vittoria in volata su Fenn e Boasson Hagen

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L'esultanza di Elia Viviani a Pechino © Facebook Liquigas-Cannondale

La Cina, ed in particolare il Tour of Beijing, sembra portare proprio bene a Elia Viviani: l'anno scorso proprio qui vinse la sua prima corsa in carriera nel World Tour (era la quarta tappa), oggi invece davanti a Bird's Nest (lo stadio olimpico di Pechino) è arrivata la seconda nella massima categoria del ciclismo mondiale, la settima stagionale in assoluto.

Per quanto la vittoria di uno sprint in Cina, a fine stagione e senza avere come avversari gli specialisti migliori possa sembrare assai poco rilevante dal punto di vista tecnico, per il veronese della Liquigas questo successo si può invece definire come una mezza liberazione, importante per ritrovare fiducia ed guardare verso il 2013 con più ottimismo. Con la frattura del bacino ai Mondiali su pista di Melbourne è iniziato per Elia un periodo decisamente sfortunato in cui la vittoria sembrava essere un tabù insuperabile: la medaglia sfiorata a Londra (4°) e la bellezza di cinque secondi posti su strada; sempre presente, mai davanti a tutti. Per un velocista forte e talentuoso, abituato a vincere abbastanza regolarmente durante l'anno, restare a secco per quasi sette mesi può essere pesante, può far sorgere dubbi e togliere tranquillità. Per questo vincere oggi, subito prima delle vacanze, è importante.

Come detto, però, dal punto di vista tecnico questa prima tappa del Tour of Beijing non offriva praticamente alcuno spunto prima della volata: appena 117 i chilometro del percorso, quasi tutti in circuito, e per di più completamente pianeggianti. E per una volta i corridori possono anche essere felici di aver trovato una giornata con un vento abbastanza forte: le notizie che arrivavano ieri dalla Cina, infatti, parlavano di un inquinamento atmosferico abbondantemente oltre i livelli di guardia, per fortuna il vento ha spazzato tutto regalando al gruppo una giornata praticamente perfetta per correre in bici.

La fuga del giorno ha preso il largo dopo neanche dieci chilometri di corsa: il primo a forzare è stato l'americano Craig Lewis, portacolori della cinese Champion System, ed a lui si sono accodati subito il francese Matthieu Ladagnous, l'olandese Bertjan Lindeman e due italiani, Marco Bandiera e Adriano Malori, quest'ultimo eletto poi più combattivo di giornata. A causa del chilometraggio molto ridotto il gruppo, tirato a lungo dal canadese Christian Meier della Orica-GreenEDGE, non ha mai lasciato più di due minuti di vantaggio ai cinque battistrada e così la fuga s'è esaurita nel corso del penultimo giro, a poco più di 10 chilometri dall'arrivo.

Nell'ultima tornata la lotta per le posizioni d'avanguardia del gruppo è stata furiosa perché, complice il vento, nessuna squadra è riuscita a prendere la testa con decisione: a rotazione si sono viste davanti maglie della Omega Pharma, della Orica, dell'Astana, dell'AG2R, della Liquigas, della Sky, della Rabobank, della BMC e pure della Lampre e non era facile scegliere e tenere una ruota giusta. Un allungo involontario (s'è trovato in testa con qualche metro e ha quindi insistito) di Alex Dowsett durato dai meno 3 fino il triangolo rosso dell'ultimo chilometri è riuscito ad allungare un po' il plotone e a rendere così un po' meno caotico lo sprint.

La Orica-GreenEDGE ha provato a lanciare Aidis Kruopis ma il lituano s'è trovato al vento un po' troppo presto e nel giro di poche pedalate è stato rimontato e sorpassato. Andrew Fenn e Edvald Boasson Hagen hanno dato vita ad un bel testa a testa ma lungo le transenne sul lato sinistro della carreggiata è risalito come un fulmine Elia Viviani che ha sfruttato la scia del norvegese e ha sorpassato tutti quasi a doppia velocità: sul traguardo il margine del velocista della Liquigas è stato netto con Fenn e Boasson Hagen che si sono dovuti accontentare rispettivamente della seconda e della terza posizione. Dopo tanto lavoro di Rabobank e Orica, invece, Bos e Krupis si sono piazzati solamente sesto e ottavo mentre tra i primi dieci troviamo anche lo spezzino Alessandro Petacchi.

Con questa vittoria e grazie al gioco degli abbuoni, Elia Viviani è anche il primo leader di questa seconda edizione del Tour of Beijing ma in classifica si segnala anche un piccolo buco di 9" attorno alla 60a posizione: tra gli attardati troviamo Antón e Nieve nell'Euskatel, Le Mevel e Wegmann della Garmin ma anche Cobo, Zubeldia e Cataldo. Il lussemburghese Andy Schleck, alla seconda gara dopo l'infortunio al bacino che lo fermato per quattro mesi, s'è lasciato sfilare nel finale per non correre rischi e ha perso 21".

Sebastiano Cipriani

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