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Mondiale Cronometro WE 2012: Arndt, affidabilità tedesca - Judith su Stevens e Villumsen. Elinor Barker tra le Juniores | Cicloweb

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Mondiale Cronometro WE 2012: Arndt, affidabilità tedesca - Judith su Stevens e Villumsen. Elinor Barker tra le Juniores

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Judith Arndt conquista il suo secondo Mondiale a cronometro consecutivo © Bettiniphoto

No, non siamo rimasti con il fermo immagine di Copenhagen. Questa è Valkenburg, anno 2012, e la signora (non tanto per età quanto per riverenza nei confronti di cotanto corridore) sul gradino più alto del podio è sempre lei, Judith Arndt. La campionessa di Königs Wusterhausen, Brandeburgo, con i suoi bravi 36 anni quasi tutti trascorsi in sella ad una bicicletta, conquista anche quest'anno, dopo il successo del 2011, il titolo iridato a cronometro.

E se a Copenhagen il percorso per la maggior parte piatto era adattissimo ad una passista come la Arndt, quest'anno le colline del Limburgo, con il Cauberg a fare da dolcetto finale (prendiamo in prestito una citazione della nostra Rossella Ratto), mettevano altamente in dubbio un altro oro per la tedesca dell'Orica-AIS. Stevens e Pooley erano le favorite, con Arndt e Villumsen subito dietro. Pronostici fatti per essere smentiti, se è vero che già al primo intermedio, posto dopo 10.7 km ed una salita, la Arndt sbaragliava la concorrenza rifilando 6" alle sopra citate Stevens, Pooley e Villumsen, con la beniamina di casa Eleonora Van Dijk addirittura a 20". Insomma, era chiaro sin da subito - e dopo la salita iniziale ancor di più - il nome della mattatrice di giornata.

Judith Arndt, una che non vince moltissimo durante la stagione (ma quest'anno s'è pur sempre portata a casa, tra gli altri, un Giro delle Fiandre) eppure è sempre davanti e, fatto non trascurabile, corre da gennaio a fine settembre (quest'anno ha iniziato il 15 gennaio con la breve gara a tappe australiana Rendition Homes-Santos Women's Cup, corsa nazionale che Arndt ha peraltro vinto, tanto per gradire).

A fine stagione Arndt dovrebbe - e il condizionale, con tali successi e così stimolanti, è d'obbligo - porre fine ad una carriera delle più prestigiose nel ciclismo femminile. Sacrifici, vittorie, qualche rimpianto (con più maturità forse avrebbe meno foto con il dito medio alzato ed un oro olimpico in più, ma fa parte del gioco) e la vittoria di oggi che per chiunque potrebbe essere la chiusa ideale di una carriera ideale, l'uscita di scena più appropriata e meritata. «Confermarmi Campionessa del Mondo a cronometro è risultato più difficile che conquistare il primo oro l'anno scorso», afferma Judith una volta tagliato il traguardo. Non stentiamo a crederle: percorso non così favorevole ed avversarie in forma facevano presagire ad un cambio della guardia. Invece Judith, con il solito talento e la consueta classe, come una formichina ha accumulato vantaggio su tutte, zitta zitta, ed alla fine ha potuto urlare dalla gioia.

La cronaca. I 24.1 km che da Eijsden portano a Valkenburg sono tutt'altro che semplici, come abbiamo imparato in questi primi giorni di gare. Il Gronsvelderberg dopo 8.3 km ed il Cauberg al km 21.5 sono inframezzati da saliscendi (più sali che scendi, a dire il vero), per una cronometro adatta più a passiste scalatrici (Pooley e Stevens su tutte) che a specialiste come Arndt o Villumsen, per citare gli ultimi quattro nomi a partire nonché quelli con i tempi più bassi alla fine. La prima a partire alle 14.30 è la turca Semra Yetis, concluderà all'ultimo posto staccata di ben 8'10" da Judith Arndt. Giunte al traguardo le atlete di minor rilievo, il primo tempo interessante è della ceca Martina Sáblíková.

Classe '87, è costei una plurimedagliata nel pattinaggio su ghiaccio. Olimpiadi invernali, Mondiali, Europei, ori, argenti e bronzi risplendono nella bacheca di casa Sáblíková. Passa prima ad entrambi gli intertempi (il primo era posto dopo 10.7 km, il secondo dopo 16. 1 km) e stacca un 34'25" finale che le varrà la nona piazza. Non male per una pattinatrice. Parte Rossella Ratto, 19 anni il prossimo 20 ottobre e tanta voglia di imparare. Il motore c'è, l'esperienza è tutta da fare. Dopo 10.7 km paga già 33" alla Sáblíková ed alla fine sarà 28a a 3'29" da Judith Arndt. È il turno del bronzo europeo a crono, Elisa Longo Borghini; l'ornavassese su cui Dino Salvoldi punta per la gara in linea di sabato al primo intermedio paga soltanto 3" alla Sáblíková mentre al secondo rilevamento sono 16" che separano le due. All'arrivo la Longo Borghini chiude con un 34'46", 21" dietro alla Sáblíková e le migliori che devono ancora prendere il via.

Tra le top riders Ina-Yoko Teutenberg prende il via che sembra una palla di cannone: primo tempo ad entrambi gli intermedi e 34'00" sul traguardo, con la Sáblíková che deve cedere il primato per 25". Grande prestazione, quella della Teutenberg, che si conferma non solo velocista, come già sapevamo. Con il cronometro ha un ottimo feeling ma il Cauberg nel finale poteva costarle caro (del resto, era stata lei l'unica atleta della Specialized-Lululemon a staccarsi proprio lì, nella cronosquadre). Sale invece di potenza e chiude alla grande con quel tempo che le varrà la sesta piazza. Nel frattempo tra le ultime dieci, si presume le più forti, è lotta all'ultimo tempo. Partono Gillow, Worrack, Van Dijk, Stevens, Shaw, Van der Breggen, Neben, Pooley, Villumsen ed Arndt; una crono che poteva risultare anche banalotta diventa davvero entusiasmante.

La Van Dijk fa cantare il primo intermedio con il suo 15'15" ma 13" meglio di lei fa Evelyn Stevens, data in grandissima condizione (del resto gli ultimi risultati lo confermano ampiamente). Emma Pooley, gasata dall'inizio in salita che lei ama, passa per prima all'intertempo con un 15'01", tempo migliore rispetto a quello della Stevens per questione di decimi. Anche Linda Villumsen fa segnare, come Evelyn Stevens, un 15'02", e ci troviamo perciò con tre atlete - Pooley, Stevens e Villumsen - praticamente a pari tempo. Ci pensa l'ultima partita, Judith Arndt, a mettere d'accordo le tre litiganti. Il suo 14'55" è il miglior tempo (e la Arndt l'unica atleta a scendere sotto i 15' dopo il primo rilevamento).

Nel falsopiano che porta al secondo intertempo vengono fuori i veri valori in campo. Eleonora Van Dijk fa segnare un nuovo miglior intertempo, con il suo 22'34", ma subito la Stevens fa meglio di lei di 17". La Villumsen è costante e paga alla Stevens solo 5" mentre Emma Pooley, dopo l'inizio frizzantino, si spegne a poco a poco, pagando alla Stevens 12". Anche qui è Judith Arndt a mettere tutte d'accordo, con un 22'06" che la proietta ancora in testa alla classifica. Manca solo il finale, e con "finale" in questi Mondiali intendiamo Cauberg più 1600 metri di falsopiano che fanno tanto male alle gambe già di per sé indolenzite. La Van Dijk stacca un 33'20" che la proietta momentaneamente in prima posizione ma Evelyn Stevens fa meglio dell'olandese di 20" esatti, portandosi in testa. La giovane Anna Van der Breggen, olandese della Sengers classe '90, segna un 34'34" che le varrà un'11a piazza finale tutt'altro che da buttar via per un'esordiente al Mondiale. Questa ragazzina, già Campionessa Europea contro il tempo nel 2012, in futuro (e senza andare troppo in là) ci mostrerà cose egregie, ne siamo certi.

La statunitense Amber Neben, sicuramente più esperta della Van der Breggen, momentaneamente è solo 4a con un 34'09" che non dice granché. Arrivano le big: Pooley pare la più stanca e patisce un po' troppo il Cauberg, che pure dovrebbe esaltarla. Al traguardo è seconda con 15" di ritardo dalla Stevens ma devono ancora arrivare Villumsen ed Arndt, che non vanno certo piano. Per la bionda inglese che nel 2013 medita di prendersi un anno sabbatico per concentrarsi sugli studi la medaglia è perciò tutt'altro che assicurata e dopo la delusione di Londra il cronometro parrebbe volerle dar torto anche qui a Valkenburg, casa dell'avversaria-amica Marianne Vos, oggi assente per concentrarsi sulla corsa in linea di sabato.

Quello che la Pooley presagisce, avvolta in una tuta Great Britain, metà sofferente per la fatica e metà distrutta per aver capito di rischiare l'uscita dal podio, si avvera. Linda Villumsen, che lungo il percorso imbocca una ciclabile parallela alla strada (neozelandese nel passaporto ma danese nell'anima, Linda...) ed affronta due curve in maniera non proprio ortodossa (fatto strano per lei), arriva a Valkenburg ed è seconda, con appena 7" da una trepidante Evelyn Stevens. Trepidante perché all'arrivo manca solo Judith Arndt, data in gran vantaggio. In effetti la tedesca infrange ogni sogno di gloria della newyorkese, con un 32'26" che stacca la Stevens di ben 33", la Villumsen di 40" (per lei tre bronzi ed un argento nei Mondiali a crono, i piazzamenti iniziano ad abbondare), la Pooley di 49" e l'olandese Van Dijk di 54". Le altre volano ad oltre un minuto, con l'ottima Ina-Yoko Teutenberg a 1'34", Amber Neben a 1'43", l'impalpabile Trixi Worrack a 1'45", la sorprendente Martina Sáblíková a 1'59" ed una bravissima Shara Gillow che chiude la top ten a 2' esatti dalla Arndt.

Delle nostre s'è già detto ma ritorniamo volentieri in argomento: Elisa Longo Borghini chiude 15a a 2'20" Rossella Ratto 28a a 3'29". Distacchi pesanti ma contando l'età media delle nostre (19.5 anni), il nuovo corso che il ct Dino Salvoldi finalmente ha voluto (dovuto?) far partire, l'attitudine non proprio spiccata delle nostre nelle prove contro il tempo (nonostante siamo di fronte ad una Campionessa Europea tra le Juniores e ad un bronzo Europeo tra le Under 23, rispettivamente Ratto e Longo Borghini), possiamo dire che questo risultato è un buon inizio. Tuttavia una bella ripresa dopo il quart'ultimo e terz'ultimo posto di Guderzo e Cantele nella crono olimpica, ad esempio. Insomma, Salvoldi ha lanciato le ragazze del futuro e del presente, pazienza se alla fine ci sono atlete con il triplo della loro esperienza che rifilano loro un paio di minuti.

A proposito di futuri talenti, nella mattinata odierna si è svolta la prova contro il tempo delle Juniores, 15.6 km da Eijsden a Valkenburg con la salita di Bukel da affrontare dopo 4.1 km. Oro alla britannica Elinor Barker, che nel 2011 fu argento nella crono di Copenhagen alle spalle di Jessica Allen. La Barker è cresciuta in pista, eccome se è cresciuta! Campionessa Europea nell'Inseguimento individuale ed a squadre, ai recenti Mondiali su pista Juniores tenutisi a Invercargill (Nuova Zelanda) aveva portato a casa altri due argenti: uno nell'inseguimento alle spalle dell'australiana Kelsey Robson, l'altro nell'Omnium, battuta dalla sola Taylah Jennings, aussie che si è aggiudicata, come nel 2011, ogni singola prova dell'Omnium.

Il percorso collinare poteva adattarsi ben poco alla Barker che pure ha inflitto 36" alla danese Cecilie Uttrup Ludwig e 1'03" all'olandese Demi De Jong, sorella di Thalita, classe '93 già assoldata dalla Rabobank di Marianne Vos. Meno bene le altre due olandesi, senz'altro più attese della De Jong: Nicky Zijlaard e la Campionessa Europea a cronometro Corine Van der Zijden (rispettivamente 9a e 12a). Le nostre non avvicinano il podio nemmeno in questa gara ma Stella Riverditi conquista un 13° posto a 1'23" dalla Barker che non è poi così malvagio. Meno bene la vincitrice del Memorial Fardelli, Simona Bortolotti, 26a a 1'44".

In sostanza due prove, tra Élite e Juniores, che non ci davano alcuna speranza di medaglia (salvo miracoli), medaglie che puntualmente non sono arrivate. Troppo forte la concorrenza, troppo superiore questa Judith Arndt che si prende l'oro, dopo una stagione praticamente senza riposo, ed a fine anno andrà in pensione. Forse.

Francesco Sulas

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