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Mondiale Cronometro U23 2012: Non è tempo per gli azzurrini - Lontani i nostri. Vorobev e Svendsen d'oro

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Il russo Anton Vorobev esibisce l'oro iridato conquistato nella cronometro Under 23 © Bettiniphoto

Forse non possiamo parlare di sorpresa in senso assoluto ma di sicuro la prova odierna di Anton Vorobev è di quelle che non lasciano indifferenti. Che il forte passista russo dell'Itera-Katusha, ventidue anni da compiere il mese prossimo, fosse un tipo avvezzo alle prove contro il tempo era cosa nota: i podi sfiorati proprio nella prova iridata di Copenaghen un anno fa e ai campionati europei disputati proprio in Olanda il mese scorso (in entrambe le occasioni si è classificato al quarto posto), le buone prove nelle cronometro del GiroBio, il successo ottenuto al Memorial Fardelli lo scorso anno costituivano credenziali più che valide. Ma che il russo riuscisse a trovare la giornata migliore della carriera, affibbiando distacchi molto pesanti a tutti (australiani, grandi favoriti essendo anche detentori del titolo, in primis) era cosa molto meno pronosticabile.

Invece è andata proprio così e lungo i 36 chilometri compresi tra Landgraaf e Valkenburg, ondulati e resi ancor più aspri dai due strappi inseriti a partire dai meno 5 dalla conclusione (prima il Sibbergrubbe, quindi l'arcinoto Cauberg) Vorobev ha spinto come un ossesso fin dall'inizio, dopo essere stato il terz'ultimo a prendere il via (dopo di lui solo Rohan Dennis e Rasmus Quaade, altri due favoritissimi per la prova di oggi) ed il 15'41" fatto registrare dopo 13 chilometri aveva già messo le cose in chiaro. Conclusa la prima parte ondulata con un 31'30" stampato al 26esimo chilometro, non rimanevano che da percorrere gli ultimi dieci chilometri, dove il russo non ha perso nulla ed anzi, è riuscito ad incrementare il proprio vantaggio, chiudendo in 44'09" alla notevole media di 48.923 km/h. 

La prima fase della cronometro aveva visto sugli scudi ancora una volta la Danimarca, nuovamente in ottima evidenza in una gara contro il tempo di quelle pesanti, anche se poi, come vedremo, i riscontri non sono stati quelli sperati: il primo tempo di cui prendere nota è stato quello di Rasmus Sterebo, che con il suo 45'34" è stato a lungo al comando prima di venir sopravanzato dal connazionale Lasse Norman Hansen, autore di un'altra ottima prestazione nonchè di una condizione di forma ancora molto soddisfacente (ricordiamo che il giovane classe 1992 è il campione olimpico in carica dell'Omnium). Per lui il responso cronometrico è stato 45'02", avvicinato dal sempre più convincente Marlen Zmorka, ucraino griffato Palazzago, che in quel frangente di gara è andato ad occupare la seconda posizione parziale. La prestazione di Hansen ha resistito fino a quando sul traguardo non sono piombati gli australiani, con Damien Howson capace di fermare il cronometro sui 45 minuti netti (appena due secondi di vantaggio sul danese) e Rohan Dennis, probabilmente il più accreditato a raccogliere l'eredità di Luke Durbridge che ha saputo fare ancor meglio (44'53" il suo responso). Esattamente nel mezzo tra i due responsi dei due australiani è però piombato sul traguardo Vorobev ed il già citato 44'09" ha dato un'eloquente dimensione della prova esibita dal russo: ben 44" i secondi di vantaggio nei confronti di Dennis, 51" nei confronti di Howson, ironia della sorte proprio i due aussie che erano stati capaci di precederlo al tradizionale Memorial Fardelli, disputato lo scorso 2 settembre e che, seppur mantenendo una formula ad invito, si conferma test assolutamente probante in chiave iridata (lo stesso Zmorka, quarto in quel di Rogno, ha sfiorato la top five quest'oggi). Come detto appena due secondi hanno separato Hansen dal tempo di Howson e questo per il danese ha significato la medaglia di legno, con un distacco di 53". A quel punto è rimasto un solo grande favorito a completare la serie di arrivi, vale a dire il campione europeo di specialità Rasmus Quaade che sognava la prestigiosa accoppiata in terra d'Olanda. Il danese però questa volta non è riuscito a ripetere neppure la bella prova offerta un anno fa, chiudendo in 45'11" che gli sono valsi la quinta piazza a 1'02" da Vorobev, che riporta in Russia il titolo dopo sette anni (l'ultimo iridato a crono tra gli Under fu Ignatiev nel 2005) e si prepara al meglio al definitivo salto tra i professionisti, che avverrà nel 2013 nelle file della Katusha.

Zmorka (6° a 1'09"), Sterebo (7° a 1'25"), Sütterlin (8° a 1'28"), Chernetskiy (9° a 1'37") ed un Tom Dumoulin da cui ci si attendeva molto di più (decima piazza per lui a 1'40") completano la top-10 di questa edizione.  Restano appena fuori il francese Le Bon (11esimo a 1'50") ma soprattutto il lussemburghese Bob Jungels, per il quale le ambizioni erano almeno quelle di finire tra i primi cinque ed invece è stato costretto ad accontentarsi di un'opaca dodicesima piazza distanziato di 1'52". Deludente anche lo statunitense Brown (20esimo a 2'41") mentre da Lutsenko, diciottesimo quest'oggi, ci si attende molto soprattutto nella prova in linea. Gli italiani? Molto, troppo indietro nella prova odierna e sicuramente vederli così distanziati fa abbastanza male, considerato che meno di un lustro fa ci trovavamo a festeggiare un Adriano Malori in cima al mondo. Obiettivamente una posizione tra i primi dieci della classifica era impresa veramente ardua da raggiungere mentre la top-20 appariva ben più praticabile. Invece sia Davide Martinelli (38esimo a 3'50") che Mattia Cattaneo (addirittura 49esimo con un distacco di 4'51") non sono riusciti a trovare quel colpo di pedale che avrebbe consentito di raggiungere il target prefissato. Per il bergamasco, professionista nelle file della Lampre nella prossima stagione, l'occasione di riscatto potrebbe venire sabato prossimo nella prova in linea.

La prova riservata agli Uomini juniores, disputata invece in mattinata sulla distanza di 26.6 chilometri (finale identico a quello che poi ha visto di scena gli Under 23) ha invece confermato quanto continui ad essere florido il movimento norvegese, grazie all'affermazione di Oskar Svendsen, vincitore col tempo di 35'34" e che riporta il Paese scandinavo al successo in una prova a cronometro iridata dopo 14 anni (nel 1998, tra gli Under 23, ad imporsi fu un certo Thor Hushovd che poi seppe vestire la stessa maglia anche da professionista, per cui se son rose fioriranno...). A Svendsen sono stati sufficienti 7" per mettersi alle spalle un Matej Mohoric in condizione strepitosa e che, una volta di più, si candida ad essere il grande favorito per la prova in linea (in poche settimane per lui due successi in corse a tappe prestigiose quali il Giro della Lunigiana ed il Giro della Basilicata). Podio completato dal tedesco Maximilian Schachmann, bronzo a 11" mentre restano all'asciutto sia l'Australia (quarto posto a 12" per Alexander Morgan), sia soprattutto la Danimarca che tra Matthias Krigbaum, campione europeo in carica (quinto a 13"), e Mads Wurtz-Schmidt, campione del mondo uscente (per lui solo ottava piazza a 21") riponeva ben più di una speranza in questa prova. Anche qui prova da dimenticare per i due azzurri in gara, con Giacomo Peroni e Mattia Frapporti rispettivamente 28esimo e 29esimo, distanziati di 1'30" e 1'32".

Domani di scena le donne con le Juniores ad aprire in mattinata e le Élite in gara nel pomeriggio. Per il pubblico ci sarà l'occasione di ammirare in tv almeno le prove delle nostre Rossella Ratto ed Elisa Longo Borghini, in quanto questa seconda giornata di gare è stata completamente oscurata dal mancato accordo per i diritti tv tra la televisione olandese e l'UCI, con il conseguente spazio per la diretta riservato solo ad alcune gare. Se non altro domani qualche cosa si vedrà.

Vivian Ghianni

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