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GP de Wallonie 2012: Sparata Simon, vittoria agrodolce - Julien su Van Avermaet ma per il francese niente Mondiali

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Julien Simon vince il GP de Wallonie davanti a Greg Van Avermaet © ouest-france.frChe Julien Simon fosse un uomo adatto agli arrivi in leggera salita l'avevamo capito già sul finire di marzo, in quel di Manresa, quinta tappa della Volta a Catalunya. Una delle cinque vittorie di questa stagione per il classe '85 di Rennes era giunta lì, eppure queste affermazioni, unite ad altri ottimi piazzamenti, non erano bastate pochi giorni fa a garantirgli la convocazione in Nazionale.

Ebbene sì, con un Mondiale che presenterà un arrivo posto un chilometro e mezzo dopo il Cauberg, quindi apparentemente adatto alle caratteristiche di Julien Simon, il ct Laurent Jalabert aveva preferito altri uomini al portacolori della Saur-Sojasun. E allora il bravo Simon ha voluto far capire a Jalabert che, in poche parole, ha sbagliato a non sceglierlo per Valkenburg, perché uno come lui, su strappi tutt'altro che impossibili ed un finale all'insù, ma non troppo, avrebbe potuto eccome dire la sua.

Uscendo dall'ipotetico ed entrando nella realtà dei fatti, c'è da dire che lo spunto di Simon su arrivi in leggera salita - e dopo aver affrontato sei côtes più o meno impegnative, con tanto di vento laterale e ventagli aperti dagli uomini di Boonen - è stato davvero notevole. Il ragazzo di Rennes è partito ai 200 metri con Van Avermaet a ruota, mica un signor nessuno, eppure non ha permesso al belga di rientrare né di essere mai pericoloso.

La partenza da Chaudfontaine alle 11.55 con sei côtes davanti, tanta pianura, vento laterale e l'arrivo in leggera salita alla cittadella di Namur. La prima fuga degna di questo nome è in atto quando all'arrivo mancano una novantina abbondante di chilometri. Sono 25 i corridori in avanscoperta e tra questi, come accaduto alla Parigi-Bruxelles ed a Fourmies, c'è anche Óscar Freire.

Il tricampeon è chiaramente in cerca della forma migliore in vista del Mondiale di Valkenburg ed evidentemente, nonostante i 36 anni suonati, ha lavorato bene per giungere all'appuntamento iridato tirato a puntino e competitivo per un'ultima iride. Tra coloro che corrono il Wallonie per arrivare al top al Mondiale c'è anche Tom Boonen.

Il Campione belga impressiona per la condizione atletica che non manca di palesare su di una côte, quando si mette in testa al gruppo e lo spezza con un ritmo infernale, andando a recuperare in un batter d'occhio i fuggitivi. Azione dimostrativa? Macché! Il ragazzo di Mol prosegue nella pedalata potente ed approfitta del vento laterale per aprire dei ventagli che spaccano in più parti ancora un gruppo già di per sé frammentato. Va bene che il Belgio avrà Gilbert e Van Avermaet ma va riconosciuta a Boonen una forma superba.

Così quando mancano 43 km all'arrivo Boonen ed ilprimo gruppo riprendono Freire, Bakelants e Vachon, che nel frattempo avevano provato ad avvantaggiarsi sui 25 in fuga. Gruppo compatto dunque, seppure spezzato in più parti dai ventagli che per la verità durano poco e fanno ancora meno danni. Crea maggiori problemi la Côte de Lustin, posta a 21 km dall'arrivo.

È su quelle rampe che se ne vanno in otto: ancora Freire insieme ad Arashiro, Hoogerland, Juul Jensen, Guillou, Fonseca, Hoorne e Van Goolen. Vanno di comune accordo per pochi chilometri, fino alla côte finale, il Tienne aux Pierres. Lì Arashiro tenta un attacco che si rivelerà kamikaze mentre da dietro Boonen prova con successo ed in prima persona a rientrare sui battistrada. Alla ruota del Campione del Belgio troviamo un ottimo Luca Paolini, quindi gli elementi restanti del gruppo.

La scampagnata solitaria di Arashiro ha termine nella discesa alla cui conclusione si trova l'attacco della salita alla cittadella di Namur. Salita risibile e breve seppur costante, unita ad un fondo in porfido che rende più aspro questo finale, farà una discreta selezione. Si mette in testa a tirare Marco Marcato, che lavora per Björn Leukemans. Il veneto, fresco di convocazione in Nazionale, tira il collo al gruppo fino proprio a staccarlo. Boonen, che chiuderà 22° a 17", e Freire (60° a 2'32"), per tutta la giornata attori di una gran corsa, si rialzano e lasciano spazio ad un gruppetto.

In testa, come detto, Marcato insieme a Leukemans, Van Avermaet, Paolini, Bouhanni e Simon. Proprio Van Avermaet, Simon e Bouhanni potrebbero essere i più pericolosi su arrivi come questo. Quando Marcato termina il suo lavoro (davvero incoraggiante la sua prova per il ct Bettini) c'è una fase di stallo. Dura niente perché subito Julien Simon parte in quarta e allunga sugli altri. Van Avermaet prova a riprendere la scia del Saur-Sojasun mentre Leukemans e Paolini sono più attardati. Bouhanni invece non regge il ritmo di Simon, Marcato è comprensibilmente provato dopo il lavoro svolto sulla salita della cittadella (eppure chiuderà con un'egregia 10a posizione).

Van Avermaet, come ammetterà successivamente, perde la ruota di Simon proprio all'ultima curva, quando il ricongiungimento fra i due sembrava ormai cosa fatta. Così il transalpino può esultare per una vittoria in una semiclassica comunque storica e di prestigio. Alle sue spalle appunto Van Avermaet e Leukemans, mentre Luca Paolini occupa la 4a piazza precedendo Jan Bakelants, Bert De Waele, Jasper Stuyven, l'attaccante Johnny Hoogerland, Nacer Bouhanni e Marco Marcato.

Segnali mondiali? Eccome! Freire e Boonen stanno benone ed anche Van Avermaet non si può certo lamentare. Marco Marcato e Luca Paolini stanno dimostrando con i fatti che la convocazione in Nazionale è stata ampiamente meritata. E Julien Simon?

I Mondiali li guarderà dal divano di casa sua, perché Jalabert ha puntato tutto su Voeckler, e quando punti tutto il tuo capitale su un numero solo puoi vincere pesante come andare sotto, dipende da tanti fattori (forma del giorno, fortuna e via dicendo). È perciò una vittoria agrodolce, quella di Simon, che con un numero come quello esibito oggi avrebbe potuto, in quel di Valkenburg, riportare in alto la Francia. O perlomeno tentare di farlo.

Francesco Sulas

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