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Vuelta a España 2012: Cataldo, fuga e cicloalpinismo - Dario su De Gendt a Cuitu Negru. Altri 6" per Joaquim Rodríguez | Cicloweb

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Vuelta a España 2012: Cataldo, fuga e cicloalpinismo - Dario su De Gendt a Cuitu Negru. Altri 6" per Joaquim Rodríguez

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L'esultanza di Dario Cataldo, vincitore a Cuitu Negru © BettiniphotoNon era facile, ma in questa Vuelta più che in ogni altra corsa di semplice e scontato pare esserci ben poco. Partiamo dall'inizio e capiamo che per Dario Cataldo vincere lassù al Cuitu Negru, dopo aver superato rampe che paiono piste da sci, è un po' più che un'impresa. Vincere la tappa regina di un GT è il sogno di ogni corridore, farlo dopo una lunga fuga (quasi 140 km al vento) ne è il coronamento. Se già il terreno per l'abruzzese di Miglianico non era certo dei più favorevoli, con Puerto de San Lorenzo, Alto de la Cobertoria e Cuitu Negru da scalare, il compagno di fuga era uno dei più ostici in circolazione.

Thomas De Gendt, 26enne fiammingo di Sint-Niklaas, è uno che di tappe regine nei GT se ne intende. Al Giro, nella tappa dello Stelvio, scattò in cima al Mortirolo, portando con sé un gruppetto ed unendosi a chi davanti c'era già. Sulle prime rampe del Passo dello Stelvio mise in discussione la maglia rosa, anche allora sulle spalle di Joaquim Rodríguez, rischiando di aggiudicarsi la corsa rosa. Una fuga che gli varrà comunque il terzo gradino del podio e la vittoria sul prestigioso arrivo dello Stelvio, non certo roba da tutti.

Oggi De Gendt non mette in discussione né la roja né va a vincere la tappa, però ci prova. Se ne va dopo 50 km di corsa, lo segue soltanto Dario Cataldo. Pochi ma buoni, si dice, ed allora la coppia guadagna sino a 15' sul gruppo maglia roja, andando su e giù per le Asturie con apparente semplicità. Così, se dall'Alto de la Cobertoria il gruppo fa sul serio, davanti De Gendt e Cataldo non si lasciano intimidire né scoraggiare ed approcciano la salita finale che porta prima al Puerto de Pajares in 13 km, poi al traguardo di Cuitu Negru con 6 km che presentano pendenze tra il 17% ed il 24%.

Cataldo e De Gendt non si scattano in faccia, nemmeno verso il Puerto de Pajares, quando potrebbe essere logico tentare di staccarsi l'un l'altro. Conoscendo il finale e le sue pendenze da capogiro i due sanno che tutto verrà deciso là. Cataldo pare meno in palla dello scafato De Gendt ma sulle pendenze più arcigne, seduto sui pedali ed alla velocità di 6 km/h, è l'abruzzese ad andarsene. De Gendt lo vede pochi metri avanti ma quei tornanti al 24% sono veramente spaccagambe sia per chi, come Cataldo, è in testa, sia per chi insegue, come De Gendt. Gli ultimi 200 metri sono micidiali (non che i precedenti fossero stati una passeggiata) ed il belga ad un certo punto pare poter raggiungere Cataldo, che ora procede a scatti.

Su pendenze simili e con 140 km di fuga nelle gambe come potrebbe essere altrimenti? L'abruzzese però resiste al rientro di De Gendt e conserva quei 7" che gli permettono di tagliare per primo la linea del traguardo, aggiudicandosi la tappa regina della Vuelta. Una vittoria importante per Cataldo, che dopo un Giro corso da capitano e concluso al 12° posto aveva colto il titolo tricolore nella cronometro di Levico Terme. In Spagna ancora non s'era fatto vedere granché ma con il numero di oggi - perché di questo si tratta - l'abruzzese si candida prepotentemente e con merito per un posto ai Mondiali di Valkenburg. Vittoria gratificante ed utile, insomma, questa di Dario Cataldo, oltre che alquanto difficile da ottenere, eppure è arrivata.

Mentre in testa alla corsa ci si sfidava a suon di sguardi e di piccole accelerate seduti in sella, cercando di evitare il fuorigiri negli ultimi 6 km, dietro ci si scannava non meno che nelle tappe precedenti, ottenendo il risultato identico a quello delle giornate appena trascorse: chi esce vincitore anche stasera è Joaquim Rodríguez, che va al secondo ed ultimo giorno di riposo della Vuelta mantenendo la maglia roja; e se questa tendenza continuerà fino a domenica, non sarà difficile per Purito aggiudicarsi il terzo ed ultimo GT della stagione, dopo aver perso il Giro all'ultima tappa. Già sulla penultima salita di giornata, l'Alto de la Cobertoria, Alberto Contador aveva messo i suoi alfieri davanti a dettare un'andatura piuttosto elevata.

Vedendo che ancora pochi ne facevano le spese, Alberto si era sfilato volutamente, portandosi indietro e guardando in faccia i vari Valverde, Froome, e JRO. Si mette a ruota della maglia roja, come nel più classico dei duelli. La discesa ed il falsopiano che portano all'attacco del Puerto de Pajares rimandano la sfida ma è proprio sulle prime rampe che la Saxo Bank si riporta davanti. Il ritmo è alto, decisamente, e ne fa presto le spese Chris Froome. Chiuderà a 5'11" da Cataldo, uscendo definitivamente dal podio (ma c'erano dubbi sul fatto che non potesse restare tra i primi tre, dopo Tour e Olimpiadi corsi a tutta?) ed ora a 4'52" da Joaquim Rodríguez.

L'accelerazione dei Saxo porta l'angelo custode di Contador, Jesús Hernández, ad avanzare con il suo capitano. Non cede di un millimetro JRO, Valverde ed il nemmeno troppo soprendente Nairo Quintana. Quelli dietro corrono un'altra tappa e ne prendono atto in pochi metri. Davanti, quando anche Jesús Hernández esaurisce il proprio compito, per Contador resta solo da scattare e provare a staccare Purito. Più facile a dirsi che a farsi ed Alberto lo capisce ben presto. Vede che alle sue accelerazioni irresistibili Purito quasi non batte ciglio mentre chi si stacca, per poi rientrare in un elastico della sofferenza, è Alejandro Valverde, ben supportato dal compagno di squadra Nairo Quintana.

Capito che JRO non si schioda dalla sua ruota, Contador cambia tattica e decide di andar su regolare per poi giocarsi tutto sulle pendenze al 20% di Cuitu Negru. Valverde, rientrato, tenta l'allungo ma viene subito ripreso. Quando iniziano le rampe di Cuitu Negru è invece l'altro Movistar, Quintana, a scattare in faccia ad un Contador già con la gamba calda. Il 23enne colombiano guadagna terreno in modo impressionante ma la sua azione è destinata a spegnersi.

In breve Quintana viene ripreso dagli altri tre e paga l'estremo sforzo. Contador scatta nel tratto più duro ma JRO, al limite delle forze, non ne vuole sapere di staccarsi, al contrario di Valverde. Anche Alberto è al limite e così giunge il momento in cui la sua pedalata agile e frenetica lascia il posto ad alcuni minuti in cui far riposare (per quanto possibile) le gambe. Valverde rientra per l'ennesima volta, JRO non protesta, visto che a lui questa situazione va benissimo. Addirittura sull'ultima rampa, quando Contador prova un ultimo affondo, è la maglia roja a portarsi in testa ed a controscattare.

Il messaggio è chiaro per Contador: ne ho ancora, anche oggi non mi staccherai. Così accade, anzi, succede che sia proprio Joaquim Rodríguez a rifilare 2" a Contador negli ultimi metri, andandosi a prendere anche 4" d'abbuono come terzo classificato. Quarto Contador, poi Valverde e Quintana. Igor Antón chiude a 4'07" da Cataldo mentre Talansky, Ten Dam e Gesink completano la top ten. Naufraga Froome, 14° di tappa a 5'11" da Cataldo.

La classifica dà ancora più conforto a Joaquim Rodríguez, che alla vigilia del giorno di riposo vanta 28" su Contador, 2'04" su Valverde e 4'52" su Froome. Dani Moreno, quinto, è a quasi sette minuti (6'58") seguito da Gesink, Talansky, Ten Dam, Antón e Roche. Primo degli italiani Rinaldo Nocentini, 19° a 20'15" da JRO. Domani, come detto riposo e mercoledì altro arrivo in salita a Fuente Dé, anche se è probabile che la Vuelta si decida sabato, alla Bola del Mundo. Intanto godiamoci questa vittoria di Dario Cataldo, un abruzzese che sale con la bicicletta in cima ad una pista da sci e addirittura vince.

Francesco Sulas

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