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Vuelta a España 2012: Tregenkolb! Viviani si deve arrendere - Elia secondo soltanto al tedesco della Argos

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John Degenkolb si impone al Motorland Aragón su un Elia Viviani molto agguerrito © BettiniphotoQuattro, cinque, infiniti pugni sul manubrio dopo il traguardo. Non stiamo parlando di Roberto Cammarelle ma di Elia Viviani, che sull'arrivo dinanzi ai paddock del Motorland Aragón, circuito auotmobilistico nei pressi di Alcañiz, si vede battuto da John Degenkolb. E se nelle prime due volate di questa Vuelta a España, a Viana ed a Logroño, Viviani era parso un po' moscio (a detta dello stesso veronese, poco contento dei suoi sprint), quest'oggi il portacolori della Liquigas-Cannondale non ha davvero nulla da rimproverarsi.

Ai 150 metri era a ruota di Degenkolb, ai 100 il tedesco della Argos-Shimano lancia la volata e Viviani gli esce di scia. Elia prova la rimonta, la pedalata è pure ottima, tant'è che gli avversari sono ormai alle spalle. Resta da superare Degenkolb ed al giorno d'oggi non è cosa da poco. La rimonta, un piccolo sogno cullato da Viviani, si arresta ai 50 metri, quando il tedesco va a prendersi la terza vittoria alla Vuelta e Viviani, secondo e consapevole che più avanti di così non si poteva andare, se la prende con il manubrio.

Una grande volata, quella del veronese, contrapposta ad un capolavoro di Degenkolb; arrivare secondo dietro al tedescone è oggi come una vittoria, ma soltanto moralmente, perciò non andrà in alcun palmarès. Un peccato, perché una vittoria serviva appunto al morale di Elia Viviani, d'altro canto il veronese ha capito che le due volate affrontate senza il giusto piglio sono ormai acqua passata e che oggi il fiato sul collo a Degenkolb l'ha fatto sentire, eccome. A conferma di una Vuelta non scontata nemmeno nelle giornate da velocisti, né con l'arrivo in un autodromo e la tripletta di Degenkolb c'è appunto questo Viviani che ha provato a scardinare le certezze del tedesco.

Prima della volata, in realtà, non c'era molto da registrare. Nei 164 km in programma da 164 km con partenza da 164 km da Huesca non c'è nemmeno il tempo di dare il via che al terzo chilometro di gara se ne vanno in quattro: Javier Aramendia, Pablo Lechuga, Frantisek Rabon e Bertjan Lindeman. In 3 km guadagnano quasi due minuti ed in breve il loro vantaggio sul gruppo supera abbondantemente i 5'.

Nella prima ora la media di corsa è di 43.200 km/h, con i quattro battistrada ben determinati mentre dietro la Argos di Degenkolb si fa carico del lavoro di ricucitura. Ecco così che il gruppo maglia roja torna sotto, ma senza fretta, ché di strada fino al traguardo dell'autodromo di Alcañiz ce n'è ancora molta. Davanti i quattro perdono terreno ed iniziano a scattarsi in faccia l'uno con l'altro, il che certo non favorisce la buona riuscita della fuga (che comunque, con questa Argos a tirare, non sarebbe comunque andata in porto). In particolare è Lechuga a provare ad animare la situazione tra i battistrada con una serie di scatti ripetuti che fanno male agli altri tre, i quali pure non si staccano.

Dietro, quando mancano 55 km all'arrivo, una caduta coinvolge Martijn Maaskant e Tony Martin,due ragazzi non certo baciati dalla fortuna e che se c'è un intoppo ci si trovano in mezzo. Si riparte senza apparenti conseguenze, eccezion fatta per qualche livido e sbucciatura. I quattro, ormai esausti, sono ripresi a circa 20 km dall'arrivo.

Nemmeno il tempo di rimescolare le carte che a 9 km dal traguardo un'altra caduta spezza in due il plotone. Gerdemann ed Irizar si rialzano prontamente, tra i coinvolti anche Rigoberto Urán, che rimane intruppato ed alla fine perderà 1'09". Non è il solo a lascaire secondi - se non minuti - in seguito a quella caduta: Talansky chiude a 33", Anacona ed Intxausti a 51", Damiano Cunego addirittura a 3'38", Gadret a 5'44".

Si entra nel circuito e negli ultimi 3 km, nonostante Urán rimasto attardato, è proprio la Sky a fare il ritmo. Ian Stannard si conferma una vera moto (d'altronde su un autodromo, cosa ci si poteva aspettare?) e trascina i suoi, con Frrome nelle prime posizioni, alla bellezza di 63 km/h. La velocità è talmente elevata che si crea un buco tra il gruppo degli Sky ed il resto del plotone, che però si riporta su Froome e compagni. Così come Froome in questa prima settimana sta agendo in modo da avvantaggiarsi, almeno mentalmente, sui diretti avversari per la roja, così Degenkolb fa per le volate.

Si fa portare nelle posizioni migliori dal fido De Kort, quindi sprigiona tutta la sua potenza - che è tanta davvero - negli ultimi 200 metri. E se nelle prime due frazioni per velocisti la pratica era risultata relativamente agevole, quest'oggi ci si è messo Viviani a rendere la vita difficile al tedesco. Non è riuscito a batterlo, anzi, è un po' rimbalzato negli ultimi 50 metri, ma ha fatto una figura ottima. Non resta che provare per le prossime volate.

Alle spalle dei duellanti Degenkolb e Viviani troviamo Allan Davis che batte di un nulla Bouhanni, quindi un Bennati sempre più pimpante, Meersman, Van Wimden, Rojas, Mondory e Swift. Danilo Viganò chiude 11° mentre sintomatica è la presenza nel gruppo dei velocisti di Alberto Contador, 15°. Dopo il passaggio a vuoto di ieri ed i 19" perduti per strada il campione di Pinto vuole rifarsi e non è disposto a lasciare neppure un secondo per strada.

La classifica generale è immutata, con Joaquim Rodríguez in maglia roja, Chris Froome a 10", Alberto Contador a 36". Gesink e Valverde si ritrovano a 54" ma chi perde terreno oggi è senza dubbio Urán, ieri quarto a 42", oggi 12° a 1'49".

Domani si ricomincia a salire, con il finale della Lleida-Andorra che presenta dapprima la salita di 2a categoria dell'Alto de la Comella, quindi l'arrivo di Collada de la Gallina, ad Andorra. Per chi ha perso tempo nei giorni scorsi e per chi vuole guadagnare ancor più tempo sui diretti avversari non mancherà certo il terreno d'attacco. Sicuramente, come ogni tappa di questa Vuelta, non sarà scontata; e questo è un trend che presumibilmente ci accompagnerà sino a Madrid.

Francesco Sulas

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