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Vattenfall Cyclassics 2012: Il galletto amburghese - Démare piega Greipel ed un grandissimo Nizzolo

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Il talento francese Arnaud Démare vince la Vattenfall Cyclassics © radiohamburg.deCompirà 21 anni domenica prossima Arnaud Démare, classe '91 che nella scorsa stagione ci aveva deliziati con molti bei successi ed il titolo Mondiale tra gli Under 23 a dare il la ad una carriera che prometteva di essere ben più che florida. Ebbene, sino ad ora le promesse del francese di Beauvais, cittadina della Piccardia, sono state ampiamente mantenute.

Aveva iniziato a vincere in Qatar, Arnaud, all'ultima tappa del relativo Tour (era il 10 febbraio), ma una caduta in gruppo aveva forse inficiato la validità di quel gran bel gesto tecnico. E allora Démare non s'era fatto problemi a ripetersi a Le Samyn, in un successo bellissimo e cristallino. Si era poi ripetuto alla Tre Giorni delle Fiandre Occidentali, al GP Cholet - Pays De Loire, in una tappa della Route du Sud.

Tutte vittorie che confermavano il talento cristallino di questo velocista purissimo con un carisma non da poco ed una gamba degna dei più navigati sprinters del plotone. Gli mancava la Classica pesante e magari nemmeno lui avrebbe pensato di poterne conquistare una al primo anno da professionista. Arnaud Démare invece pare nato per smentire: con la sicurezza di un veterano e le movenze del top sprinter va a prendersi la Classica di Amburgo, o Vattenfall Cyclassics.

Mette la squadra a lavorare nell'ultimo chilometro, il fido Geoffrey Soupe che è un po' ciò che rappresenta Renshaw per Cavendish, o Martinello per Cipollini nel passato; lo tira fuori dalla mischia e dalle cadute. Lo lascia solo in testa, davanti a tutti. E quei 'tutti' si chiamano Greipel, Boonen, Sagan (più indietro), ma anche Nizzolo e Belletti. Lo lascia lì, Soupe: il traguardo è 500 metri davanti a Démare, il fiato degli avversari è sul collo e si fa sentire, ma la volata, prepotente e decisa, gli porta in dote la prima Classica.

Squadra giovane e talentuosa, la FDJ-Bigmat, che oltre a Démare annovera tra le proprie fila quel Thibaut Pinot che ha fatto fuoco e fiamme sulle salite del Tour, Un Nacer Bouhanni che sta uscendo di prepotenza e quel Kenny Elissonde di cui si è detto e scritto un gran bene ma che fino ad ora non ha ancora colpito come Démare. Verrà anche il suo momento.

I 245.9 km della Vattenfall Cyclassics iniziano subito con una fuga a tre. All'interno troviamo Jesse Sergent (RadioShack-Nissan), Gregor Gazvoda (AG2R La Mondiale) ed Andreas Dietziker. Il terzetto arriva a guadagnare un vantaggio massimo di 6'45" e così Liquigas (per Sagan) e Sky (per il campione uscente Edvald Boasson Hagen) si sobbarcano il peso dell'insegumento. In men che non si dica i tre vengono riassorbiti dal gruppo, nuovamente compatto a 61 km dalla conclusione.

La salita del Waseberg, 700 metri al 10% di pendenza media da affrontare per quattro tornate, lancia altri sette ardimentosi, che anticipano l'erta che contraddistingue la Classica di Amburgo. Si tratta di Ladagnous, Mortensen, Popovych, Spilak, Pinotti, Juul Jensen e Bono. Restano al vento per poco, subito ripresi all'interno del circuito finale dal gruppo. Sulla successiva scalata del Waseberg se ne va però un gruppetto con nomi pesanti: Boonen, Quinziato, Sagan, Leukemans, Ciolek, Gavazzi , Marcato e Vanmarcke.

Sagan capisce subito che lui e Boonen all'interno di quella fuga non faranno molta strada, Tommeke si danna perché l'azione prosegua, anche considerato il fatto che dietro si stanno guardando un po' troppo. Insomma, spazio per agire ce ne sarebbe anche ma nessuno vuole arrivare ad Amburgo insieme a Boonen e Sagan. Il Campione del Belgio dà un'ultima sfuriata, un'accelerazione delle sue. Se fosse sul pavé probabilmente potrebbe anche arrivare al traguardo, ma sotto il sole di agosto e sull'asfalto di Amburgo Tom viene ripreso in un attimo. L'ultima scalata del Waseberg vede scatti e controscatti ma nessuno con il coraggio di osare.

In discesa è Ben Hermans ad andarsene ma non gode di una grandissima considerazione ed il gruppo a poco a poco gli rosicchia i secondi che il portacolori della RadioShack-Nissan aveva guadagnato. Ricompattato il plotone si viaggia a velocità sostenuta verso Amburgo, con i velocisti ed i meno avvezzi alla specialità, come Peter Sagan, in prima fila a tentare il colpaccio. L'Omega Pharma lancia la volata ma presto si capisce che Boonen è arretrato e così il treno bianco azzurro si deve fermare, lasciando spazio a Soupe e Démare.

I due passano in tromba gli uomini dell'Omega e della Lotto Belisol di André Greipel mentre alle spalle una caduta coinvolge molti uomini. Ha la peggio Daryl Impey, che rimedierà una frattura alla clavicola ed alle costole (non era iniziata bene la giornata dell'Orica-GreenEDGE, che torna da Amburgo con Keukeleire caduto ed a cui verranno applicati dei punti, mentre Stuart O'Grady si frattura una clavicola).

Sagan, uno dei favoriti della vigilia, effettua tre volate per portarsi in posizione utile, quindi si rialza, probabilmente esausto. Chiuderà in 14a posizione. Davanti Démare viene lanciato da Soupe, inseguito da Greipel, che pompa su quei pedali ma non raggiunge né supera il francesino. Terzo un sempre più brillante Giacomo Nizzolo.

Il milanese della RadioShack-Nissan si tiene alle spalle Tom Boonen e guadagna un terzo posto che per un classe '89 come lui è una grandissima iniezione di fiducia, specie in ottica futura. Alle spalle di Boonen il vincitore del 2011 Edvald Boasson Hagen, quindi Mark Renshaw, Heinrich Haussler, Manuel Belletti, Tom Veelers e Borut Bozic a chiudere la top ten.

Una stella che non è nata certo oggi, ma si è confermata. Una vittoria in una Classica, entusiasmante soprattutto perché ad inizio stagione non era stata prevista. Da stasera l'impressione che la Vattenfall Cyclassics sarà la prima di una lunga serie di Classiche che andranno a finire nel carniere di Arnaud Démare è più che fondata.

Francesco Sulas

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