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Open de Suède Vårgårda 2012: La Slappendel fa l'accento svedese - Iris sulla Kupfernagel. Quarta Coppa per Marianne Vos | Cicloweb

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Open de Suède Vårgårda 2012: La Slappendel fa l'accento svedese - Iris sulla Kupfernagel. Quarta Coppa per Marianne Vos

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Iris Slappendel batte Hanka Kupfernagel nella volata a due di Vårgårda © worldcupvargarda.seIn terra di Svezia, precisamente a Vårgårda, Marianne Vos da un paio d'anni a questa parte è in vena di "regalare" ed anche di farsi regali. Nel 2011 ricordiamo la vittoria lasciata alla compagna Annemiek Van Vleuten, con relativo primato in Coppa del Mondo (la Vos chiuse la prova svedese al 19° posto, frenando sul traguardo per far guadagnare alla Van Vleuten più punti possibile. La Coppa sarebbe andata a quest'ultima, naturalmente); quest'oggi è Iris Slappendel, ragazza sempre molto allegra, laureata in Design del prodotto industriale e disegnatrice dei siti web delle compagne di squadra, a beneficiare dell'aiuto che sa un po' di benedizione di Marianne.

La Slappendel, già protagonista con Marianne Vos di un Trofeo Baracchi al GP di Cornaredo, quando le due partirono al primo giro e sotto il diluvio diedero i minuti a tutte (la Vos lasciò la vittoria a Iris), conquista così la prima vittoria individuale in una Coppa del Mondo, giocandosela fino alla fine con un'Hanka Kupfernagel indiavolata e che si dovrà accontentare della piazza d'onore. Terza Marianne Vos, per l'appunto, che fa contenta la sua ottima scudiera, marchia due terzi del podio con il brand Rabobank e vince la sua quarta Coppa del Mondo in carriera.

Già, perché con il terzo posto di oggi la fuoriclasse olandese raggiunge quota 260 punti nella challenge mentre la più immediata inseguitrice, Judith Arndt, è ferma a 176. Se la tedesca vincesse l'ultima prova, in programma a Plouay sabato prossimo, e la Vos non andasse in zona punti, l'olandese conserverebbe pur sempre un margine di 9 lunghezze.

Si aggiudica la challenge UCI con una prova d'anticipo, avendone vinte due (Ronde Van Drenthe e Trofeo Binda) e saltate altrettante (il Giro delle Fiandre per malattia, il Tour of Chongming Island per scelta). Giusto per far capire che la superiorità è tanta, forse addirittura troppa, ma tant'è.

La cronaca odierna (la cronosquadre di venerdì era andata alla Specialized-Lululemon, che aveva battuto l'Orica-GreenEDGE e la Rabobank di Marianne Vos) vede una corsa che già di per sè non è memorabile per chissà quale aspetto tecnico, in più viene chiusa dopo due giri, ossia 22 chilometri (erano in programma 12 tornate da 11 km per un totale di 132 km totali). Due giri, dicevamo, e se ne vanno 12 atlete: Marianne Vos ed Iris Slappendel (Rabobank), Evelyn Stevens e Trixi Worrack (Specialized-Lululemon), Tiffany Cromwell e Linda Villumsen (Orica-GreenEDGE), Amy Pieters (Skil 1T4I), Nina Kessler (Dolmans-Boels Cyclingteam), Shelley Olds ed Isabelle Söderberg (AA Drink-Leontien.nl), Emma Johansson (Hitec Products-Mistral Home) ed Hanka Kupfernagel (RusVelo).

Il gruppo inizialmente è a 1'45" ma il fatto che in fuga siano rappresentate otto squadre su quattordici presenti e che delle sei inseguitrici tre siano selezioni nazionali (Norvegia, Finlandia e Danimarca) e altrettante siano formazioni ridotte all'osso (Alriksson Go:Green, Faren Honda e Team Ibis Cycles) fa sì che la compatizione sia in pratica nulla. Le dodici guadagnano dunque terreno sotto l'impulso di Marianne Vos, Emma Johansson e di due passistone come Linda Villumsen ed Hanka Kupfernagel.

Dapprima portano il loro vantaggio a 4', quindi pongono 5'15" tra loro ed il gruppo, quando alla conclusione mancano 66 km (6 tornate). Le attaccanti insistono nell'azione - potrebbero fare altrimenti? - mentre il gruppo naviga ormai a 6' di distacco. A quattro tornate dalla conclusione le 12 di testa, ancora perfettamente d'accordo, godono di un vantaggio di 6'45" su un plotone ormai rialzatosi. A conferma di ciò il vantaggio sale ancora a 7'10". Finalmente la svolta di una corsa banalotta e tutto sommato prevedibile: sull'Hagrunga Hill, erta posta a metà circuito, durante il terz'ultimo giro se ne va Iris Slappendel, con Marianne Vos che lascia alle altre il compito di inseguire la compagna di squadra.

La Slappendel guadagna sino a 30" ed allora Emma Johansson si porta da sola all'inseguimento. In questo caso la Vos percepisce il pericolo e si mette a ruota della svedese. Troviamo quindi Iris Slappendel con 30" su Johansson e Vos mentre all'inseguimento sono rimaste le sole Cromwell, Olds, Worrack e Kupfernagel. La Slaappendel, una volta raggiunta da Johansson e Vos, si vede piombare addosso anche le quattro sopra citate, mentre a 28" troviano Evelyn Stevens, Nina Kessler, Amy Pieters, Isabelle Söderberg e Linda Villumsen. Il gruppo è sempre a 8'30" e chiuderà a 9'33" dalla vincitrice.

Al penultimo giro le cinque inseguitrici si portano a 20" sotto la spinta di Evelyn Stevens, che sull'Hagrunga Hill pare volare. La newyorkese della Specialized-Lululemon resta da sola a 32" dalle prime, mentre Villumsen, Pieters, Kessler e Söderberg scivolano a 43". Davanti sono Emma Johansson e Marianne Vos a dare le trenate più efficaci. Così efficaci che Stevens e Villumsen, la quale ha nel frattempo raggiunto la statunitense, viaggiano a 55" dalle battistrada, mentre Pieters, Kessler e Söderberg si trovano a 1'10".

È invece in testa che si muovono le acque, prima con un affondo della Vos, su cui chiude la Johansson, quindi nuovamente con Iris Slappendel ed Hanka Kupfernagel, che nell'ultima tornata allungano sul gruppetto composto da Johansson, Vos, Olds, Worrack e Cromwell, distanziato di 35". Nell'ultimo chilometro la Kupfernagel prova ad allungare sulla sempre attenta Slappendel ma nello sprint a due è la classe '85 olandese ad avere la meglio su Hanka. Terzo gradino del podio per la vincitrice della Coppa del Mondo 2012, Marianne Vos, che giunge a 1'10" battendo allo sprint Shelley Olds, Trixi Worrack ed Emma Johansson. Tiffany Cromwell è settima a 1'14" mentre Isabelle Söderberg, Evelyn Stevens e Linda Villumsen chiudono a 2'08".

Così come lo è stata la corsa, anche la classifica di Coppa è bell'e chiusa, con Marianne Vos a quota 260, Judith Arndt a 176 ed Evelyn Stevens a 125. Termina l'Open de Suède Vårgårda, prova spalmata lungo il weekend ma quest'anno collocata in una posizione diversa in calendario rispetto agli anni scorsi, quando la cronosquadre e la gara in linea venivano disputate a cavallo di luglio e agosto. Vårgårda paga così l'effetto Olimpiade, con sole 14 squadre presenti in totale tra le prime 15 del ranking che si potevano avere al via (più le cinque Nazionali da invitare); otto team hanno accettato l'invito degli organizzatori svedesi (Rabobank, Specialized-Lululemon, Orica-GreenEDGE, AA Drink, Hitec Products-Mistral Home, RusVelo, Faren Honda e Skil-1T4I).

Altri, come Be Pink o MCipollini-Giambenini-Gauss, per guardare in casa nostra, hanno preferito altri lidi e si stanno impegnando, peraltro con molto profitto, al Trophée d'Or, in Francia (ieri ha vinto Elena Cecchini, leader della corsa, ed oggi la giovane Susanna Zorzi ha prevalso su Giorgia Bronzini con un colpo di mano). Scelte, programmi e palcoscenici che a questo giro privano la corsa svedese di molte sicure protagonisti in una Coppa del Mondo, o anche solo di tante giovani che avrebbero bisogno di fare esperienza tra le big (impossibile non notare in Svezia la presenza della classe '91 Amy Pieters, in fuga e poi 11a, o della classe '93 della Rabobank Thalita De Jong, 19a). Certo quella svedese è una trasferta dispendiosa anche dal punto di vista logistico, naturale che molte squadre abbiano preferito virare verso la più vicina Francia, forse anche per questo non si è trovata un'atleta italiana una al via.

Sabato Plouay dovrebbe presentare uno scenario diverso da questo punto di vista, ma là la vera domanda potrebbe essere questa: la Vos vorrà vincere una delle poche corse che ancora mancano al suo ricchissimo palmarès oppure correrà per la squadra, come la più umile eppure la migliore delle gregarie, portando via la fuga a suon di tirate a 40 km/h (Londra - ma non solo - docet) e lasciando infine la vittoria alla Slappendel o alla Van Vleuten di turno? Difficile rispondere ma è più probabile la prima opzione, che permetterebbe alla fuoriclasse di Meeuwen di chiudere un cerchio (vincere la prova d'apertura e quella di chiusura della Coppa del Mondo 2012) e colmare un buco troppo grande in un palmarès non troppo ricco. Non per Marianne Vos.

Francesco Sulas

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