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Route de France WE 2012: Cannibale Andrea le D(i)vorak tutte - La statunitense su Pitel. Stevens resta leader

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A Saint-Dié-des-Vosges Andrea Dvorak batte Edwige Pitel nell'ottava tappa della Route de France © Daniel ChateauDopo cinque tappe pianeggianti, una a cronometro (la prima) e quella con la conclusione in quota, a La Planche des Belles Filles, è strano parlare oggi di una frazione interlocutoria. Evidentemente però gli otto giorni di caldo, di fatica, di elevate velocità e, come ieri, di pendenze ardue, si sono fatti sentire nelle gambe di coloro che sono rimaste in corsa alla Route de France.

Ci si aspettava fuoco e fiamme, o anche qualche semplice fuoco d'artificio per provare a smuovere le certezze della leader Evelyn Stevens. È andata a finire che a Saint-Dié-des-Vosges ha vinto Andrea Dvorak, statunitense classe '80 nata a Washington ma che vive a Crozet, in Virginia. Una che si piazza spesso, più la corsa è dura e più lei si trova davanti.

Vince ben poco: addirittura l'ultima volta che la Dvorak ha alzato le braccia al cielo risale al 5 settembre 2010, si correva Le Piarday, una gara nazionale francese. Non una vincente nata ma una ragazza con la testa sulle spalle, quello sì. Laureata in Giurisprudenza, l'avvocato Dvorak ha corso (e vinto nel 2003) nel Triathlon.

Metodica, al Liceo si svegliava ogni mattina alle 4:37 per potersi allenare: una sessione di nuoto e poi in classe, giusto in tempo per il suono della prima campanella. E se il talento non si può infondere, nel ciclismo come nella vita, si può sempre far qualcosa per avviare i ragazzini al ciclismo. Andrea Dvorak e suo marito Peter Hufnagel hanno creato perciò una scuola di ciclismo alla Miller School of Albemarle, dove la Dvorak è anche docente di inglese. Dotata atleticamente, non chissà quale fenomeno, sa comunque cogliere l'occasione ed oggi ha carpito la possibilità di vincere, riuscendo nell'intento.

I 115.3 km della frazione che da Lure portava a Saint-Dié-des-Vosges non erano certo facili da interpretare, e per il disegno altimetrico e per la stanchezza dopo la tappa di ieri. Il gruppo lascia andare subito una fuga con all'interno, tra le altre, Edwige Pitel, Karol-Ann Canuel, Andrea Dvorak, Christine Majerus ed Oxana Kozonchuk.

Superano il Col des Feignes ed il gruppo lascia fare; sul non difficile Col du Plafond la Majerus va in difficoltà ed in testa restano Canuel, Pitel e Dvorak. Tirano dritto verso il traguardo di Saint-Dié-des-Vosges mentre da dietro il gruppo delle migliori cerca di rientrare. Sul dentello posto nel finale Dvorak e Pitel spiccano il volo mentre la Canuel non riesce a decollare ed in breve cede. Chiuderà nelle retrovie con 27" di ritardo.

Davanti Pitel e Dvorak mantengono il vantaggio necessario per contendersi tra loro la vittoria ed è la portacolori del Team Exergy TWENTY12, qui con la Selezione Usa, ad aggiudicarsi la frazione sulla stagionata francese. Terza piazza per Lucind Brand, che dopo il passaggio a vuoto (anche comprensibile, viste le doti dell'olandese non propriamente da scalatrice) a La Planche des Belles Filles anticipa la sempre presente Alena Amialiusik.

Quinta una Giada Borgato che in Francia ha trovato continuità di risultati, molti piazzamenti ma non la vittoria che avrebbe desiderato. Arriverà anche il momento della patavina, dopo la cavalcata solitaria degli Italiani che abbiamo ancora negli occhi. La leader Evelyn Stevens è 6a, quindi Oxana Kozonchuk, Kristin McGrath, Grete Treier ed una Simona Frapporti che chiude la top ten di giornata con una gamba davvero strepitosa.

In classifica generale Evie Stevens allunga sulla seconda, Lise Olivier, tenendola a 10" (ieri era a soli 6", siamo d'accordo che la sostanza cambia di poco). Terza la statunitense Kristin McGrath a 25" seguita da Alena Amialiusik a 39", quindi Lucinda Brand a 1'03", Carlee Taylor a 1'06", Edwige Pitel a 1'11", Amanda Miller a 1'45", Inga Cilvinaite a 2'06" e Grete Treier a 2'16".

Michal Ella ed Alessia Martini meritano il premio della combattività, quest'ultima per il fatto di aver tenuto duro dopo una bruttissima caduta nella seconda tappa: domani porterà a termine una piccola impresa. Impresa in vista anche per Dalia Muccioli, che conserva la maglia bianca di miglior giovane nonostante scivoli dall'11° posto alla 13a piazza (Canuel e Ryan la sopravanzano) e per una 19enne alla prima corsa a tappe di un certo livello (aveva sì gareggiato al Tour en Limousin) è un grandissimo successo. Ora deve guardarsi le spalle da Orlane Chaumet, a 1'27", mentre Lucie Pader si trova a 2'52". Entrambe non paiono pericolose, anche perché domani si finisce, certo, ma si sale ancora.

I 113 km della Corcieux-Münster presenta le scalate al Col du Firstplan ed all'Auberge du Ried, dalla cui cima mancheranno 17 km al traguardo. Con Amialiusik, McGrath ed Olivier a meno di un minuto e la discesa prima di Münster, se noi fossimo in Evelyn Stevens, pur superiore a tutte a La Planche des Belles Filles, non staremmo così tranquilli.

Francesco Sulas

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