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Route de France WE 2012: Loren, una volata all'australiana - Rowney allo sprint su Alona Andruk e Giada Borgato

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Loren Rowney sul podio con Alona Andruk (a sinistra) e Giada Borgato (a destra) dopo la vittoria nella sesta tappa della Route de France © Pascal LelandaisLoren Rowney è una ancor poco nota australiana che ama le sfide e spesso le vince. Iniziò a pedalare all'età di quattordici anni, per non essere da meno rispetto al fratello. Ed in séguito, quando una coetanea vicina di casa prese parte alle prime gare ciclistiche, Loren fece esattamente lo stesso, quasi con l'ossessione di batterla.

La competizione scorre nelle vene di Loren Rowney, che quando al Liceo dovette decidere se continuare a correre a piedi o proseguire il suo percorso sportivo in bicicletta (all'epoca si allenava per entrambe le discipline) non ebbe dubbi e scelse la seconda via. Allenamenti, anche molto duri; tentativi di diventare una ciclista a tutti gli effetti, una Élite, senza farsi mancare i momenti - appunto immancabili - di scoramento. Se non fosse riuscita a fare il salto nelle due ruote a pedali sarebbe andata in Nepal a studiare i rinoceronti bianchi, Loren, per gli amici Loz, tante idee per la testa ma l'obiettivo ben preciso dinanzi a sé.

Da quest'anno Loz l'ha fatto un bel saltino ed è approdata alla Specialized-Lululemon, uno dei team più all'avanguardia dell'intero panorama ciclistico femminile. Lei, prevalentemente sprinter ma che non disdegna le fughe, non aveva che da imparare da atlete come Trixi Worrack, Clara Hughes, Ina-Yoko Teutenberg, perfino da Chloe Hosking, di due anni più giovane, eppure già a livelli molto buoni.

Loz, classe '88, si era messa in mostra ad inizio stagione, già quando il 2 gennaio vinse la seconda tappa della Jayco Bay Cycling Classic. Seconda tappa che porta bene a Loz anche in Nuova Zelanda, al Women's Tour of New Zealand. Fuga con Arndt ed Armstrong, poi freddate sul traguardo di Palmerston North: niente male per una neo Élite.

Trasferitasi negli Stati Uniti, dove la Specialized-Lululemon le fa disputare molte corse nazionali, Loz ottiene risultati più che discreti, condendo le sue prestazioni con qualche vittoria. Se pensiamo che lavorava da gregaria non è poca cosa. La prima corsa europea di Loz, che prima d'ora ha sempre gareggiato tra Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, è la Ronde van Noordeloos, una nazionale olandese.

La prima di livello è appunto la Route de France, in cui ha il compito di scortare Evelyn Stevens per la classifica generale e la connazionale Chloe Hosking per le volate. Quest'ultima, vittoriosa ieri dopo troppi piazzamenti, ha voluto ricambiare il molto lavoro svolto da Loz ed oggi è diventata la sua miglior gregaria, lanciandola verso una volata vittoriosa a cui evidentemente credevano entrambe.

I 99.8 km da Creps ad Arc-et-Senans non hanno granché da dire. Qualche cenno di dentello sparso nella parte centrale della frazione ed un finale tutto pianeggiante, con gli Stati Uniti della leader Amanda Miller a tirare il collo a tutte. Scena, quest'ultima, ripetutasi praticamente da quando la nazionale a stelle e strisce ha conquistato la maglia arancione. Le poche che provano ad evadere sono scoraggiate dagli Usa e dal sole, anche oggi cocente.

Si arriva così in buon anticipo ad Arc-et-Senans (anche oggi si transita una prima volta sotto al traguardo). Ormai è scritto che sarà volata e la Specialized-Lululemon si mette in testa a tutta, con Hosking in penultima ruota e Loz Rowney ben coperta dal vento. Sul rettilineo finale è proprio Loz, l'australiana che ieri lanciò la Hosking verso il successo, ad uscire, anticipando Alona Andruk. L'atleta del Vaiano Tepso non finisce più di stupire, d'accordo, ma nemmeno di piazzarsi: 3a nel giorno di Cherise Taylor, seconda ieri e seconda pure oggi, sempre dietro a due 'zebre'. Quella casacca bianconera sarà un piccolo incubo per la bella ucraina.

Tanta Italia nelle prime posizioni, a partire dal terzo gradino del podio che è occupato dal tricolore di Giada Borgato. Sandrine Bideau, Oxana Kozonchuk ed Edita Janeliunaite anticipano Simona Frapporti, settima (che gamba per la bresciana della Be Pink!), e Sara Grifi, ottava. Alena Amialiusik e Fiona Dutriaux chiudono la top ten, con Anna Trevisi anche oggi undicesima.

Classifica immutata, con Amanda Miller davanti a Lucinda Brand e Silvia Valsecchi per 5". Katie Colclough è staccata di 6", Inga Cilvinaite di 7", Anastasia Chulkova di 21", Lise Olivier di 26", Simona Frapporti di 1'02", Alena Amialiusik di 1'31" ed Evelyn Stevens di 1'33". Domani, dopo sei tappe di pianura (ma non sempre piattume, va detto), il vento gira e la strada sale.

Una Route de France senza mezze misure, se è vero che i 126.4 km che da Morteau porteranno a La Planche des Belles Filles prevedono, oltre a tanti saliscendi, un arrivo in salita (lo stesso dove quest'anno Chris Froome ha vinto di forza al Tour de France). Amanda Miller potrebbe tenere con le unghie e con i denti, questa è la teoria. La pratica è ben diversa, con la statunitense che ha dietro di sé avversarie molto più forti negli arrivi in salita.

La prima è Lucinda Brand, principale candidata a vestire la maglia arancione domani, sia per le spiccate doti in salita che per i 5" che la separano dalla Miller. La Valsecchi potrebbe dover invece lavorare per chi, come Alena Amialiusik, si trova più indietro in classifica (la bielorussa è a 1'31" dalla Miller) ma può comunque portarsi a casa la corsa. Stesso discorso per Evelyn Stevens, a 1'33" dalla leader ma che è in grado di fare la differenza verso La Planche des Belles Filles.

Insomma, un quadro della corsa destinato a cambiare decisamente tinte, a non vedere più volate tra ragazze più o meno giovani. Quello che finora ha fatto la velocità domani spetterà alla determinazione. Seguendo il Rowney pensiero, quello che l'ha portata oggi alla vittoria, potremmo riassumere così: credi in te e nei tuoi sogni. Non è importante ciò che gli altri pensano di te, devi solo credere in te stesso. Ed a quanto pare tutto ciò con Loren Rowney, detta Loz, sta funzionando a meraviglia.

Francesco Sulas

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