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Eneco Tour 2012: Bosone, la Theoria diventa pratica - Battuti in volata Degenkolb e Haussler

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Theo Bos, vincitore a Genk della terza tappa dell'Eneco Tour © sport.be.msn.com/enecotourL'esperienza degli anni passati ci ha insegnato che è meglio non aspettarsi chissà quali sfracelli nella maggior parte delle tappe dell'Eneco Tour. E in effetti, se non c'è un Kapelmuur nel finale, come sarà nell'ultima frazione, può anche capitare di non vivere grosse avventure, pur affrontando, strada facendo, un Cauberg (lontanissimo però dal traguardo).

E nella terza tappa della corsa belga-olandese, da Riemst a Genk, il gruppo ha atteso in maniera vagamente sonnacchiosa la volata finale, parecchio annunciata. Una fuga partita dopo poco più di 30 km di gara, un margine non lasciato mai lievitare oltre i 6', una lunga fase di distacco controllato intorno ai 3' e poi, quando c'è stato da spingere sul pedale dell'acceleratore per andare a riprendere gli attaccanti, ci ha pensato la Argos della maglia rossa (di leader della classifica a punti) Marcel Kittel, a mettersi davanti per aumentare il ritmo.

I fuggitivi, evocati ma non citati: Alex Dowsett, giovane vicecampione nazionale britannico in maglia Sky; James Vanlandschoot, espertissimo corridore da Nord, e Laurens De Vreese, 10 anni in meno del connazionale (33-23), entrambi in rappresentanza delle due Professional fiamminghe invitate alla corsa (Accent e Topsport); e poi Matteo Bono, che ha sentito un richiamo fortissimo, praticamente magnetico, verso l'azione a lunga gittata. Il motivo è semplice: proprio a Genk, sede d'arrivo odierna, il bresciano ha conquistato la sua unica vittoria del 2011, nella quinta tappa dell'Eneco Tour dello scorso anno. E anche allora per il corridore della Lampre si trattò di una fuga da lontano.

Stavolta, però, malgrado l'impegno, il colpaccio non è riuscito a Bono (né tantomeno ai suoi compagni di fuga, per i quali si segnalano giusto i 9" d'abbuono raccolti da Dowsett sui tre traguardi volanti di giornata), sicché agli 11 km l'azione è stata annullata, come detto, dalla Argos.

Nel finale i colpi di scena si sono materializzati nella forma di due forature che hanno appiedato prima Phinney ai 5 km, quindi proprio Kittel poche centinaia di metri più avanti. E senza il vincitore della tappa d'apertura, il pronostico per gli altri si è aperto. Un tentativo di Tanner ai 2 km non ha fatto scomporre più di tanto il gruppo, e una volta ripreso il corridore della Saxo nell'ultimo chilometro, si è scatenata la volata. Belletti era messo molto bene sul lato destro della strada, ma ha subìto una prepotente rimonta di Bos per vie centrali. Degenkolb, chiamato a far le veci di Kittel in maglia Argos, ha avuto la prontezza di riflessi di passare dalla ruota dello stesso Belletti a quella dello scatenato olandese, ma non forza a sufficienza per superare il corridore della Rabobank.

Vittoria netta per Bos, quindi, davanti appunto a Degenkolb e a un Haussler che ai 100 metri ha passato all'esterno Belletti in fase di rallentamento. L'italiano ha poi chiuso al quinto posto, superato anche dal polacco Kwiatkowski, che è da considerare uomo da classifica in una corsa come l'Eneco. Petacchi, che pure sembrava potersi inserire nella lotta per le posizioni di vertice, si accontenta di un settimo posto (immediatamente dietro a Ventoso), e in top ten ci entra pure Guarnieri, decimo.

Keukeleire conserva la testa della classifica con lo stesso tempo dei compagni Langeveld, Tuft, Durbridge e Mouris, e a 1" ci son sempre Kwiatkowski, Chavanel, Terpstra, Boonen, Devenyns, Steegmans e Vandenbergh. Assolutamente nulla di deciso, quindi, stessa frase che probabilmente potremmo scrivere domani dopo la quarta tappa, da Heers a Bergen op Zoom, altri 213 che chiamano l'epilogo allo sprint.

Marco Grassi

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