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Route de France WE 2012: Con questa Brand s'accende la corsa - Lucinda su Cilvinaite e Valsecchi. Amanda Miller in arancione

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Lucinda Brand festeggia la vittoria nella terza tappa della Route de France © Route de FranceStrane cose succedono in Francia. Strane cose, se il Mondo girasse nel verso giusto, ma giacché va al contrario si fanno passare certi fatti come ordinari. Tour 2011: un'auto con a bordo Monsieur Nonsapremomaichi, nel tentativo maldestro di superare i fuggitivi, fa strike, buttando sul filo spinato Hoogerland e Flecha. I punti non li tolgono a chi guidava quell'auto pirata, viceversa li applicano ad Hoogerland, che si ritrova con il sedere e le gambe ricucite per bene. Anno 2012: dopo i chiodi al Tour - anche lì sapremo mai come andò veramente? - eccoci alla Route de France.

Ieri nella seconda tappa cade Alessia Martini, aretina del Vaiano Tepso. Qualche botta e diverse sbucciature per Alessia che riparte (tant'è che oggi si presenta al via e concluderà la prova). Si verrà a sapere soltanto in serata che era un'automobile dell'organizzazione ad aver causato con una manovra maldestra la caduta della Martini. Ora, non solo la Francia è terra di abbattimento di ciclisti (in Italia lo sappiamo fin troppo bene e purtroppo quasi quotidianamente, in Olanda Marianne Vos, per fare il più illustre esempio, s'è rotta una clavicola dopo esser stata buttata in terra da una moto della tv alla ParkHotel Rooding Hills Classic) ma troppi episodi in troppe corse dovrebbero indurre gli organizzatori a ripensare a come mettere (e tenere) in sicurezza atleti ed atlete.

Detto ciò, oggi si registrano tre episodi: nessuna volata, anche se era ampliamente pronosticabile, la vittoria di Lucinda Brand (Valsecchi ottima terza) ed il cambio al vertice. Alena Amialiusik, infatti, dopo due giorni in maglia arancione, cede il simbolo del primato alla statunitense Amanda Miller.

La Nœux-les-Mines-Tergnier, 130 km piatti come un biliardo, lasciavano spazio a ben poca immaginazione e ad una volata pressoché sicura. E invece escono le sette che non ti aspetti. Dopo 85 km di piattume pure tattico, scatti e controscatti ma nessuna fuga riuscita ad andare in porto, è la giovane aussie Loren Rowney, spesso protagonista in stagione, a provare ad evadere dal gruppo.

Niente da fare, e così appena l'australiana della Specialized-Lululemon viene ripresa - siamo ai -20 km - parte il contrattacco decisivo delle sette atlete: Lucinda Brand, Silvia Valsecchi, Inga Cilvinaite, Anastasia Chulkova, Amanda Miller, Katie Colclough e la sudafricana Lise Olivier, in cerca di una non riuscita imitazione della collega Cherise Taylor, vittoriosa a Nœux-les-Mines ieri.

Le sette guadagnano 1'07" sul gruppo maglia arancione, quindi 1'24". Insomma, capiscono che arriveranno in fondo e si giocheranno la vittoria. Il gioco di sguardi e la fase di studio premia Lucinda Brand (dietro è Alona Andruk a regolare il gruppo in volata), olandese che, interrogata su una vita senza corse ciclistiche, rispose: «Sarebbe come un pub senza birra». Una che al Giro d'Italia 2011 andò in fuga nella tappa del Mortirolo, tenne sulle rampe più dure ed a Grosotto chiuse terza, cedendo solo a Marianne Vos ed a Tatiana Guderzo. Una che all'Europeo di Offida ha colto il bronzo proprio dietro a Larisa Pankova e soprattutto ad Alena Amialiusik (fino a stamane leader della corsa).

La Brand (in olandese significa 'fuoco') il 21 luglio scorso ha trovato la prima vittoria stagionale nella terza tappa del Tour en Limousin. Una vittoria ottenuta sì per gentile concessione della connazionale Marianne Vos ma che ha portato la Brand anche allora davanti alla pari età Amialiusik (entrambe sono nate nel 1989). Una vittoria che dà morale più che altro, perché s'è capito da almeno un anno che la Brand è forte ma con il trascorrere dei mesi la giovane olandese sta dando fior di conferme.

Oggi s'è messa alle spalle le brave Inga Cilvinaite (Diadora-pasta Zara) e la lecchese Silvia Valsecchi. L'atleta lecchese della Be Pink ottiene un ottimo risultato e si porta in seconda posizione in classifica generale. È ai livelli dei Tricolori corsi da protagonista e mancati solo per merito di una superba Giada Borgato. Acqua passata per Silvia (purtroppo anche treno passato).

Oggi davanti a lei troviamo Amanda Miller, che stamane aveva solo 8" di ritardo dalla Amialiusik. Brava l'atleta della TIBCO (ma qui corre con la Nazionale statunitense) ad entrare nella fuga buona ed a finalizzare l'azione. Valsecchi è comunque a soli 5", Katie Colclough a 6" (diventa la miglior giovane della corsa). Seguono Inga Cilvinaite a 7", Lucinda Brand a 8", Anastasia Chulkova a 21" e Lise Olivier a 26". Dopo troviamo l'ex maglia arancione, Alena Amialiusik a 1'31", con Evie Stevens a 1'33". Dovranno lavorare e parecchio per recuperare terreno sulle prime.

Domani quarta tappa, 110 km ondulati da Soissons a Pontault-Combault (periferia di Parigi) e con un solo Gpm, la semplicissima Côte de Brinches. Dopo l'azione odierna non ce la sentiamo di scrivere che la volata sarà assicurata, anche se così dovrebbero andare le cose.

Francesco Sulas

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