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Tour de France 2012: Vince la Sky, perde lo sport - Così Froome ha umiliato Wiggins | Cicloweb

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Tour de France 2012: Vince la Sky, perde lo sport - Così Froome ha umiliato Wiggins

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Chris Froome stacca la maglia gialla Bradley Wiggins: l'aspetterà ripetutamente © BettiniphotoDopo il teatrino tutto targato Sky di Wiggins e Froome stasera abbiamo due certezze in più: la prima è che la maglia gialla ed il secondo posto non sono affatto a rischio per i due, visto come oggi i britannici hanno amministrato e consolidato le loro posizioni. La seconda, ben più pruriginosa per il ragazzo nativo di Nairobi, esula dalla sfera sportiva ma mantiene un'importanza che ci sentiamo di definire vitale.

Dopo tre settimane di astinenza (e, si badi, qui non parliamo di vittorie) il buon Chris tornerà a casa dall'amata Michelle, immaginando di ritrovare il calore della famiglia, la passione, l'amore. Non sa che mentre lui danzava sui pedali insieme a Wiggins, giocando all'elastico, la sua compagna (peraltro non nuova a discussioni su Twitter con le mogli di Wiggo e Cavendish) twittava dapprima così, con un pacato «MALEDIZIONE VAIIIII», non certo rivolto alla maglia gialla.

Solo 18' dopo un altro cinguettio della bella Michelle: «Improvvisamente non ho più così voglia di andare a Parigi sabato... Che beffa». La donzella non si dava pace e concludeva: «So quanto Chris tenesse a vincere quella tappa, dissentite da me quanto volete». Insomma, dopo essersi viste chiuse dalla Sky e da Wiggins le porte che conducevano alla maglia gialla il buon Chris si scontrerà contro ben altre porte.

Uscendo da questo gioco di tweet e pettegolezzi di cui ci importa relativamente, possiamo tranquillamente affermare che la pantomima della Sky era ampiamente evitabile; il ciclismo, ma lo sport in generale, l'agonismo, ne avrebbe di gran lunga giovato. Tutta colpa di Froome? Soprattutto ma non solo. Non si tratta qui, poi, di colpa ma di una mala gestione che si trascina dalla scorsa Vuelta a España, quando il biondino magrolino lavorò per Wiggins salvo scoprire sull'Angliru che Cobo li avrebbe entrambi staccati. La perse dallo stesso Cobo, quella Vuelta, e per soli 13". Senza il lavoro di gregariato 13" si sarebbro pescati un po' qua, un po' là, o in una sola salita, visto come viaggia Froome quando la strada tira all'insù.

Qui al Tour i vertici Sky hanno ripetuto l'errore di partenza: consegnare a Wiggins i gradi di capitano e considerare l'anglo-kenyano alla stregua di un gregario. Ci sta, se sei sicuro della tenuta dell'uomo su cui punti e se, come accaduto, la strategia si rivela vincente. Stavolta è andata bene - molto probabilmente Wiggins e Froome faranno doppietta a Parigi - ma questo tarpare le ali preventivamente non è andato giù al pur diligente (fino a ieri) Froome. A La Toussuire era andato in crisi ma si era ripreso nell'arco di un chilometro. Se non l'avessero fermato via radio avrebbe staccato Wiggins (di fatto ha tirato i freni per attenderlo).

A Peyragudes la forza di questo ragazzo si è tramutata in sfacciataggine, ha proseguito cavalcando le onde della bizzarria per chiudere questa parabola ascendente nel ridicolo. Succede che quando Wiggins capisce che sull'ultima salita i suoi avversari, a partire da Nibali, non ne hanno per scattare, prende l'iniziativa. Una bella progressione che lo porta davanti a tutti. In testa alla corsa c'è un redivivo Valverde e dietro la maglia gialla, appunto, con Chris Froome. Il fido Chris Froome. In una corsa normale, in una squadra normale, il gregario di lusso, in ritardo in classifica di 2'05" (non di 13" come alla Vuelta), scatterebbe con l'assenso del capitano e conquisterebbe la prestigiosa vittoria di tappa. Ma siccome il Tour è una corsa fuori dall'ordinario e così pure il Team Sky, accade che Froome scatti in faccia a Wiggins e si fermi ad aspettarlo.

Riscatta e si volta, aspettandolo ancora. Come a dire: «Ehi, maglia gialla, non riesci a tenere il passo di un tuo umile gregario?». Questo giochino abbastanza noioso ma per molti versi esilarante prosegue fin sulla linea del traguardo, quando ormai Valverde ha vinto e le prime lacrime stanno sgorgando dagli occhi del murciano. Ecco, nella zona transennata si assiste a qualcosa che per molti versi si annovera nella categoria del "quasi mai visto": Froome parte come un fulmine, come se si stesse davvero giocando il Tour con il compagno Bradley. Pedala forte, fortissimo, ma ormai la salita è finita e Wiggins gli prende la ruota con facilità senza però passarlo. Froome è ormai in trance agonistica e piomba sul traguardo conquistando il secondo posto con tanto di goffo colpo di reni.

Il tutto avviene 19" dopo che Valverde ha concluso la prova; ciò significa che con un'andatura costante ed alta, che Froome ha dimostrato di saper mantenere, l'avrebbe vinta lui, l'ultima tappa pirenaica del Tour. Dopo la giornata di oggi più che mai si apre la discussione: perché giocare così? Perché umiliare in tal modo il proprio capitano? Perché questo lungo vorrei ma non posso staccarti? A che pro? Le vie che poteva intraprendere Froome in questo Tour erano in fondo due: restare a fianco della maglia gialla, portarlo su per Alpi e Pirenei anche (specie!) nei momenti di difficoltà.

Oppure infischiarsene degli ordini di scuderia, andare dietro a Nibali già a La Toussuire, buttando la radiolina nel primo nevaio utile. Ed a chi gli avrebbe ricordato chi era capitano e chi gregario avrebbe sempre potuto rinfrescare la memoria raccontando come in due erano riusciti a perdere una Vuelta ormai in pugno. Insomma, appurato che Froome era ed è il più forte di tutti in salita, la scelta stava nel restare a fianco di Wiggins o ribaltare la situazione, prendendosi magari un cazzotto in hotel dal basettone britannico, ma almeno mantenendo un minimo di coerenza.

Quegli scattini a due, quello staccare Wiggins e poi girarsi, per far vedere di cosa la maglia gialla non è capace, somiglia molto alle piccole torture che i bambini più grandi sono soliti infliggere ai più deboli. Un Tour dominato, quindi, dai due Sky; la classifica e la strada hanno parlato chiaro. La scena di oggi però non ha certo avvicinato qualche spettatore in più al ciclismo, anzi. Peccato perché Froome pareva un ragazzo intelligente fino a stamattina (lo è, visto il modo in cui ha umiliato Wiggins in mondovisione) e perché se i mezzi sono quelli messi in campo alla Vuelta 2011 ed a questo Tour in un futuro non troppo lontano potrà giocarselo, un GT.

Poteva tornare a casa benvoluto da tutti ed onorato come uno dei migliori gregari visti in azione, invece risulterà uno sbruffoncello antipatico, incapace di decidere se stare da una parte o dall'altra della barricata. Non avrebbe vinto la maglia gialla a questo punto ma sarebbe tornato dal Tour come vincitore, a livello globale, di squadra. Invece, povero Chris, sarà gia una conquista se riuscirai a farti perdonare non tanto dagli appassionati ma dalla tua bella Michelle, che come ognuno di noi dal divano di casa pensava, gridava e twittava: «Maledizione, vai».

Francesco Sulas

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