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Giro di Polonia 2012: Dalle acque è sbucato Moser - Degenkolb sotto il diluvio, Moreno vince la sua prima gara a tappe

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Moreno Moser in maglia gialla. Il Giro di Polonia 2012 è suo! © tvn24.plQuando sul lungomare di Laigueglia spuntò la sagoma verde di Moreno Moser tutti rimasero senza fiato per un attimo, per poi accogliere esultanti il primo successo da professionista dell'astro nascente del ciclismo italiano. «Quando avrà vinto quattro Giri d'Italia, tre Tour de France e quattro Liegi-Bastogne-Liegi potrò dire: 'Io c'ero!'», esclamava un suo tifoso particolarmente accalorato ed emozionato.

Corse come il Giro, il Tour o la Liegi non le ha ancora vinte, Moreno, ma per il momento si porta a casa la prima gara a tappe della sua giovane carriera: il Giro di Polonia. È una World Tour dalle non eccessive difficoltà altimetriche (stiamo usando un eufemismo), dodici mesi fa aveva regalato il primo successo nella generale anche a quel Peter Sagan che oggi pare non avere limiti.

Ebbene, oggi lancia un Moser che aveva già pensato a lanciarsi da sé ben prima, con le vittoria a Laigueglia ed a Francoforte. Aveva stupito il 9 giugno scorso, quando nel prologo luganese del Tour de Suisse restò in testa per mezza giornata, salvo poi inchinarsi a Cancellara e Sagan. Ma attenzione, dal compagno di team slovacco prese solo 7", dal diretto di Berna 3". Una signora prestazione, insomma.

Da promessa era diventato in pochi mesi una solida realtà dell'italpedale, e tutto alla veneranda età di ben 21 anni (è nato il 25 dicembre 1990). Forse se le aspettava, le Olimpiadi, ma Bettini ha preferito altri all'inesperto e forse troppo giovane Moser. Il trentino, che nel frattempo aveva ottenuto un terzo posto agli italiani dietro a Pellizotti e Di Luca, non ha battuto ciglio, non ha accennato polemica, ben sapendo che uno della sua età deve far parlare la strada, non la bocca.

Con l'amico Sagan a regalare emozioni al Tour, Moreno ha voluto provare ad imitare lo slovacco. Performance riuscita benissimo. Vittoria subito, a Jelenia Góra, con un'allungo in volata, una via di mezzo tra lo sprint e la sparata negli ultimi 500 metri. Tre giorni in giallo, poi un altro gioiellino, Michal Kwiatkowski, di sei mesi più "vecchio" di Moser, a strappargli le insegne del primato.

Usa trucchi da navigato corridore, Kwiatkowski, sprintando ai traguardi per abbuoni e mantenedo Moser, anch'egli in cerca di secondi preziosi, ad 1" di distanza. Il giochino del polacco, maturo come Moser, dura l'arco di quarantott'ore. Nella tappa regina, ossia quella con un po' di su e giù e l'arrivo in leggerissima salita di Bukowina Tatrzanska, Moser pare spacciato. C'è Henao in avanscoperta e va a finire che il colombiano della Sky prende così tanto margine da poter prendere tappa e maglia in un colpo solo.

All'ultima curva però sbuca una sagomina verde: la stesa del lungomare di Laigueglia, la stessa della tappa di Jelenia Góra, è Moreno Moser. Scatto bruciante, sorpassa Henao a doppia velocità, con il colombiano un po' stupito e con Kwiatkowski, stoico nella sua resistenza, ormai staccato. Per Moser è praticamente fatta ma, pragmatico più che mai, il campioncino della Liquigas non esulta ancora: nella tappa finale di Cracovia può succedere qualsiasi cosa, basta una foratura e addio maglia gialla.

Fortunatamente oggi non accade ciò. Vanno subito in fuga Stybar, Krivtsov, Porsev, Marycz, Lindeman, Boom, Wagner, Flecha, Delage, Samoilau, Failli e Berdos. Il gruppo controlla ma davanti si procede di comune accordo e rimangono al vento Flecha, Porsev, Stybar, Delage, Boom e Marycz. I sei hanno il solo difetto di andare a strappi e la sola sfortuna di trovarsi il gruppo che li insegue forsennatamente fino agli ultimi chilometri. La Argos-Shimano di Degenkolb è tutta in testa, seguita dalla Sky. Moser si trova nelle prime posizioni quando i sei vengono ripresi.

Mancano 3 km alla meta e su Cracovia si riversa un epocale nubifragio. Molti, come Elia Viviani e Sacha Modolo, preferiscono non rischiare di perdere le Olimpiadi per vincere una volata. Vogliamo biasimarli? La Argos pilota Degenkolb sin sulla linea d'arrivo, lo porta per mano alla vittoria ed il tedesco la ottiene di forza. Precede l'australiano Mathew Hayman, il britannico Ben Swift ed il nostro Jacopo Guarnieri. Van der Sande, Bos, Kruopis, Fortin, Lucas Sebastian Haedo e Belletti chiudono la top ten.

Chi invece festeggia è poco più indietro, compare dalla nube d'acqua, fradicio come un pulcino. Moreno Moser precede l'ottimo rivale Kwiatkowski di 5", Henao di 16", Kolobnev di 25" e Gerdemann di 28". A seguire tutti gli altri, in una corsa che, con la classifica così corta, premia chi sa approfittare al meglio delle occasioni. Moser ha saputo fare ciò, con due vittorie pesanti, pesantissime, ed una maglia gialla finale che lo proietta verso un futuro da potenziale vincitore di corse a tappe, oltre che Classiche in linea.

Bisognerà andarci piano, naturale, ché il Polonia non è il Tour e nemmeno il Romandia, ma Moser fa capire con la vittoria di oggi che può essere lui l'uomo vincente che l'Italia cercava da tempo ed ancora va cercando. Vedendo le sue azioni, la sua varietà di repertorio, il suo recupero tutti gli indizi portano a Moreno. E proprio alla luce delle sue ormai proverbiali sparate, delle sue azioni totalmente fuori dagli schemi e spiazzanti, fa ancora più rammaricare la sua assenza nella squadra che a Londra difenderà i colori azzurri.

Ci sarà a Valkenburg, l'arrivo ed il circuito in toto gli si addice troppo per lasciarlo a casa. Ci sarà alla prossima Olimpiade, nel 2016, perché no? Non avrà vinto quattro Giri, tre Tour e quattro Liegi, come predicava quel suo sostenitore in  una sera di febbraio a Laigueglia, ma potrebbe già esserci andato molto vicino.

Francesco Sulas

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