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Tour de France 2012: Vincenzo, adesso sì che ti temono - A La Toussuire prova scoppiettante di Nibali

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Bradley Wiggins si complimenta con Vincenzo Nibali a fine tappa © BettiniphotoContro una maglia gialla che va fortissimo a cronometro e si difende in salita, pur essendo attaccabile, c'era una sola cosa da fare oggi, nel primo vero tappone alpino del Tour de France: attaccare, attaccare ed ancora attaccare. L'hanno fatto in molti ma chi ha provato a far deragliare il treno perfetto della Sky è stato soltanto Vincenzo Nibali.

Già, perché se ad inizio tappa erano andati via uomini potenzialmente pericolosi e sulla Croix-de-Fer Evans aveva allungato, s'era capito subito che l'australiano della BMC non sarebbe stato in grado di reggere il passo del compagno Van Garderen, avvantagggiatosi per fare un ritmo che Evans non sapeva sostenere. Inoltre mancavano ancora più di 60 km al traguardo di La Toussuire, le migliori cartucce andavano sparate senza dubbio sull'ultima salita (o, incappando in una giornata di forma epica, anche ai -60).

Siccome qui al Tour di fenomeni, tolti Wiggins e la Sky, non se ne vedono, anche Nibali ha voluto aspettare la salita finale per sferrare un attacco, e che attacco. Ma riavvolgiamo il nastro. All'inizio sembra la solita Liquigas, che manda in fuga Basso e Koren (senza dar loro un senso nel séguito della tappa) e che giù dalla madeleine lascia addirittura andar via Oss e Sagan, per sprintare per un esimo posto al traguardo volante.

Tutti obiettivi falliti e, nel mentre, Nibali fora, dovendo rientrare in gruppo senza l'ausilio di un compagno uno. Non pareva la migliore delle giornate per lo Squalo, insomma, sebbene pedalasse in modo sciolto a fianco alla maglia gialla, senza difficoltà a restare con i pochi migliori anche quando i più si staccavano senza pietà. Appena iniziano i 18 km che portano a La Toussuire scattano Brajkovic e, più importanti, Pinot e Van den Broeck.

Il primo scatto di Nibali è solo questione di qualche chilometro e quando giunge Porte si sfila (fin lì aveva tirato il Tasmaniano) ed è Froome a prendere in mano la situazione per riportare sotto Wiggins. Nibali però è in forma e guadagna, tanto che Froome ha un momento di appannamento e Wiggins deve arrangiarsi da solo. Lo salva un tratto in cui la strada spiana leggermente e nel quale la maglia gialla mette il padellone e fa valere le sue doti di passista scalatore.

Ripreso Nibali, la situazione parrebbe ristabilizzarsi, con Froome che, in coda al gruppetto, si sta riprendendo (Evans invece cederà a breve). E invece ecco un altro scatto di Nibali. Il messinese va via di potenza ma al contempo in agilità e si riporta su Pinot e Van den Broeck. Parla col belga, entrambi sono interessati a prendere più margine possibile alla maglia gialla che pare in quel momento in difficoltà. Sfiga vuole che nel mentre Froome si sia ripreso e porti su Van den Broeck, Pinot e Nibali anche il suo capitano.

A quel punto le energie di tutti sono al lumicino, anche perché il britannico nato a Nairobi accelera ancora, staccando tutti, Wiggins compreso. Si fermerà pochi metri dopo e con lui, incomprensibilmente, anche gli altri componenti del gruppetto che avrebbero avuto tutto l'interesse a staccare Wiggins. Stranezze di casa Sky. Stranezze e forse anche le prime stanchezze che affiorano sotto la dura corazza britannica. Anche oggi hanno dimostrato che sono molto forti, che meritano i primi due posti della generale, ma di fronte ad attacchi come quelli che è capace di sferrare Vincenzo Nibali tendono a vacillare.

Nibali è stato bravo, ha fatto quel che doveva fare, anche eprché di più oggettivamente era difficile chiedergli. Ha l'handicap della cronometro finale, 53 km in cui gli Sky spaccheranno il mondo, ma a Bagnères-de-Luchon ed a Peyragudes, sui Pirenei, potrebbero pagare dazio ed impazzire (sportivamente) di fronte agli scatti di Nibali.

Non avrà scalzato Wiggins e Froome, che ora occupano i primi due posti della classifica, ma un risultato l'ha ottenuto, Vincenzo Nibali. Con le sue accelerate, cui sono seguite quelle degli Sky, ha staccato Cadel Evans, stamane davanti al messinese per 30", ora alle sue spalle di 56". Tutto è ancora sovvertibile, lo stesso Nibali, parso fin qui tanto in forma come forse mai l'avevamo visto, ci ha insegnato negli anni che una cotta, un momento di debolezza, un cedimento è sempre dietro l'angolo. Non vincerà il Tour ma almeno è stato l'unico a buttar giù il castello (non di carte) della Sky.

Ha staccato Evans, conquistato il podio (a meno, appunto, di cedimenti), fatto innervosire gli Sky che non sanno più chi tra Froome e Wiggins sia il capitano. Insomma, un podio e la pressione psicologica sui primi due della classe non sono poca cosa, caro Vincenzo.

L'abbraccio carico di complimenti a fine tappa di Wiggins e le sue parole (« Penso che Vincenzo oggi ha mostrato che è sempre più forte, i suoi attacchi alla fine erano davvero tosti») sono lì a dimostrarlo.

Francesco Sulas

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