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Tour de France 2012: Le dichiarazioni della sesta tappa

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Ecco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della sesta tappa del Tour de France.

Peter Sagan (Liquigas-Cannondale) da Raisport
«Oggi all'arrivo non c'erano solo tanti miei tifosi ma anche il mio vecchio allenatore e sono contento che sia venuto qui e che mi abbia visto vincere. Hulk cambiava quando era arrabbiato e penso di aver fatto un po' come lui: ieri ero un po' arrabbiato e dispiaciuto per la caduta ma anche contento che non mi ero fatto male. Oggi ho fatto vedere che posso davvero tenere la maglia verde. Un po' sono sorpreso anche io di come sta andando questo Tour de France, ma so che bisogna tenere i piedi per terra perché la corsa è ancora lunga e ogni giorno può essere pericoloso. Cosa farò domani? Domani mi stacco; questi primi giorni sono stati molto impegnativi e quindi spero di potermi prendere un po' di riposo, sia di gambe ma anche per la testa e recuperare in vista delle tappe più adatte a me».
 
Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) da Raisport
«È stata una tappa molto difficile, come sempre quando c'è un po' di vento, perché tutti vogliono sempre stare davanti. Per noi è andata molto bene perché io e Nibali siamo rimasti davanti, poi è finita ancora meglio con Sagan che vinto».
 
Fabian Cancellara (RadioShack) da Raisport
«Mi piacerebbe portare questa maglia fino in Svizzera ma ci sono tanti corridori che sognano di portala fino a Parigi: so già che domani sarà molto difficile ma intanto mi godo un altro giorno in maglia gialla, poi arriverò fino sotto la salita e vedremo un po' cosa succederà. Queste tappe pianeggianti sono buone per me, il mio fisico mi aiuta a stare davanti ma da domani le cose cambieranno: stasera vedremo un po', abbiamo tanti uomini forti in squadra e si può pensare qualcosa per far soffrire gli altri leader e le altre squadre perché il Tour è ancora lungo. La giornata di oggi non è paragonabile a quello che era successo a Spa: lì si era caduti nelle prime dieci posizioni ed erano finiti a terra quasi novanta corridori; a inizio tappa quando c'è stata la prima caduta abbiamo ovviamente aspettato e fatto rientrare tutti, ma sono cose che possono capitare, oggi è successo e bisogna andare avanti».
 
Michele Scarponi (Lampre-ISD) da Raisport
«Io non ero venuto qui per vincere il Tour, ma spiace perdere tempo in cui tappa in cui si arrivava in volata ed in cui si poteva non perdere nulla. La caduta ai meno 25 è stata incredibile, sarà stata tra i primi 15 sulla destra, l'unica cosa che ho capito è che non c'è nessuno che frena e che tutti guardano sempre avanti. Non ho mai visto nella mia carriera così tante cadute in una sola settimana di corsa».
 
David Zabriskie (Garmin-Sharp) da Letour.fr
«Non pensavo che la fuga sarebbe durata così a lungo. Avevo solo cercado una fuga e pensavo che ci avrebbero ripreso un po' prima ma gli ultimi 12 o 13 chilometri avevano il vento a favore e non era facile: abbiamo provato a tenere duro fino al traguardo e alla fine ho provato un ultimo allungo. Il mio premio del più combattivo non è neanche una consolazione per quello che è successo alla squadra oggi: siamo stati veramente sfortunati, è stata una brutta giornata. Noi siamo un po' come una famiglia quindi stasera dovremo consolarci ed incitarci a vicenda. Il Tour, e il ciclismo generale, ha giornate così: puoi essere il più forte del mondo ma devi avere fortuna in ogni momento. A volte sei fortunato, a volte sei sfortunato e... oh, sentite là, hanno appena messo Michael Jackson, questo è un po' di fortuna».
 
La Redazione

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