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Giro Donne 2012: Non disturbare la Vos che dorme - Attaccano Arndt e Stevens, Marianne le fredda in volata

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Anche a Lonate Pozzolo la vittoria va a Marianne Vos, che anticipa Arndt e Stevens © Ufficio Stampa della corsa

Sta diventando frustrante, lo spettacolo di Marianne Vos. Non perché la più grande ciclista vivente sulla faccia della terra ci stia antipatica, anzi, il suo modo di correre ci piace un sacco. È che stiamo finendo titoli, aggettivi, iperboli, stiamo esaurendo lo stupore, che invece ricompare in noi quando l'olandese viene battuta. Insomma, cambiano i luoghi, le zone d'Italia, i terreni, non la protagonista.

Frustrante per noi e per le avversarie, che in una tappa per velociste o per fughe da lontano come quella di oggi vedono arrivare sì la fuga, ma con Vos, Arndt e Stevens. E proprio per questo, nonostante la sensazione di già visto che proviamo non soltanto a fine tappa ma addirittura prima della partenza, non possiamo non inchinarci ed apprezzare il modo di correre di Marianne Vos, che il saggio descrisse un giorno come fenomeno antico piovuto sul moderno. Precisamente.

Da che mondo è mondo in una corsa a tappe esistono tappe di montagna, quelle a crono e quelle dedicate a velociste. Nel finale di corsa quest'ultime spesso vedono fughe anche numerose arrivare in porto, perché la leader non è interessata a scannarsi per un traguarducolo. Ecco, la Leader per eccellenza e volutamente con quella "L" maiuscola, Marianne Vos, di questi schemi se ne strafrega.

Ieri, dopo la quarta vittoria ottenuta a Castagnole delle Lanze, aveva detto: «Mi piacciono le ultime due tappe, proverò ad ottenere il miglior risultato possibile, come faccio sempre». L'idea che Marianne avrebbe fatto di tutto per vincere ci aveva sfiorato, altroché, ma conoscendone le doti di donna (anche) veloce ci aspettavamo un altro sprint, magari con Olds e Bronzini a dare fastidio. Macché, troppo semplice per Marianne Vos.

È andata in fuga a 20 km dall'arrivo, quando di guadagnare terreno sulle dirette rivali proprio non ne aveva bisogno (1'54" su Evelyn Steven e 2'20" su Emma Pooley paiono distacchi sufficientemente ampli). Effettivamente non è della Vos l'iniziativa, bensì di Judith Arndt ed Evelyn Stevens che in pianura piazzano l'accelerata. Della serie, non disturbare il can che dorme. «Si sono mosse due atlete forti per la classifica generale, che non potevo lasciar andare. In volata poi le ho battute, sono felice», dirà a fine tappa Marianne Vos.

Arndt, Stevens e Vos davanti, con Pooley che prova a rientrare ma si rialza subito, vedendo che non recupera sulle battistrada. Vanno all'arrivo, le tre, consapevoli di che morte dovranno morire, visto che sono in compagnia della maglia rosa. Bruciate in uno sprint ristretto, la Vos a piegare la più ostica Arndt e la Stevens con una sparata fulminante lunga 100 metri.

La Crugnola di Mornago-Lonate Pozzolo misurava 116 km, viene ridotta a 110 (domani, lo ripetiamo, ci si aspetta l'arrivo a sorpresa a Bergamo Alta...) e prevede dapprima un circuito attorno alla località di partenza, sul cui traguardo si passerà tre volte, con tanto di Gpm a Casale Litta, anch'esso da ripetere tre volte. È stata disegnata da Noemi Cantele, portacolori della Be Pink che corre in casa e spera in un successo davanti alla sua gente. Coltivava la stessa speranza nel 2010, quando la sesta tappa, da Gallarate ad Arcisate, dove Noemi è nata, fu vinta da una Vos in rosa davanti a Judith Arndt - anche allora - ed Olga Zabelinskaya.

Prima del via si ricorda Carly Hibberd, scomparsa 365 giorni fa, investita da un'auto mentre si stava allenando attorno ad Appiano Gentile. Non partono Ina-Yoko Teutenberg ed Annemiek Van Vleuten; quest'ultima, caduta nella discesa di Goraiolo - era la tappa di Montecatini Terme - e con una clavicola fratturata, si è sottoposta nel pomeriggio ad un intervento con il laser. Potrà tornare ad allenarsi tra una settimana in vista dell'Olimpiade londinese. Il percorso all'inizio prevede un sacco di saliscendi e favorisce scatti e controscatti, fatto sta che è Linda Villumsen ad andare in fuga solitaria.

La portacolori dell'Orica-GreenEDGE, squadra australiana ma che non lontano da qui, a Gavirate, ha il suo quartier generale, a lungo ha calcato queste strade in allenamento ed evidentemente le conosce un po', sa dove poter scattare, il ritmo da tenere. Guadagna 30" e sembra poter accrescere il suo vantaggio; ecco allora che Noemi Cantele, amica, compagna di allenamenti e nel 2010 pure di squadra all'HTC-Columbia, prova ad accodarsi. Hai visto mai che sia il treno giusto...

La Villumsen un treno lo sarebbe pure ma Noemi si vede costretta a rialzarsi presto, non riuscendo a riprendere la neozelandese che ora vanta 1'20" sul gruppo. Dietro però non hanno intenzione di lasciare andare un'Orica-GreenEDGE, già beffate a Molinella da Tiffany Cromwell, e così la Villumsen viene ripresa a fine circuito. Si scende verso Lonate Pozzolo e non paiono esserci troppe difficoltà altimetriche. La caravatese Valentina Carretta, incitata dai suoi tifosi, vince il traguardo volante di Busto Arsizio, poi su decide la corsa.

Gli ultimi 20 km sono tutti pianeggianti, adatti ad una volata finale. Ma, come detto, Judith Arndt accende la miccia, Evelyn Stevens la segue, Marianne Vos non se la sente di lasciare le due avversarie da sole e si porta su di loro. Già che ci sono, guadagnano dapprima 35", quindi 40" sul gruppo tirato dalle ragazze della MCipollini, con la Pooley ad inseguire invano (subito rientrata nei ranghi). Davanti la Vos dà cambi che durano quasi il doppio rispetto a quelli di Arndt e Stevens, sui cui volti compare spesso e volentieri una smorfia di fatica.

L'arrivo è una formalità, con la maglia rosa a vincere sulla Campionessa di Germania e sulla Stevens. Il gruppo giunge con 40" di ritardo e regolato da Shelley Olds su Chloe Hosking e Giorgia Bronzini. Alona Andruk, Emma Johansson, Alena Amialiusik e Liesbeth De Vocht completano la top ten. In classifica Marianne Vos incrementa il vantaggio ed ora ha 2' precisi sulla Stevens, 3'20" sulla Pooley e 3'53" su Fabiana Luperini. Judith Arndt è 5a a 4'45". Elisa Longo Borghini conserva la maglia bianca ed ora per lei manca un solo passino per diventare grande.

Marianne Vos, d'altra parte, si sente meglio ogni giorno che passa e, avversarie permettendo, proverà domani proverà a chiudere in bellezza. Nella Sarnico-Bergamo, 106 km, si scaleranno due Gpm di 2a categoria, il Bianzano ed il Colle dei Pasta. Spazio per attaccare la Vos ce ne sarebbe, gambe per metterla in difficoltà, invece, sembrano esaurite. Anzi, sarà già tanto se non sarà lei a piazzare la sesta vittoria nel "suo" Giro.

Francesco Sulas

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