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Giro Donne 2012: Cercasi avversaria disperatamente - Vos alla quarta vittoria. Ma Stevens e Pooley sono innocue

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Marianne Vos vittoriosa a Castagnole delle Lanze © Ufficio Stampa della corsa

Tra tante tattiche e qualche attendismo, tra qualche buco ed un paio di frazioni interlocutorie, oggi si era giunti, se non alla giornata decisiva di questo 23° Giro Donne, alla tappa in cui le avversarie di Marianne Vos avrebbero trovato terreno fertile per attaccare la maglia rosa, sperando in un suo cedimento. Solo così, augurandosi una sua crisi, si può battere questa Marianne Vos che va come una moto e che nemmeno una motocicletta è riuscita a mandare al tappeto.

C'è una motoripresa nel Parkhotel Valkenburg Classic, gara del Limburgo che Marianne sta dominando con la fida Van Vleuten e Sharon Laws. Una manovra azzardata, questione di un nanosecondo e la più forte ciclista al Mondo cade, si frattura la clavicola, rimonta in sella, chiude anche al secondo posto. Trascorre una settimana nella sua casa Babilonienbroek, Brabante, a provare ad eseguire ogni singolo movimento che richieda l'uso delle braccia con un tutore. Il braccio al collo, un po' di nervosismo, i pensieri al futuro, ma senza troppi turbamenti.

Ad ogni azione corrisponde una reazione e Marianne, la sua reazione, sappiamo bene come la mostra: il 5 giugno - sono trascorsi solo 11 giorni dall'incidente - riprende gli allenamenti su strada con una condizione tutta da ricostruire, un Giro da correre, ma non da protagonista. «Punterò a vincere qualche tappa», disse. L'obiettivo è Londra, lo sanno anche i sassi. La maglia rosa? Lontana, quasi un miraggio, non se ne parla. Ma siccome una tappa tira l'altra arriviamo a stamane con una Vos in rosa, tre frazioni conquistate ed 1'44" sulla seconda in classifica, Evelyn Stevens.

Solo un colpo di mano ben concertato dalla stessa Stevens e da Emma Pooley può riaprire la corsa, ma non arriverà. Giungerà invece la quarta vittoria in sette tappe di una Marianne Vos che sta sempre meglio, che pare più brillante giorno dopo giorno e che dopo oggi dà una mazzata morale a chiunque volesse provare a levarle quella maglia rosa.

I 129 km da Voghera a Castagnole delle Lanze presentano un inizio semplice e pianeggiante, nel quale scatti e controscatti non portano a nulla. Al primo di una serie di zampellotti se ne va un gruppo di dodici atlete: Noemi Cantele ed Elke Gebhardt (Be Pink), Amanda Spratt (Orica-GreenEDGE), Giada Borgato (Diadora-Pasta Zara), Shelley Olds (AA Drink), Anna Van der Breggen (Selezione Olanda), Ina-Yoko Teutenberg (Specialized-Lulumenon), Marta Tagliaferro e Alessandra Borchi (Mcipollini-Giambenini-Gauss), Lise Nöstvold (Hitec Products), Liesbeth De Vocht (Rabobank), Romy Kasper (RusVelo). Guadagnano un massimo di 4'34" attorno al novantesimo chilometro ma è allora che Marianne Vos mette in testa la sua Rabobank. Magicamente il vantaggio delle dodici cala.

Shelley Olds, ieri prima a Salsomaggiore Terme, vince il traguardo volante di Santo Stefano Belbo ma le rampe della salita che, tra un tornante e l'altro, porta a Camo, mostra il gruppo in netta ripresa. È proprio il gruppo maglia rosa ad approcciare per primo l'unico Gpm di giornata. Ci si attendono i fuochi d'artificio, un po' com'era accaduto a Castiglione dei Pepoli. Pooley ma soprattutto Stevens scattano sì, ma Marianne Vos pare tornata quella del 2011: risponde tranquillamente ad ogni attacco (persino ad un allungo innocuo e senza pretese di Lucinda Brand) e pedala agile in testa ad un gruppetto quasi rassegnato ad attaccare, tanta è la forza mostrata dalla maglia rosa.

In vista dello scollinamento allunga Emma Pooley, perché va bene essere ormai a più di due minuti dalla maglia rosa ma la verde di miglior scalatrice vale la pena difenderla e portarla a Bergamo. Marianne Vos, per non saper né leggere né scrivere (ma correre sì, eccome), si piazza alla sua ruota, lasciando passare in testa l'inglese pur senza concederle un metro. La discesa fa più di quanto non avesse fatto la salita precedente.

Allunga Marianne Vos, che con il suo passo porta via con sé Emma Pooley ed Emma Johansson. Le due incontrano non poche difficoltà a tenere la ruota dell'olandese ma è la stessa maglia rosa che non forza più di tanto. Ai -5 km rientra sulle prime anche la bielorussa Alena Amialiusik; se non fosse caduta nella tappa di Montecatini avrebbe generato un gran bel duello con la nostra Elisa Longo Borghini (che oggi corre nel suo Piemonte) per la maglia bianca.

Ai -3 arriva un altro drappello sulle prime, comprendente Judith Arndt, Claudia Häusler, Elisa Longo Borghini, Evelyn Stevens, Tatiana Guderzo, Fabiana Luperini e Rasa Leleivyte. Proprio la Leleivyte tenta l'allungo, ma la ruota della Vos s'incolla alla lituana del Vaiano. È allora la Stevens che, in una sorta di remake di Castiglione dei Pepoli, scatta nel finale. Marianne Vos allora era stanca dopo un lungo inseguimento durato per buona parte della salita della Futa e non seppe rispondere.

Oggi è tutt'altra musica, e così la Stevens vede dietro di sé l'ombra esile della maglia rosa. E lì la statunitense capisce che molto probabilmente oggi non otterrà la sua terza vittoria di tappa al Giro.

A confermare questa sensazione ci pensa Marianne Vos, che ai 400 metri lancia la sua volata, imponendosi su Emma Johansson, Fabiana Luperini, Evelyn Stevens, Judith Arndt, che migliora giorno dopo giorno. Completano la top ten di giornata Emma Pooley, Rasa Leleivyte, Tatiana Guderzo, Ashleigh Moolman ed Elisa Longo Borghini.

Con i 10" d'abbuono Marianne Vos allunga ancora un pochino in classifica generale, staccando Stevens di 1'54", Pooley di 2'20", Luperini di 3'03", Guderzo di 4'24". Luperini e Longo Borghini conservano senza problemi la maglia azzurra di miglior italiana e la bianca di miglior giovane.

«Ora le mie forze sono concentrare sulla maglia rosa - affermerà a fine corsa Marianne Vos - ma la squadra come sempre è stata impeccabile e io giorno dopo giorno mi sento meglio quindi ne approfitto per raccogliere anche i successi di tappa. Le ultime due tappe mi piacciono. Come avete visto non mi interessa di che tipo siano, cerco sempre di dare il mio meglio».

Traduzione dal vossiano: domani so che si corre in casa Cantele, so che Noemi ci tiene, ma se arriveremo in volata non ci penserò due volte a provare a vincere. A Bergamo c'è qualche difficoltà in più ma con la gamba che sto ritrovando posso benissimo tener testa a tutti gli attacchi che mi sferreranno (magari...) e vincere la volata. Insomma, una Vos che pare tornata nel formato originale, quello che potendo non lascia nulla, ma proprio nulla, alle avversarie.

Domani 116 km da Crugnola di Mornago a Lonate Pozzolo; provincia di Varese e tappa puntata da Noemi Cantele. Può andar via la fuga (in fondo siamo all'ottavo giorno di corsa e la fatica si fa sentire) o ci si può giocare tutto in volata. Nel secondo caso, il più probabile, solo una Olds, una Bronzini o una Teutenberg (che però pare ancora lontana dalla forma migliore) potrebbero evitare la quinta vittoria di Marianne Vos in un Giro che dell'olandese porta ben più del graffio, della firma, dell'impronta.

Francesco Sulas

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