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Tour de France 2012: Com'è dolce la ruota di Fabian - E infatti tutti la succhiano | Cicloweb

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Tour de France 2012: Com'è dolce la ruota di Fabian - E infatti tutti la succhiano

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Fabian Cancellara anche oggi forse troppo generoso © Bettiniphoto

Bravo, bravissimo Peter Sagan, ma l'ennesima vittoria del talento slovacco è stata leggermente messa in ombra dal numero fantastico di Fabian Cancellara che, non sazio del primo posto nel prologo di ieri, ha provato a vincere anche oggi e ad ottenere quello che sarebbe stato il suo secondo successo in carriera vestendo la maglia gialla. Una mossa degna di un grande campione quale è Cancellara, che ha spesso fatto entusiasmare il pubblico con delle sparate irresistibili nei finali delle corse.

Dopo aver visto ieri la grande condizione fisica che Fabian ha palesato nel prologo, sarebbe una bugia dire che non ci saremmo aspettati qualcosa da lui anche sul traguardo di Seraing. In fondo il campione svizzero non è nuovo ad azioni del genere: l'allungo vincente in pianura con la maglia gialla sulle spalle nella tappa di Compiègne al Tour 2007 è entrato subito negli annali, ma pure l'anno scorso Fabian provò a movimentare gli ultimi 1000 metri della prima tappa a Mont des Alouettes, un traguardo forse pure più impegnativo rispetto a quello di oggi.

Qualcosa quindi era nell'aria, a maggior ragione vista l'assenza di leader affidabili e carismatici nella RadioShack e che quindi questa maglia gialla andava difesa a tutti i costi. Questa volta, prima di muoversi, Cancellara ha aspettato un punto ben preciso, individuato e studiato con grande attenzione. Fabian ha lasciato sfogare tutti gli avversari nel tratto più duro dello strappo di Seraing ed è salito con grande agilità ma cercando di rimanere sempre nelle posizioni d'avanguardia: quando termina uno strappo con pendenze ben superiori al 10%, se non c'è subito discesa, è in quel momento che si può capire le reali condizioni dei protagonisti ed è stato proprio lì che oggi Cancellara ha piazzato la sua micidiale progressione, a 1500 metri dalla linea d'arrivo. Ed oltretutto su un tratto di pavé.

Mentre i comuni mortali cercavano a riprendere fiato Cancellara se n'è andato con una semplicità unica ma per sua sfortuna a questo Tour de France c'è in gara un altro corridore che comune mortale non è, Peter Sagan. Nel giro di 100 metri lo slovacco s'è riportato in scia mentre Boasson Hagen è restato a sfiancarsi a pochi metri di distanza per tentare di rientrare anch'esso e c'è sì riuscito, ma solo a 750 metri dall'arrivo e grazie ad un rallentamento. In questo frangente s'è venuta a ricreare la stessa identica situazione della Milano-Sanremo dello scorso marzo con un enorme Fabian Cancellara a tirare davanti a tutti, un corridore che cerca di risparmiarsi il più possibile conscio di avere buone possibilità in volata ed un terzo stanco morto che riesce a fatica a stare a ruota degli altri due.

Tra Sanremo e Seraing non è cambiato nulla anche nell'ordine d'arrivo perché Fabian s'è ritrovato di nuovo battuto per un eccesso di generosità o di fiducia nei propri mezzi. Una Sanremo, però, non è una tappa del Tour de France e quel giorno Cancellara, battuto per battuto, fece benissimo a tirare dritto senza pensare a chi ci fosse dietro di lui e la sua superiorità fisica era talmente elevata che per pochi centimetri non riuscì a vincere dopo non aver ricevuto un cambio dalla cima del Poggio fino all'arrivo.

Oggi, però, la sensazione è che lo svizzero potesse gestirsi molto meglio negli ultimi 1000 metri o almeno dopo aver visto che la prima parte del gruppo si trovava ad una distanza abbastanza notevole: in fondo oggi cosa c'era da perdere? Un'azione fantastica lo aveva già eletto tra i protagonisti assoluti, la maglia gialla era al sicuro, mancava solo la ciliegina sulla torta. Un paio di volte il fenomeno della RadioShack ha pure provato a chiedere il cambio a Sagan ma è dura pensare che un ragazzo vicino alla prima vittoria (oltretutto all'esordio) al Tour de France possa decidere di sprecare un po' dell'enorme vantaggio che ha in termini di velocità in un arrivo allo sprint.

La tattica di Cancellara è stata quindi di nuovo quella di tirare fino alle ultime centinaia di metri, ma la differenza di classe tra Gerrans e Sagan sta tutta nel margine di distacco che i due sono riusciti ad infliggere allo svizzero sulla linea. Certo, un avvio di Tour de France così vale già tantissimo e c'è la concreta possibilità di difendere la maglia gialla almeno fino a sabato prossimo (oltre sarà quasi impossibile). Il problema è che da un anno e mezzo a questa parte sembra che Cancellara stia diventanto sempre più vittima della sua stessa forza perché, seppur non tra i più lenti in caso di arrivo in volata, per vincere nelle corse in linea è costretto quasi sempre ad arrivare da solo e ormai che tutti lo conoscono bene.

Sembra (o forse non è per nulla una parvenza) non esserci più nessuno disposto a collaborare con lui in fuga. L'atteggiamento e le caratteristiche del corridore non sono certo da toccare perché le sue progressioni e la sua generosità sono già che hanno contribuito di più a fare di Cancellara un grandissimo, però qualcosa di nuovo va provato e trovato, specie se uno come Sagan non è più il futuro ma il presente.

Sebastiano Cipriani

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