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Giro Donne 2012: Evelyn volante, pericolo costante - Stevens, tappa e maglia. Luperini 2a, Longo Borghini miglior giovane

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Evelyn Stevens s'impone a Castiglione dei Pepoli. Da oggi la maglia rosa è sua © Ufficio Stampa della corsa

È il suo anno. Attenzione, non stiamo parlando di Marianne Vos ma di Evelyn Stevens, da oggi nuova maglia rosa. Non le fosse bastato vincere una Freccia Vallone umiliando la Vos stessa sul suo terreno (resta da capire quale terreno non sia per Marianne Vos, ci lavoreremo), evidentemente non appagata dell'Exergy Tour, corsa a tappe statunitense che impara dal ciclismo europeo, classico, e lo ripropone con una formula vincente, ecco Evelyn, o meglio Evie, andarsi a prendere la maglia rosa. È una scalatrice che sa andare sul passo come le migliori specialiste. La discesa no, non è il suo pane, ma sono cose che succedono quando inizi a correre a 25 anni.

Già, perché la Stevens è una che fino al 2008 si allenava a tempo perso nei vialetti di Central Park, proprio come il più noto collega George Hincapie. Durante la giornata però Evie si guadagnava la pagnotta lavorando a Wall Street. Insomma, già la sua storia è particolare, ma quando le compagne di allenamento, le amiche che al College l'avevano vista andar così forte sui pedali, la incitano a provare con l'agonismo, lei lo fa, forse non credendoci nemmeno molto. D'altronde tecnicamente è tutt'altro che eccelsa, il fisico è sì allenato ma non ha mai sostenuto la fatica di corse a tappe o di gare di un giorno impegnative. Una piccola incognita anche per se stessa. Insomma, la volontà c'è tutta, il motore pure, le basi mancano assolutamente.

Non esplode subito, Evie, ma si capisce che questa classe '83 potrebbe fare grandi cose. Nel 2010 al Giro vince in solitaria la tappa di Albese con Cassano, dedicata a Fabio Casartelli, che proprio lì era nato. Si pensa possa tenere in classifica, verrà travolta dalla connazionale (ma all'epoca non erano compagne di team) Mara Abbott. Nel 2011 niente acuti e si inizia a pensare che Evie sia una campionessa a metà, una che non spiccherà mai il volo. Sbagliato, ed oggi l'ha fatto vedere, così come sta facendo parlare la strada da tutto il 2012. Sesta vittoria stagionale nella frazione forse più dura dell'intero Giro Donne, arrivo in solitaria davanti a Luperini, Pooley e Vos, mica Pinca e Pallina. Impresa? Ottima corsa? Good job? Sicuramente quest'ultima va confermata, good job Evie!

La tappa odierna è la più dura ed ostica del Giro, come detto: 124 km da Vernio a Castiglione dei Pepoli, scalando vette non mitiche ma importanti come Montepiano ed il Passo della Futa (con i suoi 940 metri è la Cima Coppi del Giro Donne). Dopo il traguardo volante di Vernio in cui la Olds anticipa Vos (2" d'abbuono non guastano mai) ed Armitstead, le rampe di Montepiano vedono andar via la neozelandese (ma è nata ad Herning, Danimarca) dell'Orica-GreenEDGE Linda Villumsen. Ottima tattica, quella degli australiani: mandare avanti un'atleta pur pericolosa per tenere al coperto Judith Arndt e la seconda punta (almeno in partenza) Claudia Häusler.

La Villumsen scollina a Montepiano con 2'11" sul gruppo maglia rosa che a poco a poco si sta assottigliando. Recuperare in discesa non è così facile perché la neozelandese sa guidare la bici da dio, tant'è che guadagna ancora. Katarzyna Sosna (Vaiano Tepso) e Monia Baccaille (MCipollini-Giambenini-Gauss) provano ad inseguire ma restano a 1'20" dalla Villumsen. Nel tratto tra Montepiano e la Futa i su e giù sono infiniti e la portacolori dell'Orica-GreenEDGE fa valere le sue doti di passista per portare il vantaggio sul gruppo maglia rosa a 3'20" su Sosna-Baccaille, 4'30" sul gruppo.

Le big capiscono che stanno cadendo nel tranello della GreenEDGE e si mettono ad inseguire: Rabobank ed Hitec davanti a tirare il gruppo, il vantaggio della Villumsen cala a 2'48", mentre la Sosna e la Baccaille vengono rapidamente riprese. Con questo vantaggio la Villumsen attacca il Passo della Futa e lì ci si aspetterebbe un'azione di Arndt o Häusler. Partono invece a 3 km dalla vetta le migliori scalatrici che ci siano in gruppo: Emma Pooley (AA Drink-Leontien.nl) ed Evelyn Stevens (Specialized-Lululemon), leggere tanto nel fisichino quanto nella pedalata agile e sciolta.

Dietro inseguono in 15 mentre Fabiana Luperini (Faren Honda) si riporta sulle due battistrada e va a formare un terzetto esplosivo. Inseguono ora in sei, tra cui Marianne Vos, Tatiana Guderzo e la giovane Elisa Longo Borghini. Nell'ultima parte di salita la Vos esce e si porta a 22" dalle battistrada, che agguanterà nei saliscendi finali. La maglia rosa, ora con le sue avversarie più o meno dichiarate (siamo onesti, chi alla vigilia avrebbe messo la Luperini davanti a tutte?), cerca di non perdere terreno e possibilmente di trovare la terza vittoria di fila.

Pooley, Luperini e Stevens sanno bene che se non attaccano ora questa Vos non ancora al top le loro speranze di vittoria saranno ridotte al lumicino. E così partono sparate, lasciando la maglia rosa a boccheggiare dopo la faticaccia dell'inseguimento. Delle tre la più pimpante è la Stevens, che scatta negli ultimi 3 km e stacca Pooley e Luperini. Pedalata sempre agile, sciolta, una danza sui pedali non bellissima ma efficace; le stacca in men che non si dica.

La Luperini vorrebbe l'aiuto della Pooley per ricucire su Evie e per tagliare fuori Marianne Vos, la britannica scuote la testa. Verrà mandata a quel paese dalla scalatrice di Pontedera, davanti a tutti ed in favore di telecamere. La Vos perde terreno ma non molla, anche se ormai il treno buono è andato. E questo treno arriva in stazione a Castiglione dei Pepoli senza ritardo, a braccia alzate, saltellando sulla bici dalla gioia.

La Stevens stacca di 20" Luperini e Pooley, di 31" Marianne Vos. Dopo si sale oltre i due minuti; a 2'02" Claudia Häusler, a 2'21" Elisa Longo Borghini va a prendersi la maglia bianca di miglior giovane. Arriva con Tatiana Guderzo, Elisa, e con la scalatrice sudafricana Ashleigh Moolman. Judith Arndt, che nelle prime tappe sembrava essere in gran forma, accusa 2'30" mentre decima è Annemiek Van Vleuten, che regola un gruppetto contenente, tra le altre, Emma Johansson e la bravissima Rossella Ratto, giunto a 3'17".

Come cambia la classifica? A parte le quattro arrivate in tempi ravvicinati le altre hanno già distacchi abissali. Evie Stevens dà 12" a Marianne Vos, 31" ad Emma Pooley ma già 1'01" a Fabiana Luperini (miglior italiana), 2'35" a Judith Arndt, 2'39" a Claudia Häusler, 2'41" a Tatiana Guderzo, 2'51" ad Elisa Longo Borghini. Poi c'è un buco nero e Ashleigh Moolman, nona, è a ben 5'30", così come Annemiek Van Vleuten.

Cosa attenderci dal prosieguo di questo Giro? Domani la tappa che si chiuderà a Montecatini Alto dopo aver scalato la salita del Goraiolo: sono solo 98 km, pochi ma buoni, come si dice, per fare una nuova, ulteriore selezione. Toccherà alla Stevens, alla Pooley ed alla Luperini, così come oggi, mettere in difficoltà una Marianne Vos non irresistibile come nel 2011 sulle salite. Non per una sorta di accanimento contro l'olandese, ci mancherebbe, ma perché le tappe successive saranno o pianeggianti o di media (ma molto media) montagna. Occasioni per scavare un bel solco tra le scalatrici e la Vos non ce ne saranno perciò troppe e la stessa Vos non al 100% della forma, tra un abbuono, una volata e qualche traguardo che di certo non mancherà di conquistare, rischia di mettere nel sacco tutte, come 12 mesi fa.

Ma attenzione a questa Evie Stevens: stacca tutte in salita, in discesa se la cavicchia ma, cosa più importante, è sempre nel vivo dell'azione. Diciamo che è nella piena maturità agonistica? Diciamolo. Starà a lei darcene conferma a partire già da domani, quindi nei giorni successivi. Starà a lei, come fatto oggi, spezzare il (presunto) monologo della Vos. Con la forma che si ritrova in questo 2012 non ci stupiremmo se portasse a compimento la missione.

Francesco Sulas

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