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Campionato Italiano Élite - Le Pagelle: Per Scarponi premio alla volontà - Michele coraggioso, Moser straordinario | Cicloweb

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Campionato Italiano Élite - Le Pagelle: Per Scarponi premio alla volontà - Michele coraggioso, Moser straordinario

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Gara coraggiosa per Michele Scarponi, che chiude al 5° posto © Bettiniphoto

Franco Pellizotti - 10
Probabilmente non staremmo neanche festeggiando il successo tricolore del delfino di Bibione senza le vicende degli ultimi due anni: la forte voglia di riscatto gli ha dato quella marcia in più per primeggiare in una corsa che ha dovuto correre praticamente da solo (all'Androni diamo solo un 6.5 per l'assenza degli uomini chiave nelle fasi finali; l'unico in evidenza in corsa è stato un bravo Alessandro De Marchi (7), in fuga dal mattino e tenace nel tenere Scarponi). Franco è riuscito nel penultimo giro a ricucire su Scarponi e allo stesso tempo tirare il collo ai Liquigas, i quali sono arrivati senza più energie all'ascesa finale. E pensare che è tornato a correre solo poco più di un mese fa. La classe non è acqua e speriamo di vedere Franco correre non solo col tricolore, ma anche con la maglia azzurra (perchè c'è un mondiale a Valkenburg che...)

Danilo Di Luca - 9
Dato per spacciato dopo l'anno scorso, il Killer ci dimostra che non è ancora un corridore finito con una splendida prova che l'ha visto (giustamente) correre quasi tutto il tempo di rimessa senza però smettere di collaborare all'inseguimento di Pellizotti. Anche per lui vale l'auspicio fatto per Franco, tra l'altro Valkenburg dovrebbe evocargli bei ricordi (il bronzo tra gli under 23, 14 anni fa).

Moreno Moser - 10
Non ha vinto la gara ma ha superato un altro esame importante: il massimo che si può chiedere a un neoprofessionista è di essere lì a giocarsi il campionato italiano su un percorso durissimo col gotha degli ultimi 10 anni di pedale tricolore. Ulteriore dimostrazione che il nipote d'arte è un talento da coccolare, maturo più degli anni che ha. Tra l'altro dimostra ancora una volta di essere impeccabile in corsa: non sbaglia una mossa, evita il fuorigiri in salita, collabora con Nibali in maniera adeguata. Chissà, potremmo vederlo in maglia azzurra già nel 2012...

Giampaolo Caruso - 8
Allo Svizzera ha dimostrato che oggi poteva essere uno dei protagonisti; il siciliano non ha deluso ed ha condotto una gara nei limiti delle sue possibilità, che lo vedevano il più svantaggiato tra i sei nel gruppetto finale. Arriva in croce agli ultimi chilometri, prendendosi male parole da Moser per la mancata collaborazione, ma evidentemente non ne aveva proprio più.

Michele Scarponi - 9
La sua condotta di gara spumeggiante contribuisce a rendere quello appena disputato uno dei più duri campionati nazionali mai visti. Entra nella fuga a metà gara (ben 130 km dal traguardo), si produce negli ultimi giri in accelerazioni che scremano inevitabilmente il gruppetto e poi va via da solo vanamente, sperando che dietro non venga fuori nessuno. La sua sfortuna è l'assenza di altri uomini ad un livello vicino al suo nell'azione.

Vincenzo Nibali - 5.5
Purtroppo Vincenzo continua a sorprendere in negativo nelle gare di un giorno: è lì tra i migliori, sembra pimpante, nel penultimo giro si produce in un'azione in discesa che fa veramente paura. Poi poco dopo attacca in piano ma interrompe bruscamente l'azione. Cosa sperasse di fare non è assolutamente chiaro: voleva portarsi via qualcun altro? Voleva mettere pressione agli avversari per tener fresco Moser? S'è fermato perché aveva capito di aver le gambe già in croce? Non si sa, fatto sta che paga lo sforzo e scoppia sull'ultima ascesa, dopo aver risposto al primo attacco di Pellizotti. Non sono bei segnali in vista Tour, dove per fare un bel risultato dovrà rischiare e allo stesso tempo cercare di non finire mai fuori giri come troppo spesso gli capita.

Liquigas-Cannondale - 5
Ormai è chiaro: la tattica Liquigas è correre a caso per confondere gli avversari. Altrimenti non si spiegherebbero Daniel Oss (voto 7 per la determinazione, giustificata più che altro dal fatto di correre in casa) correre per sé con i suoi compagni in caccia della fuga dietro e la già commentata azione scriteriata di Nibali. Amadio e soci sono ottimi cacciatori di talenti (la Liquigas è probabilmente la formazione ProTour col miglior parco giovani, Sagan e Moser su tutti, senza dimenticare Daniele Ratto, cui va un 6.5, sempre nel vivo della gara e arrivato alla conclusione) che gli assicurano risultati, ma la qualità tattica, come al solito, latita.

Lampre - 6.5
Pive nel sacco per il team di Saronni, ma la condotta della gara è stata inappuntabile: rischiare il tutto per tutto con avversari più avvantaggiati era la miglior cosa da fare. Così come inappuntabile è stato il comportamento dei gregari, ben cinque (Mori, Marzano, Ulissi, Stortoni, Bertagnolli) che han risposto presente negli ultimi due giri. Grandioso soprattutto Davide Cimolai (8), gagliardo pesce-siluro di Scarponi su un percorso che deve avergli fatto parecchio male. Poteva essere la corsa di Damiano Cunego (4) ma dopo il Giro di Svizzera appena concluso era abbastanza utopistico aspettarsi qualcosa di diverso da un ritiro per il campione di Cerro Veronese.

Salvatore Puccio - 7
Moser non è l'unico neoprofessionista che brilla nella gara di oggi: l'umbro del team Sky s'è prodotto in un attacco negl ultimi giri, sostenuto dal pimpante Matteo Montaguti (6.5), non pago del fatto che già esser là nel finale per Salvatore è un successo. Ne risentiremo parlare. Entrambi i corridori fan parte degli isolati o quasi dell'estero, tra i quali c'è anche Ivan Santaromita (6), più protagonista l'anno scorso, comunque degno di citazione per essere tra i sedici che han concluso questa prova massacrante.

Colnago-CSF Inox, Farnese Vini-Selle Italia - 6
Prova senza infamia e senza lode per le altre due Professional di spicco italiane, che avevano buone carte da giocare ma non possono neanche dire di tornare a casa con enormi rimpianti. Gli uomini di Reverberi puntavano su Pozzovivo e Brambilla; il primo sembrava in grado di agganciare i migliori sull'attacco decisivo ma poi si è liquefatto. La Farnese giocava le carte migliori con Failli e Rabottini, entrambi devono accontentarsi di un piazzamento. L'unico rimprovero che si può fare a queste squadre è che avrebbero potuto osare di più.

Astana - 6.5
Più che altro si dovrebbe parlare di Simone Ponzi e Francesco Gavazzi, che han fatto gara a sé (mancavano Guarnieri, Gasparotto e Tiralongo) cercando comunque di essere protagonisti; è un piacere rivedere Ponzi andar bene dopo l'affannoso inizio di stagione, tra l'altro nell'ultimo giro si è prodigato in un inseguimento che lo ha portato a ridosso di Scarponi e Nibali. L'impressione è che abbia perso l'attimo buono nella penultima tornata. Gran prova anche per Gavazzi, sempre meno velocista e sempre più passista, che conclude nono la prova.

Davide Rebellin - 5
Era lo spauracchio di questa prova, dopo le prestazioni recenti si pensava che sarebbe potuto essere il campione italiano più vecchio della storia coi suoi 41 anni. Invece non ha saputo affrontare i cambi di ritmo e dunque pazienza, alla fine gli anni passano anche per lui. Un altro vecchio duro a morire che oggi ha deluso un po' le aspettative è stato Fortunato Baliani (5), corsaro tra maggio e giugno in diverse corse giapponesi.

Giovanni Visconti - 4
Il campione in carica si ritira: di solito all'italiano riesce sempre a dare il meglio di sé, ma quest'anno dimostra da subito di non essere in condizione.

Paolo Bettini - 8
Il nostro cittì si interessa eccome alla prova odierna: segue la corsa in macchina, incita Scarponi mentre è in fuga, commenta le prestazioni a fine gara con il fare di chi ha tratto davvero delle conclusioni dalla giornata di oggi. Certo, è il normale lavoro di un CT, però è difficile pensare che dietro l'azione di inizio gara con Guardini, Modolo e Viviani (voto 7 a loro e a tutti i velocisti presenti nonostante un percorso palesemente inadatto alle loro caratteristiche) non ci sia il suo zampino e qualche indicazione data durante il collegiale a Levico Terme. Il voto così alto è propiziato anche dall'involontario sputtanamento del presidentissimo Di Rocco in diretta tv.

Renato di Rocco - N.P.
Proprio così, il presidente della Federazione può dirsi non pervenuto, visto che nella cerimonia di premiazione si limita a comparsare, senza neanche stringere la mano al vincitore e al secondo classificato, rei di essersi sporcati le mani con aghi e pasticche (anche se per Pellizotti ciò sarebbe tutto da provare). Il giovane Moreno invece è pulito - almeno fino a prova contraria - e a lui può essere garantita almeno una pacca sulla spalla senza la paura d'infettarsi. Niente male, un presidente che tratta i suoi atleti dopati come venivano trattati i malati di AIDS negli anni '80. A corredo del simpatico comportamento, una frase riportata da Bettini: «Come ironizzava il presidente Di Rocco, Pellizotti tutto sommato bene!». Ma che vuol dire «tutto sommato bene»? E ci sarebbe anche altro da dire, da una gara che viene organizzata di sabato per far spazio alla crono alla domenica (con conseguente scarsità di pubblico, come s'è visto) al fatto che l'anno prossimo la settimana tricolore sparirà del tutto, a séguito di delibera federale (una scelta forse obbligata dal fatto che nessuna società sportiva vuole accollarsi un tale onere organizzativo), ma si sa, siam faziosi e per questo abbiam querele pendenti. Fatto sta che nella giornata di oggi solo una persona ride sotto i baffi ed è Gianni Savio (10 e lode per la fiducia verso Pellizotti, per la sua consueta classe impeccabile e per le braccia protese verso il Delfino al traguardo, in stile parabola del figliol prodigo che ritorna a casa).

Nicola Stufano

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