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Giro di Svizzera 2012: Pape Sagan, Pape Sagan aleppe - Diavolo d'uno slovacco, vince ancora lui | Cicloweb

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Giro di Svizzera 2012: Pape Sagan, Pape Sagan aleppe - Diavolo d'uno slovacco, vince ancora lui

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A Trimbach-Olten terza vittoria su quattro tappe al Tour de Suisse per Peter Sagan. Il gesto è eloquente: è lui il numero uno © Bettiniphoto

Irrecuperabile. Nel senso che quando Peter Sagan parte gli avversari restano un paio di metri indietro e lo rivedono dopo il traguardo. Incontenibile. Perché quando inizia a vincere non riesce a fermarsi. Così fece in California, portando a casa le quattro tappe iniziali e tornando dagli Usa con un bottino di cinque vittorie parziali. Umile, anche. Perché la prima cosa che dice dopo la vittoria di oggi è che «senza lo splendido lavoro di Moreno Moser non so come sarebbe andata a finire. Negli ultimi chilometri ha chiuso tutti gli attacchi, permettendomi di fare la volata che volevo: lo ringrazio tanto e spero di ricambiare presto il favore. Buona parte di questa mia vittoria appartiene a lui». Non ha torto, Peter, che su quattro tappe del Tour de Suisse ne ha portate a casa tre.

Sembrava che Elmiger, Van Avermaet e Nordhaug, in testa alla corsa ancora ai -7 km, dovessero arrivare in fondo e giocarsela, visto anche il vantaggio sul gruppo nell'ordine dei 37". Ed invece ai -3 km ecco apparire sullo sfondo il plotone, una maglia verde in testa, un compagno di squadra a ruota: Moser pilota Sagan ed i fuggitivi si rialzano. Nel finale il trentino chiude su ogni attacco, poi è lo slovacco ad entrare in scena; lancia la volata, il solo José Joaquín Rojas prova a tenergli testa ma la differenza è troppa e pure lo spagnolo della Movistar si deve arrendere.

La tappa di oggi era, come quella di ieri, disegnata per corridori come Sagan: lo Scheltenpass dopo 81 km, Unter Hauenstein e Salhöhe (rispettivamente 2a e 3a categoria) ad animare un finale ondulato, che presentava comunque un arrivo in piano. Sagan poteva essere e Sagan è stato, perché lo slovacco è uno che raramente spreca le occasioni che gli si presentano.

L'avvio di tappa è molto veloce, con una prima fuga che va via dopo 26 km. Al suo interno Francesco Gavazzi, Kohler, Roy, Stybar, Agostini, Peterson, Monfort, Rojas, Bertogliati, Astarloza, De Clercq, Albasini e Zandio. Al gruppo non sta bene ed i tredici vengono riassorbiti prima dello Scheltenpass. Ma è proprio sulle rampe dell'unico valico di prima categoria che si sganciano nove uomini: Cataldo, Hayman, Kohler, Rast, Pérez Moreno, Minard, Paulinho, Mejías Leal, Vandborg.

Guadagnano minuti sin da subito e dopo la discesa hanno ancora 2'35" sul gruppo maglia gialla. Dario Cataldo, il meglio piazzato stamane in classifica (ha solo 1'15" da Rui Alberto Faria da Costa), per qualche ora sogna di vestire le insegne del primato. Quando mancano 39 km a Trimbach-Olten, sul cui traguardo si è già transitati una volta, la fuga sta perdendo terreno. Ecco allora entrare in azione l'austriaco della BMC Marrtin Kohler. Su di lui si porta l'Orica-GreenEDGE Mathew Hayman e poco dopo gli altri fuggitivi raggiungono i due.

Kohler non desiste e scatta ancora. Stavolta sembra una bella azione ma il portoghese Paulinho raggiunge e supera il BMC. La pioggia che cade copiosa ed i numerosi scatti davanti non favoriscono il buon esito della fuga, quindi sul penultimo Gpm, il 2a categoria di Unter Hauenstein, i battistrada sono rimasti in quattro: Vandborg, Mejías Leal, Kohler e Paulinho. Il gruppo è in netto recupero ed un allungo di Mathias Frank è decisivo per il ricongiungimento.

È però in questo frangente che scatta un resuscitato Dario Cataldo, approfittando di una rampa al 15%. Il 27enne di Lanciano guadagna terreno ed a 29 km dall'arrivo rimane solo in testa. Questa situazione dura un paio di chilometri anche perché allo scollinamento (ma la rampa di cui sopra non era segnalata come Gpm) è Lars Petter Nordhaug a sganciarsi dal plotone. Il norvegese della Sky si riporta in poche pedalate su Cataldo ed i due proseguono per un po' di comune accordo, con il gruppo a 21".

Gruppo controllato da un paio di uomini Astana ma dal quale continuano ad uscire uomini; ai -25 km, mentre Nordhaug ha salutato Cataldo, portandosi solo in testa, è il belga Greg Van Avermaet insieme allo svizzero Martin Elmiger ad avvantaggiarsi. I due si portano sull'abruzzese dell'Omega Pharma QuickStep all'inizio dell'ultima salita, quella di Salhöhe. Nordhaug vola sotto la pioggia mentre il gruppo s'è quasi rialzato e deve recuperare 25". Distacco che cresce di 14" durante la salita, motivo per cui un ricongiungimento pare improbabile.

Allo scollinamento Elmiger e Van Avermaet staccano Cataldo, approfittando della discesa resa viscida dalla pioggia. Ai -7 km si portano su Nordhaug ed è a quel punto che in testa al gruppo compare la maglia verde di Moreno Moser, seguito come un'ombra da Peter Sagan. Il trentino chiude su ogni allungo negli ultimi 3 km, tutto per portare lo slovacco alla volata. E quando Burghardt prova a partire non sa che sta commettendo un grandissimo errore.

«La volata finale non era facile da impostare perché non c'era un vero e proprio treno - dichiarerà Sagan a fine tappa. Era importante tenere le prime posizioni. Poi quando è partito Burghardt ho colto l'occasione e sono partito per non farmi rimontare. È un periodo felice, tutto ciò che provo mi riesce facilmente, non so nemmeno io come faccia. So bene però che non sarà sempre così per me ma finché posso sfrutterò ogni occasione».

Alle sue spalle José Joaquín Rojas prima si perde per chiudere alle transenne Freire (il cantabro concluderà al 9° posto parziale), quindi si impegna in una missione impossibile: recuperare terreno a questo Sagan. Terzo Albasini seguito da Heirich Haussler e da un bravissimo Francesco Gavazzi. Gusev segue il valtellinese dell'Astana, quindi Matteo Montaguti, abile a chiudere in 7a posizione. Nel primo gruppo tutti gli uomini che lottano per la generale e Damiano Cunego, dal quale era lecito aspettarsi qualcosa in un finale così ondulato e che invece resta a ruota dei Liquigas, portando a casa un 17° posto di tappa.

In classifica tutto resta come prima, con Rui Alberto Faria da Costa a precedere Fränk Schleck di 8" e Roman Kreuziger di 15". Pinot è a 17" mentre la coppia Roche-Lövkvist ha un ritardo di 21". Valverde a 23" è seguito da Gadret a 24", Nieve a 26" e Danielson a 29". Primo italiano in classifica Giampaolo Caruso, 15° a 41", quindi Damiano Cunego, 17° a 57". Moreno Moser, nonostante il lavoro sporco svolto per Sagan, è 19° a 1'01".

Domani quinta tappa, 192 km da Olten-Trimbach a Gansingen. Difficoltà altimetriche non rilevanti, con sei Gpm ma tutti di 3a categoria. L'arrivo tende a salire e la probabilità di assistere all'ennesima vittoria di Sagan (con oggi si è portato ad 11 vittorie stagionali) è davvero elevata.

Francesco Sulas

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