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Criterium del Delfinato 2012: Turbo Durbo svernicia Wiggins - Nel prologo Durbridge sul britannico per 1". Nibali 22° | Cicloweb

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Criterium del Delfinato 2012: Turbo Durbo svernicia Wiggins - Nel prologo Durbridge sul britannico per 1". Nibali 22°

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Luke Durbridge vince il prologo di Grenoble ed è il primo leader del Criterium del Delfinato © nzz.ch

Quant'è lungo un secondo e trentacinque centesimi? Quanto spazio occupa in una via del centro di Grenoble? Dove si poteva fare meglio? Queste le domande che staranno frullando per la testa di Bradley Wiggins, battuto dal giovane australiano (classe 1991) Luke Durbridge per, appunto, un secondo e trentacinque centesimi. Una lotta tra specialisti del cronometro, uno più esperto ed in caccia del Tour (nonché delle Olimpiadi di casa), l'altro più giovane e spensierato, che a quella maglia gialla che indossa sul podio nemmeno ci pensava, stamane.

Non sappiamo se Wiggins sia scaramantico ma nel caso il britannico avrebbe poco di che preoccuparsi per la sconfitta odierna, anzi! Già, perché nella scorsa Parigi-Nizza il prologo andò a Gustav Erik Larsson, cronoman più vecchiotto di Durbridge, e Wiggins, che corse sotto una pioggia non indifferente, chiuse alla piazza d'onore con un distacco di 1": andrà a vincerla, quella corsa verso il sole, respingendo gli attacchi vigorosi e convinti di Lieuwe Westra.

Proprio l'olandese della Vacansoleil era stato il primo a partire oggi a Grenoble, coprendo i 5.7 km del prologo in 6'46". Sarà un tempo che gli varrà il 12° posto di tappa e la convinzione che la gamba c'è. Non passa molto perché Cadel Evans tagli il traguardo facendo segnare un ottimo 6'44" che lo porta in 4a posizione, con Grivko in testa.

I più attenti si chiederanno come mai un calibro da novanta come l'iridato di Mendrisio possa partire tra i primi anziché far bello sfoggio di sé alla fine della corsa. È presto detto: Su Grenoble è previsto un acquazzone nel primo pomeriggio e proprio alle 14.45 partirà Bradley Wiggins, preceduto da altri big. La BMC, come molte altre squadre, preferisce non rischiare e lancia in pista il buon Cadel sin dalle prime battute, a strada già asciutta.

Bella mossa, non tanto quella di Luke Durbridge, che copre i 5700 metri del prologo in 6'39": solo Wiggins avvicinerà il talento australiano. Inizia a piovere - l'acquazzone ha anticipato i tempi - ed il Campione del Mondo tra gli élite, Tony Martin (Durbridge è quello degli Under 23) non va oltre un 6'43" che, a 5" da Durbridge, lo proietta al 4° posto. Avrà modo di rifarsi giovedì, nei 53.5 km a crono della Villié-Morgon-Bourg-en-Bresse.

La strada bagnata non permette di far segnare tempi che possano solamente impensierire Durbridge e così bisogna aspettare che il cielo di Grenoble smetta di lacrimare, che la strada si asciughi lentamente, per vedere una corsa più aperta. Il primo a far ben tra coloro che son partiti dopo la violenta scrosciata è Sylvain Chavanel. Si lancia alle 14.18 e fa segnare un 6'44" che lo porta ad ottenere il settimo posto parziale. Chiuderà ottavo. David Millar con il suo 6'48" è sì a soli 10" da Durbridge ma uno specialista come lui, che corre con la strada ormai asciutta ed ottiene un tempo tale fa capire che in ottica Tour c'è ancora da lavorare. Parte il nostro Vincenzo Nibali; sereno in volto, determinato e sciolto nel gesto, come sempre. Non ha modo di pennellare le curve cme piace lui, "a radicchio", perché una rotonda umidiccia ed un terzetto di curve a novanta gradi non necessitano di grandi capacità di discesista. C'è bisogno di spingere nei vialoni rettilinei, quello sì, e Vincenzo lo fa come sa. Alla fine il tempo è di 6'49", 10" distante da quel Durbridge che non vuol proprio uscire dall'angolo del leader.

Un Nibali partito giusto, né troppo piano né troppo forte, consapevole che le tappe per lui sono ben altre e che gli appuntamenti dove dovrà farsi trovare puntuale arriveranno tra meno di un mese. Meno bene del messinese uno che sarà, sarebbe, chissà, diretto rivale nella lotta per la maglia gialla, Andy Schleck. Già con le cronometro non ha questo gran feeling, se poi ci mettiamo la strada umidiccia ed un paio di vialoni con 5 curve dove dover rilanciare ecco che il giovane (nemmeno più tanto ormai) lussemburghese chiude con un 7'07", a 29" dal leader ed in 102a posizione. C'è da lavorare, caro Andy.

Tra gli ultimi a partire un Jurgen Van den Broeck che timbra un 6'50" valido per la 27a piazza appena dietro a Coppel e Kiryienka, oggi andati piuttosto piano. Parte Wiggins, ormai l'ultimo in grado di scalzare Durbridge dalla prima posizione. Il britannico, come sempre, pedala con gran potenza ed al contempo eleganza, con la schiena piatta e ferma, immobile nemmeno fosse ingessata. Percorre le rotatorie con disinvoltura e transita, sia all'andata che al ritorno, per quell'Avenue des Jeux Olympiques che non può non avergli suggerito qualcosa.

Ciò che vediamo subito è che Wiggo esce dall'ultima curva un po' meglio degli altri ma non troppo avvantaggiato. Se vincerà sarà per un'inezia, stesso discorso se non riuscirà a far meglio di Durbridge. Infatti va così, la seconda versione da noi proposta va in porto e Durbridge può festeggiare la prima maglia di leader. «Sono contentissimo, è la vittoria più imortante della mia carriera! Non sono qui per tenere la maglia. Volevo far bene in questo prologo e ci sono riuscito», queste le parole di Durbridge a fine corsa.

Il Campione Nazionale contro il tempo aveva subito il torto di chiudere secondo per 2" ai Mondiali di casa, a Geelong. In quella crono fu l'americano che abbiamo imparato a conoscere al Giro d'Italia, Taylor Phinney, ad imporsi tra gli Under 23. Durbridge si aggiudicherà l'oro iridato un anno dopo, a Copenhagen, precedendo l'enfant du pays Rasmus Christian Quaade ed il connazionale Michael Hepburn.

Da domani si fa davvero sul serio con i 187 km della Seyssins-Saint-Vallier, un su e giù che potrebbe mettere in seria difficoltà i velocisti presenti, altro che tappa da volata! Ognuno, da domani in poi, avrà modo di testarsi per sapere cosa aspettarsi nell'immediatissimo futuro (leggasi Tour de France e Giochi Olimpici). E chissà che, oltre a Wiggins, anche il giovane Luke Durbridge abbia lanciato un'occhiata a quella Avenue des Jeux Olympiques attraversata a tutta velocità, sognando un metallo prezioso. Un oro, perché no.

Francesco Sulas

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