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Trofeo Melinda 2012: La versione Beta gira alla grande - A Fondo Betancur batte Moreno Moser e Giampaolo Caruso

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Betancur sul traguardo di Fondo anticipa Moser (fuori quadro) e Giampaolo Caruso, sullo sfondo © Bettiniphoto

Visti i risultati non ne avevamo bisogno ma con la vittoria di oggi capiamo meglio il motivo della disputa, durante lo scorso inverno, tra Liquigas ed Acqua & Sapone per il colombiano Carlos Alberto Betancur. Questo classe '89 è ben più di uno scalatore, è ben più di un colombiano tipico, di quelli che vincono le corse a tappe facendo sfracelli sulle montagne. Nel 2010 era ancora dilettante e portò a casa il GiroBio, l'anno seguente passò professionista con Palmiro Masciarelli. La prima vittoria il 10 ottobre su un palcoscenico niente male per un 22enne, il San Luca di Bologna, era il Giro dell'Emilia.

Quest'anno Betancur ha già messo fieno in casina con ottimi piazzamenti al Giro del Trentino (mai fuori dai 10), quindi alla 4 Giorni di Dunkerque, conclusa al 4° posto in classifica e corsa da protagonista in quasi tutte le tappe. La prima vittoria al Giro del Belgio, nella 5a tappa; un centro davvero fresco, giacché è giunto appena domenica scorsa. Il secondo centro, tanto per non perdere l'allenamento, è arrivato oggi al Trofeo Melinda. Betancur, rimasto fino alla fine nel gruppo dei migliori, salta negli ultimi 500 metri Giampaolo Caruso e Leonardo Bertagnolli; domenica in Belgio aveva vinto su uno strappo lasciandosi alle spalle Kevin Pauwels, Sergey Firsanov e soprattutto Philippe Gilbert, che su quel tipo di arrivi soltanto dodici mesi fa sarebbe andato a nozze.

Con la vittoria di oggi Betancur riporta dopo dieci anni il Trofeo Melinda all'estero: l'ultimo non italiano a vincere fu Laurent Dufaux nel 2002, quindi una serie di vittorie italiane, da Francesco Casagrande a Davide Rebellin (oggi 4°), passando per Cunego, Garzelli, Anzà, Bertagnolli, Visconti e Nibali.

Si parte da Malè ed al via troviamo tra i 104 corridori Davide Rebellin e Franco Pellizotti, ad un nuovo esordio nelle corse italiane. Non prendono il via la coppia Meridiana, Radotic e McLean. Al km 28 va via la fuga ed al suo interno troviamo Dall'Antonia, Anacona, Ermeti, Cominelli e Kusztor. I cinque guadagnano dapprima 23" sul gruppo, quindi vengono raggiunti da Enrico Battaglin e prendono il largo su un plotone il cui ritardo ammonta a 2'27".

Dietro tutti badano a controllare affinché i sei non se ne vadano definitivamente mentre il giovane Julian Kern, tedesco classe '89 come Betancur nonché portacolori della Leopard Trek, prova l'azione personale per rientrare sui battistrada. Purtroppo i sei continuano a guadagnare, anche se non sensibilmente, e così Kern alza bandiera bianca. Al km 54 il gruppo, ora in ritardo di 2'35", inizia a rosicchiare terreno ai battistrada, sotto l'impulso, tra le altre, dell'Utensilnord.

Al primo passaggio sotto il traguardo di Fondo il sestetto ha solo 50" sul gruppo. Inizia un circuito da ripetere tre volte e con la salita di Ronzone a far la selezione. Al primo passaggio dal Gpm transitano Krusztor, Anacona e Battaglin mentre il gruppo ha nuovamente perso terreno ed ora deve recuperare 57". Nella discesa ancora l'Utensilnord di Bordonali a scandire il ritmo e nonostante ciò un terzetto prova ad agganciare i sei battistrada: si tratta di Emanuele Sella, Gabriele Bosisio e Giampaolo Caruso.

L'aggancio riesce anche ma il gruppo è a 20" ed i sei, ora nove, rientrano nei ranghi al km 124 di corsa. Sella riparte in contropiede e guadagna sensibilmente; a Fondo ha 1' sul gruppo, al secondo scollinamento del Ronzone vanta 1'55" su Kusztor e Codol che tirano per ricucire. È questo il vantaggio massimo di Sella, visto che da dietro il gruppo rinviene a forte velocità. L'Acqua & Sapone di Betancur si mette al lavoro ed al secondo passaggio da Fondo, quando suona la campana dell'ultimo giro, Sella è ripreso.

Sull'ultima ascesa verso il Ronzone si decide la gara, con Katusha e Liquigas a tirare per Giampaolo Caruso e Moreno Moser. All'ultimo Gpm restano in 29, quelli che effettivamente porteranno a termine la prova. Ci provano Moreno Moser ed Alessandro Bertolini, che corrono sulle strade di casa, ma il gruppo non lascia andar via nessuno dei due. La Lampre scandisce il ritmo negli ultimi chilometri per Leonardo Bertagnolli, anch'egli trentino, mentre ai -4 ci prova Paolo Bailetti. Il portacolori dell'Utensilnord Named viene ripreso ai -2 km e subito attacca Betancur, con un sacco di atleti che vano in difficoltà sotto le rasoiate del colombiano. Tra questi Matteo Rabottini, maglia azzurra di miglior scalatore all'ultimo Giro d'Italia.

Sono in pochi a rientrare su Betancur all'ultimo chilometro, in pratica coloro che si giocheranno la gara. Ai 500 metri parte Caruso ma Bertagnolli fiuta il pericolo e s'incolla alla sua ruota. Ma il fulmine bianco chiamato Betancur passa tutti; gli resistono soltanto l'ottimo Moreno Moser («L'anno scorso avrei messo al firma per un piazzamento così al Melinda, oggi mi soddisfa in parte», dirà a fine gara il corridore della Liquigas-Cannondale) ed appunto Giampaolo Caruso, che si piazzano rispettivamente secondo e terzo.

Ai piedi del podio l'eterno Rebellin, qui vincitore nell'agosto scorso, seguito da Pellizotti, Failli, Pozzovivo, Gianluca Brambilla, Kolobnev e Niemiec a completare la top ten. Tiene in salita, è veloce negli sprint ristretti, abile a domare gli strappetti del Belgio, scaltro quando si tratta di andare a prendersi la vittoria.

È tutto tranne che uno scalatore puro, questo colombiano che avremo voluto tanto vedere all'opera sulle strade del Giro d'Italia (ma lo vedremo nelle prossime stagioni, questo è poco ma sicuro). È Carlos Alberto Betancur.

Francesco Sulas

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