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Giro d'Italia 2012: Le dichiarazioni della ventunesima tappa

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Ecco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della ventunesima tappa del Giro d'Italia.

Marco Pinotti (BMC Racing) da Raisport
«Aspettavo questa cronometro da un anno, quando fui costretto a lasciare il Giro in barella. Ho cercato di recuperare le forze spese nell'ultima settimana. Ero stanco alla fine, sono contento. Il Giro è una corsa diventata internazionale, forse l'assenza di italiani dal podio rispecchia l'intenzione della corsa. Vincere un Mondiale o un'Olimpiade a crono è diverso da questa vittoria; là ci sono tanti specialisti. Punto a far bene ma la medaglia è davvero difficile».
 
Ryder Hesjedal (Garmin-Barracuda) da Raisport
«È un'emozione incredibile! Ho iniziato a credere alla maglia rosa giorno dopo giorno. È difficile descrivere quello che provo, è come un sogno che si realizza, è incredibile. Devo ringraziare i miei compagni che hanno creduto in me. Oggi ho dovuto correre molti rischi. La maglia rosa è il risultato di una vita di lavoro, non ho mai passato momenti così belli, non potrei essere più felice di come sono ora. Se penso al Tour? Magari tra qualche giorno ci penserò...».
 
Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha) da Raisport
«Il dispiacere è enorme. Questo Giro è stata una grande battaglia, abbiamo corso per 20 giorni a tutta. Avevo preparato bene il Giro e sentivo di poterlo vincere, ci tenevo. Ho fatto una grande crono ma quando trovi uno come Hesjedal è difficile stare al passo. Ho trovato uno che è andato più forte di me, gliene va dato atto, mi sono complimentato. Non sto a pensare dove arei potuto fare di più, non c'è un posto in cui ho perso questo Giro. Il nostro è uno sport in cui si deve cogliere l'attimo, è inutile avere ripensamenti dopo».
 
Michele Scarponi (Lampre) da Raisport
«Sono deluso. Ero partito per vincere, non volevo proprio scendere dal podio oggi, e non per occupare il gradino più basso. Ho combattuto nelle tappe più importanti ma non ho nulla da recriminare. Poteva andare meglio, c'è sempre qualcosa di migliorabile in ogni tappa. Non meritavo di scendere dal podio, con tutto il rispetto per Hesjedal e Rodríguez. Volevo ripartire da un podio, dal gradino più alto, dopo l'anno scorso. È stato un Giro combattuto, l'ha vinto un corridore fortissimo. Io volevo giocarmela e penso che ci sarei riuscito senza la crisi di Cortina. hesjedal? A inizio giro nessun pensava a lui come potenziale vincitore ma in gruppo vediamo come pedalano i nostri colleghi e lui non era da sottovalutare. A volte bisogna anche riconoscere i meriti agli avversari».
Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) da Comunicato Stampa Liquigas-Cannondale
«Vincere il Giro, lo so bene, è bellissimo. Hesjedal e Rodríguez sono stati i più bravi, se lo sono meritato. Ho vinto giri correndo così come ho fatto quest'anno, gestendo la squadra in questo modo. Non potevo sapere che avrei avuto una flessione in due giorni di montagna. La mia classifica non è all'altezza delle aspettative. Per il Tour, indipendetemente da come sarei uscito dal Giro, era nei programmi affiancare Vincenzo Nibali perché può fare un'ottima classifica e potrà anche puntare al podio. Io lo aiuterò ma questo non è il mio ultimo Giro da protagonista, i funerali li rimandiamo. Guardo ai meriti degli avversari, non ai demeriti degli italiani. C'è stato semplicemente chi ha fatto meglio di noi».
Damiano Cunego (Lampre) da Comunicato Stampa Liquigas-Cannondale
«Nessuna polemica in lampre tra me e Scarponi, le polemiche le create voi giornalisti. Ho corso un Giro movimentato da noi più che da altri. Ieri dovevo stare con De Gendt però lui sullo Stelvio era incontenibile e se n'è andato da solo all'arrivo. Esco da un Giro durissimo, in cui ho provato ad attaccare per mettere in ginocchio gli avversari. L'obiettivo chiaramente era centrare il bersaglio grosso con Michele Scarponi ma nel ciclismo si vince e si perde. Un podio in un GT? È un sogno per me! Il ciclismo di oggi non ti rende facile la cosa, gli obiettivi durante l'anno sono tanti e sei impegnato su più fronti».
La Redazione

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