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Giro d'Italia 2012: Tutte le laudi vanno a JRO - Assisi, tappa e maglia a Rodríguez

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Ad Assisi tappa e maglia per Joaquim Rodríguez © Bettiniphotodal nostro inviato

Il Joaquim Rodríguez formato 2012 non è come quello che avevamo conosciuto fino all'anno scorso. Quello visto in questa stagione ha un quid di inesorabilità (do you remember Freccia Vallone?) che gli permette di vincere da favorito, esattamente come avvenuto ad Assisi.

Il suo Giro fin qui "saronniano" (con gli abbuoni ha messo insieme un tesoretto che ora potrà gestire nei confronti dei rivali di classifica) non sarà stato spettacolarissimo, ma gli consente di essere in una posizione in cui mai era stato prima in carriera: se gli avessero detto che si sarebbe trovato, a metà gara, con un minuto (secondo più, secondo meno) su Kreuziger, Basso, Scarponi, Pozzovivo, Schleck, e per di più in maglia rosa, avrebbe forse sorriso di incredulità. E invece tant'è, e il catalano dovrà misurarsi ora con la prova più difficile della sua carriera: gestire questo vantaggio.

La tappa di Assisi, sviluppatasi su un territorio scenografico (le dolci colline laziali-umbre, un arrivo da cartolina all'ombra della Basilica di San Francesco), è partita senza Pozzato (scafoide fratturato nella caduta di ieri) e con una fuga di 5 uomini (Bonnafond, Failli, Mínguez, Keizer e Brandle) a cui il gruppo non ha lasciato troppo spazio (5' il vantaggio massimo). Ai 5 si è aggiunto nel finale anche un sesto atleta, Clement, ma a quel punto il plotone (tirato da Garmin e Movistar) era già incombente, e quindi ci si è potuti direttamente concentrare sulla rampa d'Assisi.

L'Astana, già premiata nei suoi sforzi da Tiralongo a Rocca di Cambio, ci ha creduto anche oggi, trenando, insieme alla Sky dei gemelli di Colombia (Urán&Henao), subito dopo che (ai 7 km) sono stati ripresi i fuggitivi. La AG2R (per Gadret) e la Radioshack (per Schleck) hanno dato altre due bottarelle, prima che Colbrelli, a poco meno di 4 km dall'arrivo, desse il la al susseguirsi di scatti che hanno caratterizzato il finale.

L'uomo Colnago è stato rilevato in testa da De Negri (Farnese), il quale è stato a sua volta scavalcato da Vaitkus (Orica); ma la Lampre ha lavorato per ricucire, e ai 3 km si era di nuovo tutti insieme. È partito allora Slagter, giovanotto della Rabobank che prova a rinverdire i freschi fasti dei Gesink e dei Mollema e dei Kruijswijk: l'olandese ha forzato per qualche centinaio di metri, sollecitando un accenno di reazione in Pozzovivo: ma stavolta Scarponi, a differenza che a Lago Laceno, ha subito fatto la voce grossa, impedendo al lucano di avvantaggiarsi.

A metà dello strappo, una contropendenza (ai 2500 metri) su cui Gadret e Urán hanno provato la carta della sorpresa, ma la Katusha aveva da troppo tempo l'acquolina in bocca pensando a questa tappa, e allora Dani Moreno in forcing ha annullato il tentativo a due e ha al contempo preparato il terreno per la stoccata del suo capitano Rodríguez.

Ai 700 metri, riecco Tiralongo, che come a Rocca di Cambio ha pensato di potersi inserire nella lotta per il successo di tappa, ma la conformazione dello strappo odierno, rendeva tale salita più adatta ad altre gambe. Quelle di JRO, per l'appunto: il catalano è passato a condurre, ben marcato dall'ottimo Slagter e, in terza ruota, da un sorprendente Huzarski. Gli altri uomini di classifica erano rimasti più indietro, e Rodríguez ha avuto buon gioco nel caricarsi mentalmente e nell'esplodere la sua sparata a 200 metri dal traguardo: nessuno è stato in grado di tenere le ruote del capitano Katusha, che ha così tagliato il traguardo davanti a Huzarski, a un Visconti in bella rimonta, e - più indietro - il gruppetto con tutti i più reattivi (da Pozzovivo a Gadret a Hesjedal, proseguendo con Slagter, Cataldo, Kreuziger e Urán, comprendendo nel novero anche Brambilla, Intxausti, Henao, Tiralongo, Basso, Dupont, Scarponi, Capecchi, Caruso e Nieve). Un po' più indietro Cunego e Rujano, a 26" Schleck, che non si è proprio ritrovato nel cambio di ritmo.

Rodríguez prende la maglia rosa, con 17" su Hesjedal e 32" su Tiralongo, e coi vantaggi cui abbiamo accennato sopra nei confronti degli altri big della classifica. Il Giro, giorno interlocutorio dopo giorno interlocutorio, non dipana nulla della sua ingarbugliata trama, tutto è ancora da scrivere e non è dato sapere, al momento, proprio nulla riguardo al finale che ci attende. Quel che è certo è che fino a Cervinia (in assenza di incidenti di percorso) la gara sarà nelle mani della Katusha, che dovrà difendere questo primato nelle tappe di Montecatini (facile ma con finale insidioso), Sestri Levante (complessa da interpretare) e Cervere (giornata da volata), prima che sulle grandi montagne si accenda veramente la lotta per la conquista del Giro 2012.

Marco Grassi

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