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Gran Premio di Francoforte 2012: Moseriamente ha rivinto così? - Moreno stupisce ancora con un assolo dopo il Laigueglia

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Con una sparata ai 700 metri Moreno Moser si aggiudica il GP di Francoforte © Bettiniphoto

Quando ai -35 dall'arrivo il russo Sergey Firsanov, Dominik Nerz e Moreno Moser si portano sul battistrada Tony Martin si capisce che, se tutto andrà come deve andare, sarà il nipote del campione di Palù di Giovo ad aggiudicarsi la corsa. Suona ormai strano, per un ragazzo giovane ma già vincente come Moreno, che la sua strada l'ha bell'e trovata, definirlo "il nipote di Francesco".

Tecnicamente nulla da eccepire ma forse preferirebbe essere identificato come il ragazzo dalla sparata d'oro, Moreno. Imparammo a conoscerlo tra i dilettanti, già lì non sapeva stare in gruppo, nel senso che spesso alla fine di una gara provava l'assolo e non di rado capitava che gli andasse bene (ci sovviene l'ultimo Giro del Medio Brenta, l'8a tappa del GiroBio la prima tappa della Due Giorni Marchigiana ed il Giro del Pinerolese, nel solo 2011). Ma tra i professionisti, si sa, il salto è notevole ed a meno che non si sia dotati di un gran motore e di una discreta dose di classe non ci si fa riconoscere alle prime corse.

Moreno si è messo in luce alla terza gara tra i grandi, in quel di Laigueglia. Allora gli bastarono un paio di tappe al Giro della Provincia di Reggio Calabria e duri allenamenti invernali per trovarsi sulla riviera ligure a precedere tutti. Come? Ma che domande... Con una sparata nell'ultimo chilometro e mezzo, quando ormai tutti erano pronti alla volata ristretta.

Anche oggi a Francoforte i quattro fuggitivi, raggiunto un buon vantaggio sul gruppo, erano lì a studiarsi. Velocità elevata per non perdere terreno, ma la fase di studio era iniziata da un pezzo. Moser ai 5 km salta un cambio, si posiziona in fondo al gruppo e fa finta di non sentire gli improperi in russo che provengono dalla bocca di Firsanov. È chiaro dove voglia andare a parare - meglio, a planare - il 21enne trentino. Otterrà il suo scopo.

La corsa era partita alle 11.55 da Eschborn e subito una fuga di una ventina di uomini, tra cui un paio di giovani portacolori della Nazionale tedesca; come dire che Greipel e soci potevano stare tranquilli, a ricucire il gap avrebbe pensato qualcun altro. Ripresi i fuggitivi, partono altri gruppetti, sempre puntualmente inseguiti dagli Argos di Degenkolb, campione uscente, e dai NetApp.

Il punto nodale della corsa è la salita di Mammolshain, con una rampa di 150 metri che fa davvero soffrire i corridori. Al terz'ultimo passaggio su quella rampa allunga come se niente fosse Tony Martin, che tira dritto e porta con sé un gruppetto. La discesa ricompatta il plotone ma s'è capito che il Mammolshain e la gamba dell'iridato a cronometro faranno la differenza.

Penultimo passaggio sul Mammolshain, Martin accelera nuovamente e stavolta nessuno tiene la ruota del tedesco dell'Omega Pharma QuickStep. Mancano 45 km al traguardo e Martin improvvisa una cronometro verso Francoforte. Tutto studiato perché il compagno più veloce, Gerald Ciolek, non è competitivo o azione mirata a recuperare la forma? Man mano che passano i chilometri e che il vantaggio sul gruppo resta maggiore di 30" ci si convince che sia un'azione destinata ad arrivare al traguardo.

Ultimo passaggio sul Mammolshain, Martin a dire il vero vacilla sulla rampa e perde qualche secondo nei confronti del gruppo. Non si scoraggia, Tony, e prosegue verso lo scollinamento. Nel falsopiano che precede la discesa lo raggiungono in tre: il russo Sergey Firsanov e la coppia Liquigas-Cannondale formata da Dominik Nerz e Moreno Moser.

Mancano 35 km all'arrivo, tutta pianura ed un circuito finale nel centro di Francoforte. Cambi regolari tra i quattro, Martin dà delle tirate che durano il doppio rispetto a quelle degli altri e lì un po' di energie per il finale il buon Tony le lascia. Non è importante, l'unica cosa che conta adesso è non far tornare sotto il gruppo che dopo le tirate della Argos viene lasciato in mano ai NetApp (e comunque naviga a 50"). Alle porte di Francoforte il vantaggio scende a 45" ed al primo (ed ultimo) passaggio sotto la linea d'arrivo il ritardo del plotone è sceso ancora a 40". Ma davanti i quattro non mollano.

La Liquigas in particolare, con Moser e Nerz, pare la più determinata a condurre in porto l'azione. Il giovane tedesco corre in casa, durante l'anno assolve a compiti di gregariato. Quando gli ricapiterà un'occasione così ghiotta? Tutti pensano che Moser sia lì davanti appunto per aiutare il compagno di un anno più "anziano" (Moser è un '90, Nerz un '89) e forse all'inizio il piano era pure questo. Ma ai -5 km l'azione dei battistrada si fa un po' meno fluida, la stanchezza si fa sentire e ciascuno osserva gli altri per capire su chi impostare la volata.

Nerz si porta sempre più frequentemente in testa a tirare e rilanciare l'azione, coadiuvato dall'ancora fresco Martin, e lì forse si ristabilisce in corsa la gerarchia di casa Liquigas. Ultimo chilometro, il gruppo ormai è lontano (45", troppi comunque per rientrare) e davanti ci si guardicchia.

Ultima curva, si vira verso sinistra e ci si immette sul rettilineo d'arrivo. Moser si mantiene volutamente in ultima ruota mentre davanti tutti prendono la curva all'esterno. Come non approfittare di questa traiettoria favorevole unita al lieve rallentamento? Moser parte all'interno e pesta sui pedali; parte come una scheggia, subito distanzia gli altri. Nerz non può né deve inseguire, Martin è provato dalla lunga fuga, in buona parte solitaria, mentre Firsanov, forse stanco o forse poco abituato a palcoscenici importanti, perde il tempo per accodarsi.

Moser mulina le gambe finché non vede due cose: il traguardo davanti a sé e Nerz dietro che va a prendersi il secondo posto. Allora capisce di aver vinto, solo allora sa di poter esultare, raccogliendo ogni singolo applauso che giunge dal numeroso pubblico accorso per l'occasione. Nerz, come detto, completa la doppietta Liquigas, mentre al terzo posto si piazza Firsanov. Giù dal podio Martin e tra i delusi finisce pure Greipel, capace di regolare con relativa semplicità il gruppo, per uno sprint che vale soltanto il 5° posto. Seguono Kristoff, Degenkolb, Schorn e Daniele Ratto, terzo Liquigas nei primi dieci.

Moser è il settimo italiano ad aggiudicarsi questa corsa (l'ultimo a vincerla fu Garzelli nel 2006) e porta a casa un trofeo che zio Francesco non riuscì mai a conquistare. Stessa storia di Laigueglia. Due vittorie in stagione, due sparate nel finale, ormai marchio di fabbrica di Moreno Moser. C'è chi prevede per Moreno un futuro ricco di vittorie in Liegi-Bastogne-Liegi e nelle corse delle Fiandre ma a 21 anni si può anche sognare e poi fissare i propri obiettivi. Un peccato che non lo si possa ammirare al prossimo Giro d'Italia, in qualche tappa ci avrebbe fatto divertire, non c'è dubbio. Avrà tempo per rifarsi, Moreno Moser, quello che vince con la sparata nelle ultime fasi di corsa. Ed anche il nipote di Francesco, certo. Come si dice, buon sangue non mente.

Francesco Sulas

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