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Giro del Trentino 2012: È un Trentino tutto da scalare - Arrivi a Punta Veleno e Passo Pordoi. Basso si testa: sarà al Giro?

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La Colombia Coldeportes in ricognizione a Punta Veleno. Uno degli arrivi più duri del Giro del Trentino © it.paperblog.com

Siamo alla resa dei conti, al chi è dentro, al chi è fuori. Siamo al varco attraverso il quale o si va al Giro d'Italia o lo si salta, lasciando spazio a compagni di squadra più in palla. Il Giro del Trentino è sempre stato una sorta di banco di prova per chi voleva far bene, diciamo far classifica e possibilmente vincere, al Giro d'Italia.

È il viatico per eccellenza, insieme al Giro di Romandia; qui e nella Svizzera romanda si capisce se la gamba gira, si prendono le ultime, cruciali decisioni. Chi punta tutto sulla corsa rosa è proprio in Trentino che ha sempre effettuato gli ultimi test, le ultime verifiche, le prove generali in corsa. Perché uno spettacolo come il Giro d'Italia, specie se ti può cambiare una stagione, in positivo o in negativo, non può rischiare di essere steccato.

Raramente però questo test per le gambe quale è il Trentino era stato così difficile, con nomi blasonati e località d'arrivo da temere: basti dire Punta Veleno o Passo Pordoi. Incutono timore, la prima per le pendenze al limite dell'impossibile, la seconda più che altro per tradizione. Più che un preludio alla battaglia sarà veramente una lotta, questo Giro del Trentino, anche perché il percorso offrirà non pochi spunti.

C'è un po' di tutto ma soprattutto montagna, com'è logico che una regione come il Trentino presenti. Salite ma non solo; si partirà infatti con una cronosquadre da Riva del Garda ad Arco, 14.3 km in totale. Anche qui molte squadre olieranno gli ultimi meccanismi in vista della prova contro il tempo, sempre a squadre, prevista al Giro d'Italia. Sarà la quarta tappa, si correrà sulle strade di Verona e la distanza, rispetto alla prova trentina, sarà poco più che raddoppiata (al Giro si correrà sui 32.2 km).

Tra Riva ed Arco si potrò capire quale squadra al Giro sarà più efficace in una prova dove l'affiatamento e dei meccanismi ben oliati contano quasi più di ogni altra cosa.

Dopo questo preludio tutto pianeggiante la seconda tappa presenterà il primo arrivo in salita, con tanto di asperità prima del finale; ma facciamo qualche nome. Da Mori a Sant'Orsola Terme, 152 km con la salita a Vigolo Vattaro dopo meno di 40 km. Si attraverserà quindi la Valsugana, raggiungendo Borgo Valsugana e Levico Terme per poi iniziare a salire fino ai 1358 metri del Palù del Fersina e subito dopo al Passo Redebus, quest'ultimo con pendenze davvero importanti. Discesa fino a Pergine ed ecco i dieci chilometri della salita finale, pendenza media del 5.7% ed arrivo a Sant'Orsola Terme. Non ci si faccia ingannare dal nome, sarà infatti poco lo spazio per il relax in una frazione come questa che già potrebbe delineare la classifica.

Meno selettiva, eppure più dura, immensamente più dura, sarà la terza tappa, da Pergine a Punta Veleno. Fa paura solo il nome, a scalatori e non. In mezzo una salitella, quella di Lumini, lontana dal traguardo ma tutt'altro che semplice: non da prendere sotto gamba, insomma. Il gran finale di tappa presenta l'ascesa di punta Veleno da Castello di Brenzone: si tratta di 8 km al 12.5% di pendenza media, 999 metri di dislivello. Una salita che, con rampe da ribaltamento, difficilmente farà distacchi, in quanto ognuno guarderà a se stesso, senza fare la corsa sugli avversari. L'ascesa terminerà 2500 metri prima del traguardo, che verrà raggiunto tramite una breve discesa, ma ormai lì i giochi saranno fatti.

Ultima frazione con l'arrivo più di prestigio che altro. Il Passo Pordoi evoca infatti imprese d'altri tempi (ma non troppo, fu lì infatti che nel 2001 Gilberto Simoni vestì la prima maglia rosa) eppure la tappa sarà abbordabilissima. Chiaro, dopo le enormi fatiche dei due giorni precedenti sarebbe stato troppo farcire di rampe e rampette anche il gran finale. Da Castelletto di Brenzone al Pordoi risalendo Val di Fiemme e Val di Fassa; da Canazei in su sarà la strada a scegliere il vincitore del Giro del Trentino 2012.

Ma chi ci correrà, su questa strada? In primis due che vorrebbero e potrebbero essere enormi protagonisti al Giro, Michele Scarponi ed Ivan Basso. Il primo, campione uscente su queste strade, avrà al suo fianco una spalla d'eccezione, Damiano Cunego, sceso appositamente dal Belgio (dove tornerà domenica per correre la Liegi); il ragazzo di Cerro Veronese sarà molto probabilmente al Giro con Scarponi, già al Giro dell'Appennino in grande spolvero sulle rampe della Bocchetta. Chi è meno sicuro di essere alla corsa rosa, ed in Trentino cerca buoni riscontri, è Ivan Basso.

Dopo gli allenamenti sul Teide il varesino deve ancora riprendersi dalle sfortunate cadute a Parigi-Nizza e Catalunya: «Vivo questa corsa come una sorta di secondo debutto stagionale – afferma Basso. Purtroppo gli incidenti a Parigi-Nizza e Catalunya hanno compromesso il mio programma di gare ed i giorni di corsa che ho nelle gambe sono pochissimi. Non posso pretendere di avere ritmo e devo riprendere confidenza con le dinamiche di corsa. Al Giro del Trentino ci sono salite vere, utilissime per la mia preparazione ma sulle quali non puoi inventare nulla per essere tra i migliori. Voglio pensare a questo appuntamento come a un nuovo passo avanti nella mia rincorsa al Giro d'Italia: Trentino e Romandia saranno le corse che determineranno la mia partecipazione alla sfida per la maglia rosa».

Già, perché nel caso non si ritenesse all'altezza, nel caso la forma non lo sorreggesse, il varesino chiederebbe il cambio. Pronto a subentrare Vincenzo Nibali, ma questa è un'altra storia che verrà scritta, appunto, appena concluso il Romandia.

Non una corsa tra due o tre e basta, anche perché ci sarà un Kreuziger in formato Giro d'Italia, pronto a sparare buona parte delle cartucce (le migliori le terrà per maggio), un Gadret che vuole trovare la miglior forma, la Colombia Coldeportes che se ha compiuto una ricognizione a Punta Veleno nei mesi scorsi un motivo lo avrà pure avuto. Occhio anche ai ragazzi di Gianni Savio, galvanizzati dalla vittoria all'Appennino con Felline e che punteranno molto su Rujano.

C'è poi l'Acqua e Sapone di Betancur e Di Luca (il colombiano ha resistito agli attacchi di Scarponi sulla Bocchetta, all'Appennino) che, esclusa dal Giro, cerca buoni risultati corsa dopo corsa. Chi al Giro ci sarà e vede in queste tappe trentine un piatto invitante è Domenico Pozzovivo; parso in palla all'Appennino, il fisico asciutto forse come non mai, eleva la superstizione a mille e ricerca dei bei risultati, dopo tanti anni sfortunati. A Punta Veleno patirà anche lui che è uno scalatore puro ma sulle altre salite può fare davvero il colpaccio.

Occhio anche alla prima tappa: la BMC di Phinney vuole vincere quella cronosquadre ma l'Astana di Kreuziger non sarà certo disposta a perdere terreno, senza contare una NetApp che dalla Coppi e Bartali in poi non sta sbagliando più un colpo o quasi. Passisti come Barta ed Huzarski potrebbero essere fondamentali sui 14 km da Riva del Garda ad Arco. Insomma, la NetApp ultimamente sta dimostrando che l'invito al Giro, seppure non gradito a chi ne è rimasto fuori, proprio immeritato non è.

Domani la prima squadra uscirà dalla rampa di lancio alle 14.45 e sarà la Colombia Coldeportes; un lancio che per altri (non per i colombiani) non è soltanto verso la gara a tappe trentina, un lancio che porterà in Danimarca, a Herning, prima tappa del Giro d'Italia. Chi ci sarà, chi no? Tra quattro giorni avremo le prime indicazioni.

A questo link la startlist ufficiale

Francesco Sulas

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