Giro dei Paesi Baschi 2012: Sánchez-Arrate, l'interesse sale - SSG, terza vittoria in tre anni sull'Alto. Cunego c'è
- Vuelta Ciclista al País Vasco 2012
- Euskaltel - Euskadi 2012
- Katusha Team 2012
- Lampre - ISD 2012
- Alberto Losada Alguacil
- Andreas Klöden
- Antonio Piedra Pérez
- Bauke Mollema
- Christopher Horner
- Damiano Cunego
- Davide Mucelli
- Giampaolo Caruso
- Jean-Christophe Péraud
- Joaquim Rodríguez Oliver
- José Herrada López
- Jussi Veikkanen
- Lars Petter Nordhaug
- Mads Christensen
- Michele Scarponi
- Robert Kiserlovski
- Samuel Sánchez González
- Sergio Luis Henao Montoya
- Simon Spilak
- Tony Martin
- Ángel Vicioso Arcos
- Uomini
Cosa deve fare, più di così, il povero Samuel Sánchez, per vedersela intitolare, quella salita di Arrate? Più in là che vincere per tre anni consecutivi la tappa che in quel luogo si conclude, non può veramente andare. Se poi gli amministratori locali non vorranno fare un passo tanto azzardato, potranno limitarsi a imporre il nome di SSG alla chicane su cui, invariabilmente dal 2010, l'asturiano s'invola pennellando la doppia curva e andando ad alzare le braccia al traguardo.
La storia di questo film già visto è nata oggi, 25 km dopo il via da Vitoria, con una fuga a 5 (Herrada, Christensen, Veikkanen, Piedra e Mucelli, già all'attacco l'altroieri). Purtroppo per gli ultimi due nomi della parentesi, la salita dell'Alto de Kampasar, dopo 60 km scarsi di tappa, è stata già troppo: staccati così presto Piedra e Mucelli, gli altri tre hanno proceduto in trio fino ai -40 dal traguardo, laddove, all'inizio dell'Alto de Ixua (bypassiamo ogni possibile commento sul precedente passaggio sull'Alto de Miñota...), Herrada ha preso il largo, staccando i due nordici che erano con lui.
Su quelle stesse rampe, mentre Andreas Klöden, alle prese con qualche problemino di salute, si staccava dal gruppo, dal medesimo fuoriusciva Alberto Losada: che potesse essere una tattica a favore del coéquipier Joaquim Rodríguez, se n'è avuta conferma allorquando, ripreso Losada dal plotone, son partiti in contropiede Vicioso e Caruso, altri due Katusha: chiaro l'intento di rendere quanto più dura possibile la corsa sin dalla terz'ultima salita di giornata. Bisogna comunque dire che l'Euskaltel non si è minimamente commossa al cospetto di tanto sforzarsi, e gli uomini in arancione hanno sempre controllato ottimamente la situazione, tirando un gruppo sempre più assottigliato fino a che, ai piedi della salita conclusiva, la tappa non è entrata nella fase decisiva.
Lì, a 8 km dal traguardo (e quindi 7 dalla vetta), Herrada (che nel frattempo era stato ripreso da Caruso e Vicioso), ha finito le energie facendosi staccare. Tra gli uomini di classifica, il primo a forzare è stato Kiserlovski, che s'è messo in testa ai 6 km e ha favorito con la sua azione il rientro del plotone sui due Katusha in avanscoperta. Ripresa ai 5.5 km la coppia italospagnola al comando, si son rotti tutti gli indugi, e Chris Horner, lo Sean Connery del ciclismo (nel senso che invecchiando migliora), è scattato.
Kiserlovski si è accodato all'americano, ma dopo che il giovane Henao ha riavvicinato gli altri, è stato Joaquim Rodríguez a partire in contropiede, a 4.4 km dall'arrivo. Horner non si è scomposto e ha preso la ruota del catalano, mentre alle spalle dei due si selezionava un gruppetto comprendente Scarponi, Cunego, Mollema, Spilak, Péraud, Nordhaug, Samuel Sánchez, i citati Henao e Kiserlovski e, udite udite, Tony Martin.
I Lampre non hanno certo fatto i succhiaruote della compagnia, visto che a turno si sono anche incaricati di fare il ritmo nel drappello (Cunego più impegnato di Scarponi), ma tale ritmo era evidentemente insoddisfacente per Sánchez, che ai 4 km è partito per una volata che l'ha riportato sui due battistrada. Quando costoro se lo son visto arrivare, hanno iniziato a sudare freddo, visti i precedenti; Horner ha provato a scattare un paio di volte, ai 2.5 km e a 800 metri dall'arrivo, ma SSG, attentissimo, non ha concesso neanche un metro, e anzi d'autorità s'è messo in testa per impostare lo sprint (o meglio, la chicane ai 500 metri) come più gli garbava.
Inutile dire che la manovra dell'asturiano è stata baciata dal successo (e va a fare il paio col numero fatto nel finale della tappa di Badalona alla Volta a Catalunya non più tardi di una decina di giorni fa): JRO e Horner non sono riusciti a mettere in discussione la vittoria di SSG, sicché si sono placidamente accomodati al secondo e al terzo posto di giornata; a 12" dai primi è transitato un gruppo fattosi abbastanza corposo nel chilometro finale della tappa (quello in cui la strada spianava), e comprendente praticamente tutti i più forti, cioè quelli che contenderanno ai 3 attaccanti il successo finale del Giro dei Paesi Baschi.
Mollema ha preceduto Cunego al quarto posto, e Scarponi (sesto) è stato a sua volta preceduto da Tony Martin: il quale, se domani a Bera (secondo arrivo in salita consecutivo, sull'Alto de Ibardin) riuscirà a salvarsi, diventerà definitivamente l'uomo da battere, visto che la corsa si concluderà domenica con una cronometro in cui il tedesco può decisamente fare la differenza.
L'assenza di abbuoni nella Vuelta al País Vasco fa sì che la generale sia pedissequamente ricavabile dall'ordine d'arrivo odierno, con SSG leader pur con lo stesso tempo di Rodríguez e Horner; Mollema, Cunego, Martin, Scarponi e via via altri 13 corridori, seguono a 12", e al netto di sorprese, saranno questi 20 uomini a giocarsi il successo finale.