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Parigi-Nizza 2012: Qual buon vento! E Boonen fa cento - Dopo i ventagli volata vincente di Tom. Wiggins nuovo leader

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Tom Boonen può esultare sul traguardo di Orléans. Per lui si tratta della 100esima vittoria da pro' © BettiniphotoPotente, determinato, vincente e sì, incazzato. Questo è il Tom Boonen che, dopo aver perso un'Het Nieuwsblad per mano dell'ottimo Sep Vanmarcke, si presenta sul rettilineo d'arrivo di Orléans.

Stando all'altimetria della tappa oggi si sarebbe dovuto vedere uno sprint di gruppo, i migliori velocisti suonarsele di santa ragione e magari Tom vincere lo stesso, considerata la splendida forma che l'assiste.

Ma spesso le altimetrie lasciano il tempo che trovano; in questa Parigi-Nizza è stato finora il tempo inteso, come meteo, a farla da padrone ed a decidere le sorti della corsa. Nella crono di ieri il tempone di Larsson era stato messo al sicuro da una pioggia che non aveva permesso agli ultimi partenti di dare tutto (il solito Wiggins, stilista del pedale, aveva rischiato comunque di vincere, restando indietro di un secondo).

Oggi, quando la tappa prende il via, la pioggia è gia passata. Asfalto bagnato ma il bello deve ancora venire. Il fuggitivo della prima ora è Olivier Kaisen della Lotto Belisol. Se ne va al km 60 e guadagna 1'30" sul gruppo. Transita anche per primo sull'unico Gpm di giornata ma De Gendt, che veste la maglia di miglior scalatore, è secondo e mantiene il primato.

Al km 72 Ivan Basso fa spaventare la sua squadra dopo una caduta; il varesino si rialza e torna in sella. Patirà 11' al traguardo ed a sera sarà trasferito al pronto soccorsa di Orléans (con Paolo Longo Borghini) per accertamenti. Manca poco alla tempesta perfetta, altrettanto all'imboscata ben riuscita.

All'altezza del rifornimento (siamo al km 93) Kaisen viene riassorbito da un drappello di uomini. Il nostro belga in avanscoperta si aspetterebbe di veder sopraggiungere alle sue spalle l'intero gruppo, invece gli sfreccia a fianco solo una trentina di uomini.

La soluzione a questo rebus è semplice: al rifornimento si alza un ventaccio che invoglia le squadre più forti (e interessate alla classifica generale) a fare dei bei ventagli. Chi conosce un po' le dinamiche di corsa non si fa sorprendere ed entra nel gruppo di testa, gli altri restano indietro e non recupereranno più.

Tra gli attardati c'è il leader Gustav Erik Larsson, i fratelli Schleck, Ivan Basso e Damiano Cunego. Troviamo anche quasi tutti i velocisti che oggi pregustavano la vittoria; tutti tranne uno, Tom Boonen, davanti con altri tre compagni di squadra. Un'altra dimostrazione di forza dell'Omega Pharma QuickStep.

Presto la situazione si rivela chiarissima, con tanti gruppetti nelle retrovie ed un bel drappello in testa alla corsa, composto da 21 uomini.

Questi i maghi del vento: Tom Boonen, Sylvain Chavanel, Levi Leipheimer e Nikolas Maes (Omega Pharma), Maxime Monfort (RadioShack), Tejay Van Garderen e Taylor Phinney (BMC), Bradley Wiggins e Geraint Thomas (Sky), Alejandro Valverde e José Joaquín Rojas (Movistar), Anthony Ravard (AG2R La Mondiale), Lieuwe Westra (Vacansoleil), Arnold Jeannesson (FDJ), Andreas Klier e Sep Vanmarcke (Garmin-Barracuda), Simon Spilak ed Ángel Vicioso (Katusha), John Degenkolb (1T4I), Robert Kiserlovski e il nostro Francesco Gavazzi (Astana).

Dire che procedono di comune accordo è dire poco: cambi regolari, i passisti Wiggins, Phinney, Thomas, Leipheimer ad alternarsi insieme a tutti gli altri. Il riscontro di quest'accordo è che da 1'40" di vantaggio ai -50 il gap si impenna a 2'15" ai -38 km. Wiggins, già leader virtuale, si assicura anche 3" di abbuono sprintando con successo su un signore di nome Alejandro Valverde.

Ai -23 all'arrivo il vento è calato notevolmente ma non il vantaggio dei 21 battistrada sulla maglia gialla, che anzi continua a perdere: 2'25" ora il distacco. Da registrare una foratura di Damiano Cunego, chiamato così ad uno sforzo supplementare per rientrare sul gruppo maglia gialla.

Davanti inizia la fase di studio e c'è chi, come Ravard, si mantiene costantemente in ultima ruota per preservare energie per la volatina. L'Omega Pharma però, in accordo con la Sky di Wiggins (che conta su un ottimo lavoro di Geraint Thomas), mantiene un ritmo forsennato per evitare che negli ultimi chilometri qualcuno provi la sortita. Eppure Westra, come ampiamente preventivabile, si esibisce in uno scatto telefonato a meno di 5 km da Orléans. Subito ripreso e gruppetto di nuovo compatto fino ai 500 metri.

Lì parte Klier. Guadagna terreno ma imbocca male l'ultima curva e facilita il lavoro degli Omega (da elogiare, su tutti, Sylvain Chavanel, che ha scandito il passo in modo magistrale).

Boonen non si fa sorprendere dal corridore della Garmin ed è volata: Tom parte un po' lungo e rischia di subire la rimonta di Degenkolb e Rojas (Phinney, partito bene, si spegne pian piano). Ma Boonen è entrato nella mentalità di non buttare più via un'occasione, se questa càpita. Tiene la sua ruota davanti fino alla fine ed esulta precedendo Rojas e Degenkolb. Quarto Vanmarcke mentre il nostro Francesco Gavazzi coglie un buonissimo quinto posto.

Wiggins se ne sta buono nelle retrovie, sempre scortato da Thomas; domani vestirà la maglia gialla vantando 6" su un Leipheimer in forma più che buona. E mentre Van Garderen - altro con cui per la classifica ci sarà da fare i conti - si ritrova quarto a 11" ecco che ancora Boonen è terzo in generale, a 7" da Wiggins. La bella crono di ieri del ragazzo di Mol più l'abbuono odierno lo portano fin lassù.

Abbuono che scaturisce da una vittoria venuta in modo spettacolare, guadagnata di prepotenza, vittoria che è la numero 100 per Boonen. Iniziò tutto in un giorno del luglio 2002, l'11. Tom aveva 22 anni. Era la seconda tappa della corsa austriaca UNIQA Classic, alle spalle di Boonen si piazzò un 34enne Davide Bramati che ora lo guida dall'ammiraglia.

Tra quella vittoria austriaca ed il trionfo odierno ad Orléans c'è un Mondiale, tre Roubaix, due Fiandre, due Gand-Wevelgem, quattro GP Harelbeke, tappe al Tour, alla Vuelta e molto altro ancora. E considerando com'è iniziata la stagione 2012 del 31enne campione belga, desideroso più che mai di riprendersi quei traguardi mancati negli anni, c'è da pensare che Tornado Tom ci farà ancora divertire un sacco.

Chi non si diverte è invece la truppa italiana in Francia che, preso atto del non ottimo stato di salute di Elia Viviani, vede Damiano Cunego staccato in classifica già di 3'28", mentre Ivan Basso è ancor più indietro, a 11'43" (ma, s'è detto, il varesino ha subito l'handicap di una caduta).

Corsa chiusa ai grossi calibri presenti tra i 21 di testa oggi? Probabile. Agli altri resterà la gioia di una tappa, ma bisognerà saper andare in salita, considerando che già domani l'arrivo sarà leggermente all'insù: 194 km da Vierzon a Le Lac de Vassivière, 4 km finali che tirano, non troppo ma tirano.

Parrebbe adatto a un Valverde, questo traguardo, ma dopo i colpi di scena odierni non è più troppo raccomandabile fare previsioni. Tutto starà nel comprendere che vento tira ed agire di conseguenza. O almeno così è stato oggi.

Francesco Sulas

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