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Strade Bianche 2012: Li hai polverizzati! - Cancellara superstar, vince da solo a Siena. Iglinskiy e Gatto a podio

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In Piazza del Campo, a Siena, Fabian Cancellara dedica allo zio la vittoria nella Strade Bianche © Bettiniphoto

Tra i vari sconfitti della scorsa stagione delle classiche, l'uomo che probabilmente l'avrebbe meritato di meno è Fabian Cancellara, che si dimostrò fortissimo ma trovò un buon numero di avversari che, forse spaventati da quanto un anno fa lo svizzero aveva fatto vedere nel GP di Harelbeke (un assolo di 40 km tra muri e pavé), lo ostacolarono in tutti i modi (sportivi, s'intende), lasciandolo alla fine a bocca asciutta nei dintorni della Settimana Santa.

In questo 2012 Fabian, che nel frattempo ha pure perso lo scettro di miglior cronoman mondiale (a beneficio di Tony Martin, nuovo iridato contro il tempo), ha deciso di non voler aspettare per riprendersi quel che sente appartenergli ancora, a partire dalla leadership nelle classiche fiamminghe. Per tornare sul trono, è partito presto nella stagione, ha già fatto vedere cose interessanti al Tour of Qatar (bei duelli con Boonen, altro astro ri-nascente), ma di sicuro quel che ha esibito oggi nella Strade Bianche lo impone come uomo-faro del prossimo mese e mezzo di gare.

La corsa toscana, nata praticamente già classica, visto un percorso assolutamente affascinante (tra le magnifiche colline del Chianti e sulle strade in sterrato della zona), che richiama un (perdòno per l'abuso di luogo comune!!!) ciclismo d'altri tempi, piace molto ai corridori, quindi si è in pochi anni giunti ad avere delle startlist di livello altissimo. E l'albo d'oro che, dopo 6 edizioni compresa quella di oggi, non annovera ancora neanche un corridore italiano, la dice lunga sul respiro internazionale di questa gara. Cancellara, tra l'altro, è il primo a riuscire a vincerla per due volte.

Avvio con fuga e con forature
La fuga da lontano parte al km 10, è composta da Pinotti, Corioni, Bozic, Coledan, Pantano, Suárez, Hulsmans, Graziato, Agnoli, Sinkeldam, Hermans e Bosisio. Diciamo subito che tra questi l'uomo a più lunga gittata è risultato essere Pantano, 12esimo al traguardo e unico tra i 12 a recitare un ruolo anche dopo che l'azione è stata annullata al km 135 (dopo aver avuto un vantaggio massimo di appena 2').

In quel momento, a 55 km dalla conclusione, si era nel mezzo del tratto in sterrato numero 5, ad Asciano, e il bollettino segnava già innumerevoli forature (tra gli altri, Cancellara due volte, Pozzato, Gasparotto, Gilbert, anche Pinotti e Suárez tra i fuggitivi). Ma la corsa è entrata nel vivo proprio lì.

È stato Alessandro Ballan, a sua volta assetato di vittorie e belle prestazioni, a fare la prima selezione: gli hanno risposto Kreuziger, Bennati, Nibali, Gatto, Cancellara, Garzelli, Failli, Reda e Iglinskiy. Con questo gruppo son riusciti a rimanere anche gli ex fuggitivi Hulsmans, Coledan, Corioni e Pantano. Tra tutti, il più sfortunato nel frangente è stato Garzelli, che ha forato prima della fine del lungo tratto in sterrato e ha perso una barca di minuti prima di trovare un'altra ruota, vedendosi così sfuggire tutti i treni buoni.

Sul drappello di testa, subito dopo il tratto in sterrato, è rientrato un secondo gruppo comprendente tra gli altri Visconti, Ventoso, Amador, Ginanni, Van Avermaet, Favilli, Gasparotto, Oss e Vansummeren. Possiamo dire che, all'infuori di un Gilbert e un Evans sottotono, e di Sagan e Pozzato (entrambi vittime di forature), i protagonisti più attesi erano tutti davanti.

La bella giornata di Bennati
In una situazione comunque ancora molto fluida, il gruppo di Gilbert, tirato dai Colnago, non era a distanza di sicurezza, con un ritardo oscillante tra i 30 e i 45". Lì davanti erano diverse le squadre rappresentate da più atleti (l'Astana con Kreuziger, Gasparotto e Iglinskiy, la BMC con Van Avermaet e Ballan, la Farnese con Gatto, Failli, Favilli e Hulsmans, la Liquigas con Nibali e Oss, la Movistar con Visconti, Ventoso e Amador, l'Acqua&Sapone con Ginanni e Reda, la RadioShack con Cancellara e Bennati), e nel momento in cui si sarebbe dovuto trovare un accordo per andare avanti, Bennati è partito insieme a Oss: mancavano 38 km al traguardo, e i rispettivi compagni-capitani, Nibali e Cancellara, si ritrovavano sgravati da responsabilità nel gruppo dei migliori, in cui si capiva che il grosso del lavoro per il momento sarebbe toccato ai Farnese.

Il problema per lo Squalo dello Stretto è stato che Oss non è durato troppo all'attacco: già ai -34 il trentino si è staccato, lasciando Bennati tutto solo in testa. L'aretino non si è certo perso d'animo, ma anzi ha sfoderato una prestazione eccellente per impegno ed efficacia: passato da un vantaggio che a tratti ha veleggiato sopra il minuto, il corridore della RadioShack è rimasto al comando fino a 16 km dalla fine, lasciando per l'appunto Cancellara tranquillo per tutto quel tempo.

Un tempo in cui qualcos'altro è successo, ovviamente: il sesto tratto di sterrato, a 25 km dalla fine, ha visto alcuni staccarsi dal drappello dei migliori (Gasparotto, Hulsmans, Coledan, Corioni, anche Oss), ma soprattutto ha visto la foratura di Oscar Gatto, appena all'entrata del settore. Il trevigiano ha avuto la fortuna di avere accanto Failli, che subito gli ha passato la propria ruota, ma si è trovato comunque a dover recuperare più di mezzo minuto.

Prima di raggiungere il settimo tratto di sterrato, è stato ancora Ballan a promuovere un attacco (chiuso da Favilli e Vansummeren), quindi anche Nibali, a 21 dal traguardo, ha piazzato uno scattino rintuzzato da Kreuziger.

Il rientro di Gatto, l'attacco decisivo
Nel settimo settore, quello di Colle Pinzuto, un Visconti non del tutto a proprio agio sullo sterrato si è nuovamente staccato, insieme a Ventoso e Pantano. Intanto, come detto, ai 16 km veniva ripreso Bennati, e da dietro si segnalava un Gatto in clamoroso quanto repentino recupero. L'impresa di Oscar si è compiuta all'uscita dal settore di strada bianca, quando è riuscito a rientrare sui migliori riportando sotto anche Visconti e Ventoso.

Il campione nazionale italiano, sentendo evidentemente di non essere nelle stesse condizioni di alcuni avversari, ha messo a segno una sorta di scatto dimostrativo ai 15 km, imitato poco dopo dal compagno Amador: schermaglie e nulla più. Tutto il contrario di quanto fatto da Van Avermaet ai 13 km, all'ingresso dell'ultimo settore di sterrato: il belga, agendo di concerto col compagno Ballan, ha provato a fare quanto poco prima stava facendo Bennati, immolandosi per la causa BMC (come peraltro già fatto alla Kuurne, con una fuga da lontano).

Con l'attacco di Van Avermaet, toccava a Ballan giocare di rimessa. Ma quel tratto di percorso, col tostissimo Muro delle Tolfe, non lasciava grosso margine ad elucubrazioni tattiche: a quel punto, era questione di gambe. Cancellara, emerso da una lunga latenza, è stato il più pronto a scattare per riportarsi su Van Avermaet. Iglinskiy è stato sveglio abbastanza da prendere la coda del Diretto (o Locomotiva, o Rapido, che dir si voglia) di Berna. Ballan ci ha messo un po' di più, e quel treno gli è sfuggito.

Già, perché in cima al muro, quando Fabian prendeva letteralmente il volo lasciando sul posto Iglinskiy e Van Avermaet, il massimo che riusciva a fare il Campione del Mondo del 2008 era di rientrare, insieme a Gatto, proprio sul compagno di squadra e sul corridore dell'Astana. Appena dopo, sul gruppetto si è riportato anche Kreuziger, a formare un gioco delle coppie (Astana-BMC) in cui Gatto era l'unico a sparigliare. Ma a quel punto Cancellara aveva già 15" di vantaggio, e tutta l'aria di chi quel margine l'avrebbe quanto prima incrementato.

Epilogo con marchio di fabbrica Cancellara: Fabian scatenato
E così è stato. Senza perdere un solo colpo di pedale, lo svizzero della RadioShack ha aumentato il vantaggio in maniera progressiva: ai 10 km aveva ancora 16", alla fine ha vinto con 42" sul secondo, ma in mezzo ci sono stati momenti in cui, spingendo e non gestendo come ha poi fatto nel finale, ha avuto anche oltre 1' di margine. Un'esibizione di potenza pura che ha reso quasi risibili i tentativi dei suoi (sempre meno) immediati inseguitori, impotenti al cospetto di quell'avversario seppur fossero in superiorità numerica.

Alle spalle del gruppetto Ballan, Reda, Ginanni, Vansummeren e Favilli abbozzavano una seppur minima intenzione di non alzare bandiera bianca; tutti gli altri, staccatisi sul Muro delle Tolfe, hanno invece fatto gli ultimi chilometri andando a spasso (e tra questi, sia concessa una parola di delusione per Nibali, da cui ci si aspettava qualcosina in più).

Con Cancellara ormai inarrestabile in testa, si è segnalato anche un piccolo errore di percorso da parte di Ballan, che ai 6 km ha sbagliato una rotonda dovendo inseguire per un breve tratto il drappello alle spalle di Fabian. Un errore comunque ininfluente ai fini di un risultato che ha visto lo svizzero trionfatore (con dedica ad uno zio scomparso qualche giorno fa in Basilicata), e che ha certificato l'ottima attitudine di Iglinskiy verso questa gara: il kazako ha infatti bruciato Gatto per il secondo posto (con un'entrata quasi kamikaze nell'ultima curva, quella che immette nel meraviglioso scenario dell'arrivo di Piazza del Campo), mentre qualche metro più indietro sono transitati Ballan e Van Avermaet, e a 1'03" è giunto Kreuziger, che ha decisamente sofferto lo strappo finale, all'interno di Siena.

Reda e Ginanni piazzano l'Acqua&Sapone al settimo e all'ottavo posto (il risultato è rimarchevole soprattutto per il toscano, reduce da una stagione orribile), Favilli ha chiuso al nono e Vansummeren al decimo, con Bennati che, a 3'58", ha regolato il gruppetto comprendente Nibali e Visconti.

Di sicuro una gara bella, a tratti appassionante, che ci ha detto che la temuta corazzata BMC deve ancora trovare un suo equilibrio (Ballan e Van Avermaet giù dal podio, Gilbert staccatissimo, Evans addirittura ritirato); che la Farnese potrà essere un buonissimo supporto per Pozzato al Nord (se Pippo si riprenderà bene dalla frattura alla clavicola); e una gara che oltre a tutto ciò, ci ha dato più di un'indicazione sull'andamento dei vari stati di forma di molti protagonisti delle prossime gare. Tra quelli visti oggi, parecchi li ritroveremo alla Tirreno a partire da mercoledì. Quanto alla Sanremo, lei è lì che ci aspetta: tra due sole settimane.

Marco Grassi

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