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Tour de Langkawi 2012: Canola vive già l'anno che verrà - Vittoria che sa di futuro in casa Colnago

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Per Marco Canola prima vittoria da professionista a Kuantan © BettiniphotoMancava solo lei, la Colnago-CSF, ed ecco che arriva, puntuale, la vittoria che colma la lacuna: l'ha messa a segno a Kuantan (dove 4 anni fa il CSFino Mauro Richeze provocò una colossale caduta con conseguenti bestemmie di Loddo nella sintesi che i malesi mandarono in onda in tv, ignari che il sardo stesse recitando un rosario di contumelie davanti alle telecamere dopo la tappa...) Marco Canola.

Il ragazzo ha 23 anni ed è velocino, viene dalla Zalf ed è alle prime uscite con la squadra di Reverberi: possiamo quindi ben dire che ha già bruciato le tappe, trovando praticamente subito il successo, e confermando la bontà delle scelte di mercato della premiata ditta Bruno&Roberto, improntate a un ringiovanimento della rosa con l'ingaggio di diversi ragazzi validi che rivedremo spesso in futuro. Per Canola, il futuro è già iniziato oggi, con questa affermazione cercata in maniera insistita e intelligente: vistosi battuto in volata (esercizio in cui peraltro il titolare, in maglia Colnago, è Colbrelli), ha capito che la sua occasione poteva venire da una fuga da lontano.

E quale giorno migliore, per tentare l'azzardo, di quello della frazione più lunga del Tour de Langkawi? Non difficilissima (qualche strappetto lungo il percorso lo si incontrava), ma dal chilometraggio che avrebbe probabilmente scoraggiato lunghi inseguimenti da parte del gruppo. L'azione del dì ha preso le mosse al km 54, con 16 uomini ridottisi presto a 13, visto che tra di essi Menzies ha forato e Niyonshuti e Valynin si sono staccati. Il gruppo ci ha pensato e ripensato parecchio, all'ipotesi di lasciar strada o inseguire: ma dato che si era appena a un quarto di gara, alla fine ha prevalso l'idea di dare spazio, seppur non tantissimo: solo a 3'25" è ammontato il massimo vantaggio degli attaccanti, al km 155, ma va detto che quelli davanti sono stati bravi a gestirsi e a conservare praticamente sempre un margine poco sopra o poco sotto ai 3'.

All'Androni tutto sommato quell'andazzo andava bene, tanto che gli uomini di Savio a un certo punto hanno chiaramente dimostrato di non volersi affannare troppo in un inseguimento che a loro non serviva per difendere la maglia gialla di Serpa: è stato in quel frangente, verso i -30 dall'arrivo, che il gap è schizzato a 4', convincendo la Farnese (che fin lì aveva dato una mano, ma anch'essa senza svenarsi) che era ormai inutile proseguire nella ricerca di una nuova volata.

Alcuni altri team con sprinter visti spesso negli ordini d'arrivo al Langkawi, peraltro, avevano proprio l'uomo più veloce tra i 13 all'attacco: è il caso della Garmin con Kreder, dell'Astana con Iglinskiy e della Europcar con Gène. Per cui, tolta la Farnese (non rappresentata nella fuga), l'incarico di trenare in testa al gruppo se l'è preso il Terengganu Cycling Team, senza l'efficacia delle formazioni più forti.

Tra i 13 (ne abbiamo citati finora 4, ecco gli altri 9: Klimov, Claude, Suzuki, Goesinnen, Goh, Seo, Suhardi, Janse van Rensburg e Cooper, il più alto in classifica, 17esimo a 6'14" da Serpa e a poco più di un minuto dalla top ten, e perciò anche il più attivo nel tirare), l'accordo è durato fino ai 5 km, quando la necessità di provare a staccare gli uomini veloci del drappello ha spinto alcuni al contropiede: ottima mossa, visto che nell'occasione si sono avvantaggiati in 5: e con Seo, Klimov, Claude e Goesinnen, è stato bravo a inserirsi Canola.

Il vicentino non è solo stato pronto ad accodarsi al treno giusto, ma anche molto deciso nell'affrontare il momento topico: è stato infatti proprio lui a prendere in testa la volata, battendo nettamente il coreano Seo e addirittura quasi staccando gli altri tre (nell'ordine, Klimov, Claude e Goesinnen). E nell'atto dell'esultanza, la dedica di Marco, che ha indicato il cielo, ricordando il padre scomparso tre anni fa.

Kreder, Iglinskiy e soci si sono dovuti accontentare della volata per il sesto posto, a 11" da Canola (ma, dopo aver dominato i vari traguardi volanti di giornata, il kazako si è consolato strappando la maglia blu della classifica a punti ad Andrea Guardini).

Il gruppo, che nel finale aveva avuto un'accelerazione impressa proprio dalla Colnago (che tirava per difendere da Cooper il sesto posto in classifica di Stefano Locatelli), è arrivato a 1'35", regolato dal solito Guardini. Serpa conserva la leadership e tutti i vantaggi acquisiti negli ultimi giorni (30" sul compagno Rujano, 56" su Victor Niño, 2'20" su Dyachenko, 3'43" sull'altro Androni Jackson Rodríguez). Da segnalare che Tom Danielson, arrivato ieri in grave ritardo a Genting Highlands, non ha preso il via, troppo sofferente per i postumi di una caduta che gli ha lasciato abrasioni su metà del corpo e in particolare sulla schiena.

Domani, da Pekan a Chukai, appena 100 km con possibilità di volata ma anche di qualche colpo di mano nel finale. Se Vinokourov volesse provare a dare un senso al suo fin qui pallido Tour de Langkawi, potrebbe farsi venire uno sghiribizzo e provare a mandare in visibilio il pubblico locale oltre ai suoi tanti tifosi sparsi per il mondo: sperarlo non costa niente.

Marco Grassi

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