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Vuelta Independencia Nacional 2012: C'è un Milan in gol anche nel ciclismo - Allegri accadimenti ai Caraibi

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Diego Milán Jiménez, due tappe vinte alla Vuelta Independencia Nacional © Ciclismo.com.doNella stagione ormai ben avviata del ciclismo di vertice, ogni tanto è bene gettare uno sguardo anche agli altri continenti, quelli in cui le corse di categoria .2 sono il massimo della vita, alla ricerca di storie di sport e di vita che hanno tutta la dignità per essere raccontate.

In questi giorni si sta disputando nella Repubblica Dominicana la Vuelta Independencia Nacional. Già il fatto che si corra in un simile paradiso caraibico giustifica l'attenzione verso questa gara di 9 giorni (per 11 frazioni effettive, visto che due tappe sono divise in due semitappe ciascuna). Alla conclusione mancano 6 frazioni, e tutto è quindi ancora da decidere. Al momento in testa c'è Wendy Cruz, 35enne corridore di casa che ha 6" sul colombiano Oyola, 18" sull'altro dominicano Ismael Sánchez, 35" sul portoricano Efren Ortega, e 1'16" sullo spagnolo Diego Milán.

Ecco, proprio di lui vogliamo parlare: 26 anni compiuti a luglio scorso, ruota velocina, il castigliano ha vissuto i momenti di maggior gloria nel 2008 in maglia Acqua&Sapone: due vittorie di tappa per lui, alla Vuelta a la Rioja e al GP Paredes, non certo delle Milano-Sanremo, ma ottimi segnali di un ragazzo in crescita e che prometteva bene per il prosieguo.

Di fatto, però, Milán non ha ripetuto quei risultati nel 2009, e si è ritrovato appiedato a fine stagione. Lungi dal deprimersi, Diego transvolò l'Atlantico e andò a correre in America, sia del Nord (per circuiti e criterium statunitensi) che del Centro-Sud, in corse come quella dominicana. Tanto bene figurò, che nel 2011 l'abbiamo rivisto in una squadra spagnola, la Caja Rural, con doppio salto in alto dal ciclismo infraContinental a quello Professional.

Ma, come un ripetersi della storia, riecco che a fine 2011 Diego, dopo una stagione senza vittorie ma non senza risultati (tra cui spiccano due top-6 alla Volta a Catalunya e un secondo di tappa alla Volta a Portugal), si è visto ancora una volta non rinnovare il contratto. Stavolta si è depresso? Macché.

Contando anche su un legame con la Repubblica Dominicana sempre più stretto, e sancito anche dal fatto che si è fidanzato con una ragazza del posto, Milán si è arruolato con la Aro&Pedal, formazione isolana con pochi mezzi e tanta fantasia, e ha ripreso a pedalare alle latitudini nelle quali ormai si riconosce (al punto da definirsi per metà dominicano: a tal proposito, aspettiamo l'arrivo di una possibile doppia nazionalità per Diego e di un altro europeo campione nazionale di un paese centroamericano? Il mitico Marc De Maar già l'ha fatto con Curaçao!).

In ogni caso, per dimostrare la sua gratitudine nei confronti di chi ancora una volta «mi ha accolto a braccia aperte», il corridore spagnolo sta dando tutto nella citata Vuelta Independencia Nacional, e finora ha vinto due tappe (oltre ad aver portato a casa un secondo e un terzo posto): la prima e, oggi, la quinta. Due volate per confermarsi nella specialità il numero uno attualmente attivo ai Caraibi.

In mezzo alle due vittorie di Milán, abbiamo avuto nella prima tappa l'affermazione del kazako Tleubayev (che ha preso anche la maglia di leader) al termine di una bella fuga a 6 nella prima semitappa, e dell'ecuadoriano Boné nell seconda (allo sprint); la terza tappa l'ha vinta Wendy Cruz, e nella quarta, ieri, si è imposto un altro kazako, Kamyshev. A questo punto, un risvolto inatteso quanto a suo modo divertente, ed è la seconda storia che raccontiamo in questo articolo.

In starting list erano presenti due squadre kazake: una, l'Astana Continental; l'altra, una selezione nazionale. Ebbene, senza che nessuno trovasse alcunché da eccepire, nella selezione kazaka c'erano corridori della... Astana Continental! In pratica, avevamo un superteam dall'organico doppio rispetto a tutti gli altri. E allora, se vinci una tappa e ti becchi pure la maglia, possiamo pure chiudere un occhio; ma se ci prendi gusto e vinci pure una seconda tappa, le balle iniziano a girarci!

Detto fatto, è partita la denuncia di un team avversario, ed ecco che il giudice di gara Victor Hugo (nome da romanzo!) Ramírez si è trovato costretto a squalificare la nazionale asiatica. L'Astana, per tutta risposta, si è ritirata dalla corsa per solidarietà col team gemello, sicché Tleubayev ha dovuto lasciare la maglia in eredità a Wendy Cruz. Il tutto, chiosato da un commento del giudice, ineffabile come solo certi latinos sanno essere, il quale ha candidamente ammesso che anche l'anno scorso ci fu una situazione del genere, ma siccome nessuno si lamentò, tutto filò liscio...

Marco Grassi

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