Challenge Calabria 2012: Elia, a Chiaravalle è chiara la legge - Viviani non perdona. Colli e Favilli a podio
- Giro della Provincia di Reggio Calabria - Challenge Calabria 2012
- Colnago - CSF Inox 2012
- Lampre - ISD 2012
- Liquigas - Cannondale 2012
- Team Nippo 2012
- Team Type 1 - Sanofi 2012
- Utensilnord Named 2012
- Alessandro Bazzana
- Andrea Palini
- Antonino Parrinello
- Aristide Ratti
- Damiano Cunego
- Daniele Colli
- Davide Cimolai
- Elia Favilli
- Elia Viviani
- Gianluca Maggiore
- Rafael Andriato
- Sacha Modolo
- Vegard Stake Laengen
- Victor Hugo Peña Grisales
- Uomini
Un braccio alzato sul rettilineo non troppo ampio né troppo lungo di Chiaravalle. Dietro a lui, ad Elia Viviani, c'è lo spazio per due o tre biciclette prima di scorgere il secondo classificato, Daniele Colli, milanese.
Era tra i più quotati per la vittoria odierna, Elia, e non ha deluso. Del resto un tipo determinato come lui sa quand'è il momento di alzare il giro del motore e staccare tutti.
Aveva incantato al Tour de San Luis, imponendosi con una volata esagerata nella penultima tappa. A Donoratico - è storia di sabato scorso - era tornato sul lanciatissimo Sacha Modolo, relegandolo al secondo posto.
Oggi la squadra, i suoi fan e probabilmente lo stesso Elia credevano nella vittoria. È arrivata. Da Melito Porto Salvo a Chiaravalle Centrale il dislivello è solo per raggiungere il circuito finale. Semplice per i velocisti con un po' di gamba arrivare davanti senza patemi. Eppur i fuggitivi ci provano.
Dopo 45 km sono in tre ad andare in avanscoperta: si tratta di Aristide Ratti (Team Idea), Alessandro Bazzana (Team Type1-Sanofi) e Victor Hugo Peña (Coldeportes). Il gruppo lascia campo libero agli attaccanti che arrivano a guadagnare fino a 2'05".
L'Utensilnord di Fabio Bordonali non ci sta e si mette in testa a lavorare per ricucire sul terzetto di fuggitivi. Una volta ripresi, ecco che parte la controfuga. Cinque uomini, quattro dei quali sono neoprofessionisti: Antonino Parrinello (Androni), Rafael Andriato (Farnese-Selle Italia), Vegard Stake Laengen (Team Type 1), Andrea Palini (Team Idea) e Gianluca Maggiore (Utensilnord Named). Solo Maggiore, lo dice anche il nome, non è una matricola.
Il vantaggio dei cinque si aggira attorno al minuto ma sale fino a sfiorare i due minuti. Dietro Liquigas e Colnago-CSF controllano e così il gap che separa il gruppo dal quintetto va a poco a poco diminuendo.
Ai -30 dal traguardo il plotone fa sentire il proprio fiato sul collo dei cinque fuggitivi ed appena entrati nel circuito finale di Chiaravalle la situazione è nuovamente di gruppo compatto. Liquigas tutta davanti (Valerio Agnoli, che lavora tanto e bene, passa per primo al GPM di Chiaravalle ed indossa così la maglia verde di miglior scalatore), le intenzioni sono chiare a tutti: portare Elia Viviani a disputare il miglior sprint possibile.
Missione compiuta, se è vero che nel rettifilo finale il veronese vince sì la volata, ma quasi per distacco, con la cattiveria di facciata che lo contraddistingue. Là dietro Daniele Colli, uno che ha sconfitto il cancro al ginocchio, può permettersi di battere con un poderoso colpo di reni Elia Favilli da Cecina, il secondo Elia sul podio.
Non benissimo un altro favorito di giornata, Sacha Modolo, che riconosce come fosse importante avere una squadra mentre la Colnago non è riuscita a fare ciò che aveva in mente, al contrario della Liquigas. Domani potrà rifarsi.
Buono il debutto stagionale di un Damiano Cunego che ha ripreso i ritmi di gara mentre il suo compagno di squadra Davide Cimolai s'è piazzato in quinta posizione.
Buon quinto, sì, ma con qualche polemica: «Ciò che mi ha lasciato perplesso - ha dichiarato a fine gara Cimolai - è stata una trattenuta da parte di un avversario ai miei danni al momento di iniziare lo sprint: sia ben chiaro, Viviani non c'entra nulla e ha vinto meritatamente, ma la scorrettezza che ho subito da un altro avversario mi ha infastidito e ha parzialmente condizionato la mia volata».
Sia ben chiaro, durante lo sprint c'è un solo corridore che vediamo dapprima alla ruota di Cimolai, poco dopo con una mano sul proprio manubrio e l'altra sotto la sella del Lampre e l'istante ancora seguente davanti al velocista di Pordenone: si tratta di Daniele Colli, che ha chiuso con la seconda piazza. Senza trattenute ci sarebbe stato Cimolai al suo posto?
Ma più di tutti impressiona questo Viviani: non che non lo conoscessimo, sia chiaro, ma vederlo gareggiare per gran parte della stagione su strada, quindi disputare la Coppa del Mondo su pista in inverno e ritrovarlo già a fine gennaio vittorioso al San Luis fa davvero impressione.
Un fenomeno, un patrimonio che l'Italia deve sfruttare e che sfrutterà già nel prossimo fine settimana, con la quarta ed ultima tappa di Coppa del Mondo su pista. Si gareggia a Londra ed il valore della competizione sarà ben più elevato di quello di una normale Coppa del Mondo; più che altro sarà un test event in vista delle Olimpiadi a cui Viviani prenderà parte.
Dopo Londra i Mondiali su pista un bivio: correre i Mondiali su pista di Melbourne o - tentazione delle tentazioni - saltare l'appuntamento iridato. Per cosa? Per concentrarsi su un sogno chiamato Sanremo. Sogno che con questa gamba potrebbe diventare realtà.