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Tour de San Luis 2012: Guardini si arrende solo a Boonen - Leipheimer vince la generale

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Tom Boonen batte Andrea Guardini nell'ultima tappa del Tour de San Luis © BettiniphotoSe qualcuno temeva che la Omega Pharma, una volta perso Philippe Gilbert, si deprimesse e smarrisse la via della vittoria, è stato abbondantemente servito in appena una settimana di corsa in Argentina: altro che depressione, la squadra belga ha trovato veramente un passo veloce che le ha consentito di partire con tanti sorrisi in questa stagione 2012. Passo veloce, o come si dice in inglese, Quick Step, ed ecco che il cerchio si chiude, perché vengono proprio dalla nuova anima del team, quella giunta con la fusione che tanto ha fatto parlare il Belgio, le tre vittorie veloci, appunto, del Tour de San Luis.

Francesco Chicchi, un po' a sorpresa, aveva conquistato le prime due tappe; Tom Boonen (con Chicchi che stavolta ha fatto l'apripista) si è aggiudicato l'ultima, nel giorno che ha sancito anche la vittoria generale di Levi Leipheimer (altro compagno di squadra, che a sua volta ha portato a casa pure la cronometro di giovedì). In totale quattro tappe e la classifica finale: cosa chiedere di più a una corsa di inizio anno?

La festa in casa Omega Pharma-Quick Step è poi completata dal fatto che Boonen si sia finalmente sbloccato. A secco dalla Gand-Wevelgem dell'anno scorso, il corridore di Mol si era via via intristito nel corso del 2011, ma probabilmente l'arrivo nel sodalizio che fu del suo principale rivale (Gilbert è l'anima vallone del ciclismo belga quanto Tom è l'anima fiamminga) gli ha dato molti stimoli. E con essi è arrivata la voglia di lavorare a fondo in inverno, di presentarsi ai nastri di partenza già in condizioni più che discrete, di aiutare Chicchi a vincere la seconda tappa, e di prendersi con la massima prepotenza quella di oggi, gran chiusura a San Luis.

Una volata velocissima, da 80 all'ora, visto che si è disputata al termine di 15 km di discesa, percorsa a rotta di collo fino al traguardo dal gruppo che per tutto il giorno se l'era vista più col caldo torrido (oltre 40°C) che con tre fuggitivi (Jesús Rosendo, Douglas Moi Bueno e Renato Seabra) che, partiti dopo circa 25 km dei 167 km totali, e passati per un vantaggio massimo di appena 2'13", non facevano poi così paura. Tanto è vero che sono stati ripresi senza eccessivi patemi appena il gruppo, tirato da Omega e Saxo, l'ha voluto, ovvero a 20 km dalla conclusione.

Prima dell'azione dei tre, avevamo visto un tentativo di Josué Moyano, una caduta di Cárdenas (che ci ha rimesso un polso e si è ritirato), e anche un incontro di boxe tra l'argentino Guevara (maglia rossa dei traguardi volanti) e il colombiano Roldan, venuti alle mani per uno sprint intermedio in cui il primo si è visto chiudere la strada in maniera poco urbana, ha protestato, è stato insultato e fatto oggetto di sputi, e ha reagito col linguaggio dei pugni. Un momento poco edificante per la gara, dalla quale i due sono stati espulsi per direttissima a tappa in corso.

Senza contestazioni invece il successo di Boonen sul rettilineo conclusivo. Se Tom ha trovato un affiatato apripista in Chicchi, il suo avversario diretto di oggi si è avvalso dell'aiuto, nel finale, di un certo Filippo Pozzato, che in maglia Farnese pare aver ritrovato del tutto il piacere di pedalare. E oggi, come peraltro ieri, si è speso per Andrea Guardini: il giovanissimo veronese, ritrovatosi in un entusiasmante testa a testa con Boonen, ha dovuto arrendersi a cotanto avversario, e quasi può essere soddisfatto, comunque, di aver conteso il successo al vincitore di due Fiandre e tre Roubaix.

Anche perché, poi, Guardini ha tutto in regola per uscire dalla gara argentina con un pieno di speranza e fiducia in se stesso: migliorato in salita, ha saputo duellare ieri con Viviani e Haedo in una frazione che prevedeva una lunga salita in avvio, e si è imposto all'attenzione generale anche oggi, in una tappa tutt'altro che semplice. Non saranno le gioie provate sulle spianate malesi su cui un anno fa ottenne 5 delle sue 11 vittorie stagionali (contro avversari più teneri di quelli affrontati in Argentina), ma la crescita del ragazzo c'è tutta e il progetto Giro d'Italia è in via di buona preparazione.

Se la Omega Pharma ha fatto filotto di tappe, se Elia Viviani ha portato a casa un successo che ha completato l'ottima riuscita della spedizione italiana (tre successi parziali e protagonismi vari in altre tappe e anche in classifica, con Nibali), se Levi Leipheimer a 38 anni suonati dimostra di essere ancora lontano dal prepensionamento, due parole di bilancio vanno spese anche per Alberto Contador, senza dubbio il più atteso a San Luis, e capace di ripagare tante attenzioni con ben due vittorie, su entrambi gli arrivi in salita previsti. Anche per il madrileno, un ottimo modo di iniziare il 2012 (anche se la débâcle a crono gli ha impedito di impensierire Leipheimer nella generale), nell'attesa di una sentenza del TAS che dovrebbe finalmente arrivare nei prossimi giorni a fugare ogni dubbio sul prosieguo della stagione di Alberto.

In chiusura, il riepilogo del risultato odierno (Maxi Richeze si è piazzato al terzo posto alle spalle di Boonen e Guardini, poi Casper, Keough, Rubiano, Lucas Haedo, e un regolare Sonny Colbrelli, spesso piazzato in questi giorni) e della classifica, nella quale Leipheimer ha chiuso con 46" su Contador, 1'29" su Daniel Díaz (che oggi ha temuto di perdere terreno per una foratura, prima che la giuria riconoscesse che l'incidente era avvenuto nei 3 km finali e neutralizzasse quindi il ritardo al traguardo), 1'34" su Schumacher e 1'50" su Vincenzo Nibali che tornerà in Italia con la consapevolezza di avere forse qualcosina in più rispetto all'anno scorso. Rimane al siciliano un pizzico di delusione per la cronometro sfumata all'ultimo (ma contro quel Leipheimer, ammettiamolo, c'era poco da fare), ma la fiducia c'è e la stagione è talmente lunga e piena di obiettivi che presto della prova contro il tempo di San Luis non resterà che un pallido ricordo.

Marco Grassi

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