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Mondiale Cross WE 2012: Marianne Vos, nessuna come lei - Fa suo il quinto titolo iridato davanti a Van den Brand e Cant | Cicloweb

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Mondiale Cross WE 2012: Marianne Vos, nessuna come lei - Fa suo il quinto titolo iridato davanti a Van den Brand e Cant

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Sono 16 le vittorie di fila e 5 i Mondiali conquistati da Marianne Vos, qui esultante dul traguardo di Koksijde © Nieuwsblad.be

Da domani Meeuwen, dove Marianne Vos è nata ed il Ciclocross è un culto pagano, avrà un'altra panchina dedicata alla sua Campionessa. Non dista troppo, questa cittadina del Brabante Settentrionale, da Koksijde, dove stamane la Vos ha conquistato il suo quinto Mondiale di Ciclocross, che va ad aggiungersi ai due su pista e ad uno su strada.

Molti si domanderanno: «Che c'entrano con questo Mondiale le panchine di Meeuwen?». C'entrano eccome. Siccome là in Olanda i talenti sanno valorizzarli bene, il sindaco di Meeuwen ha deciso di costruire una pista ciclabile dedicata a Marianne Vos, dove lei stessa è solita allenarsi.

Lungo questo percorso si trovano sette panchine, una per ogni Mondiale vinto. Immaginiamo il povero sindaco a dover trovare spazi, liquidi e legname a sufficienza per costruire ogni inverno una panchina dedicata alle vittorie nel Mondiale di Ciclocross, sudando poi freddo sul finir dell'estate, quando la Vos si cimenta nel Mondiale su strada. Per ogni panchina una targa ricorda la vittoria a cui è collegata. Ad esempio: «Marianne Vos, Campionessa del Mondo di Ciclocross 2012. Marianne è cresciuta in questi luoghi». Una sorta di dolcissima e piacevole via crucis, insomma.

Koksijde, al contrario di Meeuwen, vede il mare. E la sabbia, e le dune, e la pianura. Di qui la Vos ricominciò con l'attività crossistica avendo un paio di settimane d'allenamento nelle gambe. Era il 26 novembre, gara di Coppa: fece seconda dietro ad una Van den Brand che da lì prese la testa della classifica di Coppa. La Vos invece prese a vincere e dopo quel secondo posto si registrano sedici vittorie consecutive, comprendendo quella di oggi.

Un viaggio più che una stagione di ciclocross: Koksijde, quindici vittorie, ancora Koksijde. E se il vero viaggio è il ritorno la Vos lo compie magnificamente. Partiva da favorita, o almeno con le statistiche ampiamente dalla sua. E però la Van den Brand era, insieme alla Compton, un pericolo più che ipotetico su un tracciato che richiede forza, forza e ancora forza. E pure fortuna, a dirla tutta.

Si parte a mille, non è una notizia. Marianne gioca con la sabbia, resta in seconda o terza posizione insieme alle altre olandesi (Van den Brand, una rediviva Van Paassen e Sophie De Boer), mentre davanti la britannica Wyman mena per mezzo giro. Poi la Vos sale in cattedra senza strafare. Ritmo non elevatissimo, ma sta di fatto che Marianne si porta dietro Van den Brand, Van Paassen e De Boer. Le altre sono pochi secondi più indietro.

La Van den Brand affronta la prima duna con il piglio giusto, di quella che vuol fare la corsa, magari anche vincerla. Vos accusa, le altre sprofondano in queste sabbie mobili. Termina la duna, alla prima salitella Van den Brand ha la sfortuna di dover mettere un piede a terra. Non aspettava altro, la Vos, che dà una sgasata delle sue e se ne va.

Gara terminata, si lotta per il secondo posto. Il primo giro, percorso dalla Vos in 8' netti, la vede davanti a Van den Brand di 11" mentre all'inseguimentro troviamo Van Paassen e Nash. De Boer e una Cant in forte ripresa tornano sotto. Caduta invece la Compton che perde diverso tempo prezioso per rialzarsi e lì dice addio ai sogni di gloria (nel 2011 era durata fino all'ultimo giro, ma era appunto un anno fa). Davanti ce n'è solo una, la solita da sedici gare a questa parte. Dietro invece se le suonano.

«Mettete dei tulipani nei vostri cannoni». Pare che a questo grido l'olandese Sanne Van Paassen sia spinta a raggiungere la Van den Brand, ormai moralmente a terra. Con le due olandesi un'altra Sanne, di cognome Cant, nazionalità belga. La ragazza di casa si riporta sotto insieme ad una Compton che, durante un collegamento con i box, scopriamo essere allenata da un novello John Wayne (per approfondimenti si veda lo Stetson del coach).

Dopo la caduta la ragazza di Chattanooga dimostra grinta (è anche logico, quando il tuo coach pare Il Grinta stesso) e tra il secondo ed il terzo giro resta sola con Cant e Van den Brand (34" le separano dalla Vos). Van Paassen arranca ed arrancherà fino alla fine (chiuderà comunque quarta davanti alla Compton).

All'ultimo giro il gruppo inseguitore della Vos è composto da Van den Brand, Cant, Compton e Van Paassen, tutte a 54". La selezione avviene sulla sabbia e quel che non fanno le dune lo fa l'acido lattico che abbonda nei corpi delle ragazze. Nel finale Van den Brand e Cant se ne vanno nuovamente, Van Paassen cede e la Compton ha già alzato bandiera bianca da un po'.

Dietro ad una Vos esultante la volata tra Cant e Van den Brand premia quest'ultima, che colleziona così il 21esimo secondo posto stagionale. Se non è una novella Emma Johansson poco ci manca. Dopo la quinta, Katie Compton, giunta a 53", i distacchi sforano ampiamente oltre il minuto.

Le italiane in gara erano due, Alice Maria Arzuffi e Valentina Scandolara. Due fisichini troppo esili per queste sabbie mobili. E mentre la talentuosa veronese non ha portato a termine la prova, la Arzuffi, atleta più giovane di tutte in gara (classe '94) chiude in 31esima posizione. Un buon mattoncino in vista di una grande carriera.

Marianne Vos fa cinquina, come i Mondiali di Cross da lei vinti da élite (gli utlimi quattro sono consecutivi) e porta a 16 le vittorie in stagione - tutte l'una in fila all'altra. Ma soprattutto rischia di ammazzare uno sport, come le fa notare Enrico Carpani, portavoce dell'UCI, con una domanda molto acuta. Risposta decisa: «Non penso di uccidere questo sport. Mi alleno duramente, giorno dopo giorno, cercando di dare sempre il massimo, tutto qui. Il circuito oggi era difficile ma molto affascinante. C'era tanto nervosismo tra le atlete, d'altronde siamo ad un Mondiale. Sapevo di dovermi guardare dalla Van den Brand oltre che da altre come Cant, Van Paassen, Compton... Ce l'ho fatta ed è fantastico».

Una vittoria che forse era attesa dalla Vos da quel 24 settembre 2011, quando fu trafitta in una volata nata male e finita peggio dalla nostra Bronzini - erano sempre Mondiali ma su strada. Una vittoria iridata che la porta là dove merita, nella Storia, passando per l'Olimpo delle grandi.

Mai nessuna ragazza aveva vinto cinque Mondiali di Ciclocross (proprio la Vos deteneva il record di quattro insieme alla Kupfernagel, oggi non presente). E chi pensa che le motivazioni della più forte ciclista al Mondo potrebbero svanire è presto servito: «Il 2012 sarà molto importante per me: Olimpiadi in estate, Mondiali di Valkenburg a settembre, gli obiettivi non mi mancano. Il primo però era questo e l'ho conquistato».

Da domani tornerà ad allenarsi sul percorso dedicato a lei, in quel di Meeuwen. Sapendo che, se e quando sarà stanca, potrà sedersi a rifiatare su una panchina in più, ammirando la campagna spesso nebulosa del Brabante Settentrionale, prima di riprendere a volare. Del resto Meeuwen in olandese significa 'gabbiani', non sarà mica una coincidenza.

Francesco Sulas

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