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Tour de San Luis 2012: ¡Que viva Viviani! Volata superba - Elia si mette alle spalle J.J. Haedo e un ottimo Guardini | Cicloweb

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Tour de San Luis 2012: ¡Que viva Viviani! Volata superba - Elia si mette alle spalle J.J. Haedo e un ottimo Guardini

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A Quines, sesta tappa del Tour de San Luis, prima vittoria di Elia Viviani, che si mette alle spalle J.J. Haedo ed Andrea Guardini © Bettiniphoto

Di Elia Viviani tutto si può dire. È un ragazzo buono, nella vita come nelle volate. Ambizioso nel fissare i propri traguardi, caparbio nella ricerca della vittoria. Tutto si può dire insomma del 22enne veronese (compirà 23 anni il 7 febbraio) ma non che non mantenga le promesse.

«Tour de San Luis stage 6...oggi ci proviamo!». Così scriveva stamane Elia sul ben noto social network.

Dopo due tappe in cui era rimasto tagliato fuori per un motivo o per l'altro dal treno giusto per la volata (a Juana Koslay, seconda tappa, ha forato ai -3, quando si trovava a ruota di Boonen e Chicchi), oggi impone la sua legge, quella della vittoria. 

«Bisogna tener duro i primi 60 km (10 di salita dura) - continuava Viviani sul social network di cui sopra - poi si va all'arrivo. 201 km di tappa in totale! Giornata lunga».

Così lunga, la Lujan - Quines, che ci si organizza per passare il tempo e si mette su una fuga, partita sul GPM di El Embalse. Dapprima sono in nove, ma non va bene. Ne arrivano altri sei da dietro ed alla fine si conclude che, in una tappa come questa, tirare un bello scherzo ai velocisti non sarebbe poi una cattiva idea.

Del resto gli sprinter si sono sfogati nelle prime due tappe mentre nelle ultime tre c'è stata una crono in mezzo a due arrivi in salita. Siamo a gennaio, la gamba non è ancora quella ideale e insomma, l'arrivo della fuga è molto quotato.

Si organizzano, los escapados, dal primo GPM, come detto, e restano in otto: Jesús Rosendo Prado, il nostro Filippo Savini, Karol Andrzej Domagalski, Enzo Josué Moyano, Miguel Ángel Rubiano Chávez, Ricardo Mestre, Jonathan Clarke, Weimar Alfonso Roldan Ortiz e Camilo Gómez.

Rubiano, sempre in grande spolvero, transita per primo sul GPM dell'Embalse e su quello di prima categoria di El Amago. I punti per strappare a Contador la maglia di miglior scalatore della corsa sono nel carniere del corridore dell'Androni e nel frattempo il vantaggio della fuga, come una bella torta, lievita.

Sfiora i 12', il gap tra gli otto ed il gruppo, ma quando ai -80 il divario è ancora di 7'40" i velocisti si guardano in faccia, consultano i propri gregari e li mettono alla frusta, in testa a tirare. In discesa Sarmiento cade e si deve ritirare. Per lui si sospetta una frattura alla clavicola.

Il vantaggio degli otto ovviamente scende rapidamente sotto l'impulso della Saxo Bank, votata alla causa di Juan José Haedo. Quando mancano poco più di 30 km all'arrivo e le energie dei fuggitivi sono ormai al lumicino ecco il colpo di scena: se ne va in solitaria un corridore della Caja Rural, il polacco Karol Andrzej Domagalski.

Sembra uno scatto da niente ma in breve guadagna 20", poi 30", arriva quasi ad un minuto dagli altri sette (dove si trova sempre il nostro Savini). Il gruppo inseguitore è a più di 3', che diventano 1'40" ai -15 km. Le forze supportano Domagalski, coetaneo di Viviani - un segno? - ancora per dieci chilometri, dopo di che viene riassorbito dal gruppo tirato sempre dai Saxo e dagli Omega Pharma.

J.J. Haedo pregusta il primo successo davanti ai tifosi di casa mentre all'interno del gruppo viene riservato un occhio di riguardo a Boonen, dato in gran forma (e s'è visto a Juana Koslay) e voglioso di rivalsa dopo la sconfitta patita ai danni del compagno Chicchi.

Invece ai -3 parte Contador, giusto per far prendere un po' di fifa a Leipheimer. Il californiano dell'Omega Pharma QuickStep è determinato a vincerlo, questo Tour de San Luis, e segue il campione spagnolo della Saxo Bank. La classifica resta invariata rispetto ieri e domani l'ultima tappa non presenta particolari insidie.

Torniamo al presente. È determinato Leipheimer, è determinato Viviani. Ormai il rettilineo finale si presenta lì davanti ad un gruppo che si ritrova composto da una sessantina di unità. Duello al sole - nonché tra veronesi - quello tra Elia Viviani, pilotato da un certo Nibali, ed Andrea Guardini.

Parte quest'ultimo a centro strada, pare un proiettile appena uscito da una pistola fumante. Purtroppo Ventoso fa la parte della vittima sacrificale ed ai 100 metri si frappone tra il proiettile della Farnese ed il traguardo. Il "Guardia" è così costretto a rilanciare. Viviani invece passa e va, autoritario ed imperioso.

Trafigge Guardini e Ventoso, tiene a bada lo scalpitante J.J. Haedo, ottiene la prima vittoria del 2012 (ottimi anche Sonny Colbrelli, ottavo e Francesco Lasca, decimo), un anno che per lui, con le Olimpiadi in bella vista, potrebbe essere davvero molto speciale.

Per quelle ci sarà tempo, intanto il giovane veronese ha imparato a soffrire, a perdere per delle inezie ed a vincere con maggior prepotenza e caparbietà del solito. Del resto Elia l'aveva detto stamattina: «Oggi ci proviamo». Ed a Viviani si può dire tutto tranne che non mantenga le promesse.

Francesco Sulas

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