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L'intervista: «Con Pozzato puntiamo in alto» - Luca Scinto e le ambizioni della sua Farnese Vini

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Luca Scinto insieme all'uomo in più della Farnese Vini - Selle Italia, Filippo Pozzato © farneseselleitalia.comNeanche a farlo apposta, pochi minuti dopo aver completato questa intervista telefonica, arriva la notizia dell'invito della Farnese Vini-Selle Italia anche per la Gand-Wevelgem, che segue a sua volta di pochissimi giorni quello al Fiandre. È principalmente per commentare questa pioggia di inviti alle gare del circuito World Tour (non dimentichiamo il poker secco servito da RCS) che facciamo quattro chiacchiere con Luca Scinto, uomo simbolo di questa squadra che in quattro anni di attività ha saputo imporsi all'attenzione del ciclismo che conta.

Vi aspettavate di poter partecipare a così tante gare prestigiose del calendario World Tour?
«Per quanto riguarda le corse di RCS, che comunque ringrazio per la fiducia, devo dire che in cuor mio me l'aspettavo. Purtroppo una squadra professional come la nostra ha bisogno delle wild card ma noi abbiamo fatto di tutto per meritarcela, onorando a fondo le gare dello scorso anno e, in campagna ingaggi, investendo su un nome importante come quello di Pozzato. Abbiamo fatto fare uno studio di marketing sulla visibilità che i nostri marchi hanno avuto al Giro: bene, la nostra squadra è stata seconda solo alla Saxo Bank di Contador e questo la dice lunga. Giro d'Italia a parte, sono contento anche per l'invito alla Tirreno che permetterà a Pippo di seguire una marcia di avvicinamento efficace a quelli che sono i suoi obiettivi stagionali, le grandi classiche. Per il Fiandre, ci speravamo, ora toccherà a noi onorare la corsa».

Cosa ha spinto gli organizzatori a premiarvi?
«A me piace essere schietto, ma quello che sto per dire non mi faccia passare per sbruffone. Secondo me la nostra squadra è la migliore tra le professional italiane, quindi penso di aver meritato "sul campo" gli inviti. Certo, un nome importante come Pozzato ha fatto da traino e ci ha dato un valore aggiunto non indifferente. Ogni anno i nostri sponsor fanno sforzi importanti per darci la possibilità di allestire una squadra competitiva ed è bello che vengano premiati con questa visibilità».

C'è qualche altra "sorpresa" in cantiere?
«Non nego che aspettiamo altri inviti, specie per il Nord. Abbiamo fatto richiesta per tutte quelle corse di inizio stagione in Belgio, dall'Het Volk alla Roubaix, passando per Harelbeke, Gand e La Panne (la notizia dell'invito alla Gand, come detto, arriverà pochi minuti dopo la fine dell'intervista, ndr) e con un atleta tagliato su misura per quel tipo di gare, abbiamo la concreta speranza di poter fare un bel calendario in Belgio. Lo scoglio più difficile sarà senza dubbio la Roubaix, una corsa che mi ha fatto tanto patire da corridore, ma che mi piacerebbe tanto poter affrontare da direttore, guidando uno dei due italiani, assieme a Ballan, attualmente capace di essere competitivo su quelle pietre».

Quale sarebbe un buon bilancio per poter dire di aver onorato questi inviti?
«È un po' presto per parlarne ma conosco il valore dei miei atleti. Partiremo in ogni corsa per puntare al successo, con Pozzato, con Gatto e con Guardini, ragazzi di valore assoluto che più che temere gli avversari, devono essere temuti da loro».

Cosa è mancato a Pozzato in questi ultimi anni?
«Quello di cui tutti i corridori hanno bisogno, la tranquillità. Tranquillità in tutti gli ambiti, da quello privato a quello sportivo, ed è quella che ha trovato qui da noi. Lo gestirò sì con bastone e carota, ma sa bene che qui il leader è lui, si sentirà importante e sono sicuro che sarà uno stimolo forte per consentirgli di andare forte. Era una cosa che amava anche Visconti e che ora Giovanni ha perso perché alla Movistar non sarà il leader unico e non potrà godere di quell'ambiente familiare di cui ha potuto beneficiare con noi».

Quali sono le principali differenze, tecniche e caratteriali, tra i due?
«Pippo è un corridore che ha già dimostrato ampiamente il suo valore, vincendo corse importanti, ha solo bisogno di ritrovarsi dopo qualche annata un po' così... Giovanni, che in questi anni è stato un grandissimo delle corse dei circuiti continentali, invece deve ancora dimostrare tanto nelle classiche. La distanza, al contrario di quanto ho sentito da qualcuno, non è un suo limite, forse lo può essere il freddo che potrebbe condizionarlo nelle corse del Nord, Fiandre, Freccia, Liegi, che lui ama tanto. In ogni caso gli auguro di vincere corse importanti e... di collezionare tanti secondi posti alle spalle dei miei corridori (ride). Caratterialmente sono molto diversi, più impulsivo Giovanni, più freddo Pippo, ma entrambi sono ragazzi sensibili con un gran piglio da leader. Caratteri forti, ma anch'io non scherzo (ride)».

Come sta procedendo la preparazione di Pozzato, dove lo vedremo competitivo?
«Lui vorrebbe dare un colpo già dal Laigueglia, ma secondo me, se tutto andrà bene, comincerà ad andare davvero forte tra le Strade Bianche e la Tirreno. Partirà dal San Luis tra pochi giorni, per poi andare in Qatar prima di tornare in Europa per Laigueglia e le prime corse al Nord».

Capitolo Guardini. L'esplosività del ragazzo la conosciamo tutti, così come abbiamo notato quanto indigeste gli risultano le salite, seppur non impossibili. Già quest'anno ci dobbiamo aspettare dei miglioramenti in questo senso?
«Partiamo dal presupposto che Andrea sia un velocista puro, mi ricorda il primo Cavendish, e quindi le sue corse sono quelle senza salite o con pochissime asperità. Detto ciò è pur vero che c'è bisogno che migliori almeno su certi tipi di salite e in quest'ottica già l'anno scorso abbiamo cominciato un programma che l'ha portato a disputare alcune corse non proprio adatte a lui per accumulare fondo e resistenza. In ogni caso i miglioramenti dovranno essere molto graduali, per il momento mi godo la sua esplosività e sono convinto che già al prossimo Giro d'Italia darà filo da torcere a parecchi nelle tappe pianeggianti».

Capitolo Gatto. Non rischia di trovarsi chiuso nella morsa tra Guardini e Pozzato, da una parte per le volate, dall'altra nei percorsi misto-veloci?
«Conosco bene il valore di Oscar e so che saprà ritagliarsi i suoi spazi a suon di prestazioni. Per me potrebbe essere la vera sorpresa della stagione, ha degli ottimi mezzi tecnici, già l'anno scorso si è conquistato la nazionale - e per me non meritava di fare la riserva - ed ha caratteristiche che potranno portarlo ai livelli di Visconti che forse gli è un po' superiore in salita, ma al contempo è meno veloce».

Squadra, come abbiamo visto, fortissima in pianura e sui percorsi non troppo duri, ma obiettivamente deboluccia in salita...
«È l'osservazione che mi fa sempre il mio sponsor Farnese. Però, con tutta franchezza, a parte Nibali e Scarponi che per una squadra come la nostra sono fuori portata, quali corridori dovrei prendere? Ce ne sono alcuni che mi permetterebbero di puntare ad un posto tra i primi 15 in un Giro d'Italia ma puntare ad un obiettivo del genere non rispecchia la mia filosofia, per cui preferisco avere corridori meno forti in salita, ma più veloci e quindi più vincenti. Inoltre posso contare su due scalatori come Failli e Rabottini che avranno via libera per inserirsi nelle fughe e provare a portarle a termine nelle corse più impegnative».

Tra la fine della passata stagione e l'autunno sono arrivati tre corridori che hai conosciuto bene sin da dilettanti, come Balloni, Bertolini e Benenati che vengono anche loro da periodi non facili. Hanno le carte in regola per essere rilanciati?
«Benenati l'ho voluto perché ha caratteristiche perfette per inserirsi nel nostro treno e aiutare al meglio Guardini a districarsi nel finale. Balloni e Bertolini sono due ragazzi talentuosi, forse approdati troppo presto tra i professionisti e si sono ritrovati a soli 22-23 anni quasi a dover smettere di correre. Conosco il loro valore e, se lavorano in un certo modo, potranno essere utilissimi alla squadra e cogliere anche dei bei risultati».

Considerato il calendario che si prospetta abbastanza fitto di impegni, c'è margine per portare a casa qualche buon atleta rimasto senza squadra?
«Beh, se son rimasti senza squadra, si vede che tanto buoni non sono (ride)! Scherzi a parte, avrei anche già individuato un paio di nomi, ma al momento il budget è chiuso, non ho materialmente denaro da investire in altri ingaggi. Comunque non escludo la possibilità, se riuscissimo a trovare qualche altro sponsor...».

Giuseppe Cristiano

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