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Giro d'Italia 2012: La coloriamo quella maglia? - Andy Schleck e i possibili pretendenti alla rosa

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Andy Schleck in maglia bianca sullo Zoncolan nel 2007. Quest'anno tornerà al Giro? © BettiniPhoto

Forse tu vuoi dirmi/che non sei felice/che io sto cambiando/e tu mi vuoi lasciar.

Immaginiamo che Monsieur Le Tour de France si rivolga in versi, con le parole di Pino Donaggio, ad uno degli interpreti più talentuosi eppur negli anni così poco incisivi e decisivi della Grande Boucle: Andy Schleck. Che, dopo un secondo posto al Giro colto nel 2007 alle spalle di un Danilo Di Luca in stato di grazia, nel 2012 potrebbe tornare alla corsa rosa. Attenzione, potrebbe.

Già perché il fratellone, Fränk, è un continuo dichiarare che andranno al Tour insieme, visto che l'uno ha bisogno dell'altro per vincere. Solo e soltanto il Tour (e Liegi - Bastogne - Liegi, se si vuol essere precisi), dunque.

Viene percepito più come un ordine che come un invito. Succede però che tutti i grandi del ciclismo si muovano come in una sollevazione popolare per convincere Andy a correre il Giro.

In rapida sequenza: Eddy Merckx: «Meglio primo al Giro che secondo al Tour»; Felice Gimondi: «Più ci penso, più mi convinco che Andy deve venire al Giro»; Francesco Moser: «Il Giro è la corsa perfetta per Andy»; Beppe Saronni: «Se Andy venisse, farebbe bene a se stesso e al Giro»; Gianni Bugno: «Per Andy il Giro potrebbe essere importante più di quello che immagina». Anche Ivan Basso, suo potenziale avversario: «Se viene, Andy diventa il favorito numero uno».

Pur intestardito sul Tour, o forse solo pilotato su di esso, attratto dal fascino della maglia gialla e della Ville Lumière, Andy fa un pensierino al Giro e - udite udite! - starebbe anche meditando se correrlo o meno. Saranno stati quei 96 km contre-la-montre sulle strade di Francia a smuovere le certezze del fratellino che, pur con tutti i test effettuati in galleria del vento per limare secondi nelle crono, quando c'è da lottare contro quelle due lancette resta ancora tremendamente incerto (e - possiamo dirlo - troppo poco competitivo).

Ecco perciò l'ipotesi di tornare al Giro. Fosse per Johan Bruyneel il dubbio non si porrebbe, eppure il tecnico della RadioShack - Nissan apre qualcosa di più che uno spiraglio alla corsa rosa per il minore degli Schleck: «Se con Andy decidessimo di venire al Giro lo faremmo per cercare la vittoria. Il Giro non è incompatibile con il Tour, che faremo di tutto per vincere. E non bisogna dimenticare una cosa: il Giro 2011 era molto duro, mentre lo stesso non si può dire per quello 2012».

Ecco, appunto: Giro sì, Giro forse (o Giro no?), ma per Bruyneel il fulcro della stagione resta sempre luglio ed il Tour de France. Giro più facile del 2011? Forse. Di sicuro non scontato perché, anche se così fosse, il più piccolo degli Schleck avrebbe di fronte gli avversari (ma ciò accade un po' in tutte le corse, ci risulta). Contro chi dovrà quindi lottare Andy, nell'ipotesi che scenda nel Bel Paese facendo scalo in Danimarca?

Partiamo da casa nostra, dalle squadre italiane. La Lampre è in dubbio se far prendere il via a Scarponi come capitano unico, supportato dal giovane Ulissi, o se lanciare l'Aquila di Filottrano direttamente al Tour, formando in Francia una bella coppia con Damiano Cunego (che ha già deciso di saltare la corsa rosa). Nel secondo caso resterebbe sempre Ulissi a tenere alta la bandiera blu-fucsia. Per la crescita del ragazzo di Cecina non sarebbe male correre il primo GT da capitano unico. Si vedrà, anche se la possibilità di vedere Scarponi al Giro è decisamente più elevata.

Anche casa Liquigas è un fermentare di dubbi. La certezza è che Ivan Basso correrà il Giro mentre Vincenzo Nibali disputerà il Tour. L'ambizione e la voglia di testarsi portano però lo Squalo dello Stretto a non escludere di essere al via della corsa rosa «anche se il Tour resta il mio primo obiettivo». Basso per puntare in alto e Nibali come scudiero di lusso? Non è da escludersi, visto il precedente del 2010 in cui Ivan conquistò la sua seconda maglia rosa in carriera. Calcolando che quest'anno punterà al tris, un Nibali come spalla di Basso non è un'idea così peregrina né malvagia.

Fin qui le italiane, ma chi altri si schiererà al via di Herning il prossimo 5 maggio? La Movistar, rinforzatasi con Valverde e ad un soffio dall'acquisto del vincitore dell'ultima Vuelta, Juan José Cobo Acebo, dirotterà il primo sul Tour (facile che lo seguano Rubén Plaza e David Arroyo) mentre il secondo dovrebbe difendere la maglia roja tra agosto ed inizio settembre. La squadra di Eusebio Unzué porterà perciò in Italia il tricolore di Giovanni Visconti, l'esperienza di Marzio Bruseghin e qualche buon corridore come Samoilau, Erviti o Quintana. Tutti potrebbero andare a caccia di una tappa, qualcuno magari di una top ten.

Restando nella penisola iberica, le maglie arancioni dell'Euskaltel - Euskadi saranno tutte per Mikel Nieve, buono scalatore e vincitore nel 2011 del tappone con arrivo al Gardeccia. Con Samuel Sánchez concentrato sul Tour ed Igor Antón proiettato sulla Vuelta, Nieve agirà da capitano unico.

Tra le stelle - che a dire il vero saranno poche - in casa Garmin ci sarà sicuramente Tyler Farrar pronto a lanciarsi nelle volate, mentre, con Daniel Martin che si focalizzerà sul Tour, Christian Vande Velde e Ryder Hesjedal faranno l'uno la parte dell'uomo da classifica, l'altro quella del battitore libero. Trovassero lo smalto e la brillantezza di qualche stagione fa potrebbero essere due validissimi interpreti della corsa rosa.

Piuttosto deludenti le formazioni che proporranno Rabobank e Saxo. I caveau delle squadre dei banchieri saranno infatti piuttosto poveri, con gli olandesi che dirotteranno sul Tour tutte le loro pepite più pregiate, ovvero Kruijswijk, Mollema, Luis León Sánchez e Gesink. Proprio Gesink dovrebbe comunque correre anche il Giro ma non per la classifica generale. Considerando le ambizioni dell'olandese al Tour ed il desiderio di correre il Mondiale di casa in prima linea, non è però da escludere una virata dell'ultimo momento sulla Vuelta.

Decisamente più povera tecnicamente la squadra di Riis: se Juan Josè Haedo si giocherà con i migliori le volate, l'uomo da classifica della Saxo Bank, in assenza del campione uscente Alberto Contador, sarà infatti il 22enne polacco Rafał Majka. Potrebbe essere una sorpresa, più probabile che sia un uomo da top 15.

Tutt'altra posizione per Roman Kreuziger, almeno da quanto gli appassionati si aspettano. Ha ormai 26 anni e correrà con i gradi di capitano in un'Astana più tricolore che celeste (insieme a Kreuziger troveremo sicuramente Francesco Masciarelli, Simone Ponzi, Paolo Tiralongo, Jacopo Guarnieri, Francesco Gavazzi ed Enrico Gasparotto). La maglia bianca ed il settimo posto del 2011 vanno assolutamente migliorati, allora sì che potremo affermare che Kreuziger ha compiuto quel salto di qualità che non riesce ad effettuare da diverse stagioni. In caso contrario, il 26enne ceco potrebbe essere annoverato tra i campioncini che mai davvero hanno spiccato il volo né graffiato.

A proposito di piccoli campioni che crescono, sarebbe stato curioso vedere all'opera sulle strade d'Italia la vera sorpresa del 2011, Chris Froome. Il keniota naturalizzato britannico che corre nelle fila della Sky (il team britannico dovrebbe portare in Italia l'iride di Mark Cavendish) ha dato spettacolo alla Vuelta, prima facendo da gregario a Wiggins, quindi agendo in prima persona e rischiando di portarsi a casa la maglia roja. Comunque ottimo secondo ad un soffio da Cobo, nel 2012 Froome cercherà di confermarsi sul palcoscenico più difficile di tutti: il Tour.

Stesso obiettivo per il neo acquisto della Katusha Denis Menchov, che cercherà il picco di forma a luglio. I russi potrebbero portare qualche corridore più che onesto (il siciliano Giampaolo Caruso, Luca Paolini, Simon Spilak, magari Joaquim Rodríguez) ma veicoleranno l'artiglieria pesante verso la Francia.

Discorso aperto per chi il Giro lo vorrebbe correre ma, ironia della sorte, potrebbe essere costretto a saltarlo. Le ultime esternazioni di Michele Acquarone, direttore Generale di RCS Sport, parlano di possibili inviti a squadre tedesche o cinesi (per questi ultimi si riferiva forse al Team Champion System?), a discapito anche delle Professional italiane che da anni sono protagoniste sulle strade del Giro.

Una su tutte, l'Androni Giocattoli, vincitrice delle ultime due edizioni della Coppa Italia. Avrebbe il posto assicurato in virtù di questo ma Acquarone ne mette in dubbio la partecipazione, con Rujano (ma non solo) che sarebbe la punta della squadra di Gianni Savio. Come l'Androni anche l'Acqua e Sapone, con Danilo Di Luca tra le proprie fila, la Colnago - CSF, la Farnese Vini - Selle Italia.

Insomma, chi vorrebbe incentrare la stagione sul Giro rischia di restare a casa mentre chi potrebbe essere protagonista assoluto della corsa rosa punta al Tour de France. Grand Boucle che, pur tornando amica dei passisti scalatori, ottiene nel 2012 più favori rispetto al nostro Giro. Per questo chi, come Andy Schleck, passista non è ed al Tour apparterrebbe già in partenza alla schiera degli sconfitti ha volto lo sguardo altrove, stanco dei soliti piazzamenti di lusso, affamato di una vittoria importante.

Una svolta per la carriera dell'ormai non più giovane Andy, una star per il Giro che - diciamo la verità - di stelle in grado di lasciare il segno ne avrà ben poche. Basso, forse Nibali, Scarponi e Ulissi, Kreuziger, quest'ultimo solo se troverà la condizione, qualche lampo di Di Luca e Rujano, inviti permettendo. Pochi campioni, molti buoni corridori, pochissime stelle estere.

Senza appellarci ad Andy come fosse il salvatore del Giro - è evidente come un sol uomo non basti a cambiare il corso degli eventi - la speranza di tutti, corridori compresi, è che Schleck torni alla corsa rosa e lo faccia per vincerla. Dimentichi almeno per questi mesi, da ora sino a maggio, un Tour che sicuramente potrà vincere in futuro ma probabilmente non nel 2012.

Agisca d'istinto e venga a lottare sul serio al Giro, scordandosi dei proclami di Fränk, mettendo in dubbio le solide certezze di Bruyneel. Corra dove potrà raccogliere di più, non dove ha promesso di firmare la propria presenza. Vows are spoken to be broken.

Francesco Sulas

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