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Squadre 2012: Il piccolo (e il) Principe - Felline firma con l'Androni di Savio

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Fabio Felline stringe la mano a Gianni Savio. Da oggi è un corridore dell'Androni Giocattoli

Gianni Savio, impossibile non conoscerlo, ancor meno non riconoscerlo. Soprannominato "Il Principe", il Team Manager dell'Androni Giocattoli - C.I.P.I., con la discrezione che lo contraddistingue, ha messo a segno un vero e proprio colpo a sorpresa. L'acquisto dalle ceneri della Geox di Fabio Felline. «Come me e come la mia squadra Fabio è torinese. Ma al di là della provenienza, Felline è un talento straordinario che seguo da sempre. Mi colpì già dal suo primo anno da professionista. Decimo Ad Harelbeke, che è un po' una sorta di Giro delle Fiandre: qualcosa vorrà pur dire».

Gli aveva già messo gli occhi addosso, insomma, ma il ragazzo era vincolato da un contratto con la squadra di Mauro Gianetti. Contratto che, una volta evaporata Geox, non era più valido «ed è stato allora che mi sono messo in moto per cercare le risorse che mi permettessero di acquistare Felline».

Già, perché Savio sa riconoscere il talento, il ciclismo ce l'ha nel DNA. «Anche se per un periodo ho giocato a calcio in Prima divisione, nel Vallorco di Cuorgnè, ma erano altri tempi - sorride. Invece il mio nonno materno, Giovanni Galli, è stato un corridore ai tempi di Girardengo. Addirittura si dice che si fosse tolto il gu­sto di batterlo in volata nel Campionato re­gionale del Piemonte. La nostra Società ciclistica si chiama Team Galli proprio in sua memoria».

Spazia dal passato al futuro ed ogni tanto si sofferma anche sul presente. Tre settimane fa l'incontro decisivo con Felline, oggi alle 13 in punto la firma del contratto che legherà il torinese all'Androni Giocattoli per due anni. «Ho incontrato Fabio tre settimane fa nel Canavese. Eravamo entrambi invitati a Barbania da alcuni amici. Gli ho esposto le mie intenzioni e lui è parso subito entusiasta. 'lasciami trovare le risorse necessarie e sei dei nostri', gli ho detto».

Uomo di parola, tanto con i corridori quanto con gli sponsor, Gianni Savio unisce la pragmaticità alla qualità delle sue squadre. «La nostra divisa è un giornale, io per primo non sono un grande amante di questo tipo di casacche, ma negli anni ho dovuto fare di necessità virtù. Preferisco avere molti sponsor fedeli che vengono ripagati con i nostri risultati anziché trovarmi in difficoltà, come tanti altri team manager».

Ed il discorso va inevitabilmente a parare sulla crisi globale che sta investendo anche - o, per meglio dire, soprattutto - il ciclismo. «La crisi c'è ed è assodato. I campanelli d'allarme ci sono stati. Quando vedi la prima squadra a livello mondiale, con più di cinquecento corse all'attivo, i Campioni del Mondo in linea ed a Cronometro, chiudere i battenti per la mancanza di un main sponsor c'è da pensare parecchio. Forse Stapleton avrebbe dovuto ridurre l'organico e provare a proseguire in quel modo. Diversamente i costi sono insostenibili».

Poco affidabili anche i miliardari che investono nel ciclismo, come Flavio Becca della Leopard e Gerry Ryan della neonata e sinora alquanto nebulosa GreenEDGE. «È un fenomeno molto pericoloso. Questi miliardari si appassionano al ciclismo e vi investono. Il problema qual è? Che come in un attimo si sono innamorati del nostro sport, altrettanto impiegano a disamorarsi e ad investire altrove. Io invece non avrò un budget come quello delle grandi squadre del World Tour ma ho i miei sponsor affezionati ed appassionati».

Li ripaga, gli sponsor della divisa-giornale, con piazzamenti costanti («All'ultimo Giro d'Italia siamo entrati nella top ten di 15 tappe e Roberto Ferrari è stato l'unico velocista a concludere la corsa», afferma orgoglioso), prestazioni sempre degne di nota, mai anonime. La squadra, con i nuovi acquisti e le conferme («Tranne Solari, che non sarà più con noi, mentre per Bertolini vedremo. Lui vuol concludere la carriera con la Settimana Tricolore che si disputa nel suo Trentino») partirà per il ritiro di Cesenatico ai primi di dicembre, dal 9 al 19, anche se le date non sono ancora del tutto confermate.

La prima corsa del 2012 sarà il Tour de San Luis, in Argentina, «dove siamo ormai di casa. In contemporanea correremo in India, a Pune, Nasik e Mumbai, quindi sei dei nostri andranno al San Luis e sei in India. Felline sarà tra quest'ultimi». Si proseguirà con il Langkawi «altra corsa dove ci siamo messi in mostra spesso», per poi affrontare il calendario italiano. «Sanremo certamente, ma anche le altre corse e soprattutto il Giro, dove andremo di diritto, avendo vinto la Coppa Italia per il secondo anno consecutivo. Lì credo proprio che Felline potrebbe correre in quanto italiano in una squadra italiana. E ci sono anche alcuni arrivi che gli si addicono».

Non fa proclami, Gianni Savio. Aspetta l'invito ufficiale per la corsa rosa ma già pregusta le arrampicate del suo pupillo Rujano e la presenza costante della squadra, «un fattore che ci ha sempre contraddistinto e penso anche fatti amare un po' di più dalla gente. Se c'è una fuga noi ci entriamo e se la fortuna ci assiste arriva anche la vittoria. Ma è ben noto che la fortuna bisogna andarsela a cercare».

Esserci sempre e correre nel miglior modo possibile, questo il marchio di fabbrica dell'Androni Giocattoli. Per questo motivo non disputerà le corse del Nord, che pure il neoarrivato Felline tanto apprezza. «Per il Nord non siamo attrezzati e non avrebbe senso andare là solo per la presenza. Felline sapeva, quando ha firmato con noi, che il calendario dell'Androni non avrebbe previsto le Classiche del Nord. Ma del resto è giovane anche lui, deve ancora fare molta esperienza».

Parlerebbe ore ed ore, il Principe, ammaliandoci con il suo piacevole eloquio. Scende la sera ed il baffo più famoso del ciclismo si congeda svelando l'obiettivo dell'Androni Giocattoli per il 2012: «Potrei dire il Giro, che certamente è il nostro maggior obiettivo. Ma ancor più importante sarà, come ogni anno, onorare le corse a cui parteciperemo».

Chissà che la piccola ma forte Androni non riesca a mettere i bastoni tra le ruote ai grandi della scena ciclistica internazionale (e non sarebbe certo una novità). Un po' come fece il nonno di Gianni, Giovanni Galli, che in un Campionato regionale piemontese riuscì a battere il Campionissimo Costante Girardengo. O almeno così si racconta.

Francesco Sulas

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