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Ranking UCI 2011: L'europeismo di Visconti - Giovanni e gli altri campioni continentali | Cicloweb

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Ranking UCI 2011: L'europeismo di Visconti - Giovanni e gli altri campioni continentali

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La stagione ciclistica 2011 è ormai decisamente finita, quindi è tempo di tirare le somme mentre in varie parti del globo già si corre (o si sta per correre) per l'"Anno UCI" 2012 (l'Anno UCI inizia a ottobre e finisce a settembre...). Proponiamo quindi una carrellata ragionata dei ranking dei circuiti continentali dell'Unione Ciclistica Internazionale, provando a mettere in tavola anche qualche spunto d'analisi.

Europa Tour
Giovanni Visconti, per il terzo anno consecutivo primo nel ranking continentale europeo dell'UCI © BettiniphotoVincere il titolo di campione continentale europeo a punti (quel che è in effetti il ranking UCI) può essere casuale ma non troppo, visto che non parliamo della conquista di una gara di un giorno, ma di una costanza di rendimento lungo l'intera stagione. Rivincerlo, significa che la prima volta non era definitivamente un caso. Triplicare, vuol dire che c'è stato del metodo.

Il metodo Visconti, se vogliamo: essere presente, e costantemente a buoni livelli, in tutte le corse del circuito europeo non World Tour, e questo non per uno, non per due, ma per tre anni di seguito. Nel caso specifico del siciliano, poi, l'impresa ha un coté tutto italiano, visto che, a parte la maglia di Campione Nazionale (conquistata anch'essa per la terza volta, e latrice di 100 dei 716 punti totalizzati da Giovanni nel ranking), il capitano della Farnese ha conquistato in corse lungo lo stivale la bellezza di altri 405 punti. I restanti 211 punti, peraltro, Visconti li ha raccolti quasi tutti appena fuori porta: 168 in Svizzera tra Insubria, Argovie e Lugano, e 11 al Giro di Slovenia. Solo per i restanti 32 si è spostato tra Belgio (Cerami) e Olanda (Mergelland).

Un'autarchia che il secondo della classifica, Yauheni Hutarovich, non ha esibito, visto che pur facendo base in Francia con la FDJ, il bielorusso ha saputo ottenere numerosi piazzamenti - e quindi bei punteggi - anche in Belgio (vittoria a Kapellen ma piazzamenti pesanti tra Parigi-Bruxelles, Kuurne e Scheldeprijs), mentre si è regalato pure una chicca in Italia (primo nella Bernocchi). Ciò non gli è bastato per avvicinare Visconti, ma per precedere di un soffio Rebellin terzo sì.

659.25 punti per Hutarovich, 652 per Davide, che ha a sua volta fatto incetta di punti soprattutto nelle corse italiane (spiccano le vittorie a Tre Valli Varesine e Trofeo Melinda), e che se avesse gareggiato anche a inizio stagione (quando era ancora fermo per la nota squalifica) sarebbe stato un più che ostico contendente per Visconti per il successo finale.

Se Kittel (quarto a quota 556) è letteralmente esploso quest'anno, ma ha diviso le sue tantissime vittorie anche con altri circuiti continentali, di Voeckler (quinto a 518) possiamo semmai dire che si è "distratto" troppo col World Tour (vedasi il Tour de France corso da protagonista). Van Dijk, Roux, Van Hummel, Modolo e Kruopis completano la top ten.

Tutti i dati, compresi quelli delle graduatorie per team (prima la FDJ su Skil e Colnago) e per nazioni (Italia davanti a Francia e Olanda), sono disponibili sul sito dell'UCI, a questo link.

Analizzando tali dati e approfondendo, emerge quanto la Francia sia in realtà dominante a livello continentale europeo: se prendiamo in esame le prime 100 (sulle 1285 totali) posizioni, i transalpini piazzano ben 27 corridori (più di uno su quattro!) contro i 18 italiani, gli 8 belgi, i 6 olandesi, i 5 corridori di Germania, Slovenia e Russia, i 3 di Turchia, Croazia e Portogallo, i 2 di Lituania, Colombia, Spagna, Serbia, Polonia e Danimarca, e l'unico corridore di Bielorussia, Grecia, Repubblica Ceca, Ucraina e Bulgaria, per un totale di 21 nazioni rappresentate. Si noti l'assenza di diverse nazioni che hanno i loro migliori corridori impegnati nel World Tour (Norvegia, Gran Bretagna, Lussemburgo) e non riescono a emergere con gli altri nel circuito continentale.

Applicando ai piazzamenti il solito sistema inverso (100 punti al primo, 99 al secondo e così via), e sommando tali punti nazione per nazione, la graduatoria che emerge ricalca più o meno la precedente (a parte il Belgio che ha molti dei suoi classificati nella seconda metà della top-100, e quindi si fa precedere qui da Olanda e Germania). In definitiva e riducendo il discorso ai primissimi posti, concludiamo che la Francia brilla per quantità di corridori ad alto livello nelle corse europee, l'Italia invece per la qualità delle vittorie e dei piazzamenti dei suoi corridori.

America Tour
Miguel Ubeto © www.elragueno.comÈ il venezuelano Miguel Ubeto, 35 anni, a imporsi nel ranking americano, con appena 1 punto di vantaggio sul brasiliano Gregory Panizo, secondo. 180 punti per Ubeto (campione nazionale e poi molto presente negli ordini d'arrivo di Vuelta a Venezuela, Vuelta al Táchira e Tour de la Guadeloupe), 179 per Panizo (che ha fatto il grosso dei suoi punti vincendo Campionati Panamericani e Giro del Brasile).

Solo terzo il primo dei colombiani, Sergio Luis Henao (151 punti conquistati in gran parte al Tour of Utah), poi ancora Venezuela e Colombia con Manuel Medina e Juan Pablo Suárez quarto e quinto, quindi il cileno Garrido, il brasiliano Seabra, l'uruguayano Soto, il costaricano Rojas e l'altro cileno Arriagada (nel frattempo fermato per doping) completano la top ten. Fra i team si impone la colombiana EPM-UNE, imitata dalla Colombia che nel ranking per nazioni ha quasi il doppio dei punti del Venezuela. (Il dettaglio è raggiungibile a questo link).

Laddove il Venezuela si rifà è nel computo dei corridori piazzati tra i primi 100 (sui 415 totali). In questa graduatoria abbiamo 16 venezuelani contro 13 colombiani, 9 brasiliani, 7 argentini, 5 rappresentanti di Uruguay e Usa, 4 corridori provenienti da Cuba, 3 da Cile, Costarica e Canada, 2 da Ecuador, Spagna, Messico, El Salvador, Belize, Suriname, Antigua & Barbuda, Santa Lucia, Guyana, Saint Vincent & Grenadines, e infine 1 da Francia, Bolivia, Germania, Belgio, Danimarca, Italia (Roberto Ferrari, 49esimo), Kazakistan, Repubblica Dominicana, Bielorussia, Antille Olandesi, Slovenia e Australia. Si noti come, al contrario del ranking europeo, qui non sono pochi gli atleti classificati che provengono da continenti diversi da quello americano (ben 10 nazioni sulle 32 rappresentate nella top-100, praticamente un terzo).

Asia Tour
Mehdi Sohrabi © www.dailypeloton.comUn'affermazione abbastanza agevole per l'iraniano Mehdi Sohrabi, tra i recordman di vittorie stagionali tout-court, a cui si sono aperte le porte del World Tour (appena tesserato dalla Lotto dopo essere stato in predicato di passare alla AG2R e poi alla Geox) proprio per i tanti punti guadagnati nel circuito asiatico. 327 per lui, che si è imposto o piazzato in molte tappe di Kerman Tour, Jelajah Malaysia, Azarbaijan Tour, Tour de Taiwan, oltre ad aver conquistato pure varie classifiche generali (Azerbaijan, Jelajah, Kerman) e ad aver lasciato il segno anche in una tappa di una corsa di categoria HC (al Qinghai Lake).

Alle spalle di Sohrabi, ben distanziati l'uzbeko Muradjan Khalmuratov (239 punti collezionati per la maggior parte nel corso del Tour of China da lui vinto) e l'altro iraniano Amir Zargari (218 punti con la perla del successo nel Tour de Singkarak, condito da due tappe della corsa indonesiana), mentre vengono da paesi non asiatici i corridori piazzati fra il quarto e il sesto posto (il colombiano Libardo Niño, il russo Boris Shpilevsky e lo sloveno Gregor Gazvoda).

Il giapponese Arashiro è settimo subito davanti al nostro Andrea Guardini, vero ammazzasette al Tour de Langkawi, e ad altri due iraniani, Askari ed Ememi, nono e decimo.

Da questo sommario report (i dati completi sono a questo link) si capisce già che l'Iran ha svolto quest'anno un ruolo di guida nel continente asiatico, come confermano anche il primo posto nel ranking per nazioni (davanti al Giappone) e la doppietta piazzata in testa a quello per squadre (con Tabriz Petrochemical e Azad University).

16 sono i corridori iraniani piazzati tra i primi 100 (il totale di classificati è 360), una leadership sottolineata anche dalla somma dei piazzamenti, e decisamente incontrastata, in questo 2012, in un circuito in cui tra le 31 nazioni rappresentate, ben 19 provengono da altri continenti (Germania con 6 rappresentanti, Russia, Italia e Australia con 5, Colombia e Polonia con 3, Slovenia, Ucraina, Sudafrica e Gran Bretagna con 2, Venezuela, Austria, Olanda, Nuova Zelanda, Irlanda, Spagna, Estonia, Usa e Argentina con 1).

Tra quelle asiatiche, dietro all'Iran (16 corridori) c'è ancora il Giappone (13 corridori), poi ci sono Malesia (5), Uzbekistan (4), Kazakistan e Corea del Sud (3), Hong Kong, Kirghizistan, Indonesia, Siria, Mongolia e Thailandia (2).

Africa Tour
Adil Jelloul © www.elmarrakech.infoUn marocchino, Adil Jelloul, al primo posto, e altri tre (Chaoufi, Lahsaini e Saadoune) fra il quarto e il sesto: presenza forte, quella della nazione maghrebina, nel ranking del circuito continentale africano. Jelloul ha messo insieme 446 punti, facendo bene principalmente nel campionato nazionale (da lui vinto) e alle challenge di casa, e figurando tra i protagonisti anche nei Giri d'Algeria, di Marocco e di Ruanda, oltre che nella Tropicale Amissa Bongo.

Il principale rivale di Jelloul è stato l'eritreo Daniel Teklehaymanot, per lui 325 punti frutto delle eccellenti prestazioni ai campionati continentali africani (da lui vinti sia in linea che a cronometro che nella cronosquadre), e nei giri di Ruanda e di Kwita Izina. Quindi l'algerino Ezzeddine Agab, che ha costruito la maggior parte delle sue fortune tra Tour d'Algérie e Circuit d'Alger. I tre marocchini dal quarto al sesto posto li abbiamo citati, alle loro spalle un altro eritreo (Abrha), il francese Charteau, il sudafricano Rabie e un terzo eritreo a chiudere la top-10, ovvero Berhane. Il ranking completo è a questo link.

Tra le squadra la rivincita di Agab e del movimento algerino (primo il Groupement Sportif Petrolier Algérie davanti all'Europcar), mentre tra le nazioni il Marocco si conferma leader, nettamente davanti a Eritrea e Sudafrica. Nel computo degli uomini piazzati dalle singole nazioni nella top-100, si inserisce però, tra i paesi africani, la Francia, che inserisce 11 corridori contro i 10 di Marocco e Sudafrica (i maghrebini però sono in testa alla classifica dei corridori in top-50: 8 per loro). Nei 100 l'Eritrea ne piazza 9, quindi Algeria e Burkina Faso ne mettono 6, e a 5 troviamo Camerun, Lesotho, Zimbabwe e anche l'Italia (con mezza Miche - Di Salvo, Pinizzotto, Cesaro e Randazzo - e con Riccio della D'Angelo&Antenucci).

A 4 ci sono Angola e Tunisia, a 2 gli Usa, la Slovacchia, il Ruanda, il Belgio e la Turchia, a 1 il Namibia, la Gran Bretagna, l'Ucraina, la Costa d'Avorio, la Russia, la Germania, l'Etiopia, l'Austria, la Polonia e l'Olanda. In totale 27 nazioni rappresentate, di cui 14 africane: come dire che anche le gare che si svolgono in Africa, come quelle asiatiche, sono viste da molte squadre extracontinentali come un buon bacino di punti e risultati.

Oceania Tour
Richard Lang © www.dewielersite.netRichard Lang, giovanissimo australiano del Team Jayco, ha totalizzato 100 punti tondi tondi piazzandosi in un'unica corsa in stagione: il Campionato d'Oceania, ma siccome ne è stato il vincitore, ciò gli ha permesso di installarsi in testa al suo ranking continentale a marzo e di mantenere la leadership fino a fine stagione. Alle spalle del 22enne Lang un coetaneo, Nathan Haas, 74 conquistati tra campionati oceanici in linea e a crono (prima di assurgere al ruolo di protagonista d'ottobre coi suoi successi tra Herald Sun Tour e Japan Cup, che però gli varranno per i ranking del prossimo anno).

Al terzo posto il neozelandese George Bennett, 53 punti ottenuti al Tour of Wellington, e poi via via tra il quarto e il decimo posto gli australiani Howson, Earle, Stuart Smith, Lane, Davison e Bernard Sulzberger letteralmente circondano l'altro neozelandese al settimo posto, James Williamson.

Ma l'intera classifica, che consta di 46 uomini e che trovate integralmente a questo link, è composta da corridori provenienti dai due maggiori paesi oceanici. Gli australiani sono in totale 34, i neozelandesi 12, e la supremazia dei kangaroos si conferma anche tra i team (vince la Jayco sulla Genesys Wealth Advisers) e nella classifica per nazioni (Australia 830 contro Nuova Zelanda 463).

La cosa che comunque più balza all'occhio è l'età media molto bassa dei componenti di questa graduatoria: solo 3 ultratrentenni sui 46 totali, 21 Under 23 (quasi la metà di quelli computati!) e appena 21.8 anni di età media dei primi 10 (ma solo perché Sulzberger alza questa media, altrimenti siamo a 21.1 periodico). Una conferma a quanto in tanti sanno e dicono, ovvero che dall'Australia in particolare il grosso dell'ondata di corridori che potranno essere protagonisti nel mondo nel prossimo futuro, è ancora di là da venire.

Marco Grassi

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