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Anticipazioni: Giro senza Sud, tanta crono al Tour - Analisi a prima vista sui percorsi del 2012

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Ivan Basso e Alberto Contador potrebbero essere i grandi protagonisti del Giro e Tour 2012 © Bettiniphoto

Inizierà con un breve cronoprologo il Giro d'Italia 2012 e con una crono si chiuderà. Da Herning a Milano, due tappe che, stando alle indiscrezioni di Tuttosport, incoronerebbero i propri vincitori con le lancette. In mezzo ci saranno alcuni arrivi semplici, una cronosquadre, delle tappe mosse ed alcuni tapponi di montagna ben strutturati. In attesa della presentazione di domenica 16 Ottobre possiamo dire con certezza che gli specialisti delle alte velocità si daranno battaglia nelle tre tappe danesi (un prologo più due frazioni) completamente pianeggianti. D'altronde i Mondiali di Copenhagen ci hanno insegnato che lassù al Nord non ci sono molti dentelli da sfruttare.

Rientrati in un altro Nord, quello italiano, e precisamente a Verona, conterà avere un'ottima squadra per restare più avanti possibile in classifica. Una cronosquadra che verrà disputata in notturna, il che potrà sicuramente avvicinare un maggior numero di spettatori alla corsa rosa. Lasciato il Veneto si sfiorerà la Romagna per puntare verso le Marche: la Modena-Fano e la Urbino-Porto Sant'Elpidio dovrebbero sfruttare le vie principali e di conseguenza essere adatte ai velocisti, anche se per la seconda di queste non mancherebbero gli strappi tanto brevi quanto brutali dell'entroterra.

Alla fine della prima settimana ecco un impegno notevole: sabato 12 Maggio si partirà da Recanati arrivando a Rocca di Cambio. In ogni caso, due salite probanti, che scremeranno già dopo sette frazioni il gruppo degli aspiranti alla maglia rosa. Ma il bello dovrà ancora arrivare. Domenica ecco Lago Laceno, breve ma che si farà sentire all'indomani del primo arrivo in salita. Inizia la risalita dello Stivale, con la San Giorgio del Sannio-Frosinone. Tappa apparentemente indolore questa, non come la seguente, che partendo da Civitavecchia condurrà i girini ad Assisi, dopo aver superato un dentello che renderà quasi impossibile l'arrivo allo sprint.

Aria di Toscana, aria di strade bianche. Da Assisi a Montecatini i corridori potrebbero tagliare il traguardo con molta polvere (o fango) in volto. Le fatiche maggiori saranno a quel punto dinanzi al gruppo. La 12esima tappa, la Seravezza-Sestri Levante, potrebbe ricalcare quella che, nel Giro 2006, pure era la 12esima frazione: stesso arrivo, partenza da Livorno (che quest'anno ha rinunciato ad avere la corsa rosa), ed attraversamento delle Cinque Terre. Tra La Spezia, Levanto e la Colletta di Guaitarola non c'è un metro di pianura. Non è una tappa da sprinter mentre non si può dire lo stesso della successiva Savona-Cervere.

La quiete prima della tempesta, in quanto il traguardo di Cervere giungerà alla vigilia del secondo e ben più tosto arrivo in salita. Siamo ai piedi delle Alpi ed RCS ha scelto una salita che ha sempre premiato il miglior scalatore in competizione: la strada che conduce a Cervinia non sarà impossibile ma non dà tregua. Chi non ha gambe rischia di pagare diversi minuti ai più brillanti arrampicatori. Se nell'arrivo valdostano venisse inserita un'ulteriore asperità prima di quella finale (il Col Saint Pantaléon lanciò Gotti alla conquista della maglia rosa nel 1997, ma si era parlato anche del più che impegnativo Tze Core, un inedito) la tappa di sabato 19 Maggio sarebbe memorabile.

Più abbordabile ma egualmente da non prendere sottogamba la seconda frazione del secondo fine settimana di Giro, la Busto Arsizio-Piani dei Resinelli. Arrivo in salita, 15 chilometri ma al 6% di media. Attraversando la Brianza potrebbe venir inserita qualche altra salitella ostica come Valcava (verrà percorsa al Giro di Lombardia, ventiquattr'ore prima della presentazione della corsa rosa), Colle Brianza, il Lissolo.

Dopo il dì di festa arriva il secondo ed ultimo giorno di riposo, piazzato lunedì 21 Maggio. Farà da preambolo ad un Inferno dantesco, almeno per chi non è avvezzo alle pendenze da capogiri. Si riprenderà con la partenza da Limone del Garda e l'arrivo in quel di Falzes, laddove vinsero Rubiera nel 1997 e Cunego nel 2004. Allora si giungeva dalle Dolomiti mentre quest'anno la località vicina a Brunico ospiterà un arrivo e, soprattutto, la partenza verso i monti pallidi: il tappone di Cortina partirà infatti da qui.

È questa una di quelle frazioni che restano scolpite nella mente degli appassionati: 187 chilometri, quattro colli, 4500 metri di dislivello complessivo. Basti solo nominare i seguenti toponimi: Passo Valparola, Passo Duran, Forcella Staulanza, Passo Giau. E da lassù 17 chilometri di discesa verso Pocol, quindi l'arrivo a Cortina d'Ampezzo. Giovedì di calma relativa, con la San Vito Cadore - Vedelago, quindi un weekend di puro alpinismo. Venerdì 25 Maggio la Treviso-Alpe di Pampeago potrebbe già risultare decisiva. Il Manghen non è certo un cavalcavia e Pampeago è un'erta severa, infinita, che non perdona. Un po' di sadismo alberga nei tracciatori di RCS, se è vero che l'ultima ascesa, Pampeago appunto, verrà ripetuta due volte. Una volta giunti alla sommità, infatti, i girini proseguiranno in salita su una stradina in parte non asfaltata. Scenderanno a Nova Ponente e di lì risalita al Passo di Lavazé. Veloce discesa sino a Stava ed ultima ascesa verso il traguardo di Pampeago.

Le salite inedite non finiranno qui perché sabato si disputerà quella che dovrebbe essere la tappa regina di questo Giro, la Caldes - Passo dello Stelvio. In questi 218 chilometri ci si scalderà la gamba scalando Tonale ed Aprica. Si darà una scossa al gruppo salendo verso Teglio, che alla Valtellina dà il nome. Quindi discesa in Valle ed a Tovo Sant'Agata virata verso il Mortirolo. Strada stretta, quasi una mulattiera. Irta, come qualsiasi Mortirolo dev'essere (12 chilometri alla pendenza media dell'11%). Mai percorsa dal Giro. Discesa tecnica, già collaudata al GiroDonne 2011, verso Grosio (vittoria a Grosotto di Marianne Vos). Il fondovalle condurrà a Bormio e di lì si punterà allo Stelvio. È praticamente fatta perché il prestigioso valico alpino, che dopo trentasei anni tornerà ad essere arrivo di tappa, sia più Cima Coppi che mai. La fatica, infatti, non terminerà ai 2758 metri s.l.m. del valico ma a 2832 metri s.l.m., sfruttando una stradina che pare essere transitabile. Dopo cotanta fatica la cronometro conclusiva di Milano, sebbene misuri 31.5 chilometri, risulterà quasi certamente una formalità adatta ai soli specialisti.

Un Giro per scalatori puri ma anche per uomini dotati di ottime doti di fondo. Indispensabile mantenere elevatissima la soglia dell'attenzione nelle prime tappe (attenzione al vento danese) per poi non perdere troppo nella cronosquadre. Il centro Italia potrebbe riservare sorprese ed imboscate ma, una volta giunti alla frazione di Cervinia, chi vorrà vincere dovrà uscire allo scoperto. Dopo Rocca di Cambio ed i su e giù delle Cinque Terre (ma attenzione alle strade bianche prima di Montecatini) gli uomini di classifica dovranno rispondere presente a Cervinia ed a Piani dei Resinelli.

Il trittico finale, con il tappone di Cortina, la doppia Pampeago e lo Stelvio più alto di uno Stelvio ordinario saranno decisivi, lo spettacolo assicurato. Fa storcere il naso ai puristi ed ai corridori completi la carenza di chilometri a cronometro. Tolto il breve prologo e l'altrettanto breve crono finale ci sarà solo la cronosquadre e non una prova contro il tempo che dia spazio agli specialisti. Tempo e spazi (pensiamo all'Emilia Romagna, soltanto sfiorata, così come la Toscana ed il cuneese) non sarebbero mancati.

Un Giro per scalatori, non disumano ma con tappe che potrebbero essere ricordate a lungo, che potrà vedere tranquillamente un Ivan Basso lottare per la sua terza maglia rosa. Peccato, infine, per l'assenza del Sud Italia, che nel recente passato ha proposto tappe di indubbio valore tecnico ma che è stato accantonato in favore della Danimarca.

Giro con poche prove contro il tempo? Niente paura, basta virare sul Tour de France ed ecco 96 chilometri a cronometro: una al principio, una nel mezzo, una alla fine. Pare un Tour disegnato da Aristotele mentre è solo una Grand Boucle che segue la sua struttura classica e più utilizzata.

Doveva essere presentato in autunno avanzato, il Tour 2012. In effetti l'autunno è arrivato e sul sito ufficiale della corsa è comparso per pochi minuti ciò che non sarebbe dovuto comparire: le tappe della Grand Boucle 2012. Dopo il prologo molto tecnico di Liège si scende verso Sud, sfiorando il Lussemburgo per risalire verso Seirang. Liège vuol dire côtes, qualche asperità potrebbe essere piazzata lungo questa prima tappa in linea. La seconda tappa belga, la Visé-Tournai, prende il via dalla periferia di Liège per avvicinarsi al confine francese attraversando le Fiandre. Non è affatto escluso l'inserimento di qualche muro già alla terza giornata di gara, mentre più difficile parrebbe vedere alcuni tratti della pur vicina Roubaix.

Dopo le insidie del Belgio largo alle ruote veloci nella Orchies-Boulogne-sur-mer. Chi uscirà sconfitto dalla volata sulla Manica potrà avere la rivincita il giorno seguente, nella Abbeville-Rouen. Partenza da Rouen per Saint Quentin e ancora velocisti che senza dubbio la faranno da padroni. Il copione non dovrebbe mutare troppo nella Épernay-Metz anche se qualche possibile zampellotto inserito nel finale potrebbe eliminare qualche concorrente al volatone.

Dopo quattro tappe veloci ecco il primo arrivo in salita. La Tomblaine-La Planche des Belles filles proporrà un'ascesa finale costante, 8.2% di pendenza media e alcuni strappi all'11%. In precedenza, per scaldarsi e provare a movimentare la corsa, potrebbero essere piazzate alcune altre salitelle. Domenica 8 Luglio ecco l'ottava tappa, la Belfort-Pontrerruy. Sconfinamento in Svizzera e possibilità di inserire nei 154 chilometri della tappa colline piuttosto serie ma non troppo impegnative (il Ballon d'Alsace?). Probabilmente sarà questa una giornata da fuga, anche perché viene dopo il primo arrivo in salita e precede la crono di Besançon. Questa vedrà la partenza da Arc-et-Senans e 38 chilometri che non saranno del tutto piatti ma ondulati. Nulla però dovrebbe impedire agli specialisti come Martin, Wiggins e Cancellara di giocarsi la vittoria di giornata.

Dopo la crono la classifica inizierà a prendere forma. Il primo giorno di riposo precederà la Macon-Bellegarde-sur-Valserine, tappa che potrebbe essere mossa e favorire così gli attaccanti. Il primo arrivo in salita di una certa importanza sarà posto a La Toussuire nell'11esima tappa. La salita verrà affrontata da Saint Jean de Maurienne e sarà certamente preceduta da colli di una certa importanza come l'impegnativa Madeleine. La seconda frazione di montagna potrebbe invece riservare qualche piccola delusione.

La Saint Jean de Maurienne-Annonay Davézieux sarà la tappa più lunga del Tour (220 chilometri) e dovrebbe prevedere un Glandon all'inizio ma successivamente le asperità di rilievo potrebbero non essere molte. Qualche collina, qualche strappetto, ma niente di trascendentale, insomma. Si torna ad una tappa soft con la Saint-Paul-Trois-Châteaux-Le Cap d'Agde, dove è probabilissima la volata in Riva al Mediterraneo. La Limoux-Foix si disputa sulle strade del Tour de l'Aude (gara a tappe del ciclismo femminile non disputata nel 2011) e potrebbe essere adatta a qualche imboscata: strade strette e vento sono gli ingredienti principali.

Ma il piatto forte è il consueto arrivo a Pau, stavolta partendo da Samatan. Probabilmente sarà una tappa piatta dal punto di vista altimetrico, al contrario della Pau-Bagnère de Luchon, effettuata dopo il secondo giorno di riposo. Un tappone pirenaico, con l'alternativa della scelta, come ultima salita di giornata, il Port de Balès o il Peyresourde. Anche la Bagnère de Luchon-Peyragudes lascia molto spazio alla fantasia degli organizzatori. L'arrivo è infatti a soli 17 chilometri (mentre la tappa sarà di 144 km) dalla partenza ed è un inedito per il Tour, mentre la Route de France maschile vi ha fatto tappa nel 2010 con una cronoscalata vinta da Moncoutié. Nelle due giornate pirenaiche sono previsti 11 Gpm (tra HC, 1a e 2a categoria) quindi il divertimento dovrebbe essere assicurato.

Lasciati i Pirenei si affronteranno i 215 chilometri della Blagnac-Brive-la-Gaillarde, puntando decisamente verso Nord. Si attraversa la tipica pianura francese e le fatiche dei giorni precedenti potrebbero lasciare spazio ad una fuga a lunga gittata. Ultima cronometro, 52 chilometri da Bonneval a Chartres. Un piattone che sarà sicuramente a favore dei velocisti. I 130 chilometri di passerella sugli Champs Élysées saranno, come quasi sempre accade, poco più di una formalità.

Un Tour con arrivi in quota noti, montagne prestigiose ma troppo sbilanciato verso le cronometro che non presentavano un chilometraggio totale così elevato dal 2007. Vincerà un corridore completo - un tracciato del genere sarebbe andato a genio a Indurain e, in tempi più recenti, ad Armstrong - come potrebbe essere Evans ma non c'è dubbio che Contador possa trarre giovamento da montagne e cronometro. E, visto il percorso poco sopra descritto - che non è ufficiale ma è apparso come una Madonna sul sito della corsa - chissà che Nibali per il 2012 non decida di virare con decisione verso il più abbordabile (attenzione, non semplice) Tour de France.

Sempre che A.S.O., con una mossa di marketing a dir poco geniale, non abbia voluto scherzare. Nel caso fosse così, ammettiamo di aver abboccato.

Francesco Sulas
Giuseppe Cristiano

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