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Mondiali Crono 2011: Passaggio di consegne - Tony Martin, neoiridato, spodesta Re Cancellara. Wiggins secondo

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Il podio della Cronometro Mondiale con Tony Martin tra Bradley Wiggins e Fabian Cancellara © Bettiniphoto

 

Era la grande giornata del duello tra Tony Martin e Fabian Cancellara e la sfida non ha certamente deluso le attese: è stata una cronometro molto spettacolare e appassionante che ha visto prevalere colui che per tutta la stagione aveva fatto capire di avere una marcia in più vincendo anche gli unici due scontri diretti (al Tour e alla Vuelta), Tony Martin. Questo Campionato del Mondo è la settima cronometro vinta nel 2011 dal corridore tedesco della HTC Highroad (52 vittorie nel 2011 tra cui un Mondiale non bastano ad evitare la chiusura) che il prossimo anno porterà la maglia iridata alla Omega Pharma-Quick Step: tra il 30enne Cancellara e il 26enne Martin sembra essere giunto il momento del passaggio di consegne ufficiale perché oggi la differenza tra i due l'hanno fatta completamente le gambe e lo svizzero non può trovare scuse per il primato perduto visto che ha potuto tenere un avvicinamento praticamente identico agli altri anni senza infortuni o intoppi.

Già da quando è sceso dalla rampa di partenza si è capito che Tony Martin oggi era in giornata super: ottima posizione aerodinamica, rapporto lungo e pedalata rotonda e potente che l'ha portato in testa già all'intermedio con 10" di vantaggio su Cancellara con una media è rimasta sempre sopra ai 51 km/h. Da lì in poi è stata praticamente una cavalcata trionfale per il tedesco con il vantaggio che è via via cresciuto a 11, 18, 40 e 56 secondi ai vari punti di rilevamento mentre nel frattempo prendeva e superava Millar e Ignatiev partiti un minuto e mezzo e tre minuti prima di lui: oltre ad una grande forza fisica Martin ha dimostrato anche una splendida solidità mentale perché è riuscito a rimanere freddo e lucido anche nel finale in cui ha preferito rallentare un poco e scegliere con grande attenzione le traiettorie per evitare cadute, incidenti o forature. In pratica una vittoria da grande campione.

Per Cancellara, invece, oltre al danno c'è stata anche la beffa perché oltre al titolo ha perso anche la medaglia d'argento per colpa di una curva sbagliata nell'ultimo tratto (la lucidità...) con conseguente urto contro le transenne: in quel momento ripartire da fermo con il rapportone ha fatto perdere tanto allo svizzero che infatti ha chiuso la sua prova a 1'20" da Tony Martin, solo cinque secondi peggio rispetto a Bradley Wiggins che, dopo la caduta al Tour de France, ha saputo rifarsi alla grande in questo finale di stagione con il terzo posto alla Vuelta e l'argento mondiale. Questo piccolo incidente di Cancellara è anche una piccola vendetta per Martin visto che l'anno scorso a Geelong capitò proprio a lui di perdere il secondo posto nella cronometro a causa di una foratura. Dopo questa sconfitta, però, aspettiamoci un Cancellara molto arrabbiato e voglioso di riscatto domenica nella gara in linea.

Ma oggi la lotta per le prime posizioni non ha coinvolto solamente Martin, Wiggins e Cancellara perché per lunghi tratti anche il possente tedesco Bert Grabsch e il talentuoso australiano Jack Bobridge sono stati in lizza per una medaglia: quest'ultimo era partito bene facendo registrare il terzo tempo nei primi due parziali calando un poco alla distanza, Grabsch invece con il suo lunghissimo rapporto (davanti aveva montano addirittura un 58 già testato al Giro d'Austria in una cronometro ugualmente tutta piatta) era virtualmente sul podio al termine del primo giro da 23.2 km e ha dovuto subire la rimonta di Wiggins che al traguardo lo ha preceduto di 16".

Ancora una volta, purtroppo, dobbiamo registrare dei distacchi abbastanza pesanti per i due corridori italiani in gara. Sia Adriano Malori che Marco Pinotti sono partiti con il freno a mano tirato e sono riusciti a guadagnare un po' di posizioni con il passaggio dei chilometri con il parmense della Lampre che alla fine ha chiuso in 24a posizione a a 4'46", due posizioni e due secondi meglio del compagno di nazionale. Entrambi non arrivavano al meglio della condizione a questo appuntamento iridato e l'obiettivo era soprattutto far fare esperienza ad Adriano Malori che ha ancora davanti a se tanti anni per migliorare anche se vedere Bobridge (Phinney invece ha un po' deluso chiudendo a quasi 4'), che ha un anno un meno di lui, già la davanti in quinta posizione non è sicuramente un segnale incoraggiante.

Sebastiano Cipriani

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