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Mondiali Crono Donne Élite 2011: Judith in tempo per un'altra iride - La Arndt vince su Villumsen e Pooley | Cicloweb

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Mondiali Crono Donne Élite 2011: Judith in tempo per un'altra iride - La Arndt vince su Villumsen e Pooley

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La neocampionessa del mondo a cronometro Judith Arndt tra Linda Villumsen ed Emma Pooley © BettiniphotoLe lancette indicano le 16:52, ora di Copenhagen, quando Linda Villumsen, che porta i colori della Nuova Zelanda ma è nata a Herning, nello Jutland Centrale, Danimarca, assiste all'arrivo della favorita numero uno di questa cronometro, Judith Arndt. La danese che dal Dicembre 2009 corre con il simbolo della felce argentata sul body ( «Il mio cuore sarà sempre in Danimarca ma la mia vita è in Nuova Zelanda») aveva appena scalzato dal primo posto la canadese Tara Whitten, ha il sorriso stampato in volto. Un successo nella "sua" Danimarca, seppur correndo per un'altra Nazione, non capita tutti i giorni. Spazza via tutti questi pensieri la Arndt, migliorando il tempo di Linda Villumsen di ben 21".

Fredda come un killer, uccide i sogni di Linda e va a prendersi la prima maglia iridata a cronometro, Judith. Era la favorita della vigilia per tutti: per le poche amiche che la timida Arndt ha in gruppo, per i bookmakers, per gli addetti ai lavori. Perfino per sé stessa, tant'è vero che si era ritirata dal Giro di Toscana - è storia di venerdì scorso - dopo aver vinto una cronometro a Campi Bisenzio. Là erano solo 2200 metri, qui la distanza è ben altra cosa: 27 chilometri tutti pianeggianti, spazzati dal vento laterale. E dalle 15:00, quando le atlete della seconda batteria sono in pista, ci si mette anche la pioggia. Dapprima poche gocce, quindi un bell'acquazzone che rischia di falsare i valori in campo.

La canadese Rhae-Christie Shaw ha corso con l'asciutto ed il suo tempo è notevole: 37'46", alla fine sarà settima. La connazionale Clara Hughes, 38enne che ha già vinto medaglie nel pattinaggio sul ghiaccio a Salt Lake City, dimostra che di velocità se ne intende si porta in testa con un 37'44" che cederà solo negli ultimi dieci minuti di gara. Culla il sogno, Clara, di farsi un regalo enorme per il suo compleanno che cadrà tra sette giorni, il 27 Settembre. Qualcosa di più di un sogno, giacche la Hughes taglia il traguardo sotto il diluvio appena iniziato e corre tutta giuliva a ripararsi nel leader's corner. Sa bene che, con l'asfalto così viscido, ci vorrà l'impresa per scalzarla da lassù, dal gradino più alto del podio.

Partono le specialiste e sono tutte di poco dietro a Elena Tchalyk, che corre per l'Azerbaijan, la più veloce al primo rilevamento. Ina-Yoko Teutenberg, velocista di peso e cronowoman a tempo perso, è adatta a percorsi come questo ma già al primo intertempo paga 18" dalla Tchalyk. La Gillow, che in una giornata piovosa come questa andò a conquistare la maglia rosa del Girodonne in quel di Pescocostanzo, è in ritardo di soli 12" mentre la Van Dijk, una delle più indicate alla vigilia per il podio, è più vicina e paga solo 7". L'ultima batteria contiene tutte le migliori del lotto.

Partono Fahlin, Whitten e Villumsen, quindi Marianne Vos. Con la strada così bagnata la Campionessa della Nederland Bloeit potrebbe limare secondi sulle avversarie ad ogni angolo della strada, sebbene il percorso non sia adatto a lei. Parte con un ritardo minimo, 10" dalla Tchalyk al primo intertempo. Ritardo che sul traguardo è di 25" nei confronti della Hughes, che ancora guida la classifica. Molto meglio la svedese Emilia Fahlin, nonostante la pedalata piuttosto macchinosa nonché esteticamente bruttina e Linda Villumsen, che accusa ritardi minimi (5" al primo intermedio, 1" al primo passaggio sotto al traguardo). Le altre citate in precedenza restano indietro rispetto alla Hughes, che quando vede la Teutenberg piazzarsi al terzo posto provvisorio e la Van Dijk proprio dietro di lei per poco più di 2" inizia a veder concretizzarsi il sogno.

Nel frattempo ha smesso di piovere, la Vos viaggia su tempi alti per i suoi standard e chiude momentaneamente al quinto posto (alla fine sarà decima). Per lei era una prova; è necessario capire quanto si può essere competitivi in una cronometro per specialiste, sia alla luce del presente che in vista di Mondiali e, soprattutto, Olimpiadi future. Molto ancora da lavorare per il talento olandese, che ha però dimostrato in questi anni che nulla è impossibile. Certo non vorrà fare le prove sabato, quando correrà la gara in linea per vincere.

Tornando ad oggi, le ultime tre - Neben, Arndt, Pooley - rendono la prova, già incerta, molto divertente. Insieme a Villumsen e Whitten, Neben, Pooley e Arndt giocano con i secondi, portano avanti o indietro le lancette, pennellano scie ben note, cercano il ritmo giusto. Neben, che concluderà ottava, parte benino, lasciando per strada 4" che aumenteranno a poco a poco. Podio, addio. La Arndt sorprende tutti partendo non troppo bene, lasciando 9" per strada. Si riprende e al primo transito sul traguardo è sui tempi della Hughes, che comincia a preoccuparsi. Il terzo intertempo la vede davanti alla Villumsen di 8". E allora è ormai chiaro a chi andrà la maglia iridata.

La Whitten sopravanza la connazionale Hughes di 11". L'ex pattinatrice sorride nel vedere in testa due canadesi (alla fine, con Rhae-Christie Shaw, saranno tre nelle prime sette); il sogno di gloria s'infrange dopo un'ora ed un quarto in testa alla corsa iridata. Arriva la Villumsen, una freccia nera che abbassa il tempo appena fatto registrare dalla Whitten. Il timido sorriso di Linda Villumsen, che già s'immagina festante in mezzo a City Hall Square, dove è posto l'arrivo ed il podio, viene spento dal terzo intertempo di Judith Arndt. La 35enne di Königs Wusterhausen migliora il tempo fatto segnare dalla Villumsen di 8", a meno di imprevisti la vittoria sarà sua. Linda Villumsen lo sa e vedendo la Arndt transitare sulla linea d'arrivo con un tempo inferiore al suo di ben 21" accoglie con un applauso ed una serena rassegnazione l'ennesimo piazzamento nella crono Mondiale (sia a Mendrisio che a Geelong fu terza).

Lo staff della Germania festeggia la Arndt anche se manca all'appello la Campionessa del Mondo uscente, Emma Pooley. La britannica si comporta bene nonostante strade bagnate e curve affrontate, al solito, con più di un timore. È ancora lucida sul finale e scalza dal terzo gradino del podio la canadese Whitten per soli 2". Peccato. Più di un bronzo oggi non si poteva ottenere, Emma lo sa ed incassa. Sul podio Judith Arndt, timida e fredda durante tutto l'anno, si lascia andare sulle note del Das Lied der Deutschen, l'inno tedesco. Gli occhi lucidi guardano la madre, che ai piedi del palco piange lacrime di gioia vedendo la figlia finalmente lassù, dopo tanti piazzamenti. Era la favorita, non era facile non tradire le attese e chiudere là, sul gradino più alto del podio, dove tutti la vedevano già da settimane. C'è riuscita, Judith, e la grandezza di quanto compiuto oggi sta tutta nei suoi occhi umidi, la medaglia d'oro al collo, la maglia iridata, le strette di mano sincere a Pooley e Villumsen.

Nessuna medaglia nemmeno oggi per i colori azzurri. Avevamo in gara la forza dell'esperienza ed il talento sfrontato dell'esordiente, ovvero Noemi Cantele ed Elisa Longo Borghini. Dieci anni di differenza tra le due, con Noemi a dare preziosi consigli all'atleta della Top Girls nei giorni prima della gara. Parte prima Elisa, che non ama correre con il caldo mentre con la pioggia si trova bene; sei nel posto giusto. All'intermedio ha solo 28" di ritardo ma fora subito dopo il rilevamento fora ed al secondo intertempo fa segnare un tempo più alto di 1'43". «Ho bucato subito dopo l'intermedio e sono stata un po' sfortunata perché la catena non è salita subito, così abbiamo impiegato più tempo del previsto per cambiare la ruota. Ho fatto tanta fatica, preso folate di vento laterale ma ne è valsa la pena. Sono contentissima della mia gara, comunque andrà a finire», dirà Elisa poco dopo l'arrivo. Considerando che la 19enne di Ornavasso non ha svolto allenamenti specifici per le cronometro ed alla luce della foratura, il 32esimo posto finale non è certo da buttar via. Lavorandoci su si potrà migliorare, consapevoli di avere in casa una giovane atleta che nelle cronometro sa spingere, soffrire e soprattutto migliorare molto. Non è invece soddisfatta della sua prova (18esima finale) la varesina di Arcisate, Noemi Cantele. Al primo intermedio fa addirittura peggio della più giovane connazionale, perdendo 33". I chilometri non migliorano i tempi di Noemi, che concluderà a 1'58" dalla Arndt. «Mi aspettavo di restare sotto il minuto di distacco. Non ho avuto buone sensazioni durante tutta la gara, in più ci si è messa la pioggia a complicare le cose. Bisogna dimenticare questa cronometro e pensare a sabato, alla gara su strada».

Già, la gara in linea. Sulla carta è tagliata per velociste come Ina-Yoko Teutenberg ma le nostre Bronzini e Baccaille sono in agguato. Senza dimenticare Marianne Vos, che dopo il decimo posto di oggi ed i quattro argenti iridati negli ultimi quattro anni vuol puntare al bersaglio grosso. Ma occhio anche a questa Arndt, che vorrà sfruttare la gran condizione che la sorregge per aggiungere alla sua bacheca un'altra maglia iridata. Concreta, solida, timida in gruppo, fredda e spietata. La fresca iridata contro il tempo è questo e non solo, tutte le altre la dovranno temere.

Francesco Sulas

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